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L
etteratura Umanistica
L’Umanesimo
1.
L’Umanesimo è un grande movimento di cultura che ha avuto una vita lunga, circa due secoli e
mezzo. L’Umanesimo inizia già nel trecento e il suo apice avviene nel quattrocento. Il suo iniziatore
poi si trapianta all’estero
è Petrarca. Il movimento è un prodotto italiano che anche con discreti
risultati. È importante però innanzitutto operare una distinzione tra ciò che si intende con il termine
Umanesimo e con il termine Rinascimento. Spesso infatti si tende a confonderli, a considerarli la
stessa cosa. In realtà, non si tratta né di due fenomeni equivalenti né di due fenomeni adiacenti.
L’Umanesimo rappresenta il momento culturale più significativo di un vasto movimento di cultura
che è stato il Rinascimento, il quale non ha interessato solo il campo della letteratura, ma anche il
campo dell’arte, della filosofia, dei costumi, della religione ecc., insomma vari settori del sapere.
Di questo grande movimento di cultura, l’Umanesimo rappresenta il momento culturale più
Il Rinascimento è un grande movimento di cultura dentro il quale c’è l’Umanesimo.
significativo.
Due sono gli aspetti fondamentali dell’Umanesimo. L’Umanesimo segna l’inizio dell’età moderna e
persegue due obbiettivi di natura diversa:
1) Persegue un obbiettivo antropocentrico;
2) Si propone di riportare in vita, di far rinascere la cultura classica.
Questi due obbiettivi in realtà non camminano su vie parallele, ma si incontrano, quasi si
intersecano. L’Umanesimo società al centro della quale c’è
elabora una concezione della vita e della
l’uomo. Antropocentrismo significa porre l’uomo al centro della vita sociale, politica, e al centro
dell’universo. Tutta la vita ruota attorno all’uomo, padrone, sovrano della natura.
Rispetto all’Età Medievale c’è una rivoluzione copernicana, un cambio di prospettiva radicale.
La civiltà medievale era una civiltà teocentrica al centro della quale c’era Dio: tutto ruota attorno a
Dio, tutto è visto in funzione di Dio. È una società e una civiltà profondamente religiosa centrata sul
e sul prevalere della figura divina e della religione. C’è dunque un
rapporto uomo-Dio
capovolgimento. Si passa da una civiltà teocentrica ad una civiltà antropocentrica, esattamente
l’opposto e l’Umanesimo nel portare avanti questo nuovo progetto di vita, di società, questa nuova
concezione umanistica della vita che vede al centro l’uomo come sovrano e padrone assoluto della
natura si avvale anche dell’aiuto, dell’apporto dei classici. Gli umanisti vogliono riportare in vita la
cultura classica perché erano convinti che il Medioevo avesse dimenticato e ignorato la cultura
classica. Bisognava riportare in vita i classici, liberarli dalle catene perché il Medioevo aveva
compiuto quest’opera fortemente negativa, poiché il mondo classico e i classici sono simbolo di
perfezione e la cultura classica può servire, può dare ammaestramenti e lezioni agli uomini del
tempo. Quindi i classici devono ritornare in vita, si devono studiare tutte le modalità e tutte le
possibilità perché avvenga questa rinascita della cultura classica, da qui il termine Rinascimento,
perché riportarla in vita significava una rinascita totale, globale della vita e della società.
Per chiarire a fondo il problema bisogna parlare di un libro pubblicato nel 1860 da Jacob
Burckhardt, studioso della Svizzera tedesca, e scritto in tedesco che fu tradotto in molte lingue, in
un saggio. L’interpretazione che
italiano nel 1876, La civiltà del Rinascimento in Italia, Burckhardt
Questo testo e l’interpretazione
diede in questo volume era errata ed è oggi ampiamente superata.
che l’autore diede dell’Umanesimo-Rinascimento ha avuto una fortuna notevole. Per circa cento
anni l’interpretazione ufficiale data dell’Umanesimo-Rinascimento era quella di Burckhardt.
L’Umanesimo era presentato così come lo presentava Burckhardt e ancora oggi in qualche manale
sembra affiorare la sua interpretazione. Sulla sua interpretazione si sono formate numerose
generazioni di giovani. Burckhardt, rifacendosi alla contrapposizione che già gli umanisti avevano
fra se stessi e il Medioevo, dice che in fondo tra Medioevo e Umanesimo c’era una netta
creato
frattura insanabile. Erano due età completamente diverse, due momenti culturali opposti perché
questa frattura lui la vedeva sotto due punti di vista:
1) valutazione di tipo culturale;
2) valutazione di tipo religioso.
Burckhardt diceva che il Medioevo ha dimenticato, e qui riprende un concetto degli umanisti,
ignorato la cultura classica. Il Medioevo rappresenta una frattura, un diaframma, uno schermo fra
l’età antica e l’Umanesimo e questo è un momento di sosta di diffusione della cultura classica e
proprio per questo gli umanisti hanno ritenuto opportuno riportare in vita la cultura classica.
