Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Decameron Boccaccio Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Licisca, una situazione comico realistica che però presta attenzione anche ad un'altra classe sociale

Non tutti i giorni sono dedicati alle novelle: Sabato e Domenica dove erano dedicati a pratiche religiose. La 1-9 giornata è dedicata al tema libero. Diomeo rivendica e ottiene la possibilità di raccontare da ultimo e sempre sciolto dal vincolo del tema per assicurare una chiusura festeggiante alla giornata. La 10 giornata è il congedo dove si era formata un'esperienza reale attraverso suggestioni letterali eterogenee alla sua opera e non attraverso il filtro della peste con scherni letterari. L'archetipo è quello della "historia landubangorum" di Paolo Diacono, dove agiscono anche altre fonti basate sulla tradizione della narrativa breve codificata e a volte parodica (forza rusticana o storie di santi, ballate o motti). Vari sono gli stili intrecciati sapientemente con una grande spinta innovatrice enciclopedistica- Contaminatio. L'orrido incominciamento

è dintomo di un duro imoatto di esperienza vissuta, una sorta di viaggio catartico per Firenze, inizia e finisce senza scese nè fedi, con simbologie reali, infatti il modello dantesco viene ripres e allo stesso tempo superato con lo stesso schema ma fortemente reale, la salvezza si ottiene con la corretterzza morale in questo mondo, la morte impazza e viene incaricata di un'immoralità anche di fronte alla peste. Il novellare è tipico del onodo orientale (le mille e una notte, sette sabira racconto indiano tradott anche in toscano) ma anche di origine classica (saturnabia di macrobio-brigata che si dedica a narrare per fuggire alla morte), la salvezza alla morte non soo il novellare ma anche dare esempi di virtù che devono trarre dalle novelle frutto di una civile conversazione. La Parola è un mezzo per rifondare l'umanità perduta e una retta via da servire-i personaggi e l'autore sono un'unica cosa. La morte genera la meditazione.

sulla vita all'interno del libro che suscita una meditazione profonda sulla morte e sulla salvezza della letteratura. Si racconta contenuti seri in prosa con invenzioni letterarie consolando gli affanni degli uomini. Nel proemio parla l'autore con un registro alto, prova compassione per i personaggi; simile al poema del Filostrato, dove ripete 5 volte Io, e si descrive con una passione d'amore simile a quella del protagonista, Napoli come Gerusalemme, lui si rivolge a coloro che soffrono d'amore; nel proemio del Decameron si rivolge alle donne che hanno meno possibilità di consolazione, meno partecipi alla vita pubblica, novità nel pubblico, nel genere e nello stile, viene fortemente criticato perché ritenuto fortemente diseducativo dai lettori protoborghesi e mercanti. Personaggi: Emilia era una lusinghiera del tempo, Lauretta, Elissa - corrisponde alla Didone di Virgilio, Dioneo incarna la lussuria e la carnalità. I personaggi sono delineati a volte contraddittori.

colorit per renderli più interessanti, vi sono due narratori: l'io e la brigata. L'introduzione dopo il proemio è origine da una voce autobiografica, la prima giornata inizia con una certa solennità e più altro rispetto a quello del proemio, per prepararci alla descrizione devastante della peste nera, rende più credito alle testimonianze medievali di Paolo Diacono (grammatico di Carlo Magno) a quelle sue contemporanee, (H. L -787/789 quarto paragrafo secondo libro descrive una terribile pestilenza in Liguria- come fa Boccaccio attraverso una ratio espressiva, tramatura del racconto cercando di coinvolgere maggiormente la civiltà tra le bestie che tra gli uomini avevano devastato con la peste a cui dedica una grande parte nell'introduzione. "Come una nera coltre proveniente dall'oriente avanzare di un trionfo della morte" usa la prosa scientifica per raccontare l'orrore della peste intisa di fatalità e mistero con

un'aura di sgomento, descrive la fenomenologia del reale ciò che vede con un profondo terrore ancora vivo: la peste non si conosce, non si evita e non si cura- semplicemente se ne riscontrano le fatali ripercussioni sulla vita umana. Allegoria dei porci- L'occhio del cronista è sulla superficie delle cose limitandosi a descrivere le cose con un profondo senso di smarrimento dipingendolo come un castigo di Dio, descritta nei sintomi ed intrisa di mistero- detta anche flagello sociale, la gente reagisce in modo diverso di fronte ad essa e riporta i 4 modi in cui i fiorentini affrontano la peste distinguendo le responsabilità individuali e della città: 1. Via salutista- alcuni fiorentini seguivano una dieta per inseguire la salvezza con pochi vizi e poche uscite da ridurre i contatti "fatta nobrigata" 2. chi sfida la peste con dissolutezza 3. "mezzana via" senza stravizi né segregarsi in casa, frequentando gli spazi cittadini ma cercando di

Per difendersi con l'uso di fiori o spezie, è possibile sfruttare le loro proprietà benefiche.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luciasalaorni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Castellano Francesca Pia.