Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 18
Didattica e pedagogia speciale Pag. 1 Didattica e pedagogia speciale Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Didattica e pedagogia speciale Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Didattica e pedagogia speciale Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Didattica e pedagogia speciale Pag. 16
1 su 18
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ANTECEDENT BEHAVIOR CONSEQUENCE

Situazione di gruppo in cui bisogna maria emette l’insegnante permette a Maria di

giocare senza

Attendere il proprio turno comportamenti problematici aspettare il turno

Molte azioni di insegnanti e riabilitatori nell’immediato riportano sotto controllo la situazione, ma nel lungo periodo vi è un aggravamento

della condotta.

Due punti sui quali si articola un intervento educativo:

-controllo sugli antecedenti scatenanti il comportamento problematico ( gruppo di gioco con distanza non eccessiva tra uno e l’alto)

-eliminare le conseguenze rinforzanti il comportamento aggressivo ( non consentendo di saltare i turni)

Conseguenze: maria tollera maggiormente l’attesa se prima ha ricevuto attenzione dall’insegnante. Il comportamento problematico si

verifica solo con l’insegnante di sostengo (segnale che determinati comportamenti vengono premiati)

Le persone con gravi disabilità sono più reattive se si trovano in contesti affollati. Ci sono fattori di tipo: fisico (ambientale scolastico),

sociale ( presenza di coetanei con problemi di comportamento), biologico ( disagi relativi al sonno, allergie)

ANTECEDENT BEHAVIOR CONSEQUENCE

Richiesta di volgimento luigi emette comportamenti l’insegnante ritira il compito e

propone un attività

Di un compito di narrativa di autolesionismo alternativa

Settng: ambiente rumoroso e affollato

Luigi manifesta comportamento di autolesionismo se dove svolgere compiti di narrativa in un grande auditorium dove si sentono rumori

fastidiosi, invece in classe riesce meglio a svolgerli. Se l’insegnate ritira il compito, luigi avrà lo steso atteggiamento, e questo è un

rinforzo negativo.

L’insegnate di italiano diventa lo stimolo discrimine perché ha cercato di calmarlo con delle attività alternative. Se luigi si trovasse in un

ambiente affollato, a svolgere compiti di narrativa, ma con un insegnate diverso,non si sottrarrebbe dall’attività prevista.

Es. bimbi piccolo che non mangia determinate cose, perché il genitore da piccolo ha concesso delle alternative al cibo sgradito. Di

fronte all’altro genitore che non ha mai ceduto, il bimbo sarà meno problematico, perché tale figura adulta non rappresenta il segnale di

cedimenti.

Antecedente: evento che precede immediatamente e che scatena il comportamento

Setting: condizioni interne ( malessere) o esterne ( affollamento), relazionali ( attività) che aumentano/ diminuiscono la probabilità che

l’antecedente scateni il comportamento.

Discriminante: elemento del contesto (persona) che informa dell’esistenza di un collegamento tra comportamento e la conseguenza

rinforzante

Dalla stereotipia all’autolesionismo: verso la gravità

Il comportamento autolesionista rappresenta per la persona una disabilità grave, la miglior forma di adattamento al suo ambiente di vita.

Attraverso quali percorsi il soggetto è porto maggiormente a una condotta autolesionista?

Classe di operatori: diversi mezzi, stesso fine.

Risposta operante: comportamento in grado di produrre una conseguenza.

Classe di risposte operanti: insieme di comportamenti( anche diversi) che producono stesso conseguenze. Azioni diverse = funzioni

uguali.

Perché utilizza una risposta operante piuttosto che un'altra?

In base al tasso di rinforzi ottenuti n passato con quella risposta, l’immediatezza con cui una risposta produce rinforzi nell’ambiente, lo

sforzo per attuare la risposta. Il soggetto quindi ricorre alla risposta che garantisce la maggiore probabilità di rinforzi con il minimo

sforzo.

In base allo sforzo necessario per attuare un comportamento, e ai rinforzi ottenuti dall’ambiente le risposte operanti aumenteranno di

intensità.

Es. se francesco urla per non fare i compiti, gli insegnati non permettono al bimbo di sfuggire al compito. Il questo modo il tasso di

rinforzo dell’urlare va incontro ad una riduzione.

Il modello evolutivo dell’autolesionismo

Tutti i bimbi dai 0 ai 3 anni manifestano stereotipie comportamentali dovute a uno sviluppo motorio non ancora completo ( con valenza

di auto stimolazione). Queste stereotipie del bimbo normale di riducono spontaneamente, nel disabile a causa del ritardo motorio e

cognitivo manifestano una stabilità.

Es. di stereotipia: dondolare continuamente la testa questo può svolgersi senza che i genitori o insegnati pongano più attenzione ad

essa, considerandolo solo un tratto del soggetto ormai tipico. Ma se il bimbo inizia a sbattere la testa contro il banco, ottiene all’istante

l’attenzione dell’adulto. Conseguenze positive = sforzo minore = tasso maggiore

Probabilità di una risposta operante

Probabilità operante: tasso rinforzi immediati rinforzi

Sforzo richiesto

Si ha uno sforzo minore perché il bimbo per richiamare l’attenzione urta una sola volta il capo.

Piano d intervento su tali comportamenti

Obiettivi: ridurre frequenza, durata e intensità del comportamento auto lesivo, introdurre adattamenti nel contesto e nelle attività,

trasmettere al soggetto della classi operanti abilità) alternative al comportamento auto lesivo.

