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EDIFICIO D'ABITAZIONE "GIRASOL" A MADRID di Coderch e Cabrera
1966, calle de Lagasca-Lista, opera Disposizione delle abitazioni ruotata rispetto al vincolo dell'isolato stradale; privacy e migliore orientamento; profonde logge interne arretrate dalla vista e dal rumore della strada; negli spigoli, estensione delle logge e schermature. Ha l'orientamento sbagliato rispetto al sole (girasole perché come i girasoli si muove per l'orientamento ottimale). Luce dall'interno.
Coderch divide queste esperienze con Gio Ponti, e in questi anni teorizzava il fatto che le architetture non andavano fotografate solamente di notte. La facciata è proprio come una pelle attraverso la quale ci sono delle bucature. Nelle immagini vediamo delle architetture fotografate di notte. Nell'ultima immagine possiamo vedere una lampada con fogli di legno sottili di legno curvati che possono ruotare regolando l'intensità.
Gio Ponti, pubblicazione Aria
d'Italia e plastico dei Magazzini Bijenkorf a Eindhoven; piscina di Casa Catasús a Sitges; Casa Senillosa a Cadaqués; lampara Coderch.
FOTOGRAFO
Coderch
Il tema della luce naturale rimanda alla passione di per la fotografia. Non fotografava architetture, tanto meno le sue, Coderch amico Catalá Roca. Nel 1950, Rolleiflex 6x6, poi Nikon F. 24x36, camera oscura in casa, archivio di 1.000 foto in 36 album di famiglia. 1977, testi di José Bergamín. Foto anche di corride e altro tema privilegiato erano i ritratti delle persone a lui del toreo, vicine. Bianco e nero, quindi dell'osservazione della luce naturale.
MEDIATECA A SENDAI (GIAPPONE), (1995-98)
TOYO ITO
CONCORSO INTERNAZIONALE PER UNA MEDIATECA A SENDAI, GIAPPONE (1995)
L'architetto si è impegnato per capire come il processo della pelle esterna si è sviluppato all'interno del lavoro di Toyo Ito; difatti, pubblica un libro nel 1997 ossia "Questo libro è".
Estremamente legato alle scelte "Tarzans in the Media Forest" che lui fa per la realizzazione di questa mediateca. Alla fine degli anni '90 questo saggio viene pubblicato nella rivista 2G Magazine dove c'è la spiegazione. Questo progetto vince il concorso nel 1995. L'architetto sviluppa 4 concetti, quali:
- Una mediateca è un edificio che è il risultato del successo dei media nella vita quotidiana;
- Riflessione sull'impatto dell'uomo e dei dispositivi elettronici, in relazione ai sentimenti dell'uomo;
- Come tradurre tutto ciò in una nuova immagine architettonica?
- Riflessione sul tipo di "consistenza" che l'architettura dovrebbe avere nell'era dell'elettronica.
È calato il sipario sull'epoca in cui Musei, Biblioteche e Teatri potevano ancora celebrare con orgoglio il loro ruolo di punti di riferimento culturali, come singoli archetipi architettonici. Quadri su
muro e libri stampati su carta non godono più di una posizione privilegiata e assoluta... essi saranno tutti fusi in un unico tipo architettonico senza soluzione di continuità, e non ci saranno confini tra il museo, la galleria d'arte, la biblioteca o il teatro. Saranno tutti ricostruiti in una nuova forma, la Mediateca, che sarà come un minimarket per i media, in cui tutte le forme di media sono disposte insieme. Questa nuova forma di edificio pubblico simile a un minimarket non sarà una presenza simbolica, abbandonata sul lato opposto di una piazza vuota, lontano dalla vita della città. Piuttosto dovrebbe essere situato vicino a una stazione ferroviaria, aperto fino a mezzanotte sette giorni su sette, pronto a servire il pubblico nella sua vita quotidiana... La mediateca è un edificio che deve essere il risultato della presenza del successo dei media nella vita quotidiana e deve essere una riflessione sull'impatto
dell'uomo e dei dispositivi elettronici, cioè sulla relazione che l'uomo ha con questa nuova presenza all'interno degli aspetti della comunicazione, ma soprattutto deve essere qualche cosa che mette in relazione questi nuovi aspetti dalla comunicazione al sentimento. La terza domanda è quella che l'architetto si fa sul come tradurre tutti questi aspetti di una nuova immagine architettonica; molto probabilmente la traduzione di quest'immagine architettonica che dovrà riflettere. Parliamo inoltre della consistenza dal punto di vista strutturale. Nel saggio ad un certo punto scrive che è calato il sipario sull'epoca in cui musei, biblioteche e teatri erano con orgoglio i punti di riferimento culturali come singoli archetipi architettonici. Quadri sul muro e libri stampati su carta non godono più di una posizione privilegiata e assoluta... L'architettura deve agire come un media ora. Le persone, quando indossavano la
