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LA STORIA COMPOSITIVA
'Esclusa esemplifica il metodo di lavoro di Pirandello. Pirandello scrive e riscrive: si parla di stratigrafia. L'opera ha una gestazione lunga e tortuosa. La genesi del libro è sotto gli occhi di tutti perché non è custodita solo in manoscritti ma è visibile e ben reperibile.
La prima attestazione si trova in una lettera ai famigliari che potrebbe essere datata prima del febbraio 1893 da cui traiamo che a quest'altezza Pirandello aveva già scritto 6 capitoli di un romanzo intitolato l'Infedele.
C'è poi un'altra lettera che è datata Roma, febbraio 1893 in cui propone un altro titolo: Destinati e in cui si parla del personaggio di Giovanni 9 scompare e diventerà Gregorio Alvignani nel romanzo.
Dalla lettera si comprende la genesi dell'antologia del personaggio tipica di Pirandello: i personaggi vanno in visita nella mente dell'autore, chiedono vita, secondo una prassi.
Compositiva assai fertile in Pirandello fino all'esito estremo dei "6 personaggi in cerca d'autore". Fondamentale per la genesi del romanzo è una vacanza che Pirandello intrattiene ai Castelli Romani, nella località di Monte Cave, nel luglio del 1893. Si tratta di una villeggiatura che sta molto a cuore a Pirandello tanto che ancora nell'edizione del 1927 a Pirandello sta a cuore indicare questo luogo per iscrivere il romanzo in una stagione aurorale e far capire al lettore che ormai è un altro il Pirandello contemporaneo. Qui il romanzo si chiama Marta Ajala.
Il romanzo è concluso nel 1893 e lo sappiamo perché Capuana gli propone di vendere il manoscritto all'editore catanese Giannotta. Pirandello ha bisogno di denaro e approva questa proposta ma allo stesso tempo, cerca anche di pubblicarlo rivolgendosi a molti editori ma collezionando solo rifiuti.
Passano gli anni e una traccia dell'Esclusa ricompare in una lettera.
datata 20 dicembre 1895 in cui scompare il titolo Marta Ajala. Nel 1895 il romanzo ha già il titolo definitivo: L'Esclusa.
Riprendono i tentavi di pubblicazione: per pubblicarlo su Brigola, nel 1897 riscrive il romanzo: pensa che abbia difetti ed è per questo che nessuno vuole pubblicarlo. È il chiaro segnale di un continuo lavoro che va dal lontano 1893 fino al 1901 quando viene pubblicato in appendice, per la prima volta, nel quotidiano romano La Tribuna in 43 puntate, con titolo L'Esclusa, tra il 29 giugno e il 16 agosto.
Capuana lo recensisce subito. Presenta Pirandello esordiente su un quotidiano di Palermo. L'articolo rivolge una sfida agli editori italiani chiedendo se in Italia ce ne fosse davvero uno intelligente capace di cogliere la grandezza di questo autore. Questo articolo non ebbe molto peso.
Dopo anni il libro sarà finalmente pubblicato da Treves, a Milano, in volume, nel 1908. La pubblicazione in volume è importantissima. Il
Passaggio dall'Esclusa in appendice e quella di Treves è fondamentale: non è più lo stesso libro. Anzi possiamo dire che nella pubblicazione in volume emerge il fondo umoristico del romanzo. Pirandello è mutato ed è mutato l'orizzonte ideologico e filosofico come dichiara lui stesso in un'aggiunta dell'edizione del 1908.
Nell'edizione del 1908, di Treves, vi è una lettera datata Roma 4 dicembre 1907 che poi scompare dell'edizione del 1927: la lettera-tributo a Capuana. Questa lettera è una dichiarazione di poetica. Per spiegare se stesso a Capuana e al pubblico, egli intende spiegare il registro umoristico e lo fa mediamente una contrapposizione tra il credo naturalista che supponeva di poter raccontare la realtà su una logica armoniosa dei fatti, quella consequenzialità di causa-effetto e l'imprevedibilità del caso (paragonato a un gancio che arraffa le anime e le tiene sospese.
LE INFLUENZE DELL'UMORISMO
Nel 1908 con l'Umorismo e la prima riscrittura dell'Esclusa (1908) il punto di vista si sposta all'interno dei personaggi e indaga i conflitti tra l'animo individuale (in questo caso di Marta Ajala) e la realtà opprimente della società che viene vissuta come una prigionia.
Lo scontro si verifica non nelle azioni, non all'esterno ma all'interno, nella coscienza dei personaggi. È qui che si rivela il primo grande abisso tra la vita interiore di ciascun personaggio e tutto ciò che la circonda: frattura tra quello che il personaggio pensa di essere e la realtà. Marta è combattuta tra il suo animo che vuole essere
libero e la maschera chela vuole figlia, moglie e rispettosa delle regole.Nell'edizione definitiva del 27 Marta raggiunge alcuni esiti che sono comuni ai grandi personaggi umoristi: sono tuttidestinati a rimanere inchiodati tra gli enigmi relativi alla propria identità e le forme sociali: tra la vita e la forma. Il contrasto tra la vita, gli istinti vitali inarrestabili e dall'altro le prigioni sociali che sono le maschere imposte dalla società. La vita è un fiume inarrestabile frenata dagli argini imposti dalla vita sociale.
