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1968 SI SUSSEGUONO IN TUTTA ITALIA OCCUPAZIONI E SGOMBERI
OCCUPAZIONE A ROMA (NUOVA MODALITÀ DI ESAME) – IL RETTORE CHIEDE ALLA POLIZIA
DI SGOMBERARE battaglia di Valle
Nel 1968 ha luogo uno degli eventi principali degli anni di piombo. Si tratta della
Giulia, la quale segna un cambiamento nella dinamica degli scontri tra studenti e polizia, perché
gli studenti non si disperdono, rispondono alla polizia e riescono a respingere la polizia. A quella
battaglia parteciparono anche i neofascisti, che bruciarono le auto della polizia. Anche questa era
una novità, militanti di destra e di sinistra contro la polizia. C’è una unità generazionale, ma non
durerà. I neofascisti si dividono. Il 1968 è anche l’anno di tensione tra gli studenti neofascisti e il
Partito di estrema destra MSI e gli studenti di estrema sinistra e il Partito comunista PCI.
In questo contesto Pasolini fa scandalo scrivendo una poesia nella quale descrive gli studenti
come i gli della borghesia, che si travestono da rivoluzionari, e la polizia come il vero proletariato.
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La seconda ondata di proteste si ha nel 1969. Questa volta i protagonisti sono gli operai, che si
autunno caldo.
organizzano in un movimento che prende il nome di
• Manifestazioni, scioperi, occupazioni di fabbriche erano all'ordine del giorno.
• Si avviò un con itto sociale di vaste dimensioni e l'Italia sembrò spostarsi a sinistra.
• Nacquero aspettative rivoluzionarie in molti studenti e operai che avrebbero voluto superare il
capitalismo.
• I governi e gli organi dello Stato diventarono sempre più reazionari pur di fermare questo
sommovimento sociale.
L'ANTICOMUNISMO
L'Italia faceva parte dell'Alleanza atlantica guidata dagli Stati Uniti ed era condizionata dalla
Guerra fredda: l'anticomunismo era stato la priorità strategica n dal Dopoguerra.
Il Partito comunista italiano (Pci) era il più forte di tutto l'Occidente e aveva contribuito alla
scon tta del fascismo. Ma era legato all'Urss, e per questo era stato escluso dal governo
nazionale.
Gruppi neofascisti, tollerati e mal contrastati, furono responsabili di attentati, azioni squadriste,
tentativi di golpe. Scuole e università divennero campi di battaglia. Inoltre, a partire dalle 17
strage neofascista di Piazza Fontana,
vittime causate dalla a Milano, il 12 dicembre 1969, una
serie di attentati (prevalentemente di estrema destra) macchiarono di sangue il Paese: con un
bilancio, no al 1974, di 50 morti e più di 300 feriti.
La bomba di piazza Fontana costituì la risposta di parte delle forze più reazionarie della società
gruppi neofascisti, settori deviati degli apparati di
italiana, di ma probabilmente anche di
sicurezza dello Stato, non privi di complicità e legami internazionali, alla forte ondata di lotte
sociali del 1968-69 e all’avanzata anche elettorale del Partito comunista italiano.
LA STRATEGIA DELLA TENSIONE
strategia della tensione,
Si è parlato per questo di ovvero una strategia eversiva basata
principalmente su una serie preordinata e ben congegnata di atti terroristici, volti a creare in Italia
stato di tensione paura
uno e una di usa nella popolazione, tali da far giusti care o addirittura
The Observer,
auspicare svolte di tipo autoritario. L’espressione fu coniata dal settimanale inglese
nel dicembre 1969, all’indomani della strage di piazza Fontana, generalmente considerata l’avvio
della s. della tensione.
L’arma stragista fu usata ancora nel 1970 (strage di Gioia Tauro), nel 1973 (strage della questura
referendum
di Milano), nel 1974, all’indomani della vittoria progressista nel sul divorzio (strage
dell’Italicus, strage di piazza della Loggia), e ancora nel 1980 (strage di Bologna -> cercò di
•Si
inasprire il clima politico, di criminalizzare movimenti o partiti di sinistra per convincere l'opinione
pubblica (terrorizzata dal disordine sociale) che servisse una svolta autoritaria. L'ultimo episodio di
questa catena di eventi fu la bomba esplosa alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980, che
strategia della
provocò ben 85 morti e circa 200 feriti), ma non fu l’unica espressione della
tensione, la quale passò anche attraverso l’organizzazione di strutture segrete, in alcuni
casi paramilitari e comunque eversive (Rosa dei Venti, Nuclei di difesa dello Stato, loggia P2
collegamenti internazionali la progettazione e la
Stay-behind),
ecc.), i (le strutture Gladio o
minaccia di colpi di Stato (il piano Solo del 1964, il tentato golpe Borghese del 1970), e in ne la
sistematica in ltrazione nei movimenti di massa e nelle organizzazioni extraparlamentari,
comprese quelle di sinistra, al ne di innalzare il livello dello scontro.
ANNI SETTANTA
- Fin dal 1973, in particolare dopo lo scioglimento di Potere operaio e di altri gruppi minori della
sinistra extraparlamentare, in varie zone del Paese si erano formati collettivi autonomi di
lavoratori e di studenti che criticavano le principali formazioni di sinistra, ritenute in via di
istituzionalizzazione, ri utavano ogni rapporto con i sindacati e i partiti di sinistra.
