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CONTINUARE AL PEZZO "E MARAVIGLIANDOSI"
25/10/2022
Gli altri dei temevano che gli uomini si sarebbero avvicinati troppo a loro, ma Giove spiegache senza residui d'illusione la Verità avrebbe tenuto costantemente davanti ai loro occhi laloro infelicità > è una luce che, illuminando, fa vedere fin troppo. Presto avrebbero realizzatoè che l'unica cosa concreta sono le pene dell'esistere, non i beni materiali (che apparirannofalsi) > non avrebbero più provato speranza > la disperazione toglie spinta alla vita. Venutomeno ogni scopo della vita, gli uomini arrivano ad una tale negligenza che la comune vitadelle persone sarà poco diversa dalla morte > condizione devitalizzata, vita svuotata disignificato.
Il desiderio di immensa felicità proseguirà a tormentarli (è)
congenito all'uomo) e aumenterà, perché gli uomini negligenti saranno meno distratti a pensare ad altro. L'immaginazione poteva soddisfare solo in minima parte il bisogno di felicità, mentre ora sarebbe stato impossibile. Le parvenze d'infinito distribuite da Giove nel mondo sono ormai insufficienti, perché la Verità le rende inutili smantellandole. Inoltre, essendo scomparsi i "fantasmi", la Verità porterà a non sentire più il bisogno di seguire la virtù e la "retta via" della giustizia. L'amor di patria non ha più senso di esistere e gli uomini si ridurranno ad un'unica grande patria. Critica al cosmopolitismo e all'"amore universale". A parole manifesteranno queste intenzioni ma in realtà la società si sgretolerà: ciascuno sarà parte a sé stante. La spinta aggressiva ed egoistica propria di ciascun individuo,non proiettandosi più sullo straniero, si proietterà verso il vicino. da Zibaldone pagina 148-149 (3/7/1820): gli antichi facevano causa comune più spesso, mentre ora ognuno ha amore solo per sé stesso. da Zibaldone pagina 889-892 (4/4/1821): si pratica di non odiare più lo straniero ma si odia il concittadino + si pratica solo l’amor proprio.Per le parole di Giove gli dei, da che erano inizialmente preoccupati, si tranquillizzarono. Egli continuò spiegando che gli uomini avrebbero continuato ad avere come ultimo "fantasma" Amore, che si sarebbe scontrato con Verità > l’uomo si dibatterà tra i due poli di Verità e Amore.
Il binomio Amore/Illusioni in Leopardi si ritrova in:
- Ad Angelo Mai (Gennaio 1820), vv 128-129;
- Il pensiero dominante (1831?) vv 100-116 da Ciclo di Aspasia;
- etc. fino alla poesia A se stesso ne I Canti, dove anche l’illusione amorosa cade.
Fatte tutte le premesse,
Giove esegue il progetto: manda la Verità tra gli uomini e tutti gli effetti che aveva previsto si realizzarono. Dove la Verità era stata richiesta con molti sacrifici, ora gli uomini non potevano fare a meno di ubbidirle ed adeguarsi ma si rifiutarono di adorarla, proprio coloro che più l'hanno voluta conoscere, alla fine del percorso di conoscenza sono quelli che più la odiano e la maledicono. Ormai non possono sottrarsi alla sua tirannide: gli uomini sostengono la miseria fino ad ora e dovranno sostenere sempre. Se non che la pietà di Giove fu mossa vedendo tanta desolazione morale. Alcuni uomini rari dalla vita "virtuosa" sono le prime vittime di quella situazione. In antichità gli dei erano soliti far visita agli uomini; Giove chiede agli dei se qualcuno di loro, mosso a pietà, fosse disposto a scendere tra gli uomini di nuovo, specialmente coloro che erano indegni di quella sciagura universale. Solo Amore (Celeste,più nobile), figlio di VenereCeleste e dal nome uguale al "fantasma" (amore comune, carnale, mantenuto da Giove tra gliuomini come consolazione), si fece avanti. Gli dei non volevano che si allontanasse però.Gli antichi, ingannati dal "fantasma" Amore, hanno creduto di conoscere il dio Amore, ma luiscese solo una volta che la Verità era già scesa. I moderni possono vivere l'Amore platonico(amore sentimentale, come dice Leopardi), mentre gli antichi no.*da Zibaldone pagina 3302-3310 (29/8/1823): gli uomini devono coprirsi e il semplice fattoche si coprono li fa circondare di mistero > rende l'amore meno materiale e più immaginativo.Solo grazie all'introduzione dei vestiti è possibile che tra gli uomini ci sia tenerezza > in naturaesiste solo il rapporto carnale, ma grazie ai meccanismi psicologici messi in moto dalnascondere il corpo è possibile fantasticare e rendere spiritualeL'attrazione materiale. *da Zibaldone pagina 3910-3915 (26/11/1823) + richiamo a pagina 3310: nasce l'espressione "amore platonico" (spiritualizzazione dell'amore) per descrivere il nuovo sentimento dell'uomo che ha iniziato l'incivilimento. Conta molto di più l'interno ("spostamento di baricentro") anche se non è un fenomeno antico. Amore non è una presenza stabile, scende di rado e si ferma per poco per l'indennità dell'agente e per la mancanza che provano gli dei. Quando scende sceglie gli animi più gentili, generosi e magnanimi, diffondendo nei loro cuori dolcezza e suscitando virtù, tanto che loro provano una cosa nuova nel genere umano: quasi vera beatitudine, non finta come quella degli antichi. Ancora più di rado Amore univa due cuori allo stesso tempo, perché Giove non voleva che la felicità di amore ricambiato fosse troppo simile a quella degli dei.
