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1° Manifesto: edificio della colonia sul fondo Prospettiva centrale
Forte geometria (pavimento a scacchi, alberi triangolari,
rettangoli laterali, simile a una fioriera e ad un albero)
Simmetria
Altri manifesti:
Linee fluide
Art Nouveau e figura femminile come metafora del
rinnovamento dell’arte
La sede progettata da J. Olbrich prese il nome di Ludwig Ernest Haus (1901) e denotava la seguenti
caratteristiche: Facciata monumentale, accessibile tramite
un viale in cui era posta una lunga scalinata e
coronata da due statue all’ingresso (una figura
femminile rappresentante l’arte, una figura
maschile rappresentante il lavoro)
Ingresso arretrato e punto di massima
concentrazione della decorazione (geometrica e
bianco-oro)
Utilizzo del modulo quadrato nelle aperture
Ripresa del concetto di tempio laico
dell’arte
Grandi aperture vetrate nei laboratori
All’interno della colonia trovarono spazio altri edifici, tra cui:
Hochleitsturm, Olbrich, 1901-1908 (Edificio delle esposizioni) Ingresso più 2 volumi ciechi
Copertura a volumi geometrici
Tutto l'edificio è geometrizzato
Assenza di decorazioni (intonaco
chiaro)
Entrata recessa
La torre è diversa:
Forte controllo geometrico
Parte terminale (mano aperta)
augurio nuziale, elemento di
comunicazione (mano che saluta) è vicino
all'estetica espressionista nozze granduca
Mattoni a vista
Non vi è simmetria
Finestra che gira Italia angolo
I materiali esprimono la sua
lavorazione
I pieni vuoti tagliano il volume
Nella colonia ci sono anche alcune abitazioni degli artisti:
Behrens House, Peter Behrens, Darmstadt, 1901 Ripresa delle tipologie Art Nouveau
Tanto caratteristica da sconfinare nel pittoresco
Presenza di forme ricorrenti (raggiera)
Ricorrenza delle forme degli arredi
Armonizzazione di arredi e stoviglie con l'ambiente
Ingresso: linee a raggiera
Bordatura dell'edificio di mattoni (linea curva)
Presenza di bow window
Oggetti in ceramica, abiti e manifesto disegnati da
Behrens
Pianta: scala, ingresso (disimpegno), cucina,
soggiorno-pranzo (Bow window), zona notte, non vi
sono corridori
Nel disegno di Behrens attenzione nell'uso della
geometria anche nella scritta
Natura nei disegni del giardino e nelle cornici
Interni: pavimenti in legno, disegni a raggiera (sala
musica), Bow window e legno laccato (sala della
colazione), mobili (linea curva)
Peter Behrens (1868-1949)
Progetta il primo padiglione della Germania a Torino nel 1902
Predominio delle linee curve
Ricorrenza della figura femminile alata (chiesa
s.leopold di Wagner)
Questi elementi si possono ricondurre ad un periodo
ancora tipicamente Art Nouveau
Padiglione espositivo 1906 per l’azienda di Linoleum (Anker Linoleum exibition)
Costruito per una ditta che
produceva Linoleum
Forme geometriche
Cupola e forme geometriche
classiche (simile a le corbusier)
La cupola avvicina Behrens
all’architettura classica (san miniato al
monte)
Stilemi tipicamente classici
Crematorio di Hogen Delstern 1906-1907 Situato all’interno del cimitero
dell’omonima cittadina
Forte geometrizzazione delle strutture
Impianto decorativo basato su schemi
geometrici e bicromia bianco-nero
Nel 1907 Behrens viene nominato direttore artistico della AEG, ditta che produceva materiale elettronico
(quindi fortemente all'avanguardia per l'epoca).
Come direttore artistico operò per dare una forte riconoscibilità a tutto ciò che fosse legato all'azienda, dal
design di prodotti, alle architetture di edifici aziendali alle questioni grafiche dei loghi.
Lavorò anche per migliorare la qualità degli oggetti, inoltre formulò una teoria che investì tutte le sue
produzioni artistiche: per la bellezza è necessario coniugare funzione, qualità e leggi artistiche. Tale
concetto venne riproposto all'atto pratico come il trinomio proporzione-volume-ritmo (non per niente
l'architetto criticò fortemente opere come la tour Eiffel considerate non valide perché privi di volume)
Per quanto concerne invece la decorazione, sostiene che l'unica decorazione ammissibile dovesse essere
quella geometrica, ovvero quella più congeniale alle capacità di macchinari.
Lampade ad Arco prodotte dall’AEG
Terza da sinistra progettata da Behrens
Linee morbide
Cambiano le dimensioni del corpo e dei singoli elementi della lampada
Studio e proporzione degli elementi
Slanciata ed elegante
Arrotond, da corpo e spessore
Turbinenhalle, Berlino, 1909 (fabbrica di turbine della AEG)
Progetta l’edificio delle turbine (Turbinen Fabrik 1908-1909) Sezione: catene, ferro,
struttura poligonale
Struttura: grande vetrata
centrale e sequenza laterale
Similitudine con il tempio greco:
Elemento trilittico (3 pietre)
Timpano (poligonale)
Schema statico
Colonnato laterale
(elementi scatolari)
Behrens si pone delle domande come progettare un edificio industriale? che forma deve avere?
