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TRACOMA ENDEMICO

Si contrae per contagio diretto interumano e causa uno stato infiammatorio importante con edema

palpebrale e secrezione mucosa. E’ per lo più una congiuntivite che ha degli esiti cicatriziali, con retrazione

del margine palpebrale superiore. Questo fa sì che le ciglia sfreghino durante l’apertura e chiusura

sull’occhio (trichiasi del tracoma), causando delle lesioni traumatiche alla cornea; tutto ciò può portare a

cecità. E’ possibile che si crei il cosiddetto panno corneale, quindi l’opacità della cornea.

I serovar da D a K e, specialmente, D, E ed F, provocano infezioni genitali:

➢ Nell’uomo: uretrite scarsamente purulenta (a volte possono esserci delle confezioni da C.

trachomatis e da N.gonorreae), congiuntivite da inclusioni per autoinoculazione. Non lascia

reliquati. Se l’uretrite non viene trattata può cronicizzare.

➢ Nella donna: cervicite paucisintomatica (con sintomi poco rilevanti); endometrite, che causa

infertilità per alterazione della pervietà delle tube; PID, se viene coinvolto anche il peritoneo, con

sintomi pesanti, come dolore, febbre e leucorrea (secrezione biancastra) e complicazioni successive

epatiche,come la periepatite.

➢ Nel neonato: congiuntivite e polmonite interstiziale (interessa i tessuti interstiziali di rivestimento

degli alveoli e non un lobo del polmone, come nella polmonite lobare).

I serovar L1, l2 ed L3 sono agenti eziologici del linfogranuloma venereo, una malattia caratterizzata dalla

presenza di papule che poi evolvono in ulcere a livello genitale. C’è interessamento dei linfonodi regionali

con eventuale diffusione nella zone perineale.

Il linfogranuloma venereo, ristretto in particolare alle aree tropicali, si diffonde per contagio sessuale.

1. Il primo stadio è caratterizzato dalla formazione di papule che poi evolvono in ulcere.

2. Nel secondo stadio c’è interessamento dei linfonodi con sintomi generalizzati, come febbre,

cefalea, anoressia. In secondo luogo si verifica fistolizzazione del linfonodo infetto verso la cute

sovrastante, cioè si forma un’apertura del linfonodo verso la cute, che provoca fuoriuscita del

contenuto purulento del linfonodo.

3. Nel terzo stadio si ha diffusione perineale con fistole e retrazione cicatriziale, che compromettono

la funzionalità del retto e dell’uretra, a seconda della localizzazione delle lesioni.

C. pneumoniae

Contagia per via aerogena, con una forma asintomatica, ma può anche manifestarsi come una polmonite

canonica oppure può dar luogo a forme croniche.

C. psittaci

Si chiama così poiché psittacos vuol dire pappagallo, provoca una ornitosi, poiché il contagio avviene in

seguito al contatto con determinati uccelli, quali pappagalli, tacchini, anatre e colombi.

La trasmissione avviene per inalazione, il periodo di incubazione va da 1-3 settimane e come quadro clinico

può provocare una forma inapparente, una forma simil-influenzale, oppure una forma polmonare con

polmonite interstiziale grave, spesso accompagnata da una compromissione sistemica (generale).

La forma polmonare più grave da C. psittaci si manifesta con febbre elevata persistente, tosse secca non

produttiva (senza produzione di muchi), ipotensione, tachicardia, alterazioni elettrocardiografiche. Possono

sopraggiungere in una piccola percentuale di casi coma e morte (casi trattati); nei casi non trattati si arriva

fino ad un 30% di esito infausto.

DIAGNOSI

Tra le varie specie, C. trachomatis è l’unica ad

avere dei granuli di glicogeno che, dopo coltura,

possono essere osservate al microscopio con una

semplice colorazione iodio-iodurata, quindi la

soluzione di Lugol, che evidenzia i granuli di

glicogeno contenuti nelle inclusioni. Essendo dei

parassiti endocellulari, non è possibile coltivarle in

laboratorio nei terreni abiotici, ma si rendono

indispensabili delle linee cellulari. Si coltivano

nelle uova embrionale di pollo, nel sacco vitellino.

Quindi, la diagnosi di infezione da Chlamydia si effettua per isolamento delle colture cellulari in vitro

oppure mediante ricerca del DNA batterico con PCR. Si possono anche ricercare antigeni specifici mediante

reazioni immuno-enzimatiche. Mentre per C. trachomatis la sierodiagnosi non ha un valore diagnostico,

nell’infezione da C. pneumoniae e psittaci lo ha, poiché c’è una compromissione a livello sistemico e il

soggetto sviluppa anticorpi, ciò che non avviene in C. trachomatis.

Per C. trachomatis si può effettuare la ricerca microscopica delle inclusioni in un tampone congiuntivale, ad

esempio, colorato con Giemsa (colorazione per le cellule del sangue, ma usata anche in parassitologia),

oppure si può procedere con l’immunofluorescenza. Laddove il laboratorio sia attrezzato, è utile anche

l’esame colturale con cellule permissive all’infezione, seminando i campioni come quelli congiuntivali,

vaginali o uretrali. Negli stessi campioni si può ricercare l’antigene con tecniche ELISA e con tecniche di

biologia molecolare.

TERAPIA

Per quanto riguarda la terapia, le Chlamydie sono insensibili a quei farmaci che agiscono sulla sintesi del

peptidoglicano, perché non ne sono provviste. Il farmaco di elezione è la tetraciclina, come alternativa si

utilizza l’eritromicina, quindi un macrolide.

