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Anatomia patologica - il carcinoma epatocellulare Pag. 1
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CARCINOMA EPATOCELLULARE

Il carcinoma epatocellulare o epatocarcinoma è una delle neoplasie più frequenti, rappresentando la 5° neoplasia umana più frequente in tutto il mondo. L'incidenza di questo tumore varia significativamente a seconda delle aree geografiche considerate, raggiungendo il massimo valore nelle aree Sub-sahariane edell'estremo oriente. La marcata variabilità geografica del ca. epato. è in relazione alla variabile prevalenza dei fattori di rischio ambientale che svolgono un ruolo critico nella cancerogenesi epatica. In particolare l'incidenza nei vari paesi del mondo rispecchia l'incidenza negli stessi paesi dell'infezione cronica del virus dell'epatite B. Per motivi ancora non chiari il sesso maschile è più frequentemente interessato di quello femminile in rapporto di 3:1. La variabilità dell'incidenza dell'infezione cronica da HBV e la sua modalità.ditrasmissione sembrano essere responsabili di alcune differenze clinico-patologiche che posssono osservarsiin questa neoplasia nelle varie zone. Infatti mentre nei paesi ad alta incidenza di infezione cronica da HBV econ trasmissione verticale madre-figlio del virus, il carcinoma epatocellulare si sviluppa frequentemente infegati non cirrotici, spesso in soggetti relativamente giovani tra i 20 ed i 40 anni di età, nei paesi a bassaincidenza di HBV ed a trasmissione orizzontale, il carcinoma insorge in circa l’80-90% dei casi in fegaticirrotici e/o con epatopatia cronica avanzata e raramente prima dei 60 anni. PATOGENESI: il ca. epato.Riconosce un’eziologia multifattoriale. I principali fattori che giocano un ruolo di primaria importanza nellacancerogenesi epatica sono:
  1. Infezioni virali da HBV e HCV
  2. Alcolismo cronico e contaminanti alimentaricome l’aflotossina B1
  3. Malattie ereditarie, come l’emocromatosi, l’AT1.
HBV: l’associazione

Tra questo edil ca. epatocell. È stata ampiamente comprovata. L’HBV agisce come un potente virus oncogeno attraverso2 fondamentali meccanismi d’azione:

  1. Lo sviluppo di un’epatite cronica che può portare all’instaurarsi diuna cirrosi che rappresenta di per sé una condizione precancerosa
  2. Un diretto effetto oncogeno tramitel’integrazione del virus HBV nel DNA dell’ospite. Il virus HBV è infatti un virus a DNA che mediantemeccanismi di “trascrizione inversa” comuni a molti altri virus oncogeni può integrare il proprio DNA nelgenoma della cell ospite, dando luogo ad una serie di mutazioni di geni che controllano i meccanismiriparativi del DNA o all’attivazione di proto-oncogeni. In particolare la priteina di 154 aminoacidi codificatadal gene “X” dell HBV DNA, sembra ricoprire un importante ruolo oncogeno soprattutto per la capacità diintegrare con oncogeni e fattori di crescita

come c-fos, c-jun, c-myc o geni soppressori come p53. Questi due meccanismi non si escludono tra loro anzi si suppone che l'epatocita in continuo turn-over risulti essere più suscettibile all'azione oncogena diretta del virus. HCV: è strettamente correlato all'insorgenza dell'epatocarcinoma. La gran parte dei carcinomi epatocellulari in pazienti con epatite cronica da HCV insorgono sulla cirrosi. Un effetto oncogeno diretto dei geni dell'HCV non è stato dimostrato. La proteina "core" dell'HCV sembra interagire con le pathways intracellulari come l'attivazione del TNF-a receptor e del NF-kB che, inibendo i meccanismi apoptotici cellulari, possono prolungare la vita della cellula infettata, permettendo l'accumulo di alterazioni genetiche favorenti la cancerogenesi. ALCOL E AFLATOSSINA: nei paesi europei e in Nord America la cirrosi epatica da abuso alcolico rappresenta il più frequente fattore eziologico per l'epatocarcinoma.

gene p53. L’epatocarcinoma è una delle principali cause di morte nei pazienti affetti da cirrosi epatica, sia di origine alcolica che virale. La diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza. I principali metodi di diagnosi includono l’ecografia epatica, la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM). Il trattamento dell’epatocarcinoma dipende dallo stadio della malattia e può includere la resezione chirurgica, il trapianto di fegato, la chemioterapia e la radioterapia. La prevenzione dell’epatocarcinoma si basa principalmente sulla riduzione del consumo di alcol, la vaccinazione contro l’HBV e l’adozione di misure igieniche per prevenire l’infezione da HCV.

genesoppressivo p53. EMOCROMATOSI; l'epatocarcinoma che insorge in pz con emocromatosi si sviluppa principalmente in fegato cirrotico con un rischio relativo di 90 volte superiore a quello della popolazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
SSD Scienze mediche MED/08 Anatomia patologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia patologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Bufo Pantaleo.