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L'organizzazione delle decisioni

L'organizzazione delle decisioni è un luogo dove gli uomini decidono secondo una certa programmazione e un certo coordinamento. L'uomo dispone di una razionalità limitata. I limiti oggettivi della conoscenza, l'impossibilità di considerare contemporaneamente troppe variabili, l'incertezza interna a ogni gerarchia delle preferenze, la disposizione mentale, le convinzioni dovute alla formazione culturale e i vari condizionamenti sociali fanno sì che nella maggior parte dei casi le decisioni vengano prese secondo un criterio di sufficienza e di soddisfazione minimale.

Obiettivo di Simon consiste nel riprendere il modello proposto da Barnard sull'equilibrio tra incentivi e contributi come principio generale di funzionamento di un'organizzazione. Tale equilibrio appare come la risultante nel tempo di un complesso di decisioni tutte limitatamente razionali; esse riguardano il flusso delle attività interne all'organizzazione.

le procedure che regolano tali flussi e le scelte che gli individui compiono in rapporto all'organizzazione. In tale oggetto centrale dell'analisi è rappresentato dalle forme e dall'intensità prospettiva, dell'identificazione dei soggetti con l'organizzazione complessiva e sue sub-unità. Simon effettua una critica radicale dei principi di amministrazione presentati dalla scuola classica come delle verità universali e inoppugnabili; essi stabiliscono che l'efficienza tende ad aumentare se si specializzano i compiti in seno al gruppo di lavoro, si assegnano i componenti del gruppo a una sola gerarchia di autorità, si restringe l'ambito del controllo ad un piccolo numero di dipendenti e si raggruppano quest'ultimi secondo criteri coerenti come fine, procedimenti, clientela e luogo di lavoro. Simon analizza tali criteri per dimostrarne l'inconsistenza. Il principio di specializzazione stabilisce che

L'efficienza aumenta se i dipendenti vengono specializzati; tale affermazione può essere valida secondo due criteri. Il primo è in base alle funzioni svolte, in modo che i dipendenti devono occuparsi di tutti i problemi attinenti a una data funzione a prescindere dal luogo in cui essi si verificano; il secondo è su base territoriale in modo che i dipendenti collocati in una data area devono occuparsi di tutto ciò che avviene in quell'area.

La scuola classica non dice quale di questi due criteri sia migliore; di conseguenza, la grande teoria amministrativa non offre alcuna soluzione concreta.

Il principio di unità di comando stabilisce che ogni dipendente debba ricevere ordini da un unico superiore; tale principio trova dei contrasti in quanto esistono catene complesse di lavori e competenze che non possono essere affidate ad un unico superiore.

Il principio dell'ambito di controllo dichiara che quanto più i gruppi sono piccoli tanto più

è facileIl principiocontrollarli e quindi maggiore è l’efficienza. Applicare tale principio significa optare per unastruttura a maglie strette le quali devono essere coordinate in modo da garantire le comunicazioniverticali e orizzontali. Tale principio contrasta con un altro secondo cui l’efficienza aumenta se siriduce il numero dei livelli amministrativi attraverso i quali passano le comunicazioni.L’ultimo principio sancisce che l’efficienza cresce se il personale viene raggruppato secondo fine,procedimenti, clientela e territorio; non stabilisce niente di valido in quanto fine, procedimenti,clientela e territorio sono criteri organizzativi tra loro concorrenti e ad ogni momento i vantaggi chederivano da tre di essi debbono essere sacrificati per applicare il quarto.Bisogna creare degli strumenti operativi che consentano di pervenire a delle descrizioniscientificamente significative di situazioni amministrative specifiche. Tali descrizionidovranno essere valutati in base a criteri empirici. Tuttavia, Simon sottolinea che le decisioni non sono prese in un vuoto, ma sono influenzate da una serie di fattori esterni. Queste influenze possono includere le norme sociali, le aspettative degli altri, le esperienze passate e le informazioni disponibili. Pertanto, per comprendere appieno le decisioni di una persona, è necessario considerare anche queste influenze. Una volta completata questa analisi, è possibile valutare se sono necessari interventi per migliorare le decisioni prese. Questi interventi potrebbero includere l'acquisizione di nuove informazioni, la modifica delle norme sociali o l'adattamento delle aspettative degli altri. Tuttavia, prima di intraprendere tali interventi, è importante comprendere appieno le decisioni e le influenze che le hanno condizionate. Simon distingue anche tra giudizi di fatto e giudizi di valore. I giudizi di fatto sono descrizioni oggettive del mondo sensibile e del suo funzionamento. Sono giudizi empirici che possono essere verificati come veri o falsi. D'altra parte, i giudizi di valore esprimono una preferenza per uno stato di cose ritenuto desiderabile. Questi giudizi hanno un valore etico e sono basati su opinioni personali. Non possono essere verificati scientificamente, ma dipendono da premesse di valore individuali. Simon sostiene che le decisioni sono un processo in cui vengono scelti determinati mezzi per raggiungere determinati fini. La scelta dei mezzi può essere valutata attraverso giudizi di fatto, ma l'adeguatezza dei mezzi dipende dai giudizi di valore. Pertanto, la scienza e l'etica rappresentano due dimensioni concettualmente distinte dell'agire umano. In conclusione, per comprendere appieno le decisioni di una persona è necessario considerare sia le influenze esterne che i giudizi di fatto e di valore. Solo dopo aver compiuto questa analisi è possibile valutare se sono necessari interventi per migliorare le decisioni prese.

