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PSUDOMONAS
Nominato più volte perché sui terreni di coltura produce i pigmenti alcuni dei quali fuorescenti.
Pseudomonas deve il suo nome alla pura fantasia dei tassonomisti perché “Pseudo” significa “falsa”
e “Monas” significa “monade” e quindi “Pseudomonas” significa “falsa unità” che non ha alcuna
attinenza con questo batterio; cioè non c’entra assolutamente nulla. Più attinente invece al caso è il
nome della specie “Aeruginosa” perché la prima volta che fu osservato non il batterio in sé ma il
suo prodotto fu da un medico militare francese che vide venir fuori dalla ferita di un soldato del pus
blu, colore blu-verdastro simili all’effetto della ruggine e per questo fu chiamato “aeruginosa”
(inizialmente la ruggine dà prima il colore verdastro blu e poi diventa marroncina). Il pigmento che
produce di questo colore si chiama “piocianina” infatti un primo nome fu “Bacillus Piocianeus” o
“Bacillo del pus blu”.
Si tratta sempre di bacilli Gram negativi.
Bacilli mobili in genere per un flagello polare ma in alcuni casi se ne possono avere più di uno.
Non fermentanti.
Aerobi/anaerobi facoltativi.
Ossidasi positivi.
Con modestissime esigenze nutritive, cresce ovunque anche su materiali inerti.
Ci sono diverse specie produttrici di tanti pigmenti tutti diffusibili nel terreno:
− la piocianina che è di colore blu-verde, (prerogativa dello P. Aeruginosa)
− la fuoresceina che è giallo-fosforescente,
− la pioverdina che è verde,
− la piorubina che è rosso-marroncina,
− la piomelanina che dà sul nero.
P. AERUGINOSA La specie di interesse medico è la specie P.
Aeruginosa.
• produce due pigmenti:
- piocianina (che produce solo lui; blu-verde mare),
-fluoresceina (giallo fosforescente);
• resistente a tutto; vive e si moltiplica su
qualsiasi superficie; resiste ai detergenti, ai
disinfettanti, ai tensioattivi tra cui anche agli
ammoni quaternari che vengono usati come
disinfettanti anche negli ospedali. (cresce sui
rubinetti, sulle piante di plastica, nei lavandini,
ovunque);
• occasionalmente può essere un commensale delle prime vie respiratorie e si ritrova anche nelle
feci;
• provoca infezioni più che altro in presenza di condizioni favorenti (pazienti immuno-depressi o
tossicodipendenti che usano droghe per via endovenosa o pazienti diabetici o pazienti con ustioni
che poi possono sovrainfettarsi con Pseudomonas)
• è una complicanza infettiva di ustioni, ferite cutanee e impianti protesici (soprattutto protesi
vascolari);
• può provocare anche infezioni ossee o articolari, come complicanza di interventi chirurgici o
diffusione ematogena nei tossico dipendenti che fanno uso di droghe endovena;
• sono possibili infezioni oculati post-operatorie (devastanti) e anche auricolari;
• La patologia più frequente è un’infezione alle basse vie respiratorie soprattutto nei pazienti
intubati, immuno-depressi, trapiantati e nei malati neoplastici (quindi tutti soggetti con SI
fortemente compromesso);
• E’ possibile anche una colonizzazione polmonare con polmoniti da Pseudomonas (sempre in questi
soggetti con SI compromesso).
• Si ritrova nel 10% circa dei campioni fecali umani, nelle zone umide della pelle come ascelle o
inguine e anche nella saliva.
• Vive e prolifica in ambienti e superfici umide e viene isolato da saponi, disinfettanti, colliri, piante
ornamentali, pavimenti, lavandini, insomma dappertutto, persino sui termometri!
• E’ un temibilissimo patogeno nosocomiale perché i patogeni nosocomiali sono quelli più resistenti a
tutti gli antibiotici, infatti si chiamano multi-drug-resistent (MDR); perché essendo presenti sempre,
in reparto, nelle corsie, ogni giorno siccome i medici per fare la “prova della siringa”, devono
buttare fuori un po’ di aria, buttando fuori aria dalla siringa prima di farla al paziente viene sparso
nell’ambiente antibiotico e quindi con il passare del tempo queste piccole quantità fanno sì che, un
giorno dopo l’altro, i batteri si abituino e diventino resistenti a questi antibiotici.
Come fattori di virulenza sono veramente tanti quelli dello Pseudomonas:
• Produce due esotossine:
✓ Esotossina A (inibisce la sintesi proteica e blocca la risposta macrofagica, quindi evade il
killing da parte dei macrofagi)
✓ Esotossina S (attacca le proteine del citoscheletro tra cui la vimentina)
• Produce inoltre la Fosfolipasi C TL “termo-labile” (distrugge le membrane citoplasmatiche, in
particolare dei globuli rossi)
• Avendo tutti questi fattori di virulenza, di contro LPS (cioè il lipopolisaccaride) è relativamente poco
tossico, perlomeno non è così potente come quello che solitamente si trova nei Gram negativi (così
anche come per l’Elicobacter; anche l’ Elicobacter ha un LPS poco tossico).
• Le piocianine hanno anche attività battericide (contro alcuni batteri come ad esempio Stafilococco
o E.Coli) e bloccano l’attività ciliare dell’epitelio respiratorio favorendo l’instaurarsi dei batteri
sull’epitelio respiratorio.