Obiettivo generale: rendere l’auolesionismo una risposta operante meno efficace nel produrre conseguenze rinforzanti

Fase di assessmet

1)prima si quantificano gli aspetti del comportamento autolesionistico, analizzandone: intensità, durata e frequenza. La presenza di

eventuali comportamenti alterativi, le procedure adottate in famiglia, a scuola, per gestire tali condotte, e il significato attribuito a queste

da parte delle persone che circondano il bimbo.

2)poi si evidenziano le relazioni tra tale comportamento e le variabili contestuali, ch mantengono il comportamento auto lesivo. Cosi si

evidenzia la funzione svolta dal comportamento auto lesivo.

Fase d’intervento:

la prima “nel momento della crisi”, utile per bloccare il soggetto evitando che possa procurarsi danni tessutali rilevanti. La seconda ha

un “carattere educativo” con un intervento limitato solo ai momenti di crisi, che ha una limitata efficacia se non è accompagnato da un

piano d’azione articolato.

Obiettivo: non di eliminare i compiti sgradii al soggetto,ma incider sulle variabili di setting.

Quando il soggetto scegli le attività da volgere, si nota come diminuiscono i comportamenti stereotipati. Quindi la tessa attività, se scelta

dal soggetto e non imposta dall’adulto tende a produrre un minor numero di condotte auto lesive.

Per gli adulti è fondamentale porre attenzione alla comunicazione non verbale dell’allievo, in modo da riconoscere e potenziale le sue

preferenze individuali.

Lo stesso training comportamentale viene effettuato per quanto riguarda la “comunicazione”, che deve essere socialmente adeguata e

deve adattarsi ai deficit del soggetto, deve produrre le stesse conseguenze dal comportamento auto lesivo ( attenzione dell’adulto) e

dev’essere maggiormente efficiente rispetto all’atto autolesionistico (- sforzo, + rinforzi).

Obiettivo: non è la soppressione degli atti problematici, piuttosto l’ampliamento delle classi operanti con comportamenti socialmente

adeguati.

Cap.16: “Come affrontare i problemi comportamentali a scuola”

L’interveto educativo nei confronti dei problemi comportamentali degli autistici si sviluppa su un sistema di valutazione che evidenzi

motivazioni e finalità, e si indirizzi non solo al contenimento degli atti inadeguati ma anche all’insegnamento di risposte significative.

Valutare e cercare di comprendere

Lo stesso comportamento inadeguato può avere motivazioni e scopi diversi; si comprendono motivazioni alla base dei comportamenti.

-vanno tenute in considerazione le difficoltà connesse alla sfera sociale, infatti agli autistici mancano i mezzi per essere socialmente

autosufficienti. Questo rende complessa l’acquisizione ci competenze per vivere adeguatamente nel contesto sociale, interessandosi

alle attività collettive.

-i deficit nei processi comunicativi o la non consapevolezza che il comunicare possa scatenare comportamenti inadeguati di allievi con

autismo. Il comportamento problematico è una primitiva forma di comunicazione, mettendoli in grado di influenzare gli altri per ottenere

effetti desiderabili.

-le difficoltà di natura sensoriale, le sensazioni che provengono dal corpo sono particolari e difficilmente controllabili.

-i problemi nella percezione tattile di rabbia o timore quando vengono modificate possono verificarsi reazioni gravi, conseguenti a

situazioni non previste.

Impostare un intervento abilitativo

Insegnare nuovi metodi per influenzare le persone e ottenere quanto desiderato può permettere una riduzione dei comportamenti

inadeguati, in quanto non più necessari. Gli obiettivi non possono limitarsi alla riduzione o eliminazione dei comportamenti problematici

ma è necessario che si prendano in considerazione anche sviluppo e utilizzo da parte dell’allievo di comportamenti e strategie

adeguate.

La gestione della crisi: se non vi è un approccio condiviso e strategico portano ad un logoramento degli operativi.

Con un approcci flessibile si elencano procedure basate sul buonsenso, utili nel momento in cui si presenta la crisi:

-Quando succede, ignorare il comportamento problematico

-proteggere l’allievo o i presenti nell’ambiente

-fermare l’allievo durante i comportamenti problematici

-spostare dal luogo della crisi chiunque sia in pericolo

-indurre timoli per facilitare comportamenti non problematici.

Lo scopo della gestione della crisi è nel cercare di interrompere situazioni con alti livelli di pericolosità per l’allievo per gli altri.

Esperienza sentimentale

Utilizzare il modello di valutazione preliminare in grado di andare oltre il livello descrittivo e comprendere motivazioni e finalità dei

comportamenti problematici

Modello di valutazione preliminare

Quando i comportamenti manifestati sono più di uno si attribuisce un ordine di priorità in modo da orientare l’intervento educativo.

Un'altra considerazione preliminare per inquadrar e la situazione sta nell’invitare le persone che interagiscono con il soggetto a

rispondere a delle domande, autonomamente. Questa tabella mette in evidenza una possibile connessione della frequenza di

aggressioni con il livello di stanchezza dell’allievo. Anche se in maniera non consapevole può comunicarci il desiderio di ricevere stimoli

positivi o evitare situazioni sgradite.

1)si porta ad ottenere l’attenzione con il contatto fisico 2)si comunica una situazione di disagio dalla quale desidera allontanarsi 3)si

emettono comportamenti problema per una auto stimolazione.

Modalità per indagare le motivazioni dei comportamenti : “analisi funzionale”procedura attraverso la quale si evidenziano i rapporti tra il

compor

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
18 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marghe.15 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica e Pedagogia Speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Cottini Lucio.