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ARCHIStruttura trilitica: colonne + architrave
Gigantesca pietra usata come architrave, che poggia su due piedritti simmetrici relativamente alla costruzione geometrica. L'architrave ha la funzione di scaricare dei carichi distribuiti in due punti particolari per permettere l'apertura di un varco sottostante. Ci sono però dei limiti imposti da questo tipo di costruzioni (ES: l'apertura non può essere troppo estesa).
La seconda costruzione a sbalzo triangolare permette di avere una quota molto più alta rispetto alla costruzione precedente (anche per il passaggio di merci).
L'arco è una struttura, che comunque era ampiamente utilizzata dai costruttori greci soprattutto per le fondazioni e nelle fortificazioni, ma non nell'architettura di tipo più rappresentativo). Un arco è una struttura simmetrica, che ha ugualmente la funzione di concentrare in due punti carichi ugualmente distribuiti, conservando la sua geometria.
però una struttura che raggiunge il suo equilibrio avvantaggiandosi del fatto di essere costituita da una serie di conci, che permetto grazie al singolo disegno della singola parte di assicurare la stabilità del disegno complessivo.
La struttura è semicircolare e veniva realizzata utilizzando delle centine dal profilo circolare (semiruote). L'arco deve mantenere la sua geometria, perché è quella che permette di mantenere il peso gravante verticale ai lati della struttura stessa. Non si possono creare dei meccanismi diversi, perché il passaggio dei carichi non avverrebbe in modo adeguato.
I singoli conci sono posti in relazione statica e geometrica in relazione alla lavorazione del singolo concio. Le singole parti sono investite di un ruolo importante.
Sono molto importanti tre conci:
- Il concio di chiave
- Due conci di imposta, che permettono di appoggiare l'arco su un piano orizzontale.
Tutti i cunei più o meno simmetrici sono
disposti uno dietro l'altro
L'intradosso è la superficie inferiore della struttura d'arco, che si presuppone avere una sua profondità VS l'estradosso è invece la superficie esteriore.
Geometria semicircolare -> il diametro del semicerchio si può chiamare luce dell'arco.
La freccia è la distanza tra il piano d'imposta e l'intradosso del concio di chiave (spazio di vuoto definito dalla luce dell'arco e dalla freccia dell'arco). Tra la luce e la freccia dell'arco esiste un rapporto 1:2.
Si tratta di una geometria fondamentale che da grandi vantaggi:
- Permette di coprire luci molto più ampie VS architrave in pietra (alcune grandi architetture sono arrivate a realizzare delle strutture che coprono decine di metri) -> Basilica di Massenzio a Roma
- Basilica di Massenzio a Roma
- PANTHEON, Roma (commissionato dall'Imperatore Adriano e costruito fra il 118 e il 128 d.C.)
Nome inserito nel fregio della trabeazione
corinzia: Marco Vispanio Agrippa -> genero di Ottaviano Augusto, console edile e committente di un precedente Pantheon, probabilmente costruito nell'Età Ottaviana, che doveva essere dedicato alle divinità dell'Olimpo in vesti planetarie, anche se in realtà doveva essere dedicato anche ad Augusto e alla sua famiglia. Costruito in Campo Marzio, doveva essere caratterizzato dall'accostamento di un pronao a pianta rettangolare e un naos a pianta circolare, con una cella a sviluppo cilindrico, che doveva avere una copertura lignea che si è probabilmente bruciata, che doveva coprire come una struttura di corona circolare. L'ipotesi che ormai è ritenuta più consolidata è quella che ipotizza, sulla base di ritrovamenti archeologici, che la geometria della cella circolare e le sue dimensioni fossero preesistenti. Operando questa ricostruzione / restauro, Adriano mantiene il ricordo del committente precedente. Il pronao è un
gigantesco pronao octastilo. Alle sue spalle intravediamo un parallelepipedo con una figura piana. Nell'incisione vediamo l'edificio inserito in un tessuto urbano, e vediamo la presenza di due campanili.
In quest'altra immagine vediamo il pronao, mozzicato, rotto, interrotto, e delle tettoie collocate all'interno delle colonne del pantheon. Non vediamo i gradini -> il suolo della città era salito causa detriti, rifiuti, ecc.
Vediamo una serie di edifici rispetto alle case dell'immagine precedente che sono addossati alla cella. Capiamo quindi che si tratta di un edificio molto importante che ha subito una serie di trasformazioni nel corso della sua storia.
