Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PROCESSO DI IDROGENAZIONE
Il processo di idrogenazione consiste nell'addizionare idrogeno ai doppi legami delle catene idrocarburiche insature ed è sfruttato nell'industria alimentare per trasformare gli oli alimentari in grassi solidi o semisolidi (che poi verranno utilizzati nella preparazione delle margarine). A parità di atomi di carbonio, il punto di fusione diminuisce all'aumentare del numero dei doppi legami. Il punto di fusione dell'acido oleico è 16°C. Dall'idrogenazione dell'acido oleico, oltre alla produzione di acido stearico, che è l'acido saturo corrispondente con punto di fusione attorno ai 69°C (che è dovuto alla saturazione del doppio legame), si formano anche isomeri trans, elaidinico o ottadecenoico trans, il cui punto di fusione è attorno ai 46°C, e altri isomeri di posizione, in configurazione cis o trans. Questo perché durante la reazione il doppio legame viene saturato con l'aggiunta di atomi di idrogeno.legame può slittare in una posizione diversa da quella di origine: la reazione di idrogenazione può portare alla formazione di altri prodotti, non soltanto agli acidi grassi saturi corrispondenti. La reazione viene condotta in opportuni contenitori, in presenza di idrogeno che viene insufflato all'interno e si utilizza anche un catalizzatore (in generale nichel). La reazione viene interrotta quando il prodotto che si ottiene ha quel giusto punto di fusione, che per i grassi idrogenati destinati alla produzione delle margarine attorno ai 40°. La reazione ottimale è condotta tra i 100 e i 200°. È una reazione esotermica e quindi si deve evitare il surriscaldamento con temperature che superano i 200°. Si arriva poi ad ottenere un prodotto la cui acidità libera, in termini di acido oleico, è inferiore al 1%, l'umidità massima il 2% e ovviamente il prodotto non deve avere tracce di catalizzatore. La preparazione delle margarine
procede con la preparazione opportuna delle due fasi: quella acquosa e quella lipidica. La fase acquosa può essere addizionata di antimicrobici, di aromatizzanti, di coloranti e anche di cloruro di sodio. La fase lipidica viene sterilizzata, addizionata di emulsionanti (addirittura si possono aggiungere anche antiossidanti come gallati, BHA, BHT), degli addensanti, come alginati e esteri, di acidi grassi in modo da favorire l'ottenimento di quella massa plastica caratteristica. Le due fasi vengono poi amalgamate in miscelatori emulsionatori e poi l'emulsione così ottenuta viene spruzzata su cilindri raffreddati (sono proprio delle apparecchiature apposite, che vengono chiamati votator, dove questa emulsione si solidifica). Viene poi successivamente impastata e omogenizzata così da ottenere un prodotto dalle qualità plastiche volute. CLASSIFICAZIONE MARGARINE Per quanto riguarda la classificazione delle margarine, queste si suddividono in: - Margarineda tavola usate a livello domestico. In genere sono margarine monoseme, cioè provenienti da un unico tipo di olio. Margarine industriali o da pasticceria sono meno pregiate se vogliamo e servono alla preparazione di dolci, biscotti e gelati. In genere possono essere poliseme e quindi contenenti grassi di origine animale per il 25% (come il sego) oppure essere derivati da oli di pesce. Questi due possiedono un titolo in termini lipidici non inferiore al 80%. MARGARINE CHE PRESENTANO UN CONTENUTO LIPIDICO INFERIORE - "tre quarti" → Margarine il cui contenuto lipidico si abbassa attorno al 60% (sono chiamate alleggerite o a ridotto tenore di grassi) - "metà" → Margarine in cui il contenuto lipidico è più o meno attorno al 40% (definite anche light o leggere) - Margarina vegetale si intendono tutti quei prodotti che possiedono un titolo lipidico vegetale che è più del 98%. I grassi di origine animale sonoconsentiti al massimo fino al 2%. In commercio esistono poi le margarine dietetiche, caratterizzate dall'avere nella loro composizione di trigliceridi acidi grassi polinsaturi presenti in maggior concentrazione. Questo è legato al fatto che gli acidi grassi polinsaturi possiedono un alto valore nutrizionale. INDICAZIONI SECONDO LA NORMATIVA ITALIANA E COMUNITARIA PER QUANTO RIGUARDA LA COMPOSIZIONE DELLE MARGARINE:- Acidità libera che non deve superare l'1%
- Materia grassa attorno all'80% (non inferiore)
- Assenza di grassi derivati dal latte, da grassi suini, idrocarburi di origine minerale
- Per la conservazione migliore: i grassi idrogenati. Infatti si conservano più facilmente e più a lungo rispetto ai grassi naturali (in parte dovuto al fatto anche che gli oli parzialmente idrogenati risultano più stabili alle alte temperature, rispetto agli oli tradizionali quelli che contengono un alto contenuto di acidi grassi insaturi). Possono anche essere utilizzati più volte per friggere, con un netto vantaggio economico.
- Sono più stabili rispetto all'ossidazione lipidica, in termini economici risultano essere più bassi = permettono di risparmiare e quindi di poter vendere prodotti a prezzi competitivi.
MARGARINE SENZA GRASSI IDROGENATI
Si è dato da fare per preparare margarine senza l'utilizzo di grassi idrogenati. Le altre metodiche che portano all'ottenimento di margarine sono:
- Attraverso la cristallizzazione frazionata, cioè attraverso un raffreddamento lento progressivo si è in grado di separare acidi grassi a diverso punto di fusione (a partire magari da grassi di palma,
di cocco e palmisti) e via via si frazionano quelli che hanno delle temperature di fusione adatte per la produzione di margarine
• Attraverso processi di interesterificazione dei trigliceridi: si procede con rottura del legame estereo fra i vari acidi grassi e glicerolo e poi si procede con successiva esterificazione di trigliceridi altobollenti (come la stearina di palma) e trigliceridi liquidi (come leolina di palmisti), in modo da passare da miscele che inizialmente hanno un punto di fusione di 50° a miscele interesterificati il cui punto di fusione si è abbassata torna a 37°, tipico di una margarina
• Attraverso l'utilizzo di Frazionamento mediante SFC (supercritical fluid chromatography). Questo è un sistema cromatografico molto sofisticato che è in grado di separare un olio vegetale nelle sue diverse frazioni, caratterizzate da diverso grado di solubilità. Permette quindi ottenere una parte più solida ricca, di acidi grassi saturi,
e una liquida, più