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PARTE SECONDA
IMMAGINI PER CRESCERE
Di Gianfranco Staccioli
1. Da dove si comincia?
A. Di-segni in segni
La differenza fra un segno ed un disegno sta nella maggiore casualità dell'uno rispetto all'altro. Le prime tracce dei
bambini possono essere considerate casuali come prodotto, ma non casuali come intenzionalità. I bambini
piccolissimi sono spinti da un piacere motorio, esplorativo, produttivo e non pre-vedono gli effetti completi delle
loro azioni. È un volere lasciare traccia di sé, è una rappresentazione, è un messaggio. È dunque un segno. Una
traccia è un segno del bambino che la produce e che guarda con curiosità e meraviglia il prodotto ottenuto e che
cerca conferma nell'adulto. Nella prima produzione dei bambini ci sono tutte le caratteristiche delle produzioni
adulte. Questa è la tesi che cercheremo di sviluppare mostrando come esiste la possibilità di offrire occasioni di
valorizzazioni di crescita delle competenze grafiche, e plastiche fino dalla primissima infanzia. Se si tratta di un filo
che unisce i primi segni dei bambini alle opere adulte, noi potremmo procedere nella riflessione del fenomeno delle
rappresentazioni per immagini sia in un senso, sia nell'altro. Potremmo cioè mettere in contatto un campo del filo
con l'altro capo, potremo confrontare le produzioni degli artisti adulti con quelle dei bambini. A noi interessa
sottolineare due cose. La prima è che esiste un continuum fra l'esperienza dei bambini piccoli, quella dei più grandi e
quella degli adulti. Va riconosciuto da subito al bambino il diritto alla sperimentazione e alla comprensione della
dimensione delle immagini. La seconda è che questo continuum per potersi snodare ha bisogno di un certo
intervento dell'adulto.
B. Dieci buone ragioni
L'attività grafico-pittorica ha, per il bambino, una particolare importanza: modo naturale per comunicare; mezzo per
ritornare sulle conoscenze acquisite; strumento di acquisizione del linguaggio iconico; oggetto di elaborazione,
progettazione, espressione; materiale efficace per entrare in relazione con altri; attività per sviluppare un proprio
stile personale; stimolo visivo ed emotivo per raccontare, inventare, fantasticare... A seconda di come, quanto, con
quali atteggiamenti, l'adulto propone, accoglie, indirizza le attività con le immagini, avvengono nella crescita cose
diverse. L'adulto si propone esplicitamente di adeguare il bambino allo specifico contesto culturale nel quale il
bambino si trova a crescere. Questa abitudine porta ad un lento appiattimento della produzione grafica fino al suo
abbandono come mezzo di comunicazione espressiva. Il "decalogo" è articolato in due sezioni, una relativa a ciò che
dovrebbero saper fare gli adulti e l'altra relativa ai bambini.
Le azioni degli adulti:
-consolidare e sconvolgere. È importante confermare la costruzione degli schemi, gli stereotipi fissi non aiutano la
crescita.
-Entrare ed uscire. A volte può essere utile entrare nell'attività grafica per sapere e domandare cosa il bambino sta
rappresentando. Ma è più importante, e più difficile, saper uscire, per lasciare spazio, osservare, ascoltare, essere
disponibili. Non è utile intervenire per correggere o per consigliare le nostre soluzioni.
-Offrire e ricevere. L'adulto ha il dovere di offrire stimolazioni, tecniche nuove, situazioni inconsuete, arricchimenti,
conoscenze. Saper leggere, cogliere, ricevere, accettare è la strada del rispetto e dell'efficacia didattica.
-Predisporre e lasciare andare. Un contesto curato crea abitudini di autonomia e tranquillità, allenta le tensioni. Se
non c'è da preoccuparsi ci si può lasciar andare.
-Avventurare e proteggere. Occorre proteggere il bambino dalla frustrazione di una critica al suo lavoro occorre
anche che impari ad andare oltre... una cosa è interessante quando ci "dice qualcosa".
Le azioni dei bambini:
-Godere. Il piacere del fare, del manipolare accidentalmente, dello scoprire accidentalmente, e il fascino del
meraviglioso, del magico, dell'emozionante.
-Trasporre. Rappresentare è rielaborare, trasformare, rendere in forma diversa, spostare su un altro piano...
-Cercare. La variazione degli schemi è un piacere per i bambini e gran divertimento per la lettura degli adulti. Si deve
cercare un modo sempre diverso di rappresentare la stessa cosa.
-Meticciare. Ogni bambino cresce con un proprio stile rappresentativo. Uno stile puro non esiste; esso è sempre
opera di meticciamento. Va bene copiare, guardare i prodotti dei compagni, osservare immagini con stili diversi...
-Progettare. La capacità di progettazione, in teoria, è direttamente proporzionale con il crescere dell'età. Nella scuola
bambini vengono lasciati liberi di esercitarsi nella progettazione quando sono piccoli, rispetto a quando sono più
grandi.
Le proposte didattiche devono mostrare la ricchezza della dimensione legata alla produzione e alla lettura delle
immagini e di come si possa fare arte quando queste attività si inseriscono con chiarezza in un quadro educativo
attivo e rispettoso che prediliga:
a) la caratteristica culturale delle esperienze che vengono proposte ai bambini;
b) il carattere internazionale della crescita;
c) la grande importanza che viene ad assumere un adulto rispettoso e cosciente che tiene conto delle situazioni, del
contesto, del modo con cui si offrono gli stimoli.
