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* IL RUOLO DELLA TRADUZIONE
Già nel corso dell'Ottocento, una delle prime massime esponenti del romanticismo
italiano, Madame de Staël, aveva scritto “Sull'utilità delle traduzioni” definendole
come mezzo di internazionalizzazione di una cultura.
Sarà proprio grazie al ruolo della traduzione che la cultura di Napoli diventa
EUROPEA.
- Mario Giobbe (1863 – 1906): lavorò autonomamente come traduttore dal francese
d'inizio Novecento, finirà per ammalarsi di depressione e morì suicida. Fu uno degli
interpreti di maggior rilievo della cultura Napoletana soprattutto nel mostrare
l'importanza delle lingue come “materie letterarie”.
Intraprese anche l'attività di giornalista intervenendo in molte questioni politiche e
sociali del suo tempo.
- Venceslao Foulques . Figlio di un francese di Lione, mentre insegnava in Russia fu
costretto a scappare in Italia per via della sua artrite. Quì apre una casa editrice e
dimostra le sue conoscenze linguistiche anche del tedesco.
E' famoso per aver tradotto in italiano molti celebri testi provenienti anche dalla
Russia come “Anna Karenina”.
- Matilde Serao (1856 – 1927). Il titolo della sua opera “Fantasia” fu un'originale
traduzione di “Reverie” (sogno ad occhi aperti, fantasticheria). Il romanzo parla di un
ragazzo di buona famiglia che esce dal collegio e si sposa con un industriale di
Caserta. All'interno della reggia, si coltiva un sogno che però termina con il suicidio.
Caratteristiche del romanzo sono:
1) Sistema proverbiale: è comune a molti romanzi naturalisti/veristi (a partire da
Verga)
2) Il romanzo contemporaneo è legato al commento delle azioni: è portato
all'esasperazione, diventa quasi parodico.
La situazione culturale e lettaria a Napoli nell'Ottocento
Già nel Settecento Napoli era un centro culturale in grado di raccogliere molti
intellettuali provenienti dalla periferia del regno ma è nell'Ottocento che la città
partenopea abbonda di figure, forme e vicende a livello culturale (lo stesso Benedetto
Croce ne “La vita culturale a Napoli dal 1860 al 1900”, scritta nel 1909,
approfondisce alcuni spunti su questo contesto).
Il 1860 fu un anno fondamentale per lo sviluppo culturale dell'Italia del Meridione
perchè, a partire da questa data, tornano a Napoli tutti gli eminenti personaggi esiliati
o incarcerati dal 1848. Infatti, gli anni fra il 1848 ed il 1860 furono gli anni più bui
per la cultura Napoletana poiché tutte le scuole letterarie e filosofiche furono chiuse;
l'unica fonte letteraria era la stretta cerchia dell'Arcadia (legata però ancora al
classicismo e troppo anacronistica per l'Ottocento). Nel frattempo però si assiste alla
proliferazione di scuole politiche (viene posta grande attenzione allo studio di Hegel).
Intellettuali come Bertrando Spaventa (1817 - 1883) e Vittorio Imbriani (1840 –
1886) furono costretti all'esilio e si recarono a Torino dove svolsero le loro attività.
Oltre a Torino, molti intellettuali si dispersero in città come Pisa ed altre: ci fu una
sorta di stagno culturale e tutti i propositi di riforma furono annullati insieme alla
speranza di rinnovamento. Altri come Luigi Settembrini (1813 – 1876) furono invece
incarcerati e costretti a continuare le loro opere in cella.
• Nel 1860 tutti gli intellettuali tornano in patria tornano in patria per riformare una
cultura ancora troppo arretrata. Protagonista di questo rinnovamento fu Francesco De
Sanctis (1817 – 1883), già ministro dell'Istruzione a Napoli e capace di riformare
l'università in 8 giorni chiamando nuovi docenti: a Spaventa fu assegnata la cattedra
di filosofia, a Settembrini quella di Letteratura Italiana ed a De Blasis quella di Storia
Moderna. Questa riforma trovò una grande opposizione negli Scapigliati (movimento
diverso però dalla Scapigliatura lombarda).
Attorno a Spaventa si formò una cerchia di giovani studiosi che andarono a ricoprire
vari ruoli al fine di rinnovare la cultura: essi erano portati per gli studi filosofici e
letterari ed il loro circolo prese il nome di “Scuola di Spaventa”.
Per De Sanctis la scuola doveva avere un carattere educativo (educare lo spirito e
formare la mente dello studente) e divenire una sorta di laboratorio, luogo comune.
Tra il 1860 ed il 1875, i nuovi docenti si sentirono portavoci di qualcosa di nuovo per
la società e si sentirono non solo insegnanti ma anche educatori.
La nuova temperie culturale attirò molti intellettuali anche fuori da Napoli ed in
particolare furono i francesi a monitorare lo sviluppo di Napoli (e viceversa, Napoli
aveva nella Francia un modello: il francese era una lingua di studio obbligatoria ed
era la seconda lingua dei documenti ufficiali).
Nel 1865 Marc Monnier (1829 – 1885) scrisse un articolo su “La rivista dei due
mondi” intitolato “Il movimento italiano a Napoli dal 1830 al 1865 nella letteratura e
nell'insegnamento”: è il segno che Napoli inizia ad aprirsi alle influenze letterarie
straniere anche grazie alla diffusione di libri stranieri che arrivavano alla libreria
“Dekten” che raccoglieva libri vietati dalla censura. Dal 1860 l'attività di questa
libreria favorì in maniera esponenziale la circolazione di nuove idee soprattutto dalla
Francia. Nella Dekten si tenevano dibattiti di letteratura e il proprietario faceva
intervenire gli autori stranieri tra cui Ippolito Taine (1828 - 1893) che, nel suo
“Viaggio in Italia” traccia un resoconto della libreria e dei testi in essa contenuti.