tua mente si perde tra le forme fluide e i giochi di luce. Il Padiglione di Barcellona è un'opera d'arte architettonica che incarna l'armonia tra la natura e la tecnologia. Le sue linee curve e sinuose si fondono con il paesaggio circostante, creando un'atmosfera di tranquillità e serenità. All'interno, le pareti traslucide permettono alla luce di filtrare delicatamente, creando un effetto di leggerezza e sospensione. È come se ti trovassi in un'altra dimensione, dove il tempo si dilata e tutto sembra possibile. Il Padiglione di Barcellona è un luogo magico, dove l'arte e l'architettura si incontrano per creare un'esperienza unica e indimenticabile.Bellezza del padiglione deriva dal suo essere fatto solo di immagini, senza avere• una forma definita. Il Padiglione di Barcellona suggerisce a Ito il tipo di sensazioni che vorrebbe comunicare con l'architettura della mediateca ... la possibilità di creare un universo fluido, mai perfettamente configurato in una forma precisa. Edificio estremamente semplice, lineare e trasparente. Suggerisce l'idea di liquefazione. Materiali molto semplici e molto sinceri come pietra, vetro e metallo appaiono fusi insieme in continuo. Fatto solo di immagini senza avere una forma definita. Questo padiglione viene adottato da Toyo proprio perché gli suggerisce le stesse sensazioni che lui vorrebbe trasmettere all'interno di un progetto come quello della mediateca, dove ha possibilità di creare un universo fluido (lui però configurata in una forma precisa e che quindi lavora per immagini alla fine di questo saggio).- PENSIERO 1 SULLE NUOVE GENERAZIONI... per loro,parlare con gli amici al telefono è come masticare un chewing-gum; non è la bocca, ma i timpani ciò che vogliono stimolare. Ascoltando costantemente la voce dei loro amici cercano di sfuggire alla solitudine. Con la stessa intensità con cui i loro corpi richiedono acqua o aria, allo stesso modo hanno bisogno del flusso di elettroni ...- PENSIERO 2 SU TEMPO E SPAZIO… il tempo e lo spazio nei media elettronici sono concetti diversi dalla nostra vita quotidiana. Mentre a poco a poco penetro nel loro mondo, una sensazione stranamente confortevole cresce dentro di me ... quando sono seduto davanti a un computer ho la sensazione di chi è connesso a un altro mondo, come quando sei con i piedi bagnati nell'acqua ...
L'ARCHITETTURA NELL'ERA DIGITALE (SUL 2028)
Toyo Ito, "Domus" n. 800, gennaio 1998, pp. 28-29.
L'immagine dell'architettura nell'era dell'elettronica,1. ...
rappresentazione di un vortice di informazioni;
… è una forma sviluppata di abito dei media;
… è un minimarket dei media;
… è qualcosa che cambia il concetto di barriera;
… è architettura che progetta il suo tempo.
Questo edificio pubblico simile ad un minimarket non sarà mai una presenza simbolica abbandonata sul lato opposto di una piazzavuota, lontano dalla vita della città, piuttosto dovrebbe collocarsi vicino ad una stazione ferroviaria (luogo aperto fino a mezzanotte,7 giorni su 7), pronto a servire il pubblico nella sua vita quotidiana.
La domanda conclusiva nello svolgere questo progetto è appunto sul ruolo dell'architettura di questa era elettronica Nell'era digitalele definizioni che trova sul ruolo dell'architettura sono ben cinque. Paragona l’architettura ad un marker, luogo dove si possonotrovare tanti e differenti contenuti, quindi l’architettura è un
Minimarket dei media. L'architettura è un qualcosa che progetta il suo tempo, quindi l'architettura deve rispecchiare in modo molto chiaro l'era in cui appartiene (andando invece più in fondo nelle scelte del progetto).
IL PROGETTO DELLA MEDIATECA
Il progetto corrisponde perfettamente al pensiero preliminare:
- la forma non è definita, ma è simile ad una circolazione ad anello
- momentaneamente bloccata in una forma immagine del mondo subacqueo, attraversato dalle correnti, dove tutto ondeggia dolcemente.
Si tratta di un cubo trasparente di 50 metri di lato e 35 metri di altezza, in cui le funzioni possono essere disposte liberamente e cambiare dimensione e configurazione.
Il progetto deve essere una circolazione ad anello quindi che si ripete che continua ininterrottamente, che non ha un inizio e una fine, che solo momentaneamente viene bloccato in una forma propria perché deve diventare un edificio di architettura.
Nell'immagine adottata vediamo una fotografia sulla sinistra e, su un suo scritto, sulla destra un'immagine del mondo subacqueo, un mondo che è continuamente attraversato dalle correnti dove tutto ondeggia dolcemente. Quindi lo schizzo sulla destra in qualche modo interpreta l'immagine di sinistra, ma è uno schizzo che comincia a parlarci di una configurazione architettonica.
La configurazione architettonica viene definita man mano che si procede nel progetto attraverso un'immagine sempre più definita. È un cubo leggermente ridotto, dove però le funzioni non sono fissate in un modo definitivo, in modo che possano disporsi in un modo molto libero e cambiare sempre configurazione.
Lo schizzo ci mostra una serie di possibili piante dello stesso edificio con differenti configurazioni. Possiamo vedere come 12-15 soluzioni ci stanno all'interno dello spazio.
CONCEZIONE STRUTTURALE DELL'EDIFICIO
Riferimento alle alghe marine
come elementi irregolari e flessibili;• non elementi portanti massicci, ma cavi, che rappresentano
• metaforicamente l'i