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Appunti su XI Canto Paradiso di Dante Pag. 1
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luogo in cui nasce non deve essere chiamato Assisi ma Oriente, ed egli nasce particolarmente

splendente e luminoso, come quando l’astro diurno sorge nell’equinozio di primavera dal Gange, cioè

nel punto più orientale conosciuto fino ad allora. Tra l’altro Assisi si torva proprio a est di Perugia, e

quindi dirimpetto a quella Porta Sole che sembra anticipare la metafora solare riferita al santo. La

medesima metafora è tipica anche della leggenda francescana e trova rispondenza in un passo

dell’Apocalisse, in cui si descrive un angelo che saliva da Oriente “con le insegne di Dio vivo”.

L’angelo viene identificato ovviamente con Francesco. Il tema della salita, ripreso implicitamente

tramite il toponimo “Ascesi”, che indica Assisi, è fondamentale in questo canto, e sarà ripreso dal

santo stesso alla fine della sua vita con la salita al cielo.

La peculiarità del san Francesco di Dante: la povertà

A questo punto, il panegirico dantesco si sgancia dalla tradizione agiografica per assumere un’identità

particolare. Non c’è traccia infatti, nella biografia dantesca del santo, della sua celebrata umiltà, della

sua sottomissione alla Chiesa, degli aneddoti di cui si nutre la tradizione agiografica contemporanea

a Dante quali miracoli o visioni. Dante introduce e sviluppa sostanzialmente un unico motivo, quello

della povertà. La povertà assume le sembianze di una donna di cui Francesco si innamora

appassionatamente. Poi la povertà diviene la sposa di Cristo, suo primo marito, e infine sposa di

Francesco. Per lei Francesco non esita a interrompere i legami familiari e a guastare definitivamente

i rapporti col padre, fino alla rinuncia pubblica dei beni paterni davanti al tribunale ecclesiastico. La

centralità del motivo della povertà è ribadita dal fatto che essa viene menzionata come l’attributo

essenziale di Cristo e che nei suoi riguardi, occupa un posto più importante della Madonna. Cristo

morì nudo, quindi in assoluta povertà. Nella personificazione la povertà sarebbe salita quindi sulla

croce insieme a Cristo, mentre la Madonna rimase ai piedi di essa. Da ciò deriva l’equazione

Francesco = Cristo, in quanto entrambi sposi della povertà; ai versi 32-33, poi, Cristo è definito sposo

indispensabile per comprendere l’interpretazione che Dante

della Chiesa, quindi tra Chiesa e Povertà, più i connotati dell’épos

ha inteso dare alla figura del santo. Successivamente la biografia poi sempre

cioè della narrazione poetica di imprese memorabili, in questo caso dal punto di vista religioso. San

Francesco è l’eroe che fa proseliti, molti non esitano a farsi suoi seguaci. Le azioni si fanno rapide,

L’insistenza su quella significativa azione dello scalzarsi e del procedere

rese con un ritmo incalzante.

a piedi nudi richiama la corrispondente affermazione evangelica secondo cui occorreva pregare il

Regno dei cieli senza avere con sé né oro né argento, né bisacce, né tuniche, né sandali, che Francesco

assunse pienamente come suo programma. Francesco è animato dal coraggio e non si cura

dell’opinione comune, ma persegue tenacemente l’obbiettivo di fondare il suo ordine, previa

approvazione della regola. Da Innocenzo III viene il primo riconoscimento ufficiale, seppure solo

verbale, della regola. Sarà Onorio III a concedere l’approvazione scritta, ma agisce come puro

strumento dello Spirito Santo, mentre il riconoscimento assume la forma metaforica di una corona

che recinge la testa del santo, definito solennemente con un grecismo di sottocodice religioso

“archimandrita”, cioè fondatore di un ordine religioso. Ma l’operosità del fraticello non conosce

ostacoli, nemmeno di natura geografica: si reca allora con alcuni compagni in Terra Santa per cercare

di convertire, ma vanamente, il Sultano, per cui ritorna in Italia al fine di mettere a frutto la sua

predicazione e il suo esempio e stabilisce alla Verna, che si erge sopra Bibbiena, tra il Tevere e l’Arno.

un “crudo sasso”, perché un paesaggio aspro e severo fatto per la

In questa regione, definita

meditazione e la preghiera, Francesco riceve da ultimo le stimmate, la terza e conclusiva sanzione del

suo apostolato, con l’autorevole intervento di Cristo stesso.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher minniti.vale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Onorato Aldo.