Tempio greco tempio del lavoro conferisce dignità al lavoro
Vetrate luce lavoro più confortevole Riempie gli angoli con due elementi
imponenti per dare volume e un senso di stabilità,
tamponamenti in calcestruzzo
Geometria, volume, ritmo (vetrate e
calcestruzzo)
Logo inciso, elementi in ferro, vetrate
retrocesse rispetto agli elementi verticali
Pieni e vuoti danno ritmo all'edificio
Il lucernario di copertura permette anche
un’illuminazione zenitale
Unico grande spazio aperto (interno)
Il Deutscher WerkBund di Monaco (Statuto 1° congresso) 1907
Il Deutescher Werkbund ovvero la “lega tedesca artigiani”, fu un'associazione che riunì artisti, architetti,
industriali con lo scopo di:
Nobilitare il lavoro industriale tramite l'arte e l'artigiano
Organizzare convegni, dibattiti ed esposizioni
Favorire il rinnovo industriale
L'associazione venne fondata dall'architetto Hermann Muthesius, dall’imprenditore Karl Schmidt e dal
pastore protestante Friedric Naumann.
Muthesius ne fu la personalità di maggior rilievo, sentì la necessità di attaccare il conservatorismo tedesco
e rinnovare la produzione industriale dopo un viaggio in Inghilterra, basandosi sui contenuti della cultura
produttiva inglese, riportati nel suo libro “das english haus”.
Adolf Loos (1870-1933)
Architetto austriaco, entró nel dibattito di rinnovamento rimanendone però sempre a margine.
Nel 1903, dopo un viaggio in America nel quale viene a contatto con le opere della scuola di Chicago, torna
in patria e pubblica il giornale “l'altro” (che tra l'altro uscirà in soli due numeri), nel quale afferma la
necessità di portare la civiltà occidentale in Austria (moda,architetturaecc).
In particolare, i capisaldi del suo punto di vista sono:
l'abbandono dell'ornamento (ormai appartenente solo ad epoche passate)
la criticità dell'opera d'arte totale, limitante per la libertà del committente
l'arte non deve aver nulla a che fare con l'utilità, per tanto l'architettura NON è arte
la dimensione dei volumi interni deve essere correlata alla funzione che l’ambiente svolge
Le sue opere più importanti sono:
Cafè Museum, Vienna, 1899 progettò solo gli interni
eliminazione dell'ornamento
(risultava per l'epoca davvero molto
spoglio)
rivestimento in legno e marmo
sulle pareti fino all'altezza dei piani dei
mobili, oltre è presente solo intonaco
sedie interpretate dal modello
Thonet
forte importanza data alla qualità
del materiale
Kartner Bar, Vienna, 1908 la qualità dell'ambiente è data dalla qualità
dei materiali (legno, cuoio, marmi)
Soffitto a cassettoni come richiamo ad un
gusto classico
presenza di specchi per “ampliare”
l'ambiente
specchio sopra la vetrina di liquori per
ampliare lo spazio
soffitto a cassettoni in legno (riferimento
classicità)
Casa in Michaeler platz, Vienna, 1910 edificio posto in una piazza importante della città, ospitava
una casa di moda, una sartoria ed appartamenti per l’abitazione
aspetto rappresentativo dato dall'austera e scarsissima
decorazione, consistente soltanto in un rivestimento in marmo
del primo livello
L’edificiob era tanto spoglio che le autorità locali non
vollero rilasciare il permesso di costruire, così l'architetto fu
costretto ad inserire delle fioriere, vagamente decorative, per
ottenere l'autorizzazione
Lotto ad d'angolo vicino a residenza reale
facciata due blocchi
parte alta: intonacata, spoglia, aperture per finestre
(semplice)
parte bassa: 3 piani (moda) rivestimento in marmo
pregiato, colonne (non portanti) cornicione aspetto
rappresentativo
edifici vicini erano elaborati e decorati
Casa Steiner, Vienna, 1910 costruzione basata su
geometrie elementari
totale assenza di ornamenti
tetto piano da un lato, curvo
dall'altro (una legge comunale
prevedeva che una facciata dovette
essere più bassa dell'altra, quindi
Loos adottò questa soluzione per
sfruttare al massimo volumi)
progettazione che parte
dall'ambiente interno (finestre di
dimensioni diverse e non allineate in
facciata) interni condizionano gli
esterni
L’esposizione di Colonia del 1914
In seno all'esposizione di colonia del 1914, nacque un forte dibattito intorno alla concezione del rapporto
arte/industria.
3 furono le posizioni principali, due di queste in contrasto fra loro la terza -quella di Loos- trascendente il
problema.
Muthesius:
creare dei “tipi” da applicare agli oggetti a seconda delle esigenze, elaborando delle forme in funzione del
sistema produttivo e dei materiali impiegati, in maniera da arrivare ad un risultato che incontri un gusto
generale
Van de Velde
mantenere nella produzione di oggetti l'individualità dell'artista.
questi dev’essere in grado di esprimere lo spirito della propria epoca, le forme tipiche verranno
riconosciute solo a posteriori e saranno frutto del lavoro dell'arte.
Loos
Sostenne che il discorso fosse completamente fuori luogo, poiché l'arte non aveva nulla a che fare con
l’utile.