L’altro pilastro della tesi di l’Umanesimo pone al
Burckhardt è di tipo religioso. Proprio perché
centro della vita, dell’universo l’uomo come artefice del proprio destino, l’Umanesimo-
irreligioso. L’uomo è il padrone della natura e non più
Rinascimento è un fenomeno, un momento
Dio, come era nel Medioevo. Quindi anche dal punto di vista religioso questi due momenti della
storia e della vita dell’uomo, Medioevo e Umanesimo-Rinascimento, sono su sponde diverse, su
posizioni non conciliabili. C’è una netta frattura e quest’immagine di netta frattura ebbe molta
fortuna per più di un secolo. Ma Burckhardt sbagliava e gli studi condotti durante il novecento
hanno dimostrato in modo inequivocabile che la sua tesi era errata. Bisogna arrivare intorno alla
seconda metà del novecento, sebbene vi fossero già segnali di un pensiero critico opposto a quello
per potere avere la dimostrazione della inesattezza, dell’insufficienza della sua tesi.
di Burckhardt,
Ciò si deve a un grande studioso italiano del Rinascimento italiano che ci ha lasciato tutta una serie
di studi fondamentali sul Rinascimento e proprio da suoi studi, ma non solo, ma dai suoi studi
emerge un’immagine dell’Umanesimo del tutto diversa da quella di
soprattutto Burckhardt e la
età era tutta un’invenzione di
presunta frattura fra le due Burckhardt perché allo stato dei fatti non
in realtà anzi, è stato dimostrato che tra Medioevo e Umanesimo c’è continuità.
esisteva
Questo studioso aveva dimostrato che i due pilastri della tesi di Burckhardt erano fondati su basi
d’argilla e dimostrò in modo inequivocabile che Burckhardt aveva torto e che bisognava muoversi
nella direzione totalmente opposta.
2.
Eugenio Garin era un professore di Storia della filosofia a Firenze che certamente ha lasciato il
segno nella storia del Rinascimento e dell’Umanesimo italiano ed europeo con una serie di saggi
molto importanti alcuni divenuti ormai dei classici della letteratura critica dell’Umanesimo e del
Rinascimento. Lui ed altri studiosi hanno segnato una volta nello studio dell’Umanesimo e del
l’interpretazione di
Rinascimento e Garin ha contribuito ad abbattere in maniera determinante
Burckhardt e ha segnare una nuova strada interpretativa esattamente e diametralmente opposta a
quella proposta da Burckhardt. Burckhardt aveva torto. La sua interpretazione per oltre un secolo
dell’Umanesimo-Rinascimento.
era stata quella ufficiale È stato dimostrato da Garin e da altri che il
se fosse stato così l’Umanesimo non
Medioevo aveva dimenticato la cultura classica, perché
nato. L’Umanesimo aveva infatti come principale obbiettivo, ma non il solo,
sarebbe mai la
rinascita della cultura e degli studi classici e il mondo classico con tutti i valori che la cultura e il
mondo classico avevano espressi. Lo facevano innanzitutto attraverso la ricerca di codici contenenti
opere di autori classici e la maggior parte di codici di autori classici come Virgilio erano stati
copiati, che erano nati durante il Medioevo. Diversamente da ciò che pensava Burckhardt il
Medioevo era stato un polmone che aveva permesso alla cultura classica di sopravvivere e di non
negli scriptoria monastici e conventuali, nelle officine dove c’erano le equipe di
sparire perché
copisti costituiti generalmente da monaci, copisti, in questi laboratori durante i secoli centrali del
Medioevo vennero copiati e trascritti una quantità notevole di codici contenenti opere di autori
classici latini e greci, questi ultimi in minor numero. Il Medioevo aveva perciò svolto un’opera
importantissima di tesaurizzazione e conservazione della cultura classica. Se non fosse stato così,
gli umanisti che si lanciarono in una ricerca appassionata di codici di autori classici non avrebbero
saputo dove andare a cercarli. Era nei monasteri e nei conventi medievali che questi codici si
trovavano conservati ed era perciò lì che li tiravano fuori copiandoli a loro volta. Se non ci fosse
stato il Medioevo l’Umanesimo non sarebbe mai nato e non avrebbe avuto vita lunga.
Ma Garin dice anche che più si studia il Medioevo più ci si rende conto che tra questo e
l’Umanesimo-Rinascimento c’è una linea di continuità e quindi uno dei pilastri dell’interpretazione
crolla, ma crolla anche l’altro che era di segno diverso e riguardava l’ambito, la sfera
di Burckhardt si pone al centro di tutto l’uomo e non Dio e questo, agli occhi di
religiosa in cui nel Rinascimento
era come dire che l’Umanesimo-Rinascimento
Burckhardt ma non solo, era un grande movimento
di cultura sostanzialmente ateo che aveva dimenticato l‘importanza che nella vita dell’uomo aveva
la divinità, il trascendente. Niente di più falso e che non sia vero lo dimostra un dettaglio ben
preciso: la chiesa, tranne in una vicenda particolare, non ha mai osteggiato, non ha mai avuto un
atteggiamento ostile, di avversione nei confronti dell’Umanesimo che voleva riportare in vita la
cultura classica, una cultura pagana. Eppure la chiesa ufficialmente non ha mai osteggiato
l’Umanesimo. Addirittura molti umanisti anche importanti provenivano dalle file, dalla gerarchia
ecclesiastica, tra cui molti monaci, sacerdoti anche qualche papa. C’è un famoso papa, Niccolò V,
papa intorno alla metà del quattrocento, che fu il fondatore della grande biblioteca vaticana che
ancora oggi è una delle più grandi biblioteche del mondo, è stato lui stesso un umani