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Microbiologia -  Helicobacter Pylori/Sifilide Pag. 1
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Trasmissione e diffusione della malattia

Arrivati alla XVI settimana il batterio può infettare il feto, attraversando la placenta. Se la madre si infetta a fine gravidanza il bambino può infettarsi al momento del parto. L'infezione può avvenire anche quando si entra in contatto con le lesioni cutanee che si vengono a creare nelle prime fasi della malattia. Il batterio può inoltre trasmettersi per presenza di altre lesioni nella persona che viene a infettarsi o per continuità di soluzioni biologiche. Anche le trasfusioni di sangue o di emo-derivati possono contribuire alla trasmissione della malattia. Una volta che il treponema è riuscito a raggiungere l'ospite si ha un passaggio attraverso la mucosa, accompagnato dalla diffusione del microrganismo attraverso il sistema linfatico (prima linfonodiregionali), che porta alla conseguente diffusione disseminata tramite il sistema ematico. Il microrganismo può addirittura raggiungere il sistema nervoso centrale, determinando la

sifilidenervosa. Questa è la diffusione sessuale classica, che avviene tramite contatto genitale. L'entrata del batterio provoca anche una risposta esterna, che determina la comparsa di ulcere cutanee, che contengono il batterio. Durante l'infezione possiamo distinguere una sifilide recente, una sifilide latente e una sifilide sintomatica tardiva o addirittura cronica. La sifilide recente ha un periodo di incubazione che varia e raggiunge un max di 25 gg, con delle manifestazioni primarie dovute alla linfoadenopatia regionale ed eventuale formazione di ulcere che possono anche non essere dolorose, che presentano il treponema al loro interno. Nel giro di alcune settimane abbiamo una risoluzione spontanea di questo stadio, che comunque determina la diffusione del batterio. (si possono notare anche manifestazioni a livello dell'oro-faringe e a livello ano-rettale) In seguito abbiamo un periodo di manifestazioni cliniche classiche periodo secondario della sifilide. La duratadi solito si manifesta dopo diversi anni dall'infezione iniziale. In questa fase, la malattia può colpire vari organi e sistemi del corpo, come il sistema nervoso, il cuore, i vasi sanguigni e la pelle. I sintomi possono includere problemi neurologici, problemi cardiaci, lesioni cutanee e danni agli organi interni. È importante sottolineare che la sifilide è una malattia sessualmente trasmissibile e può essere prevenuta utilizzando il preservativo durante i rapporti sessuali. Inoltre, è fondamentale sottoporsi regolarmente a test di screening per la sifilide, soprattutto se si hanno rapporti sessuali non protetti o si sospetta di essere stati esposti al batterio. La sifilide è una malattia curabile con l'uso di antibiotici, ma è importante diagnosticarla e trattarla precocemente per evitare complicazioni a lungo termine. Se si sospetta di essere stati esposti al batterio della sifilide o si hanno sintomi sospetti, è consigliabile consultare un medico per una valutazione e un eventuale test di screening.può sopravvenire dopo 5-20 anni dal contagio, soprattutto quando i pazienti non si sottopongono a cure antibiotiche, oppure quando tali cure non sortiscono l'effetto desiderato. È una manifestazione infiammatoria che procede lentamente e, oltre alle ferite cutanee che si creano su tutto il corpo, abbiamo manifestazioni viscerali che possono essere accompagnate da manifestazioni cardiovascolari o nervose. In alcuni casi si possono osservare lesioni granulomatose sia a carico delle ossa, sia a carico della mucosa della cute, ma anche del fegato: si formano addensamenti di monoliti e granulociti. Nello stato primario abbiamo soprattutto l'interessamento degli organi genitali e della pelle, mentre nello stato secondario, contemporaneamente alla disseminazione, tramite il torrente ematico, si creano "macule" più o meno diffuse su tutto il corpo, che contengono treponemi, soprattutto sul palmo della mano e sulla pianta dei piedi, e si ha un interessamento.del fegato e dei reni (ematuria o protenuria, a causa di un'infiammazione del glomerulo) ed infine del sistema nervoso centrale e ulteriormente di altri organi nella fase terziaria. (a livello gastroenterico si possono avere ulcere, mentre a livello osseo si possono avere problemi articolari). In realtà la sifilide può essere anche congenita e per le donne gravide, che si trovano nello stadio della sifilide primaria, è necessario che siano costantemente monitorate, soprattutto nei primi 3 mesi. In situazioni di degrado clinico-sanitario notevole ci sono casi in cui la sifilide può essere trasmessa anche durante l'allattamento. (la madre presenta lesioni a livello del capezzolo). L'accrescimento del batterio a livello degli annessi embrionali, in fase fetale, può determinare, a seconda delle situazioni e a seconda della fase di infezione, aborto, oppure la nascita di neonati con infezione clinicamente silente. La sintomatologia in questi casi può variare da lesioni cutanee, a problemi ossei, a danni al sistema nervoso centrale.

neonati può comparire anche dopo mesi, o addirittura anni, dalla nascita: è importante quindi, in questi casi, monitorare anche il bambino, per verificare, o meno, la presenza di anticorpi, o per controllare le manifestazioni cliniche di un'eventuale infezione trasmessa dalla mamma.

