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PROTEINE
CITOPLASMATICHE GLOBULINE SOLUZIONI SALINE
PROLAMINE (gladine) ALCOOL 70%
SOLUZIONI ALCALINE O
PROTEINA DI RISERVA GLUTELINE (glutenine) ACIDE
• ESEMPI DI MODIFICAZIONE TECNOLOGICHE DELLA SOLUBILITA’
AGENTE PROTEINE
MODIFICANTE BERSAGLIO PRODOTTO
formaggi a prevalenza
pH caseine acida
betalattoglobulina
lattoalbumina ricotta
ovalbumina uovo sodo, meringa
calore collagene gelatina, brodo
legumine
ioni metallici viciline tofu
formaggi a prevalenza
k-caseina acida
enzimi ordeine birra non torbida 4
EMULSIONI E SCHIUME
cap.4
AGENTI PROTEINE PROCESSO/PROD
MODIFICANTI COINVOLTE OTTO
EMULSIONI
azioni meccaniche lipoproteine maionese
azioni meccaniche proteine del globulo
temperatura di grasso micelle inverse
SCHIUME
azioni meccaniche gluteine, gladine panificazione, dolci
scambio disolfuri,
crosslinking ovoalbumina meringhe
EMULSIONE: acqua e olio
SCHIUMA: acqua aria
Le proteine servono per stabilizzare le due interfacce grazie ai loro siti polari e apolari.
N.B: un globulo di grasso è formato simile ad una cellula con membrana organizzata e con tutte le
rispettive zone.
I ponti S-S intracatena diventano intercatena unendo globuli differenti.
La zangolatura promuove l’emulsione del grasso (il cuore) a bassa temperatura e a pH leggermente
acido che comporta una solubilità differente e leggera denaturazione proteica.
Es. maionese (tuorlo + olio) Es. morchie
Es. meringa I punti nodali servono per far scorrere via l’acqua, più
l’acqua scorre veloce e più si andrà in fretta al collasso.
La cottura fissa il tutto; per rallentare lo scorrimento di
acqua bisogna rendere più viscoso il sistema tramite le
ovoalbumine o sale o zucchero. 5
GELS
cap.5 INTERAZIONI
ESEMPIO NATURA GELS COINVOLTE
GELATINA reversibile legami H
FORMAGGIO
FUSO irreversibile legami Ca
RICOTTA irreversibile idrofobiche, elettrostatiche
UOVO SODO irreversibile S-S
PANE, PASTA irreversibile S-S
FORMAGGIO irreversibile modificazioni enzimatiche
La maggior parte dei gels sono irreversibili.
Il gel è un reticolo ordinato formato da proteine o polisaccaridi nel quale viene incorporata acqua o
altre sostanze.
La gelatina è composta dal collagene e utilizzata legami idrogeno sensibili alla temperatura perché è
un legame molto ordinato.
Lo yogurt è formato da legami irreversibili perché le proteine interessate sono le caseine mantenute
da legami idrostatici (anche il tofo e il formaggio fuso in presenza di alcuni chelanti).
I gels stabilizzati prevalentemente da interazioni idrofobiche sono le ricotte formate da siero
proteine).
• CLASSIFICAZIONE DEI GELS IN BASE AI LEGAMI STABILIZZANTI
TIPO DI
LEGAME PROT. INTERESSATE PRODOTTO
idrogeno collagene gelatina
elettrostatico caseina, globuline di soia yogurt, tofu
idrofobico sieroproteine ricotta
ovoalbumina,
covalente gliadine/gluteine uovo sodo, pane e pasta
Adesso andremo ad analizzare ogni tipo di legame:
- Legame H
: con la denaturazione della proteina i legami intracatena diventano anche
intercatena tenendo comunque dei punti fissi di legame covalenti
incorporando anche acqua e altri componenti.
Il collagene ha una struttura caratterizzata da 3 filamenti con legami
covalenti e moltissimi legami idrogeno; se sclado aumenta la
solubilità (più il collagene è vecchio e meno è costituito da legami H
e quindi non si apre).
Se raffreddo si riformerranno nuovi legami H intracatena e
intercatena. 6
- Legame idrostatico : dobbiamo far notare che le
globuline di soia hanno la caratterista di essere
acide (prevalenza cariche -) e quindi residui acidi
(glutammico e ac. aspartico).
Aggiungendo il Ca fa interazioni elettrostatiche
con questi residui creando dei ponti (legami
interproteine). Per tornare indietro bisogna togliere
il calcio.
Può avvenire anche con le caseine (fa legami
covalenti formando gruppo fosfato con cariche -)
con il calcio, già presente nel latte, abbassando il
pH facndo influenzare le interazioni del gruppo fosfato facilitando la formazione di un gel
(unione di micelle).
I sali di fusione (utilizzati per la produzione di formaggi fusi) sono in grado di sequestrare il
Ca che fa da ponta tra proteine, consentendo di risolubilizzare a temperature relativamente
basse e senza decomporle (consistenza più morbida.
I polifosfati sono molto efficaci, ma illegali perché i legami che crea con il Ca sono talmente
forti che lo rende non assimilabile. Il citrato e il lattato sono ora usati al loro posto in quanto
consentono il rilascio del calcio e il suo assorbimento.
- legame idrofobico : scaldando la proteina si denatura e quidni esporrà delle zone idrofobiche
che erano all’interno formando degli aggregati sempre più grossi
creando un coagulo nel quale si inglobuleranno lipidi, acqua…
- legame covalente : la maggior parte sono di tipo S-S e quindi per
far avvenire questo tipo di interazioni, la proteina deve avere
residui di cisteina (come la ovoalbumina che ha i residui di
cisteina dispari); se fossero pari si formerebbero i legami tra loro
e per poterle liberare devo usare un riducente facendo una reazione di ossido riduzione.