sembravache le "larve /fantasmi" tornassero a vivere.*da Il pensiero dominante (1831?), vv.100-116: si trova il 'tema' de "con l'amore si sperimentaciò che gli immortali sognano di vivere" addirittura.Col permesso di Giove e senza il blocco di Verità, Amore riportava i "fantasmi" sulla terra colsuo effetto.Molti uomini, non avendo la possibilità di sperimentare l'amore, si lamentano e lodisprezzano, ma Amore Celeste non se ne cura."Dialogo d'Ercole e di Atlante" – Operette moraliI protagonisti sono desunti dal bacino della mitologia classica. Sono presentati in chiavecaricaturale.Gli studiosi hanno individuato in "Caronte e Melippo" uno dei testi che probabilmente Leopardiha tenuto presente nella stesura di questa seconda operetta. Segue in ordine cronologico laStoria del genere umano, difatti scritto tra 10 e 13 Febbraio 1824.Dopo ave ripercorso il tragitto degliuomini da origine a tempi presenti, qui si presagisce l'asparizione del genere umano. Il pianeta terra si è ridotto ad un giocattolo con cui Ercole ed Atlante si divertono. Il gioco del pallone era stato al centro di una delle canzoni di Leopardi "Aun vincitore nel pallone": presentato come una specie di nuovo eroe, erede dell'eroismo degli antichi, che doveva essere preso a monito dai moderni incapaci di smuoversi. Ercole si rivolge ad Atlante dicendo che lo manda Giove adirgli che, in caso fosse stanco di sostenere sulle spalle il peso del mondo, egli poteva tenerlo un po' come aveva già fatto secoli prima. Atlante era un titano che aveva il compito di portare sulle spalle il mondo. Ercole, come si racconta nelle sue fatiche, ha sostituito Atlante in questa sua mansione. Il lessico è quotidiano, poco solenne: ci sono molte espressioni colloquiali ("Ercolino") e imprecazioni, tipiche del registro comico.Riconoscente nei confronti di Giove ma dice che il mondo è diventato così leggero che il mantello che indossa è più pesante ormai. Se non fosse che la volontà di Giove lo obbliga a tenerlo sulla schiena, sposterebbe la Terra ("pallottola") altrove (es ascella) o se ne libererebbe.
Ercole si chiede come mai si sia alleggerita. Si accorge che sia diventata una pagnotta (fenomeno astronomico dello schiacciamento dei poli), non più tonda come quando fece il viaggio con gli Argonauti.
Atlante non sa la causa ma gli propone di sentire il peso.
Ercole*Ercole esclama con "in fe' d'Ercole" > Leopardi fa umorismo libresco, perché sarebbe qualcosa che altri dovrebbero dire, non lui stesso.
Ricorda che la scorsa volta pulsava di vita, ma ora sembrava un orologio guasto e silenzioso > sembra morto e leggero.
Atlante dice che è da molto che le cose stanno così e anche lui temeva che fosse morto.
temendo disentire odore di cadavere. Aveva ragionato anche sull’epitaffio del mondo.
ErcoleRitiene che gli uomini stiano dormendo e siano inerti (tratto distintivo del modernodevitalizzato). Sono così addormentati che li paragona al mito di Epidermide, che ha dormitoper più di 50 anni (circa 57), o come al mito di Ermotimo (Luciano), la cui anima usciva dalcorpo nel sonno e rientrava anche dopo molti anni. Vuole cercare di risvegliare il mondo,prima che venga bruciato (come si faceva coi morti).
AtlanteChiede come fare.
ErcoleSuggerisce di dargli un colpo con la clava ma teme di ridurla allo stato di una cialda ocomunque male in altri modi. Non vorrebbe che gli uomini, ammesso che siano vivi, nonresistano il colpo. La soluzione migliore sarebbe posare le armi e giocarci a palla, nonostantenon abbia gli strumenti (es racchette che usa per giocare con Mercurio da Giove).
AtlanteTeme che Giove mandi una palla infuocata per punirli.
ErcoleFa riferimento al mito di Fetonte:
ruba il carro del padre Apollo per farsi un giro per farsi bello con le ninfe e viene punito. Ercole fa il gradasso e dice che riuscirebbe a respingere la palla del padre. Dice che lo fanno per uno scopo nobile.Atlante: La Terra cade e Atlante maledice il momento in cui Ercole si è presentato. Ercole: Raccoglie la Terra e cerca di capire come stia messa; pare stare come prima. Atlante: Gli dice di ridargli la Terra e di riprendersi le sue cose ed andarsene + di andare da Giove a scusarsi e dirgli che fosse colpa sua (di Ercole). Ercole: Non è particolarmente turbato. Dice che da Giove da tempo c'è un poeta chiamato Orazio, sotto richiesta di Augusto (divinizzato dai romani). Dice che questo poeta canta delle "canzonette" (elemento satirico); tra esse ceAtlante si rende conto che deve accettare la proposta volendo o meno, ma chiede di stare attenti per non creare danni alla Terra: dividere posti come Sicilia a Italia o far saltare schegge (regni etc).
n’è una, la terza ode de