Lo sfondo filosofico del romanzo è uno sfondo Schopenhaueriano. E da questo sfondo si colloca la lotta di Marta che è un tentativo di emanciparsi che ha il fine di generare frustrazione in questa donna e di lasciarla in balia del destino. Quando il gancio colpisce il personaggio e perciò isola Marta, la lascia in balia del destino, qui agisce la scrittura umoristica che ha il compito di mostrare la relatività.
La drammaticità, l'ingovernabilità degli eventi.
LE NOVITÀ RISPETTO AL VERISMO E AL NATURALISMO
L'Esclusa appartiene alla prima stagione pirandelliana e presenta tutti gli ingredienti della trama verista (la donna, il tradimento) e l'aria naturalista di uno dei titoli (Marta Ajala). Il titolo Marta Ajala omaggiava Capuana perché egli è autore di un romanzo chiamato Giacinta, anche lì c'è il nome della protagonista e tutti gli ingredienti della trama verista che presenta l'eroina che muove verso la rovina, la perdizione, il finale di follia, la morte. Le novità:
- Un ingrediente nuovo (che Pirandello presenta nella Lettera a Capuana) che in qualche modo fa saltare questo meccanismo perfetto è l'intervento del caso. Il caso interviene nelle vicende di Marta e orienta il suo destino: una fatalità vuole che ella ritrovi il suo pretendente a Palermo. Un'altra fatalità vuole che ella
Ritrovo il mio marito al capezzale della suocera morente. Il caso sottolinea l'imprevedibilità delle vicende umane, tema caro a Pirandello e a tanti narratori dell'epoca. La vita stupisce: la fatalità del caso è in grado di condurre l'uomo verso esiti impossibili. "L'Esclusa" dà risalto non tanto ai fatti ma alle apparenze: ciò che appare è più importante di ciò che accade e dipende tutto dall'esteriorità. Perciò i temi principali sono: imprevedibilità della vita, paradossi, gusto del contrario.
Il gusto del paradosso, peculiare in Pirandello, scardina i meccanismi tradizionali veristi e naturalisti. Un peccato mai commesso, anche se dato per scontato da tutti, porta alla disgrazia di questa donna. Dopo che il peccato è stato veramente commesso, la donna viene accettata. Lo stesso gusto paradossale è presente nel 1902 quando pubblica "Il Turno". Pirandello sgretola la logica dei fatti e ribalta i paradigmi tradizionali.
Rapporti causa-effetto perché quello che sta a cuore è cogliere il paradosso che scompagina il fluire regolare dell'esistenza. L'originalità consiste nello smontaggio delle trame razionali-naturalistiche per fare emergere le contraddizioni della vita, attraverso congegni narrativi paradossali. Già il titolo della prima raccolta poetica "Malgiocondo" testimonia il gusto del contrario, la vocazione per l'ossimoro perché diviene allegoria delle contraddizioni umane.
Si ha un finale aperto che si presta a tante interpretazioni. È una novità rispetto ad altri grandi finali come quello dei Malavoglia in cui vi è un finale circolare.
IL RAPPORTO CON LA SOCIETÁ E IL CONCETTO DI ESCLUSIONE
L'analisi di questa esclusione viene sempre più esplicitata nell'edizione del 1927, la seconda edizione in volume. Marta è esclusa anche perché è artefice di una lotta contro tutti, anche
contro se stessa. Tenta di liberarsi dai fili del proprio destino agendo anche oltre i confini delle regole stabilite per le donne della società del tempo.
La storia di Marta è anche la storia di una disperata ribellione che è anche quella del giovane Pirandello nei confronti della tradizione o quella di Mattia Pascal: non ci si può liberare dai meccanismi della società.
La denuncia, a parere di Nino Borsellino, della subordinazione femminile non coincide con la situazione di isolamento. In realtà, l'esclusione non è solo di Marta, bensì diviene una categoria esistenziale: in lei tocca il picco ma si riverbera in tutti i personaggi del romanzo che sono tutti contaminati dalla stessa colpa: l'auto-reclusione del padre che difronte al disonore della figlia, sono anche escluse le figure femminili che circondano la protagonista, accomunate da quella che Vega avrebbe definito malasorte. Lo è anche Rocco Pentagora che subisce un'emarginazione,
è solo la persona che si sente diversa, ma anche la società che la emargina. Secondo Gianola, l'esclusione è un tema ricorrente nella letteratura, in particolare nella narrativa del Novecento. Attraverso l'analisi di opere letterarie, Gianola mette in luce come l'esclusione possa influenzare profondamente la psiche di un individuo, portandolo a sentirsi alienato e isolato. La sua ricerca si concentra anche sul ruolo della psicoanalisi nel comprendere e affrontare il sentimento di esclusione. Gianola sostiene che la psicoanalisi può offrire strumenti utili per esplorare le dinamiche interne che contribuiscono all'esclusione e per promuovere un processo di guarigione e integrazione. In conclusione, il lavoro di Elio Gianola mette in luce l'importanza di comprendere e affrontare il sentimento di esclusione, sia a livello individuale che sociale, al fine di promuovere una maggiore inclusione e comprensione reciproca.