L'infezione dovuta al è spesso chiamata epatite da siero. HBV è un
hepadnavirus, un virus con genoma a DNA parzialmente a doppio filamento. La particella virale
matura, contenente il genoma virale, è chiamata particella di Dane. La malattia acuta è spesso
grave e può sfociare in blocco epatico e morte, mentre l'infezione cronica può portare a cirrosi e a
tumore del fegato. Essa è trasmessa di solito per via parenterale, in seguito a trasfusioni di sangue
o a causa della condivisione di aghi ipodermici contaminati con sangue infetto. Essa può essere
anche trasmessa attraverso gli scambi di liquidi corporei, come avviene nei rapporti sessuali. Il
numero di nuove infezioni da virus dell'epatite B è in diminuzione, grazie a un vaccino efficace.
virus dell'epatite D
Il è un virus difettivo privo dei geni che codificano per il rivestimento proteico.
Anche HDV è trasmesso per via parenterale, ma poiché è un virus difettivo, non può replicarsi e
produrre una particella virale completa, a meno che la cellula non sia infettata anche da HBV: il
genoma di HDV si replica indipendentemente, ma per l'espressione usa il rivestimento proteico di
HBV. Quindi l'infezione da HDV sono sempre co-infezioni di HBV.
virus dell'epatite C
Anche il è trasmesso per via parenterale. HCV in genere produce dapprima una
malattia lieve e asintomatica, ma fino all'85% degli individui sviluppano epatite cronica che, nel
20% dei casi, evolve verso una malattia cronica del fegato e cirrosi. L'infezione cronica degenera in
epatocarcinoma nel 3-5% degli individui infetti; il periodo di latenza per lo sviluppo del tumore,
dopo l'infezione primaria, può essere di parecchi decenni. Ogni anno si verifica un alto numero di
morti correlate HCV e questo è dovuto all'evoluzione in epatocarcinoma delle infezioni croniche. La
malattia epatica indotta da HCV è oggi la malattia al fegato più comunemente osservata nei reparti
clinici.
virus dell'epatite E
Il trasmette per via enterica. HEV causa un'epatite acuta, autolimitante, la cui
gravità varia da caso a caso, ma spesso è responsabile di una malattia fulminante nelle donne in
gravidanza.
virus dell'epatite G
Il si trova comunemente nel sangue di pazienti con altre forme di epatite acuta,
ma di per sé HGV sembra causare una malattia molto lieve o del tutto asintomatica. Un controllo
effettuato su campioni provenienti da donatori volontari di sangue Ha mostrato una positività fino
all'8,1% per HGV, ma poiché HGV non è associato a una malattia clinica dimostrabile, il significato
di questi risultati non è chiaro.
L'epatite è una malattia acuta del fegato. I sintomi includono febbre, ittero, ossia produzione e il
rilascio di biluribina in eccesso da parte del fegato con conseguente ingiallimento della pelle,
epatomegalia, ossia ingrossamento del fegato, e cirrosi. L'epatite è caratterizzata da un aumento
relativamente contenuto degli enzimi epatici, come l'alanina aminotransferasi. La malattia
fulminante è caratterizzata dalla rapida insorgenza di sintomi gravi come ittero e cirrosi e spesso è
una condizione pericolosa per la vita. Tutti i virus dell'epatite causano malattie cliniche acute simili
tra loro e non possono essere distinte facilmente. Le infezioni epatiche croniche sono di solito
causate da HBV o HCV, e sono spesso asintomatiche, ma possono causare gravi malattie del
fegato.
La diagnosi di epatite si basa principalmente sulle osservazioni cliniche e su test di laboratorio che
individuano anomalie nella funzionalità epatica. Alcuni metodi più usati per identificare l'agente
eziologico dell'epatite sono i test immuno-enzimatici. Altri test su base immunitaria usati per
valutare la presenza del virus dell'epatite comprendono l'immunoblotting, la microscopia immuno-
elettronica e l'immunofluorescenza.
L'infezione del virus dell'epatite A o dal virus dell'epatite B può essere prevenuta con l'utilizzo di
vaccini efficaci. Non esistono efficaci vaccini per gli altri virus dell'epatite. Sono state definite
procedure standard riguardanti le precauzioni universali che le persone che maneggiano rifiuti
contaminati o liquidi corporei devono eseguire. La maggior parte delle terapie dell'epatite è di
supporto, lasciando che il riposo e il tempo permettano la risoluzione dei danni al fegato. A volte, i
farmaci antivirali sono un trattamento efficace.
Herpes
Gli herpes virus sono un grande gruppo di complessi virus con genoma a DNA a doppio filamento,
molti dei quali sono patogeni per l'uomo. Tutti gli herpes virus hanno una morfologia identica:
possiedono un nucleocapside e le envelope. I virus dell'herpes simplex sono responsabili dell'herpes
labiale e di infezioni genitali. L’uomo è l’unico ospite naturale dell’herpes virus.
virus herpes simplex di tipo 1
Il infetta le cellule epiteliali intorno alla bocca e alle labbra, causando
l'herpes labiale. HSV-1 può anche infettare occasionalmente altre parti del corpo, inclusa la regione
ano-genitale. Esso diffonde per contatto diretto con le lesioni infette o attraverso la saliva. Il periodo di
incubazione delle infezioni è breve, tra i 3 e i 5 giorni, e le lesioni guariscono senza trattamento in 2-3
settimane. Le infezioni erpetiche latenti sono comuni. Le infezioni erpetiche ricorrenti acute sono
dovute a una riattivazione periodica dell'attività virale dovuta a cause ignote o non meglio definite,
come lo stress. L'herpes orale causato da HSV-1 è abbastanza comune e apparentemente non ha
conseguenze pericolose sull'ospite.