la desiderabilità del fine è oggetto di giudizi di valore. Come in Weber alla razionalità rispetto allo scopo corrisponde la burocrazia, in Simon ai giudizi di fatto corrisponde la scienza dell’amministrazione. Weber vede una profonda tensione tra la razionalità rispetto allo scopo e quella rispetto al valore, destinata ad aggravarsi nel mondo moderno a causa della crescente potenza dei mezzi tecnologici. Simon invece, pone in relazione mezzi e fini, quindi giudizi di fatto e di valore; nei concreti comportamenti umani esiste sempre un continuum facce: è al contempo un fine dell’azione precedente e un mezzi-fini. Ogni azione ha sempre due mezzi per l’azione successiva; in quanto mezzo, essa è soggetta a dei giudizi di fatto sulla sua idoneità a raggiungere un dato fine, ed in quanto fine è soggetta a dei giudizi di valore. Simon definisce la razionalità umana come la selezione di alternative di comportamenti.

preferiti in rapporto ad un sistema di valori in base al quale sia possibile valutare le conseguenze del comportamento. In contrapposizione con la teoria economica classica, si tratta di una razionalità limitata. Simon analizza le cause che limitano la razionalità delle decisioni umane. In primo luogo, raramente la catena dei mezzi fini è completa; quanto più il fine è remoto tanto più debole diventa l'integrazione tra le varie azioni. Spesso la connessione tra le attività quotidiane e i fini ultimi manca, è dovuta al rifiuto o all'incapacità da parte dei capi dell'organizzazione di decidere su questioni politiche scottanti. La razionalità illumina così solo un segmento del continuum che poi si perde nell'ombra del non detto, dell'ambiguo, del non ancora deciso; il limite trova le sue radici nell'impossibilità di pervenire

A una consapevolezza totale del continuum mezzi-fini. In secondo luogo, la scelta dei mezzi. Spesso si è portati a scegliere una data via escludendo a priori un esame più ampio; ciò può essere causato dalla resistenza ad apprendere nuove strade, dal ricordo di successi precedenti che si spera di ripetere o da convinzioni radicate.

In terzo luogo, l'impossibilità di separare completamente i mezzi dai fini perché la scelta dei mezzi non è mai neutrale rispetto ai fini che gli uomini si propongono.

Un quarto fattore consiste nel fatto che non è possibile conoscere a priori tutte le conseguenze di una scelta e fare una gerarchia sicura delle preferenze. Per provvedere a questo limite si elaborano previsioni probabilistiche basate sull'esperienza passata e si assumono degli obiettivi intermedi come sufficientemente preferibili, ma si lascia nell'ambiguità il giudizio sulle possibili gerarchie di preferenze più remote.

Limitare l'analisi ad un certo punto della catena delle conseguenze, appare come una condizione indispensabile per poter prendere una decisione.

