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La Lega del 1684 e la campagna militare del 1685
Dopo la sconfitta turca subita da parte dell'esercito polacco-imperiale, si festeggiò in tutta Europa, in particolare a Roma, dove il segretario personale di Sobieski, Talenti, aveva portato lo stendardo di Maometto strappato ai turchi e come gesto simbolico il Papa lo calpestò con il piede), ma soprattutto a Vienna con la solenne entrata dei due sovrani, nonostante le condizioni della città fossero degradanti. Infatti, la città di Vienna era praticamente distrutta, piena di cadaveri e malati, come descrive Pietro Colletti a Barberini. Ma passata l'euforia iniziale, tra i vincitori sorsero nuovi dubbi e perplessità su come si dovesse procedere, in particolare sul fatto di continuare o meno la battaglia contro i turchi, per sconfiggerli definitivamente e riconquistare l'Ungheria. Considerando i festeggiamenti e il fatto che si dovessero preparare degli adeguati piani di.guerra, soprattutto perché il sejm aveva dato l'ordine solamente di difendere Vienna, non ci fu l'inseguimento dell'armata turca di Mustafa e questo agli occhi di Buonvisi era un errore imperdonabile, considerando anche il fatto che Innocenzo XI continuava ad incitare la coalizione polacco-imperiale e a finanziarla. Il 10nunzio spingeva infatti l'Imperatore a continuare a chiedere finanziamenti e a finanziare la campagna contro i turchi. Alla fine, con Sobieski e Leopoldo I convinti di voler proseguire la guerra contro gli ottomani, il 18 settembre, le truppe del re polacco e quelle di Carlo di Lorena si misero in marcia per penetrare poi nell'Ungheria turca. Dopo un'iniziale sconfitta della coalizione, iniziò la riconquista dei territori ungheresi soggetti al dominio turco. I generali imperiali continuavano a voler assediare Neshoul, ma Sobieski non sosteneva quest'idea e alla fine furono le condizioni di tempo poco favorevoli a far.Rimandare l'assedio, e Sobieski poté far ritorno a Cracovia. Si apriva però il braccio di ferro tra Vienna e Varsavia sul futuro dell'Ungheria poiché entrambe sembravano nutrire le stesse mire e in particolare Pallavicini informava Roma e Buonvisi che gli ungheresi, insofferenti verso gli Asburgo, avevano la volontà di congregarsi in Stati d'Ungheria e di acclamare Giacomo Sobieski come loro principe ed ovviamente questo avrebbe creato problemi all'interno della lega. Questo aveva fatto crescere maggiore diffidenza da parte di Vienna verso la Polonia, nata dal tentativo di Sobieski di mediare con Tokoli nella speranza di mettere pace tra l'imperatore e i ribelli ungheresi. Era necessario far finire le gelosie tra Vienna e Varsavia e quindi Buonvisi fece pervenire direttamente a Sobieski l'espressa richiesta del Papa di perseguitare Tokoli, di cui non ci si doveva fidare, dato che già una volta aveva tradito l'Impero.
per unirsi agli infedeli turchi. L'irrisolutezza di Sobieski stava minando la strategia degli imperiali che, per indebolire Tokoli, proponevano un indulto generale per quei kuruczok che avessero abbandonato il proprio capo, riconciliandosi con l'Impero. Buonvisi quindi spinse Pallavicini a rivolgersi a Maria Casimira per intercedere con il marito, a cui mostrò la possibilità di spostare i loro interessi dall'Ungheria alla Podolia, Valacchia e Moldavia. Fondamentale a questo punto era il coinvolgimento di Venezia nella lega e di questo iniziò ad occuparsene Buonvisi, che fu il vero artefice e fulcro di questa trattativa andata a buon fine proprio grazie alla sua mediazione, nonostante ci furono varie difficoltà. Il 21 gennaio del 1684 il senato veneto notificò la predisposizione ad entrare nella lega polacco-imperiale ed iniziano quindi le trattative. Buonvisi intensificò, quindi, gli sforzi diplomatici ed era stato proprioL'imperatore a dettare come unica condizione che il nunzio facesse da mediatore. Intorno a Buonvisi si stavano concentrando tutte le diplomazie delle potenze interessate:
- Sobieski e il nunzio Pallavicini.
