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TUBERI
Per tubero s'intende una porzione di fusto modificata consentendo di accumulare un quantitativo elevato di sostanze di riserva, in particolare amido. Rientrano qui oltre alla canonica patata (genere Solanacee lo stesso del pomodoro, in questo caso Solanum tuberosum), lo Yam, la manioca, il topinambur e molte altre. Le patate non sono di origine europea, sono state importate dall'America dove comparvero molti anni orsono sulle Ande. Solo dopo la rivoluzione francese la patata si impose in Europa come vero e proprio alimento popolare con la stesura dei primi ricettari. Attualmente il quantitativo prodotto annualmente in tonnellate è di circa 300 milioni di tonnellate distribuite soprattutto in Cina, India, Russia e America, l'Italia ne produce solo 1 milione circa. Anche il consumo mediamente in Italia è scarso in quanto non è la nostra fonte principale di carboidrati.
Esiste attualmente una classificazione delle patate che noi conosciamo effettuata dall'EAPR.
schiacciate con l'ausilio di una forchetta durante le lavorazione o con lo schiacciapatate evitando frullatori in quanto essendo farinose le lame renderebbero l'impasto colloso. Le patate a pasta gialla sono invece compatte e sode e poco farinose, il loro colore è dato dalla presenza di caroteni. Essendo più resistenti alla cottura, possono essere cotte in umido, fritte, lesse o al forno. Seguono le patate rosse di dimensioni più piccole rispetto agli altri tipi, il rosso è presente solo nella buccia infatti l'interno è chiaro sodo e compatto. È molto resistente a seguito della cottura, generalmente s'impiega per lessare o al forno o umide. Le patate novelle invece sono sempre di piccole dimensioni dalla buccia sottile e dalla polpa tenera, hanno un sapore molto delicato e un bacco contenuto calorico. S'impiegano soprattutto arrostite al forno, cotte a vapore o saltate in padella, vengono cotte con la buccia. Poi vi sono le
patate americane note come patate dolci, hanno appunto una polpa particolarmente dolce e delicata, pur avendo il nome incomune in realtà non appartengono alla stessa famiglia delle patate, si consumano arrosto o lesse o con burro o zucchero. Infine troviamo le patate vitellotte così chiamate in quanto nere di forma grumosa e dalla buccia spessa. Il colore della polpa è viola e hanno un sapore piuttosto dolciastro, durante la cottura assumono una colorazione bluastra mentre a consumo raffreddate hanno un colore verdognolo. Avendo una polpa farinosa possono essere combinate con le patate gialle per dare più consistenza al piatto e per dare effetto cromatico. In ultimo vi sono le patate turchese conosciute come patate turca provenienti dal Gran Sasso, dotate di buccia viola e dalla forma irregolare sono di pasta candida con numerose occhiature incavate. Vengono cotte come le altre al vapore o fritte o secondo le vecchie tradizioni sotto le braci. Dal punto di vistaLa patata è costituita al 18% da carboidrati, principalmente amido, presente in rapporto del 20% di amilosio e dell'80% di amilopectina. Una piccola percentuale di amido è resistente e arriva non digerito all'intestino crasso, avendo gli stessi effetti fisiologici della fibra alimentare.
L'acqua rappresenta il 77% del contenuto energetico, che è di 87 kcal, ma il contenuto può variare a seconda della quantità di acqua presente.
Le proteine sono presenti in quantità esigua, ma a differenza dei cereali, la patata contiene lisina, un aminoacido limitante molto importante.
Analogamente, i lipidi hanno un apporto trascurabile, ma la patata è un'ottima fonte di vitamine. Alcune vitamine, come la niacina, sono presenti in tracce, mentre la vitamina C e l'acido pantotenico sono abbondanti. Le patate colorate di giallo contengono anche un buon quantitativo di carotenoidi.
vitamina A è legata all'intensità del colore della patata, così come ad influenzare in generale il contenuto di vitamine incidono la cottura, le condizioni ambientali, la conservazione etc... Dal punto di vista dei minerali, hanno un elevato contenuto di potassio meno di ferromagnesio etc... Per quanto riguarda la fibra, dipende generalmente dal consumo della patata, il quantitativo aumenta se viene consumata con la buccia altrimenti scende a bassi valori. Le patate sono buona fonte di polifenoli e presentano fattori antinutrizionali, contengono solanina che è un glicoalcaloide tossico che si perde con la cottura corretta. Le patate sono il prodotto che meglio si presta ad un'agricoltura sostenibile quindi difficilmente sono carenti e possono essere impiegate in notevolissimi processi. Le patate contengono un certo quantitativo di acrilamide che rappresenta una problematica nutrizionale importante. L'asparagina presente in quantità.Il testo fornito presenta informazioni riguardanti la presenza di zuccheri riducenti nella patata e le reazioni di Maillard che possono portare alla formazione di acrilamide, un composto utilizzato nell'elettroforesi. Questo composto rappresenta un fattore antinutrizionale pericoloso che può causare danni al corpo. I trattamenti termici possono generare grandi quantità di acrilamide, così come altri intermedi e composti come melanoidine e MRPs, prodotti della reazione di amadori. Ad esempio, i prodotti freschi non contengono tali composti, mentre i prodotti cotti come pane, biscotti, cioccolato e latte ne sono ricchi. Gli AGEs, molecole più complesse dei prodotti di amadori, si trovano in cotture più avanzate e drastiche come le patatine fritte, il caffè tostato e la carne. Infine, vi sono altri composti che possono essere formati durante il processo di cottura.
