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CLIZIA

Se la mandragola nasce in un clima di risentimento e frustrazione di non ritorno alla vita politica, la Clizia del 1525

vede m rientrato nella vita culturale e sociale della città di Firenze.

M è un uomo che si è creato un nuovo ambiente di riferimento: se a San Casciano permaneva ancora l’ambiente

Soderiniano, nel 1525 vediamo una Firenze Medicea ma non principesca. I Medici sono in città, comandano, ma

restano in piedi tutte le magistrature repubblicane. Per M non c’è posto: una lettere nome di Leone X impone alla balia

fiorentina di “non impicciare con Nicolò”.

M si lega all’ambiente degli orti oricellari: il giardino della famiglia Rucellai fuori dalle mura in un palazzo di

periferia urbana. Un giardino splendido in cui i Rucellai volevano piantare tutte le piante citate dalgi scrittori antichi.

In quest’ambiente aristocratico si sentono voci tirannicidi, librari, antiprincipeschi (verrà fuori difatti una congiura). E’

però l’ambiente soprattutto capeggiato da Palla Rucellai e Zanone Mondelmonti che riconosce in M una grande mente

politica, una straordinaria acutezza del commento sull’antico, ed elegge M come una sorta di patrono intellettuale.

Nel 1525 M scrive la Clizia in un ambiente borghese per un ricchissimo fornaciaio; la Clizia rispetto alla Mandragola

rischia di rimanere in ombra. Abbiamo notizie dell’enorme successo della Clizia: abbiamo il pregiudizio che sia un

rifacimento da Plauto, che non sia originale. 28

Quello che ha sempre causato la sufficienza della critica si Clizia è il fatto che questa ricava la sua trama dalla Càsina

di Plauto. Un altro pregiudizio è quello che vede l’autore che prende a modello i classici lo faccia con tono minore

rispetto agli originali.

L’imitazione dei classici invece non è un evento esteticamente negativo e non appartiene ad un esercizio minore degli

scrittori poco esperti.

LEZIONE #24 – 15 MAGGIO 2012

Prologo della Clizia. Un prologo molto diverso da quello della Mandragola, sia dal punto di vista dell’autore, sia dal

punto di vista dell’ideologia comica che sta dietro la commedia. L’ideologia del comico è considerata come una via

abbracciata per disperazione, perché non si ha niente meglio da fare. C’è una voce d’autore ma non è una voce

autobiograficamente connotata; è neutra, è funzionale ma non è la voce di Machiavelli. E’ una commedia che

ripropone un’ideologia di comico che si assume una funzione morale (concezione classicista) e dell’imitazione

dell’antico.

Prologo: I casi si ripetono; se si ripetessero anche gli stessi uomini la ciclicità della realtà sarebbe perfetta. Il caso

della Clizia è fornito nelle prime Parola. Un gentiluomo di Atene ha un figlio maschio e adotta una bambina finché

questa non si deve sposare. Di lei si innamora sia il padre che il figlio e quest’ultimo riesce ad averla. Siamo

all’interno di un’ideologia di ripetitività della storia: non solo una visione estetica ma una precisa antropologia di

identità di comportamento umano che è quello che rende fruibili gli esempi antichi. Fa dunque arrivare in scena i suoi

personaggi. (E’ la seconda volta in cui Machiavelli rivendica il suo ruolo di comico della maldicenza, il primo caso

nella Mandragola). Un comico consapevolmente lontano dalla Mandragola che vedeva “parole sciocche” soprattutto

per Nicia. La Clizia è distante, è amorosa, tratta di una competizione amorosa, e il cui comico si porrà su un piano

blandamente domestico.

nel primo atto vediamo impostata la strategia di commedia di uno dei principali macchinatori del giovane di famiglia;

Cleandro. Nonostante si dica che la Clizia è un’imitazione della Casina di Plauto, va notato che la possibilità di

mettere il testo antico accanto al testo di Machiavelli non comincia dalla quarta scena del terzo atto. (mezza commedia

è quindi assolutamente originale di Machiavelli). In questa metà del testo M integra la trama inventando in scena

proprio il personaggio di Cleandro figlio di Nichomaco. Il personaggio del figlio in Paluto non compare in scena e

viene soltanto evocato nel riassunto finale della commedia mentre qui lo vediamo presente dall’inizio. La presnza di

Cleandro e la sua conflittualità con il padre e la sua temporanea alleanza con la madre crea un gioco di forze di

famiglia assolutamente originale e lontano dall’antichità Con la Clizia nasce il dramma domestico, la famiglia nella

sua complessità come oggetto di rappresentazione teatrale.

Cleandro presenta la scomoda situazione come figlio rivale del padre, l’alleanza con la madre che a sua volta non

vuole strappare Clizia al marito per darla alle voglie del figlio. E’ una situazione imbarazzante per Cleandro che lo

pone in una situazione ambigua che lo costringe a concepire una strategia alternativa contro il padre ma che non sa gli

scopi della madre.

Il piano di Nichomaco è quello di fare sposare Clizia con un servo in modo da poterne usufruire lui. La moglie di

Nichomaco, conoscendo il piano, pensa di opporre al marito il fattore Eustachio. Cleandro deve destreggiarsi tra la

strategia del padre e quella della madre appoggiandosi a quest’ultima (che non spinge nella sua direzione).

mentre la Mandragola è una commedia di città che implica personaggi esterni alla famiglia; la Clizia è invece

completamente domestica.

Nichomaco è un buon padre di famiglia, un assettato borghese che ha perso la testa.