• Produce una citotossina, che è una leucocidina, che agisce sulle membrane cellulari e aumenta
l’introito di calcio inducendo uno stato di attivazione perenne delle cellule, quindi uno stato di
infiammazione persistente.
• Produce :
✓ Invasine (consentono di farsi spazio tra i connettivi, di aprire dei varchi al batterio nel
tessuto connettivo)
✓ Adesine (consentono l’adesione)
✓ Flagelli (consentono il movimento)
• Sono molto importanti i polisaccaridi extracellulari che sono isolati da stipiti mucoidi (ovvero
produttori di capsula a base di alginato che serve al batterio non solo per aderire alle superfici ma
anche per creare i biofilm e renderli quindi inattaccabili dagli antibiotici).
Pseudomonas con pigmento piocianina (colore verde-
mare).
Pseudomonas con pigmento fluoresceina (colore
giallo).
Per quanto concerne la sensibilità antibiotica, questi batteri hanno una farmaco-resistenza intrinseca
dovuta a:
− Scarsa permeabilità degli involucri esterni del batterio (ci si riferisce al polisaccaride capsulare);
− Batterio produce enzimi che sono in grado di inattivare determinate molecole antibiotiche;
− Possiedono dei veri e propri meccanismi di espulsione dei farmaci antibatterici.
In questi casi non ci si può basare sulle sensibilità note nei confronti dei vari antibiotici già conosciuti ma
bisogna per forza fare l’antibiogramma soprattutto se si tratta di infezioni acquisite in ospedale (magari un
paziente arriva in ospedale per un determinato problema, poi viene ricoverato in terapia intensiva o in
anestesia rianimazione e ha tutte queste belle infezioni da Pseudomonas, Cinetobacter…tutti ceppi
nosocomiali terribili).
HAEMOFILI
Bacilli pleomorfi (quindi oltre alla morfologia bacillare possono avere anche quella cocco-bacillare o
filamentosa). [Anche l’Elicobacter nelle fasi finali della sua vita assume conformazione coccoide).
Viene chiamato l’emofilo anche “Bacillo di Pfeiffer” perché fu isolato per la prima volta da Pfeiffer.
Gram negativi.
Aerobi facoltativi.
Immobili.
Residenti nella flora normale del tratto respiratorio superiore e della cavità orale; ma spesso
possono ritrovarsi in vagina o nel canale intestinale.
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Il n° medio degli emofili nella saliva è di circa 40*10 /ml.
Tra le varie specie patogene per l’uomo incontriamo Haemofilus Influenzae che è stato chiamato così
erroneamente in quanto fu ritrovato per la prima volta in un paziente con l’influenza e quindi si pensava
che fosse l’agente eziologico dell’influenza, quando invece sappiamo che non lo è. Chiamato “bacillo di
Pfeiffer” perché Pfeiffer fu il primo a isolarlo dal secreto nasale di questi pazienti con l’influenza.
HAEMOFILUS INFLUENZAE
Provvisto di capsula e quindi come conseguenza cresce su terreno con colonie di aspetto liscio
(colonie piccolissime traslucide).
In base al polisaccaride capsulare sono identificati 6 sierotipi antigenici che vengono classificati con
le lettere minuscole dell’alfabeto dalla “a” alla “f”. Poi c’è un gruppo a parte che viene detto di
“stipiti non tipizzabili” (NT).
Il polisaccaride capsulare viene anche detto SSS che sta per “Soluble Specific Substance” che si
chiama così perché si trova in soluzione nelle colture oppure nei liquidi organici dei soggetti infetti.
Tutti i tipi di Emofilus Influenzae presentano due antigeni proteici che si chiamano:
✓ M
✓ P
localizzati sulla superficie della membrana esterna.
Il potere patogeno è legato all’attività antifagocitaria della capsula.
L’ Emofilus Influenzae di tipo “b” è causa di forme invasive soprattutto di meningiti (le meningiti di
Emofilus sono quasi tutte determinate dal tipo b).
Altri tipi capsulari e stipiti non tipizzabili causano otite media acuta.
Il lipopolisaccaride sembra essere di poca importanza; in ogni caso è ancora da definire.
Si pensa che la proteina M abbia un’azione tossica.
L’Emofilus influenzae b è agente eziologico di meningiti, laringiti e infezioni (o affezioni) alle basse
vie respiratorie.
Le laringiti possono anche essere complicate (quelle da Emofilus) con edema della glottide. Il
paziente non riesce più a respirare; occorre somministrare cortisone per liberare le vie.
La diagnostica di laboratorio prevede l’isolamento in coltura.
Questo batterio, che è un batterio esigente, necessita per crescere di due fattori che non è in grado
di sintetizzare:
✓ Fattore X (gruppo eme, un coenzima termostabile dell’emoglobina necessario per la sintesi
degli enzimi eminici)
✓ Fattore V (NAD, coenzima termolabile che funge da accettore/donatore di H nei processi
bioenergetici)
che si trovano nell’ Agar cioccolato.
Non tutte le specie richiedono per crescere entrambi i fattori. Alcune specie li vogliono tutti e due,
ma altre invece o l’una o l’altra.
Se utilizziamo un terreno solido con il fattore X e fattore V si può eliminare l’aggiunta del sangue.
Quindi è un terreno non al sangue con l’aggiunta di questi due fattori.
Altrimenti se si deve usare un terreno al sangue è preferibile utilizzare l’Agar cioccolato perché
rende questi due fattor