- Respingevano la logica della mediazione politica e sostenevano il metodo dell’«azione diretta»
e della «pratica dell’obiettivo» (autoriduzione di prezzi, tari e, a tti, occupazione di case o
locali pubblici, «espropri»).
fi fi fi
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ESCALATION DI VIOLENZA
Dopo il 1969 si formarono gruppi estremisti di sinistra che accusarono il Pci di essersi integrato
nel "sistema", di aver tradito la classe lavoratrice e di non voler attuare la rivoluzione comunista.
• Potere Operaio Lotta
Al tempo di rivoluzione si discuteva apertamente. Gruppi come e
Continua si presentarono quindi nelle fabbriche, organizzando propri cortei e raccogliendo
consensi.
• Per loro lo Stato democratico era un regime mascherato. E dopo l'aumento della violenza
dell'estrema destra, visto che il fascismo sembrava riemergere, si passò ai fatti.
• Nelle manifestazioni apparvero bastoni e bombe incendiarie. Fu in questo quadro che, nel
Brigate Rosse
1970, nacquero le (Br): una piccola formazione cresciuta nelle fabbriche milanesi.
Nel 1975 e nel 1977 l’escalation si fa sempre più violenta: si vuole uno scontro diretto contro lo
stato. In particolare la città di Torino, Bologna e Roma furono teatro di violenti scontri in piazza.
LORUSSO
• Pier Francesco Lorusso
Verso le ore 13 di venerdì 11 marzo 1977, venne ucciso in via
Mascarella, una strada del centro di Bologna.
• Studente universitario di Medicina, già membro del servizio d'ordine di Lotta continua, Lorusso
morì a 25 anni, colpito da un proiettile sparato da un uomo delle forze dell’ordine. Divenne un
martire della lotta studentesca.
• violenti scontri:
Nella zona erano in corso un contingente di poliziotti e carabinieri stava
a rontando militanti del "movimento", composita galassia della contestazione giovanile e della
cultura alternativa che in tutta Italia mobilitava studenti, lavoratori precari e attivisti della sinistra
extraparlamentare.
• Pochi istanti prima di essere ferito a morte, Lorusso aveva lanciato una bottiglia molotov contro
un automezzo dei carabinieri in transito su via Irnerio, importante arteria ai margini della
cittadella universitaria.
• La sua uccisione esasperò gli animi di amici e compagni di militanza, gli scontri con le forze
dell'ordine si propagarono nel centro cittadino, di nuovo si sparò ad altezza d'uomo e solo dopo
diversi giorni vissuti in un clima di stato di assedio tornò la calma.
• Nel frattempo però si era aperta una profonda ferita politica e generazionale, non solo nella
comunità bolognese: i fatti dell'11 marzo ebbero un impatto decisivo sulle scelte di tanti giovani
della sinistra rivoluzionaria, divisero l'opinione pubblica, il panorama politico locale e nazionale.
IL DELITTO MORO
Intanto, con una fase più distesa della Guerra Fredda, la società civile si richiamò ai valori
dell’antifascismo, la violenza dell’estrema destra sembrò dividersi e ridursi. La DC e il PCI
cercarono un accordo per superare la crisi democratica: una nuova stagione politica si apriva,
compromesso storico.
iniziava il L’area dell’estrema sinistra si frammentò, invece, e decine di
formazioni minori impugnarono le armi.
• La sua uccisione esasperò gli animi di amici e compagni di militanza, gli scontri con le forze
dell'ordine si propagarono nel centro cittadino, di nuovo si sparò ad altezza d'uomo e solo dopo
diversi giorni vissuti in un clima di stato di assedio tornò la calma.
• Nel frattempo però si era aperta una profonda ferita politica e generazionale, non solo nella
comunità bolognese: i fatti dell'11 marzo ebbero un impatto decisivo sulle scelte di tanti giovani
della sinistra rivoluzionaria, divisero l'opinione pubblica, il panorama politico locale e nazionale.
l’attacco al cuore dello stato.
Il primo obbiettivo, per disarticolare il sistema politico, divenne
L’episodio più clamoroso fu il sequestro, dal 16 marzo al 9 maggio 1978, del presidente della DC
Br persero il sostegno sociale di
Aldo Moro, ucciso dopo 55 giorni di prigionia. Da lì, però, le
cui avevano in parte goduto. Alcuni brigatisti iniziarono a collaborare con le autorità, facendo
arrestare compagni ricercati e rinvenire depositi di armi.
ff 5
- Le Brigate rosse furono scon tte da una repressione fortissima cominciata subito dopo
l'uccisione di Moro ma il fallimento del progetto brigatista fu anche politico. Il fenomeno della
lotta armata, per intensità e durata, fu molto più esteso rispetto agli altri Paesi europei.
- La Repubblica non crollò, ma il prezzo per uscire dagli Anni di piombo fu altissimo. 6/10
UMBERTO ECO
Della biogra a di Umberto eco si sa relativamente poco. Tuttavia, dal punto di vista intellettuale è
fondamentale andare ad analizzare la vita di Eco, per poi comprendere quelle che e ettivamente
sono le sue opere. che sapeva tutto”.
Eco viene ricordato come “l’uomo Fu semiologia, scrittore, giornalista e autore
5 gennaio 1932.
de Il Nome Della Rosa. L’autore nacque ad Alessandria il Lo stesso autore
racconta che il cognome “Eco” sarebbe stato ereditato da suo nonno, glio illegittimo, e che
Caelis
fosse uno di quei cognomi che i gesuiti attribuivano ai “trovatelli”; signi cherebbe “Ex
Oblatus”, ovvero “sei donato dal cielo”. Eco visse in piena seconda guerra mondiale: il 10 giugno
1940, a soli 8 anni, egli ascolt&