Nella figura si possono vedere i legami intracatena che se riscaldo la proteina si denatura
formando un nuovo ponte interproteina e quindi si ha uno scambio di disolfuri.
- Legami idrofobici ed elettrostatici : l’acidificazione
modifica la regione della k-caseina strappando le regioni
polari ed esponendo quelle apolari. L’acidificazione
modifica anche il legame che forma il Ca. per aumentare
la resa faccio legare alla k-caseina la β-lattoglobulina con
ponti S-S e così facendo interagiscono le zona
idrofobiche creando dei coaguli.
• LEGAME E RILASCIO DI AROMI, SOSTANZE COLORANTI E CON COMPONENTI
IDROFOBICI 7
È un’altra caratteristica delle proteine.
Queste proteine devono essere:
- Composizione bilanciata con abbastanza di siti idrofobici superficiali o con siti specifici ad
alta affinità
- Solubilità non strettamente necessaria
- Denaturazione può variare caratteristiche di legame
- Associazione può alterare l’utilizzo metabolico di proteine
- Possono essere utilizzate per eliminare composti (es: polifenoli dal vino)
- Azione di chiarificazione (eliminazione tannini, aumento stabilità vini bianchi, migliore
filtrabilità) 8
DENATURAZIONI DA PROCESSO
cap.6
Le denaturazioni si possono suddividere in:
- Fisiche: Termica (temperatura no calore)
Meccanica (sforzi di taglio)
Radiazioni
Alte pressioni
- Chimiche Glicosilazione
Ossidazione
Isomerizzazione
Formazione di nuovi composti
- Microbiologiche/enzimatiche
Proteolisi
Decarbossilazione
DENATURAZIONI TERMICA
cap.6_a
I processi più comuni sono la cottura, sanificazione e l’essiccamento.
CONSEGUE
PROTEINE EFFETTO NZE
globulari rottura legami h formazione
scambio S-S gels o
esposizione siti aggregati
idrofobici insolubili
collagene rottura legami h solubilizzazio
esposizione siti ne, formazione
idrofobici gels
cessione acqua
amido,
gliadine/glutein esposizione siti stabilizzazione
e idrofobici reticolo
Dopo ad un trattamento termico alle proteine può succedere che vadano incontro a modificazioni
reversibili (con il raffreddamento le proteine tornano più o meno alla forma nativa) o irreversibili.
Questo non dipende dall’intensità del trattamento termico ma dalla proteina (es: pane: gli enzimi
lavorano quando abbiamo bisogno che lievita, con la cottura si inattivano tanto a noi non interessa
che il pane lieviti anche dopo la cottura).
Quando si parla di trattamento termico si deve tener conto del ruolo predominate della cinetica che
è fortemente legata alla termodinamica.
Nel caso di una proteina in un alimento il processo termico è reso più complesso perché non vi è
solo acqua e proteina: se una proteina è isolata ha maggiore possibilità di tornare alla sua forma
nativa mentre se vi è un polisaccaride è molto probabile che vi si leghi. 9
Quando applico un trattamento termico vado a modificare la proteina e il solvente che vi sta intorno
modificando ancora di più la proteina perché fa esporre il core idrofobico non più stabilizzato dai
legami idrogeno con l’acqua (solvente).
Le modificazioni avvengono a livelli diversi di struttura:
- Struttura primaria : non direttamente , non vi è la rottura del legame peptidico, ma vi è una
modificazione sul valore nutrizionale (possono avvenire le reazioni di Mailard), sulla
digeribilità (la proteina denaturata ha dei siti scoperti che facilitano la digeribilità) o sulla
sicurezza (alcune sostanze hanno un’azione negativa nei confronti degli individui e con il
trattamento vengono modificati e quindi non sono più negativi). Alcuni trattamenti termici
posso diminuire l’allergenicità (es: proteine dei legumi, mentre quella del glutine non varia
mai, neanche dopo cottura).
- Struttura secondaria e terziaria : a noi interessa capire le modificazioni complessive
(proteina-solvente, proteina- ione, proteina- proteina)
Per vedere se una proteina è stata denaturata oppure no ci servono dei metodi il meno possibile
alteranti e modificanti; i più utilizzati sono quelli spettroscopici che ci fanno lavorare a livelli
macrometrici (alimento così ci fa vedere gli effetti si di esso).
1) METODO: Questo metodo si basa su un marcatore (un amminoacido) presente in pochi
residui all’interno della proteina perché idrofobico (triptofano). Questo aa se colpito da una
certa lunghezza d’onda emette una luce fluorescente ad un’altra lunghezza d’onda (energia).
L’energia varia a seconda se l’aa si trova esposto oppure è situato nel core idrofobico della
proteina; questo sta ad indicare se la proteina è stata modificata
oppure no.
Ci sono alcuni marcatori che hanno un effetto quenciante
(assorbono in parte la luce che lui emette) e quindi modificano
l’intensità di luce. La lunghezza d’onda è indipendente
dall’effetto quenciante mentre l’intensità di luce emessa è
modificata.
Se, come nel caso della β-lattoglobulina, abbiamo due triptofani
(uno più interno e uno sito più esternamente) si ha una variazione
di lunghezza d’onda dal max al min: potrebbe essere (se non si
sa) che la proteina abbia più triptofani oppure sia stata
modificata.
Proprio per questo motivo pre