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In questa tabella, vediamo come il capitale iniziale viene gradualmente ridotto dal
flusso di cassa positivo in ogni anno.
Relazioni e contrasti tra NPV e IRR
Quando si analizza un singolo investimento, i criteri NPV e IRR di solito danno
risultati concordi. Se il NPV è positivo (NPV>0\text{NPV} > 0NPV>0), l'investimento è
vantaggioso, e lo stesso vale per l'IRR: se l'IRR è maggiore del tasso di attualizzazione
(IRR>k\text{IRR} > kIRR>k, dove kkk è il costo del capitale), l'investimento viene
accettato.
Tuttavia, i contrasti tra NPV e IRR emergono quando si devono confrontare
investimenti alternativi, soprattutto quando questi differiscono per dimensione.
Poiché il NPV è un criterio assoluto, tende a favorire gli investimenti di maggiore
dimensione, mentre l'IRR, essendo un criterio relativo, non tiene conto dell'entità
dell'investimento, ma si concentra sul rendimento percentuale.
Analisi di un investimento non obbligato
Nel caso di un investimento non obbligato, dove esiste un singolo valore di IRR reale e
positivo, i criteri NPV e IRR tendono a concordare. Ad esempio, se l'investimento ha un
NPV positivo e un IRR superiore al tasso di attualizzazione, entrambi i criteri
indicano che l'investimento è vantaggioso.
Quando si confrontano investimenti alternativi, invece, possono sorgere differenze.
Se due progetti hanno lo stesso IRR ma una dimensione diversa, il criterio NPV
preferirà l'investimento di maggiori dimensioni, mentre l'IRR non considererà la
dimensione assoluta, ma si concentrerà sul rendimento percentuale.
In conclusione, l'IRR fornisce un utile strumento per la valutazione degli investimenti,
ma in presenza di investimenti alternativi di dimensione diversa o con flussi di
cassa complessi, è importante integrare l'IRR con altre tecniche, come l'NPV, per una
valutazione più completa e accurata delle opportunità di investimento.
Relazioni e contrasti tra NPV e IRR
Quando un'impresa deve prendere una decisione di investimento, i criteri NPV (Net
Present Value) e IRR (Internal Rate of Return) sono due degli strumenti principali
utilizzati. Tuttavia, possono sorgere contrasti tra questi due metodi, soprattutto
quando si analizzano investimenti mutuamente esclusivi (cioè progetti che non
possono essere scelti insieme) o quando gli investimenti differiscono per dimensione,
vita utile, o distribuzione temporale dei ritorni.
Analisi di un investimento non obbligato
Nel caso di un investimento non obbligato, NPV e IRR tendono a dare valutazioni
concordi quando esiste un unico valore di IRR reale e positivo. Se il valore dell'IRR è
superiore al costo del capitale (k), l'investimento è considerato vantaggioso. Questo si
traduce in un NPV positivo, e la condizione per accettare l'investimento può essere
espressa come:
k<IRRk < IRRk<IRR
In tal caso, il profilo NPV in funzione del tasso di attualizzazione kkk assumerà un
andamento simile a quello mostrato nella Figura 19.2, e i due criteri (NPV e IRR)
porteranno alla stessa conclusione.
Il confronto tra investimenti mutuamente esclusivi
Tuttavia, quando si confrontano investimenti alternativi (mutuamente esclusivi),
possono emergere contrasti tra NPV e IRR. Questi contrasti si evidenziano
graficamente, come illustrato nella Figura 19.3, in cui il punto di intersezione tra le
curve NPV1(k) e NPV2(k) (chiamato punto di Fischer) può far sì che il criterio NPV
suggerisca di scegliere un investimento, mentre il criterio IRR suggerisce l'altro.
Questo contrasto si verifica perché:
NPV è un criterio assoluto, che considera l'ammontare totale di valore
economico creato dall'investimento.
IRR è un criterio relativo, che misura il rendimento percentuale
sull'investimento, senza tener conto della sua dimensione assoluta.
Cause di contrasto tra NPV e IRR
I contrasti tra NPV e IRR possono essere attribuiti a diversi fattori:
1. Differente dimensione dell'investimento:
Investimenti con dimensioni maggiori (capitale investito più alto) tendono
o a generare un NPV più elevato, poiché aumentano il valore complessivo
creato dall'investimento, a parità di tasso di rendimento.
L'IRR, essendo un tasso relativo, non considera la dimensione assoluta
o dell'investimento e quindi potrebbe preferire un investimento più piccolo
che offre un tasso di ritorno più elevato.
2. Distribuzione temporale dei ritorni:
Se un investimento ha ritorni più rapidi, l'IRR tende a favorirlo, poiché
o presuppone che i flussi di cassa vengano reinvestiti al tasso IRR, che di
solito è maggiore del costo del capitale kkk.
Al contrario, l'NPV tende a favorire investimenti con ritorni dilazionati nel
o tempo, poiché il valore di un flusso di cassa futuro è scontato a un tasso
più elevato, riducendo il contributo di quei ritorni al valore totale
dell'investimento.
3. Vita utile dell'investimento:
Investimenti con una vita utile più lunga generano ritorni più lontani nel
o tempo, e l'NPV tende a favorirli poiché gli altri flussi di cassa hanno più
tempo per accumularsi.
L'IRR, tuttavia, potrebbe preferire investimenti con ritorni più rapidi,
o poiché il tasso di rendimento non è influenzato dalla durata
dell'investimento.