- Importante fu anche Tommaso Talenti, segretario di Sobieski che nel 1683 suo viaggio di ritorno da Roma era andato a Venezia per consegnare una lettera al doge per informarlo della vittoria a Vienna e aveva vista, girando per la città, che la Serenissima stava armando la propria flotta; ritornato in Polonia informò Sobieski che inizia quindi ad avere contatti con Venezia.
- La segreteria di Stato di Roma.
- Domenico Contarini, ambasciatore veneto a Vienna, con cui aveva iniziato una stretta collaborazione, arrivando a decidere di conferire con l'Imperatore separatamente, ma di dire le medesime cose.
- Giovanni Lando, ambasciatore veneto a Roma, inviato per appianare le controversie tra Roma e Venezia (che non avevo più rapporti ed è anche a causa.
- Il cancelliere di Corte dell'imperatore Stratmann aveva messo in discussione la questione dei confini e della libertà di navigazione nelle acque dell'Adriatico
- La Polonia aveva presentato il problema delle forze umane che Venezia avrebbe dovuto mettere in campo
- La lega offensiva durasse fino alla fine della guerra e che rimanesse difensiva anche dopo
- Il Papa fosse il
- Nessuna delle parti potesse accordarsi con il nemico
- La lega era prevista solo per la guerra contro il turco
- I territori riconquistati ritornino a chi spettano di diritto
- Ci dovesse essere la suddivisione tra le parti sia delle responsabilità militari che delle competenze geografiche
- Le tre potenze faranno reciproco cambio della ratificazione entro un mese
- una legata al significato di lega difensiva poiché Venezia di tenersi neutrale negli eventuali conflitti che avrebbero potuto interessare l'Impero al fianco della Spagna per quanto riguardava le guerre continentali 12
- l'altra relativa alle pertinenze geografiche poiché Venezia avrebbe voleva conquistare la
- La lega difensiva sarebbe tornata offensiva nel caso in cui i turchi avessero attaccato uno dei componenti
- Le coordinate geografiche per i futuri acquisti evitavano la sovrapposizione delle zone di competenza tra Venezia e l'Impero, a cui vennero riconosciuti i diritti primari sul regno di Ungheria e sulle sue dipendenze ad esclusione della Dalmazia che sarebbe andata a Venezia
potenze (Pio di Savoia per l'Impero, Barberini per la Polonia e Ottoboni per Venezia). Questi prestarono giuramento solamente sui 16 articoli originari, senza le due nuove questioni sollevate e le proposte che aveva dato Buonvisi e questo perché a Roma ci si era resi conto che potevano essere dannose e minare la lega a tre stessa: infatti, se si fosse concessa la Dalmazia a Venezia, Sobieski si sarebbe sentito libero di voler prendere Transilvania, Valacchia e Moldavia e Leopoldo si sarebbe sicuramente opposto.
Createsi questa lega a tre, Buonvisi sperava sia che i principi tedeschi ad ovest dell'impero e la Moscovia aderissero alla lega e che si potesse coinvolgere il transilvano Aphafi e staccarlo dal ribelle Tokoli.
La strategia della lega vide:
- Venezia agire sull'Adriatico
- L'Impero agire verso l'Ungheria
- La Polonia agire il Moldavia, Transilvania e Valacchia
Nel frattempo, la situazione nella zona renana era cambiata e Buonvisi sapeva che era
È necessario trovare un accordo stabile e durevole il prima possibile. Nel 1683, infatti, Luigi XIV decise di invadere i Paesi Bassi spagnoli, rompendo così gli equilibri politici dell'epoca.