Nel caso di manifestazione precoce della malattia, nei primi 2 anni di vita, si ha una diffusione di granulociti e monociti e la comparsa delle macule, soprattutto sul palmo della mano e sulla pianta del piede. Anche a livello delle mucose si può avere la comparsa di lesioni, o eventualmente la presenza di malformazioni dal punto di vista osseo, dovute all'insediamento di tale microrganismo. Si ha ancora interessamento del fegato, dei reni e del sistema nervoso centrale.

Nel caso di una sifilide congenita tardiva, cioè quando la sintomatologia della sifilide compare dopo il secondo anno di vita, l'unico indizio da infezione da sifilide in questi bambini è dato

Dalla presenza di anticorpi in circolo ed è necessario monitorarli da un punto di vista sierologico. Manifestazioni a livello oculare o a livello osteo-articolare, o anomalie dentarie o acustiche, possono essere segno di sifilide congenita tardiva.

Vari studi hanno dimostrato che lo screening prenatale per la sifilide è un buon metodo di diagnosi e un buon metodo nel processo di prevenzione. Nonostante la sifilide sia una malattia a trasmissione sessuale molto conosciuta e nonostante si può prevenire l'infezione, c'è ancora un focolaio "vivo" di diffusione dell'infezione.

Se il feto s'infetta dalla XVI settimana di gestazione in poi, può accadere che:

  • 25% il feto muore in utero
  • 25% il bambino muore dopo la nascita
  • 50% il bambino sopravvive, manifestando i segni dell'infezione (nel 40% dei casi queste manifestazioni possono essere tanto compromettenti da provocare la morte del bambino, che non riesce a superare

L'infezione (le indicazioni diagnostiche per la sifilide congenita richiedono la ricerca di IgM specifiche nei confronti degli antigeni triponemici ed individuazione del microrganismo, prelevato dalle ulcere, tramite il test dell'immunofluorescenza.

In maniera preventiva i neonati di madri sieroreattive vengono trattati con penicillina, indipendentemente dalla fase in cui si trova la madre.

La sieronegatività al parto non è indice certo di non infezione materna per quanto riguarda il neonato, per cui è importante effettuare un'analisi di quelle che sono state le abitudini sessuali della mamma e un'analisi del luogo in cui la mamma vive, dato che il contagio può essere anche cutaneo.

Nel caso in cui il bambino presenti febbre o sintomi sospetti è necessario allertarsi, sulla base di quelle che sono stati i vissuti della mamma.

Prevenzione: Essendo una malattia a trasmissione sessuale è ovvio che l'uso di profilattici è

fondamentale per la prevenzione di tale malattia, così limitare il numero dei partner è essenziale per contenere quelle che possono essere le probabilità di contrarre l'infezione. Se si è infetti da sifilide è necessario monitorare la situazione e seguire quelle che possono essere le cure o i trattamenti per evitare la disseminazione della malattia. Per la prevenzione è anche importante lo screening sierologico, soprattutto in caso di adulti e adolescenti ad alto rischio. Contro la sifilide non esiste un vaccino, per cui la prevenzione è il metodo principale per evitare l'infezione o comunque per contenerla. Bisogna quindi sensibilizzare e permettere a tutti di poter utilizzare i test sierologici; è inoltre importante far conoscere a tutti come si diffonde la malattia, in modo tale da limitare il contagio. Nel caso in cui la sifilide viene diagnosticata in fase primaria è necessario monitorare quelli che sono stati i

contatti sessuali dell'individuo nei tre mesi precedenti all'insorgenza del sintomo. Nel caso di sifilide secondaria è necessario monitorare tutti i contatti avuti nei 6 mesi precedenti; mentre nel caso di sifilide latente quelli relativi ai 12 mesi precedenti. Nel caso di sifilide congenita è importante fare test sui parenti e sui familiari del bambino affetto da sifilide. Si procederà allora al trattamento con antibiotico di questi individui, anche se non presentanti la sintomatologia o la presenza di anticorpi (individui sieronegativi). Da un punto di vista epidemiologico è chiaro che l'infezione ha una maggiore espansione nei paesi in via di sviluppo, così come nell'Europa dell'est, proprio a causa di un'educazione sessuale inadeguata e di scarse condizioni igienico-sanitarie. Nel mondo ci sono ancora più di 12 milioni di individui affetti da questa malattia, che si sviluppa più frequentemente negli

Individui di età compresa tra i 15 e i 20 anni. Un fatto importante da notare è l'incremento dei casi di sifilide tra i bambini e le donne. È possibile per la sifilide effettuare una diagnosi batteriologica: è possibile fare indagini sulle lesioni e sulle ulcere che compaiono in fase primaria, procedendo prima con il prelievo e poi con un'analisi al microscopio in campo oscuro. È inoltre possibile l'individuazione del microrganismo attraverso raggi UV, grazie all'utilizzo di anticorpi fluorescerati, ed effettuare una conta, dando una valutazione quantitativa del grado di infezione (immunofluorescenza). Per la diagnosi sierologia esistono due tipi di esami:

  • Esami non triponemici
  • Esami triponemici

Gli esami non triponemici sono esami non specifici: non si fa altro che andare a cercare particolari anticorpi contro l'antigene, che non è presente solo sul treponema, ma lo possiamo trovare anche in altri tessuti del corpo.

(L'antigene del treponema è costituito da tre molecole di glicerolo tenute insieme da due gruppi fosfato) dopo tali test si
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
5 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Galdiero Massimiliano.