Soluzione ai contrasti tra NPV e IRR
Quando si verifica un contrasto tra i due criteri, esistono diversi approcci per risolvere
il conflitto:
1. Differente distribuzione temporale dei ritorni:
Il contrasto nasce dal fatto che il NPV assume che i flussi di cassa
o vengano reinvestiti al tasso di costo del capitale kkk, mentre l'IRR
assume che i flussi vengano reinvestiti al tasso di IRR stesso. Questo può
portare a divergenze nelle scelte. La soluzione è esplicitare il tasso di
reinvestimento effettivo (j) per determinare quale dei due criteri è più
adatto.
2. Differente vita utile:
Se gli investimenti hanno vite utili diverse, è necessario omogeneizzare
o la durata degli investimenti. Questo può essere fatto sia riducendo la
durata dell'investimento con vita più lunga (aggiungendo un valore
terminale) o estendendo la durata dell'investimento con vita più breve
(introducendo opportunità di reinvestimento).
3. Differente dimensione dell'investimento:
In assenza di vincoli di budget, è consigliabile scegliere l'investimento
o con il maggiore NPV, poiché tale investimento porterà ad un aumento
maggiore del valore economico dell'impresa.
In presenza di vincoli di budget, è opportuno selezionare l'investimento o
o il portafoglio di investimenti che massimizza il NPV, tenendo conto dei
limiti di capitale disponibili.
Esistenza di più motivi di contrasto
Nel caso in cui gli investimenti differiscano per più di una caratteristica (dimensione,
vita utile, distribuzione dei ritorni), è possibile risolvere il contrasto applicando i
seguenti passaggi:
1. Identificazione dei portafogli compatibili con i vincoli di budget, se
presenti, eliminando il problema della dimensione.
2. Uniformare la vita utile degli investimenti, riportandoli alla stessa durata.
3. Applicare il criterio NPV ai portafogli risultanti, per scegliere l'investimento
che massimizza il valore economico dell'impresa.
In assenza di vincoli di budget, la prima fase può essere omessa, e il NPV, dopo aver
uniformato la vita utile, guiderà direttamente la scelta dell'investimento più
vantaggioso.
Conclusione
I contrasti tra NPV e IRR sono generalmente legati a differenze nella dimensione
dell'investimento, nella distribuzione temporale dei ritorni e nella durata
dell'investimento. L'adozione di uno o dell'altro criterio dipende dalle caratteristiche
specifiche dell'investimento e dai vincoli imposti, come il budget disponibile. La
comprensione delle cause dei contrasti e l'applicazione di regole di decisione
appropriate possono aiutare a scegliere il miglior investimento per l'impresa.
La funzione di ripagamento e il Pay Back Attualizzato
La funzione di ripagamento è un indicatore del valore cumulato e attualizzato dei
flussi di cassa (NCF) generati da un investimento nel tempo. Rappresenta la capacità
dell'investimento di "ripagarsi" in termini di flussi di cassa attualizzati rispetto al
capitale iniziale investito. La funzione è definita come:
FR(t)=∑t=0TNCF(t)(1+k)tFR(t) = \sum_{t=0}^T \frac{NCF(t)}{(1+k)^t}FR(t)=t=0∑T
(1+k)tNCF(t)
Dove FR(t)FR(t)FR(t) è il valore cumulato attualizzato dei flussi di cassa fino al tempo
ttt, e kkk è il tasso di attualizzazione.
Caratteristiche della Funzione di Ripagamento
La funzione di ripagamento tipicamente presenta:
Un valore iniziale negativo, corrispondente ai flussi di cassa negativi
(investimento iniziale) al tempo 0.
Un andamento monotono crescente a partire dal momento in cui i flussi di cassa
diventano positivi, a meno che non ci siano forti reinvestimenti successivi.
Questa funzione permette di visualizzare come la liquidità generata dall'investimento
evolve nel tempo, e consente di determinare due indicatori principali:
1. Net Present Value (NPV): Il valore che la funzione di ripagamento assume al
termine della vita dell'investimento.
2. Tempo di Pay Back Attualizzato (PB): Il periodo necessario affinché i flussi di
cassa attualizzati coprano il capitale investito.
Il Tempo di Pay Back Attualizzato
Il tempo di pay back attualizzato è definito come il periodo in cui i flussi di cassa
generati dall'investimento coprono il capitale iniziale, tenendo conto anche del costo
del capitale. È determinato come l'ascissa in cui la funzione di ripagamento incrocia
l'asse delle ascisse (quando FR(t)=0FR(t) = 0FR(t)=0).
La formula analitica per il calcolo del tempo di pay back attualizzato è:
PB=∑t=0TNCF(t)(1+k)t=0PB = \sum_{t=0}^T \frac{NCF(t)}{(1+k)^t} = 0PB=t=0∑T
(1+k)tNCF(t)=0
Il criterio del tempo di pay back attualizzato è particolarmente utile in contesti dove
l'impresa desidera recuperare rapidamente il capitale investito, soprattutto per
investimenti a breve termine o in contesti di incertezza. Se il tempo di pay back
attualizzato è inferiore a una soglia predefinita dall’impresa, l'investimento è
considerato accettabile.
Confronto con il NPV
Il tempo di pay back attualizzato è un criterio che può entrare in contrasto con il NPV,
soprattutto in presenza di investimenti strategici (grandi investimenti con alti costi
iniziali e ritorni lenti). Mentre