2. C'era una volta una balena
A . C'era una volta...
Negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia il disegno rappresenta un piatto che quotidianamente viene offerto ai
bambini. L’uso di questo mezzo di espressione si affina velocemente, la comprensione si sviluppa con l'uso. Questa
velocizzazione del processo rappresentativo contiene però anche degli aspetti preoccupanti. Questa corsa alla
rappresentazione efficace (comprensibile) e comunicativa (stereotipata) si pensa sia dovuta anche all'intervento
educativo (familiare e scolastico). Un problema di materiali, di forma del foglio su cui si disegna, di come gli adulti
intervengono mentre il bambino disegna... I segni dei bambini piccoli rappresentano una continua ricerca. I primi
tracciati rispondono ad esigenze di scoperta, di azione, di comunicazione, di espressione personale. Accogliere questi
significati richiede un continuo affinamento di proposte. Accoglienza, accettazione e sviluppo non si conciliano con il
lasciare soli i bambini con il proprio foglio. I bambini acquistano competenze in rapporto alle attese degli adulti. I
bambini sanno che cosa l'adulto vorrebbe da loro. I bambini correggono i loro disegni quando si accorgono che non
sono accolti. Il lavoro di potenziamento della ricerca dei bambini può essere schematizzato:
-bambini che affinano competenze squisitamente artistiche;
-le immagini acquistano, per merito degli adulti, una dignità narrativa inattesa;
-i bambini capiscono il valore sociale dei loro lavori informali.
B. La meraviglia dei materiali
Le insegnanti hanno proposto ai bambini alcuni materiali naturali che producono segni e colori. Sembrava che i
bambini non fossero interessati dai materiali, ma dagli effetti che essi producevano, assai diverso da quello
solitamente prodotto dai tracciati dei pennarelli. I materiali rimandano a intuizioni scientifiche e consentono di
vedere che i colori che servono per disegnare non sono solo quelli che si comprano in cartoleria.
C. Lo stupore della narrazione
Gli adulti hanno predisposto due diversi materiali di lettura: delle macchie realizzati con i materiali naturali dai
bambini più piccoli (dove non vi è attribuzione di significato) e delle macchie costruite dalle educatrici. La situazione
di lettura era quella consueta. Inizia la storia. L'educatrice indica via via i personaggi-macchia. Le educatrici si sono
trovata ad utilizzare lo stesso disegno-macchia per costruire storie diverse, stimolate da differenti attribuzioni alle
macchie. Non è stato semplice per gli adulti imparare a raccontare storie partendo dalle sole macchie. Molti per
tranquillizzati hanno predisposto l'attività simulando l'invenzione di racconti senza la presenza di bambini. La
macchia-storia è raccontata senza circoscrivere le macchie e senza stimolare bambini a riconoscere i personaggi.
Durante la narrazione l'educatrice indica la macchie che interpreta. L’immagine informale diventa racconto e
consente attribuzione di significati non rigidi. Dono qualche giorno le stesse immagini vengono ripresentate ai
bambini con una nuova storia. Si accettano e producono nuove attribuzioni.
D. Ora te lo racconto io
Le immagini-macchia sono delle immagini poco convenzionali. Ogni rappresentazione per immagini è sempre relativa
e convenzionale. Ci abituiamo, ed abituiamo i bambini, a riconoscere i tratti grafici come se fossero etichette delle
cose. Le immagini-macchia sono delle immagini complesse. La complessità è dovuta alle forme inconsuete ed
articolate, una complessità coloristica e una complessità derivata da una pressoché assenza totale di linee di
contorno. Ogni immagine complessa è, per i bambini, altrettanto interessante di una immagine schematica.
L'immagine macchia offre la possibilità di "vedere oltre". Il distacco dalle immagini etichetta consente una
operazione di valorizzazione indiretta delle prime rappresentazioni infantili. I libri-macchia sono ora in biblioteca,
come un comune libro illustrato.
3. Metti un foglio in tavola
A. Nuvole di segni: i formati
Ci si può interrogare sul costante condizionamento della forma del foglio per i bambini. Munari nel volume: I formati
(Zanichelli) ha mostrato come le forme inconsuete proposte ai bambini possono diventare un mezzo valido per
stimolare delle rappresentazioni espressive. Nei bambini piccoli, ci sono reazioni di meraviglia, nei più grandi reazioni
di "preoccupazioni" o di "interpretazione". I bambini più piccoli disegnavano spostando, girando i fogli a loro
disposizione, ma cercavano di mantenere una stessa posizione di appoggio. I più grandi, manipolavano il foglio
disegnavano a partire da posizioni diverse. Nei bambini più piccoli, fino verso i 22 mesi, la forma del foglio non
sembra influenzare i tracciati sebbene si evidenzi una certa organizzazione del segno rispetto allo spazio a
disposizione. Nelle età successive si è notata una più precisa influenza della forma del foglio sul tratto grafico.
Ciascun bambino produce un particolare tipo di segni che appare indipendente dalla forma del foglio. Con il crescere
dell'età, i segni sembrano essere sempre più dipendenti dalla forma del foglio, o almeno, vengono posizionati sul
foglio in modo diverso a seconda del supporto. I bambini più grandi sembrano non tenere di nuovo conto del
formato del foglio. Nei bambini piccol