Un quinto e ultimo fattore consiste nel fatto che nelle organizzazioni le decisioni raramente sono individuali, ma esprimono comportamenti di gruppo; le decisioni possono essere prese in una situazione cooperativa, che si ha quando i membri del gruppo condividono gli obiettivi e si scambiano informazioni dando luogo ad un lavoro di equipe. Le decisioni possono essere prese anche in situazioni di conflitto che si ha quando i soggetti mutano il loro comportamento in relazione alle mosse dell'avversario. In entrambi i casi, quanto maggiore è il gruppo dei partecipanti reali alla decisione, tanto maggiore è la probabilità che si giunga a dei compromessi e a degli aggiustamenti tra le varie convinzioni e i vari interessi in gioco.

Per Simon, tutti questi fattori portano a due conclusioni fondamentali. La prima è che le

Le decisioni vanno viste come processi in cui mezzi e fini vengono scelti e confrontati strada facendo; la seconda è che nella normalità dei casi le persone si accontentano di soluzioni soddisfacenti, dove la preferibilità di una soluzione rispetto a un'altra è sempre relativa e prevedibile.

Secondo Simon se la razionalità non fosse limitata, non potrebbe esserci una struttura organizzativa stabile in quanto i modelli di comportamento che chiamiamo organizzativi sono essenziali per il raggiungimento della razionalità in senso lato.

La connessione tra i limiti umani e la necessità di ricorrere alla cooperazione organizzata trova una teorizzazione con Barnard. Gli uomini hanno limiti fisici, psichici, culturali, che impediscono loro di perseguire degli obiettivi complessi; per spostare più avanti questi limiti, gli uomini devono creare dei sistemi di cooperazione dotati di un efficace equilibrio tra i contenuti richiesti e gli incentivi offerti.

Simon riprendendo tale tesi, sostiene che le organizzazioni offrono il modo più efficace per integrare e coordinare il comportamento umano mantenendo la razionalità a un livello alto. Affinché gli uomini possano porsi degli obiettivi complessi non basta che lavorino in gruppo; occorre anche che non siano costretti a prendere decisioni nuove per ogni singolo atto che compiono, ma che possano ricorrere a sequenze di decisioni prestabilite in base a esperienze e calcoli. Le decisioni programmate non si limitano a dare schemi per eseguire i lavori materialmente richiesti dentro l'organizzazione; esse servono anche ad assorbire l'incertezza. La maggior parte un'esplorazione completa non è possibile perché imporrerebbe costi e ritardi delle volte, intollerabili; si decide allora di decidere in base ad alcuni indicatori che stanno al posto delle prove certe, ma ai quali i calcoli e le esperienze precedenti conferiscono un grado accettabile di probabilità.

à. Questo approccio permette di prendere decisioni in modo efficiente, basandosi su informazioni limitate e risorse limitate. Simon sostiene che i modelli semplificati sono necessari perché l'essere umano ha una capacità cognitiva limitata. Non siamo in grado di elaborare tutte le informazioni disponibili e considerare tutte le possibili alternative in ogni situazione. Pertanto, dobbiamo semplificare la realtà per poterla comprendere e prendere decisioni. Un esempio di modello semplificato è il concetto di "uomo economico razionale" utilizzato in economia. Questo modello assume che le persone prendano decisioni razionali, massimizzando il proprio benessere in base alle informazioni disponibili. Tuttavia, nella realtà, le persone possono essere influenzate da emozioni, pregiudizi e limitazioni cognitive. Simon sostiene che i modelli semplificati sono utili perché ci permettono di prendere decisioni rapide ed efficienti. Tuttavia, è importante essere consapevoli delle limitazioni di questi modelli e considerare anche altri fattori, come le emozioni e le relazioni sociali, nella presa di decisioni. In conclusione, secondo Simon, il comportamento razionale richiede l'utilizzo di modelli semplificati che ci permettano di prendere decisioni efficienti. Tuttavia, è importante considerare anche altri fattori nella presa di decisioni, al di là dei modelli semplificati.
Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
8 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sandrauselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di sociologia dell’organizzazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Zurru Marco Luciano.