MYCOPLASMI

I Mycoplasmi, che si fanno in accompagnamento con le Chlamydie, sono i batteri più piccoli dotati di vita

autonoma e non hanno la parete cellulare. Non possedendo la parete, hanno una membrana cellulare che

contiene gli steroli e che permette ai Mycoplasmi di avere una certa plasticità con pleomorfismo, cioè

possono assumere diverse forme. Proprio per questa caratteristica, appartengono alla classe dei Mollicutes

(dal latino mollis cutis, pelle morbida). Sono coltivabili in laboratorio ma la loro coltura è molto fastidiosa e

richiede dei terreni che possono essere abiotici (cioè non con linee

cellulari) ma arricchiti di siero animale ed estratto di lievito che serve

come precursore per gli acidi nucleici, poi arricchiti anche di glucosio,

arginina, urea, amfotericina B, polyxina B e penicillina (gli antibiotici

servono per rendere selettivo il terreno che, essendo particolarmente

ricco, potrebbe essere un buon mezzo per far crescere altri

microrganismi).

Sono aerobi/anaerobi facoltativi e le colonie hanno un tipico aspetto

a “uovo fritto” perché nel terreno solido la porzione centrale della

colonia si approfondì un po’ anche nell’agar, poi diventa una

cupoletta e intorno c’è il tipico strato dell’albume.

E’ capace di moltiplicarsi sulla superficie delle cellule degli epiteli

mucosi senza però penetrare all’interno delle cellule.

Dei Mycoplasmi patogeni, quelli appartenenti alla famiglia Mycoplasmataceae hanno un genere

Mycoplasma e un genere Ureaplasma. Del genere Mycoplasma si ha una specie pneumoniae (patogeno per

l’uomo), del genere Ureaplasma si ha la specie Ureaplasma urealyticum.

M. pneumoniae causa una polmonite atipica poco o punto febbrile, cioè il rialzo febbrile o è modesto o non

c’è proprio. In generale, le condizioni del soggetto sono buone e questo contribuisce all’aggravarsi della

malattia poiché, non essendoci sintomi visibili, il soggetto continua a svolgere le normali attività, e ciò fa sì

che la patologia si aggravi.

I Mycoplasmi producono una emolisina, ovvero una tossina citolitica. Portano danno agli epiteli della

mucosa respiratori sulla quale superficie aderiscono, iniziando così un processo flogistico, cioè

infiammatorio. L’infezione si diffonde mediante lo spargimento di goccioline di saliva. La fascia di età più

interessata a queste forme è quella che va dai 5 ai 15 anni.

M. pneumoniae si diffonde per via aerogena e il periodo di incubazione va da 7 a 21 giorni.

DIAGNOSI

Si ricerca il microrganismo per lo più nel lavaggio bronchiale con tecniche di biologia molecolare, oppure si

può effettuare la sierodiagnosi.

TERAPIA

Si avvale di tetracicline, macrolidi e chinoloni.

M. urealyticum è il responsabile del 10% delle uretriti non gonococciche. Si chiama così perché ha

un’intensa attività ureasica. Può provocare anche uretroprostatiti acute.

Inoltre, sia C. trachomatis che i Mycoplasmi si ricercano sempre durante la gravidanza poiché possono

portare a infertilità o aborto. Oltretutto, il neonato può infettarsi durante il passaggio nel canale del parto,

quando la madre è infetta, con forme polmonari. E’ utile il tampone cervicale come controllo, proprio per

scongiurare la presenza di Mycoplasmi; nel caso vi siano, è necessaria una terapia locale per eradicarli.

DIAGNOSI

Si avvale della coltura del campione clinico, che può essere un essudato uretrale o un tampone cervicale

per la donna. Si può ricercare l’antigene con tecniche ELISA e poi con la PCR.

CLOSTRIDI Sono batteri anaerobi stretti, sporigeni (formano spore). Tra

tutti i Clostridi esistenti, le specie di maggior interesse sono

Clostridium tetani e Clostridium botulinum. Il loro

attecchimento e moltiplicazione sono favoriti dalla necrosi

del tessuto che invadono, dove c’è un diminuito afflusso di

sangue e di ossigeno, e da una situazione di acatalasemia,

cioè una diminuzione ematica di catalasi, che è una sorta di

predisposizione genetica. Se si avesse un sospetto di ferita

con spore di tetano, per disinfettare bisogna utilizzare acqua

ossigenata.

I batteri anaerobi possono essere sia sporigeni che asporigeni; quelli sporigeni sono Gram positivi o Gram

variabili, come i Clostridi; oppure possono essere cocchi Gram positivi o bacilli Gram negativi, come

Actinomyces o Bacteroides fragilis.

Inoltre i Clostridi, quando colorati con la colorazione di Gram, possono risultare sia Gram positivi che Gram

variabili. In gran parte sono mobili per possesso di flagelli peritrichi; raramente sono capsulati e producono

spore in genere a localizzazione terminale o sub terminale, con il diametro della spora che eccede quello

dello sporangio (corpo che contiene la spora), che si rigonfia. Non possiedono citocromi, non hanno catalasi

e producono enzimi altamente tossici ed assumono una forma a fuso.

I Clostridi vivono nel suolo e nell’intestino di alcuni animali e le infezioni nell’uomo sono dovute a

introduzione accidentale, nei tessuti profondi, di queste spore che resistono in ambiente esterno (tetano) o

di tossine attraverso gli alimenti (botulino).

Clostridium tetani

E’ Gram positivo/Gram variabile, poco virulento, con scarsa capacità di diffusione.

Il quadro clinico tipico si manifesta in seguito alla penetrazione nei tessuti profondi delle spore presenti

nell’ambiente che posso

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
7 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher PintuAlex di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Fumarola Luciana.