virus herpes simplex di tipo 2
Le infezioni dovute a sono associate soprattutto alla regione ano-
genitale, dove il virus provoca la formazione di vescicole dolorose sul pene nel maschio e sulla
cervice, sulla vulva o nella vagina nella donna. Le infezioni da HSV-2 sono trasmesse per contatto
sessuale diretto, e la malattia è trasmessa anche durante i periodi asintomatici. HSV-2 infetta
occasionalmente altri siti, come le mucose della bocca, e può essere anche trasmesso al neonato
alla nascita. Nel neonato la patologia ha gravità variabile: da infezioni latenti, con nessun danno
apparente, a una malattia sistemica con danni cerebrali che può condurre alla morte. Per evitare
infezioni nei neonati è consigliabile praticare il parto cesareo alle donne con infezioni da herpes
genitale. Gli effetti a lungo termine delle infezioni dell'herpes genitale non sono ancora del tutto
chiari; esistono studi che indicano una significativa correlazione tra le infezioni da herpes genitale
herpes genitale
e il cancro della cervice uterina delle donne. Le infezioni da sono al momento
incurabili, sebbene un ridotto numero di farmaci si sia dimostrato efficace nel controllare la fase
vescicolare dell'infezione. L'analogo della guanina acyclovir, somministrato sia oralmente sia per
via topica, è particolarmente efficace nel limitare la diffusione del virus.
varicella varicella-zoster,
La è una comune malattia dell'infanzia causata dal virus un herpes virus
a DNA. VZV è molto contagioso ed è trasmesso tramite goccioline infettive, specialmente quando
individui suscettibili sono a stretto contatto. Il virus entra nel tratto respiratorio, si moltiplica e
diffonde velocemente nell'organismo attraverso il flusso sanguigno provocando un esantema
papulare sistemico che guarisce velocemente, e che solo di rado lascia cicatrici deturpanti. VZV
instaura un'infezione latente di lunga durata nelle cellule nervose. Il virus occasionalmente migra
fuoco
da questo serbatoio alla cute, causando una dolorosa eruzione cutanea nota come zoster, o
di Sant'Antonio. Lo zoster colpisce di solito gli individui immunodepressi o gli anziani. La profilassi
effettuata con preparati di immunoglobuline umane contro il virus è utile per prevenire la
comparsa dei sintomi dello zoster. Per prevenire lo zoster, viene raccomandato un vaccino per gli
individui oltre i 60 anni di età. Il vaccino stimola gli anticorpi e l'immunità cellulare mediata da
linfociti T citotossici verso VZV, impedendo la migrazione del virus dei gangli nervosi alla cute.
citomegalovirus
Il è un β-herpesvirus. E’ il più grande di tutti i virus erpetici dell’uomo, con un
genoma di 235 Kb. La caratteristica istologica dell’infezione da CMV è la cellula citomegalica
ovvero cellula ingrandita che contiene una grossa e voluminosa inclusione intranucleare, densa
basofila a “occhio di gufo”. Dopo l’infezione primaria (contratta nell’infanzia o nell’adolescenza) il
virus permane in forma latente per tutta la vita.
L’infezione è spesso asintomatica nell’individuo immunocompetente, sia nell’infezione primaria
che in quelle ricorrente. Sindrome simil-mononucleosica: febbre, linfoadenopatia, faringite. Grave
negli immunocompromessi. Coinvolgimento di molti organi: polmonite, epatite, nefrite, retinite,
encefalite. La sede dell’infezione primaria è multipla: cellule epiteliali delle mucose e ghiandolari,
cellule linfoidi. La sede della latenza: monociti. Farmaci efficaci:
Ganciclovir: inibitore della sintesi del DNA virale, come terminatore di catena;
Foscarnet: inibitore della sintesi del DNA virale, come inibitore non competitivo.
Il CMV è trasmissibile al feto per via placentare. Nel neonato tramite contatto con secrezioni
materne infette (allattamento al seno, canale del parto). Nei bambini tramite urine o saliva di altri
bambini infetti. Negli adolescenti e adulti tramite saliva, rapporti sessuali, trasfusioni di sangue.
Nei trapiantati tramite trasfusioni di sangue, organi donati (riattivazione dovuta alla
immunosoppressione).
La riattivazione dell’infezione da CMV assume un’importanza clinica nei soggetti
immunocompromessi e nei trapiantati d’organo. La riattivazione dell’infezione latente nel paziente
trasfuso e nei trapiantati d’organo può decorrere asintomatica ma può anche manifestarsi con
forme sistemiche o a prevalente localizzazione polmonare (polmonite interstiziale), epatica,
cerebrale ed oculare (corioretinite). Nei soggetti portatori di trapianto d’organo, la riattivazione di
un infezione citomegalica latente o la trasmissione dell’infezione con l’organo del donatore,
possono essere legate a fenomeni di rigetto.
Nel 1958 Burkitt descrisse un tumore nei bambini africani nelle zone endemiche da Malaria. Nel
1964 Epstein scoprì un herpesvirus nelle colture delle cellule tumorali. Nel 1966 alcuni ricercatori
americani scoprirono l’associazione di questo virus con la mononucleosi, e il carcinoma naso-
faringeo.
I linfociti B normali in coltura muoiono rapi
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