Grazie al grande plastico conservato nel Museo della Civiltà di Roma (realizzato nel ventennio fascista) vediamo che l'edificio è concepito sulla base dell'accostamento di tre strutture diverse:
Pronao- Avancorpo: parte a pianta rettangolare a copertura piana (parallelepipedo) ->
elemento di mediazioneCella -> alla pianta circolare corrisponde un gigantesco tamburo (cilindro),- coronato da una cupola estradossataTempio di origine latina (costituito da una pars antica e una pars postica)Si tratta di un elemento di rottura rispetto a una tradizione latina, ma che allo stessotempo ci parla di un legame profondo del tempio latino.La cella non doveva essere visibile nel suo perimetro, perché la cella doveva essereaddossata a un complesso termale -> entrare nella cella doveva risultare una sorpresaagli occhi dei fedeliIncisione: risultato di un procedimento che prevedeva l'incisione del disegno su lastre(che erano originariamente di legno e in seguito di rame), sulle quali veniva dispostala carta, venivano pressate e si ricavava una serie di multipli.L'incisione (sotto l foto dei plastici) ci sottolinea ancora una volta la radicale differenzadei tre volumi.Grande rotonda costruita in tecnica mista in muratura e grazie all'accostamento
diarchi diversi, con una funzione statica, che servono a convogliare solo in alcuni punti della muratura i pesi: archi di scarico.
La vera novità che viene introdotta è la grande cupola estradossata, che sappiamo avere un profilo emisferico, ma che emerge solo in parte dalla struttura del tamburo che la regge.
In un'altra incisione vediamo un ipotetico spaccato assonometrico della cella che ci fa vedere come l'estradosso della cupola ci fa vedere solo una parte della grande struttura, che è una struttura generata dalla geometria dell'arco a tutto sesto, che ha un punto d'imposta che si trova a una quota più bassa rispetto a quella che si vede dall'esterno, perché rispetto all'imposta sono state costruite
delle reni dell'arco edella volta, cioè delle murature che spiccano oltre il piano d'imposta e che hanno lafunzione di contenere le spinte orizzontali della cupola.
Questo spaccato assonometrico, anche con un tono abbastanza drammatico, ci favedere come l'interno di questa cella sia la vera architettura, e come essa si dovessespiegare sotto gli occhi come una grande sorpresa (anche perché il profilo circolaredella cella non doveva essere visibile).
La cupola emisferica corrisponde a una superficie di rotazione: è il risultato di unarotazione a 360° di un arco a tutto sesto rispetto a un asse centrale.
La cupola ha un grande oculo, con un diametro di otto metri, che consente la stabilita.
La struttura della cupola è costruita con anelli concentrici che mantengono lastruttura degli archi.
L'estradosso è caratteristico: parte sommitale liscia + serie di anelli
All'esterno la copertura doveva esser ricoperta di tegole di bronzo
solate (tant'è che siparla del coinvolgimento di astronomi e astrologi egiziani). Il punto d'imposta della grande cupola emisferica si trova ad un altezza che è pari allafreccia dell'arco.
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L'ingresso è costituito da un pronao octastilo che ha una sua fortissima autonomia, rispetto al resto della struttura -> è addirittura diviso in tre navate diverse (una centrale più ampia, le due laterali più strette che conducono a due esedre, nicchie, dove dovevano esserci delle statue).
Le colonne del pronao sono di granito, di ordine corinzio.
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In corrispondenza del punto d'intersezione tra la cella e il pronao si trova una struttura tripartita che ha uno spazio centrale al quale sono accostate le due esedre. Questa architettura svolge una funzione di filtro, di sosta, di articolazione e rende monumentale quel punto di passaggio. L'avancorpo si innesta poi nello spessore potentissimo della cella.
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La cella ha un disegno
estremamente complesso. La cella ha profilo circolare e un ingresso che risponde a un altro vano ricavato all'interno della cella dal profilo curvilineo. A 90° gradi rispetto al percorso assiale che dall'esterno conduce verso l'interno, si trovano altre nicchie con profilo curvilineo. Ruotate di 45° rispetto all'asse centrale ci sono altre nicchie, scavate all'interno del muro, che hanno un profilo trapezoidale legato a una geometria radiale. Passando dall'analisi del vuoto a quella del pieno, vediamo otto giganteschi pilastri in muratura, scavati almeno in parte e probabilmente accessibili tramite delle porte, che sono i pilastri sui quali andavano a convogliare i carichi gli archi di scarico -> architettura che prevede l'apertura di spazi interni, grazie a un sapiente utilizzo di pilastri e volte. L'ingresso è aperto, di fronte troviamo la grande nicchia in comunicazione con la cella Sezione trasversale che illustra ie notiamo che 6 su
8 spazi aperti sono separati dalla nicchia grazie all'introduzione di rapporti proporzionaliuna serie di colonne:
Due colonne di fronte a ogni nicchia- Due colonne a distanza costante fra di loro nelle sei nicchie- Le due colonne rispondo a degli elementi in muratura che permettono di creare- un'architettura circolare che rende omogeneo come in una circonferenza ilprofilo della cella nel suo interno.
È come se ci fosse un'intercapedine tra il paramento interno e quello esterno.
L'interno è scandito in tre livelli diversi
- Primo livello: ordine corinzio, con paraste che creano un ritmo con tre partivuote e 4 elementi pieni e un'alternanza di pieni e di vuoti + trabeazionesovrastante che si interrompe solo in corrispondenza della nicchia d'interno;
- Secondo anello chiamato "attico": importate per la sua dimensione,
- Primo livello: ordine corinzio, con paraste che creano un ritmo con tre partivuote e 4 elem