Inizialmente, la letteratura a Napoli è di semplice imitazione dei modelli inglesi
(Byron) e francesi (Hugo e Martin).
Un evento di grande rilevanza in questo periodo è la nascita degli editori: prima del
1860 erano figure assenti a Napoli (quelli che c'erano stampavano solo libri scolastici
o classici italiani plagiati o contraffatti rispetto alle edizioni originali dei fratelli
Moniere, unica casa editrice italiana). A partire dal 1860 l'editore diventa una figura
sociale soprattutto per quanto concerne la circolazione libresca e culturale (anche se il
problema della contraffazione continuava a persistere) e ricordiamo la casa editrice
dei fratelli Morano, calabresi.
- Nascita di riviste e giornali. Tra le prime riviste troviamo “Il Giornale Napoletano”
(la sua pubblicazione si interruppe nel 1872 per poi riprendere nel 1875 con il nome
di “Giornale Napoletano di filosofia, letteratura, scienze, morali e politiche”:
aumentano la quantità di numeri e le collaborazioni, si aggiungono saggi di e su
autori stranieri e su tematiche sanscrite e mitologiche).
Tra il 1869 ed i 1873 un professore di pedagogia, Edoardo Fusco, pubblica una rivista
pedagogica dal titolo “Il progresso educativo”.
Nel 1871 nasce la “Rivista critica di scienze, lettere ed arti” diretta da Giordano
Zocchi.
Con il passare degli anni, “Il Giornale Napoletano e molti altri furono messi in crisi
dalla nascita dei giornali domenicali; il più importante fra questi, su cui scriverà
Vittorio Pica (1864 – 1930), fu “La fanfulla della domenica”(inaugurata da De
Sanctis) che prendeva la difesa del verismo.
Il 5 Ottobre 1860 nasce il giornale politico “Il pungolo”, di sinistra, che si impegnò in
molte battaglie politiche, sociali e culturali. Nello stesso anno nasce “L'indipendente”
di Dumas padre.
Nel 1871 nasce la Gazzetta di Napoli e nel 1879 vede la luce “Il corriere del
mattino”.
- Sviluppo del teatro e del Romanzo d'appendice (i romanzi d'appendice, o a puntate,
uscivano a puntate sulle riviste e di configuravano come romanzi d'intrattenimento
per la nuova borghesia). Mastriani fu un noto romanziere d'appendice che scrisse più
di 100 romanzi di stampo naturalistico (è a lui che si ispira Matilde Serao).
A partire dal 1883 al 1885 tutto questo risveglio culturale comincia a decadere perchè
tutti gli attori principali del rinnovamento morirono: inizia un nuovo periodo buio per
la cultura partenopea che però porta allo sviluppo di nuove forme letterarie.
• E' infatti in questo contesto che nasce la letteratura regionale: nel 1869
Settembrini mise a punto una biblioteca napoletana per raccogliere le opere di tutti gli
scrittori del mezzogiorno.
• A partire dal 1880 si sviluppa anche la letteratura d'arte con Vittorio Pica
(ricordato come mediatore culturale del Mezzogiorno) come massimo esponete: era
un movimento giovanile composto di ragazzi conoscitori dei romanzi veristi e dei
poeti francesi, soprattutto maledetti, e di spiccata propensione artistica.
* Vittorio Pica (1864 – 1930) nasce a Napoli e sin da giovane si dimostra
appassionato al Decadentismo francese. Inizia la sua carriera vincendo un concorso
letterario su “La fanfulla della domenica” nel 1882 con un articolo sui fratelli
Goncourt. Già a 30 anni riuscì ad essere noto nell'ambiente SIMBOLISTA francese e
sul “Corriere del Mattino” presenta dei ritratti di autori francesi da portare alla
conoscenza del pubblico partenopeo.
Il suo interesse per i francesi fu alimentato anche dai suoi viaggio, soprattutto nel suo
viaggio a Parigi del 1891, dove ha l'occasione di entrare in contatto diretto con
Mallarmè e dove si perfezionò non solo come traduttore ma anche come mediatore
culturale. I suoi interessi erano variegati: si interessava di arte orientale,
impressionismo, scultura e di architettura. Opera per sprovincializzare e
modernizzare la letteratura del meridione italiano cercando di aprirla all'Europa. Egli
inoltre era un vero e proprio artista: partecipò alla Biennale di Venezia e fondò la
prima rivista artistica italiana dal nome “Emporium” (1895) in cui viene dedicata
molta attenzione a tutte le arti (grafiche ed applicate precorrendo l'Avanguardia).
La sua caratteristica era quella di non avere un metodo accademico: si autodefiniva
un “dilettante” e seguiva solo i suoi istinti creativi ma anche grazie a ciò occupò una
posizione di rilievo e fu tra i primi a favorire il dialogo fra Napoli e la Francia.
Sotto l'impulso di Pica nacquero i giornali letterari giovanili, tra cui ricordiamo il
“Fantasio” (1881-1883).
Altro esponente della letteratura d'arte fu Federico Verdinois che nel 1871 inizia a
collaborare con “La fanfulla della domenica” per poi arrivare a fondare nel 1879 “Il
corriere del Mattino”, culla vera della nuova letteratura napoletana. E' qui che inizia
a pubblicare i primi bozzetti Matilde Serao la quale, inizialmente, si firma con
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