lemelanoidine (molecole ad alto PM con composizione complessa e pressochè sconosciuta) nei prodotti a cottura ancor più avanzata come crosta del pane, alcuni biscotti dolci o caffè. In parte nel nostro organismo vengono assorbite quelle a medio PM ovvero gli AGEs in piccola parte, mentre i melanoidi e quelli ad alto PM no invece. Comportano danni a livello intestinale, modificano alcuni AA, possono far partire alcune reazioni di ossidazione e perossiossidazione mentre noi stiamo ingerendo o durante il transito dell'alimento. Una piccola % di esse possono essere in qualche modo assorbite e finiscono a livello del fegato che le rimanda in un secondo momento in circolo ed esse o vengono spedite a livello dei reni di cui una piccola parte viene eliminata e il rimanente o ritorna al fegato o si reca ai tessuti. Questo può provocare danni potenziali all'organismo. L'acrilamide infatti può interagire con l'emoglobina dando origine ad una molecola, laglicidamide che può reagire a sua volta con l'emoglobina arrecando danni oppure interagisce direttamente con il DNA legando alle sue basi modificando caratteristiche della catena. Per ovvie ragioni la IARC che è l'agenzia internazionale di ricerca del cancro ha stabilito che l'acrilamide dopo numerosi test e studi è un forte agente neurotossico ed è classificato come probabile cancerogeno nel gruppo 2° (danno intermedio). Gli effetti tossici inoltre sono amplificati da stati di stress ossidativo, da carenze nutrizionali e danni al fegato ma anche dal tempo di cottura, dalla T di cottura attorno ai 120-170°C, dal pH solitamente basico attorno ad 8 o dalla matrice alimentare stessa solitamente nei cibi ricchi di proteine nello specifico asparagina o in quelli ricchi di carboidrati. Anche l'EFSA riporta che attualmente vi siano dati correlabili all'acrilamide come sostanza cancerogena e neurotossica. A livello europeo sono nate di
conseguenze sulla salute, è importante seguire le normative e i consigli per evitare la formazione di quantitativi elevati di acrilamide. Queste indicazioni sono contenute in una Toolbox elaborata nel 2013, rivolta sia alle imprese che all'uso domestico. La Toolbox fornisce raccomandazioni riguardo alle temperature, ai tempi di cottura e altre indicazioni, che vanno dalla selezione delle materie prime all'elaborazione delle ricette o al processo di cottura. Il Ministero della Salute effettua annualmente campionamenti aziendali per verificare l'adeguata adozione di tali raccomandazioni. Nel 2017, ad esempio, solo 100 aziende sono risultate al di sotto del livello di quantificabilità, mentre circa 190 aziende hanno mostrato livelli rilevabili e quantificabili di acrilamide. Secondo l'EFSA, un individuo non dovrebbe assumere più di 0,4-1,9 microgrammi di acrilamide per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Consumando alimenti come caffè, patate fritte, ecc., purtroppo, la quantità di acrilamide assunta può aumentare drasticamente, arrivando anche a 200 microgrammi al giorno. In realtà, le varie conseguenze sulla salute possono essere evitate seguendo le raccomandazioni e le normative appropriate.Per ogni fascia d'età vi sono alimenti che contribuiscono all'esposizione all'acrilamide. Per gli adulti, ad esempio, sono i prodotti fritti a base di patate, caffè e pane. Per i bambini sono i prodotti a base di patate fritte, cereali da colazione e biscotti. Per i neonati sono altri prodotti trasformati a base di cereali e patate nelle pappe.
Attualmente esiste anche una "dose tollerabile". È stato visto infatti che per i tumori, ad esempio, vi è un limite inferiore dell'intervallo di confidenza relativo alla dose di riferimento RMDL pari a 0,17 mg/kg al giorno. Mentre per gli effetti neurologici il dato di sicurezza scatta a valori inferiori a 0,43 mg/kg al giorno. Ciò significa semplicemente che quotidianamente non dobbiamo assumere oltre 170 mg/kg di peso al giorno per l'insorgenza di tumori e 430 per gli effetti neurologici. Sono campanelli di allarme. È impossibile eliminarla, al massimo si può ridurla.
D'altronde una cottura è necessaria per l'ottenimento dei prodotti alimentari così come altre operazioni.LATT