Atto 2: la battuta iniziale dimostra la perplessità del personaggio (Nichomaco) che non crede nemmeno a sé stesso.

Un personaggio che tenta rivendicare anche le proprie caratteristiche fisiche. I sintomi della vecchiaia che avanza, e

l’arrendersi a sé stesso che non riesce a riconoscersi, Un personaggio in crisi ma non cieco di fronte alla pazzia del suo

amore.

Siamo all’interno di una casa dove si l’autorità paterna predomina ma può anche essere negoziata dagli altri

componenti. Prima abbiamo visto Eustachio con il suo sotenitore, adesso Pirro con il proprio e finalmente anche

Nichomaco e Cleandro, i veri avversari. L’unica autorità che contionua ad imporre a questa casa borgese un sistema di

ragionevolezza, di ponderatezza, di cura della famiglia è Sofronia; non la moglie bisbetica dell’antichità ma una donna

29

che attraversa una crisi indicibile.

Sofronia intuisce i piani del marito e nella scena terza parla in modo allusivo quando lui tenta di convincerla di Pirro.

LEZIONE #25 – 16 MAGGIO 2012

Clizia non è solo un investimento affettivo ma anche un investimento economico di lavoro, fatica e tempo della

famiglia che lo accoglie. Il monologo di Sofronia esalta questo concetto nel monologo a pag135. Si propone quindi

una sintesi ideale di famiglia a fronte della disgregazione che la affligge. Sofronia dice che la casa rischia la rovina per

la pazzia di Nichomaco.

Il tempo, l’ordine temporale e la scansione del tempo è il concetto sul quale Sofronia insiste. Specchi di ordine,

mentale, capacità di dominio familiare e consueta amministrazione. I rapporti affettivi e interfamiliari sono sani se

scanditi da un tempo che non è casuale ma attentamente pesato e consequenziale. La giornata ideale del borghese

fiorentino è “dispensata nel tempo” per fare fronte ai doveri necessari alla masserizia. “Ragguagliare e riordinare,

rivedere”: il dominio dell’economia familiare tramite la carta. La vita economica non è separata dalla vita di famiglia

e di città all’interno dei quaderni dei ricordi. Solidità economica sì, ma anche solidità nel dominio del tempo

giornaliero.

tutto questo è rovinato: l’ordine temporale è rovinato (poteri alla malora, traffici rovinano, entra ed esce di casa ogni

1000 volte, ecc..) salta il calendario della giornata familiare; il disordine del capofamiglia ha disordinato anche gli altri

componenti della famiglia.

La scena seguente è a contrasto; vede i pretendenti Pirro e Eustachio che è appena tornato dal barbiere. Pirro viene

considerato da Eustachio come un marito che non resisterà a prostituire Clizia.

Atto 3: Le prime 3 scene sono tutte originali di Machiavelli e infatti ricompare in scena Cleandro. Dalla scena quarta

in poi la figura di Cleandro sfuma e il M segue più da vicino la Casina di Plauto. Queste sono le prime 3 scene in cui il

triangolo padre, madre, figlio si ripropone e sigilla il carattere familiare di questo dramma.

il ragazzo che smentisce una sua alleanza col partito della madre p messo alle strette nell’impossibilità di manovra.

Non può prendere le parti del padre ma nemmeno quelle della madre; si il giovane in conflitto con la generazione

precedente costretto a restringe la sua situazione senza alleati nell’esile margine del temporeggiamento.

Si ferma poi la scrittura originale sul rapporto complesso tra i componenti della famiglia e con l’intrico che vede i due

partiti stringere dappresso l’iniziativa dell’amante. Nichomaco e Sofronia, non essendo d’accordo, decidono di

affidarsi alla sorte e questa ahimè favorisce il vecchio.

Invece che Clizia, verrà portato allo sposalizio e fatto entrare nella casetta del vicino Damone per la prima notte di

nozze, Siro (servo di casa) travestito. Mentre la beffa notturna della Mandragola apre la strada ad una relazione stabile

e prolungata nel tempo, nella Clizia la notte non darà ricomposizione dell’ordine ma si rimedia alla parentesi del

disordine ripristinando l’ordine di partenza.

Questo Nichomaco, di questa seconda parte, sembra incline alla tipologia classica di vecchio libidinoso che in

partenza si evitava di rendere. Le sua caratteristiche si fanno sempre più grottesche sottolineando la discrasia tra la sua

età e la sua pretesa sessuale. E’ chiara la trovata di escludere Cleandro dalla trama (secondo la storia Plautina) per

motivi del tutto banali. Nella scena quinta ecco Nichomaco che ha comprato degli afrodisiaci per la notte con Clizia.

La notte trascorre tra il quarto e quinto atto.

Dopo la prima relazione della serva Doria è Nichomaco a fornirci una descrizione dell’accaduto.

E’ un Nichomaco spacciato, distrutto da molti punti di vista e vituperato senza speranza. La notte è una notte in cui

Nichopmaco rischia una sodomizzazione; non trova solo un maschio al posto di una femmina ma anche un maschio

attivo. Il perimetro delle mura domestiche sarà un perimetro che conterrà la vergogna di Nichimaco, la trama della

famiglia.

Un accordo cancella tutta la commedia, annulla l’accaduto e tenta di dimenticare per tornare alle primordiali virtù. Al

contrario di quello che avviene nella Casina, viene drammatizzato il finale che vede finalmen

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
38 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher balconi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bruscagli Riccardo.