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Anatomia patologica - ipertrofia prostatica benigna Pag. 1
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IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA

Si include in questa:

  1. L'iperplasia prostatica benigna; si basa su una diagnosi istologica e si presenta in più del 50% dei soggetti con età superiore ai 60 anni e quasi nell'88% di quelli sopra gli 80;
  2. Aumento prostatico benigno che consiste nella crescita ghiandolare macroscopicamente e clinicamente dimostrabile. L'incidenza clinica di questa condizione è solo dell'8% attorno i 40 anni, raggiunge il 50% nella decade successiva ed il 75% attorno gli 80 anni;
  3. Ostruzione al flusso vescicale secondario a iperplasia prostatica benigna, che determina ostruzione al passaggio di urina. Questa condizione è confermata dall'esame urodinamico e si associa a sintomi di tipo ostruttivo del basso apparato urinario.

Iperplasia Prostatica Benigna (IPB) è comunemente usato per indicare l'accrescimento benigno della zona di transizione della prostata che può determinare vari gradi di ostruzione.

delle vie urinarie escretrici tale da richiedere talora l'intervento chirurgico. La malattia consiste in un accrescimento nodulare della ghiandola, causato da un'iperplasia di entrambe le componenti, ghiandolare e stromale. Questo processo determina un aumento del peso dell'organo oltre i 20 g, peso considerato il limite di normalità per l'adulto. La sintomatologia è segnata dalla comparsa di sintomi a carico del basso tratto urinario. Questi sintomi sono dovuti all'interferenza con la funzione muscolare sfinterica e all'ostruzione del flusso urinario attraverso l'uretra prostatica. I sintomi delle vie urinarie inferiori possono essere divisi in 2 gruppi principali:
  1. Sintomi irritativi, da accumulo: pollacchiuria, nicturia, urgenza, vescica iperattiva.
  2. Sintomi ostruttivi, minzionali: esitazione, flusso scarso, sensazione di incompleto svuotamento vescicale.
Oltre alla valutazione qualitativa dei sintomi, anche la quantificazione dellaloro intensità può essere valutata con strumenti efficaci. A taleriguardo viene usato uno score da 0 a 35 per quantificare la severità dei sintomi. Per la diagnosi clinica gli strumenti più importanti sono l'anamnesi, l'esplorazione rettale, esame delle urine, misurazione dei livelli di creatina sierica e di antigene prostatico specifico, l'ecografia prostatica trans rettale e la valutazione qualitativa e quantitativa dei sintomi. Indagini diagnostiche aggiuntive sono la uroflussimetria, il residuo urinario dopo minzione, lo studio uro dinamico pressione-flusso e l'uretrocistoscopia. L'etiopatogenesi con l'esatto meccanismo molecolare alla base del processo iperplastico non è del tutto nota. L'aumento del numero delle cell può essere dovuto o alla proliferazione epiteliale e stromale opp a una riduzione della morte cellulare programmata che conduce ad un accumulo cellulare. Gli androgeni, gli

estrogeni, l'interazione stroma-epitelio, i fattori di crescita e i neurotrasmettitori agiscono singolarmente o in combinazione nell'etiologia del processo iperplastico. Per quanto riguarda l'interazione stroma-epitelio, questa è di tipo paracrino. Lo studio del ruolo dell'interazione stroma-epitelio nella genesi dell'ipertrofia prostatica ha mostrato che il processo di formazione di nuove ghiandole nella prostata iperplastica suggerisce un "risveglio" del processo usualmente presente nell'embrione secondo cui lo stroma induce lo sviluppo della componente epiteliale. L'interazione stroma-epitelio osservata nello sviluppo della prostata e della IPB può essere mediata da fattori di crescita solubili o dalla matrice extracellulare, la quale ha capacità simili ai fattori di crescita. Fattori di crescita come b-FGF, EGF, KGF e la IGF hanno un ruolo positivo nello sviluppo della IPB; ruolo che è modulato dal di-idrotestosterone.

Il KGF è considerato uno dei fattori più importanti che regolano la proliferazione epiteliale mediata dallo stroma. Un meccanismo opposto a quello stimolatorio è dovuto all'effetto del TGF-b1. Questo fattore è un potente mitogeno per le cell stromali e inibisce la proliferazione epiteliale. Dal punto di vista macroscopico, la superficie di taglio mostra noduli di varie dimensioni, con un colore che varia dal grigio al giallo, e di aspetto granulare. Nella maggior parte dei casi i noduli di iperplasia si sviluppano ai lati dell'uretra, determinando la cosiddetta iperplasia dei lobi laterali. In altri casi la malattia si sviluppa con noduli mediani, cosiddetto lobo mediano dorsale che è posto in prossimità del collo vescicale e protunde nel lume vescicale. Solo nel 5% dei casi possono essere trovati noduli di iperplasia nella zona periferica. Dal punto di vista microscopico, è caratterizzata da un aumento del numero delle cell.epiteliali e stromali. Di base si tratta di un processo di formazione di nuovi dotti e acini sotto stimolo induttivo delle cellule stromali. Questo fenomeno è definito "embryonic reawakening".
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
SSD Scienze mediche MED/08 Anatomia patologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia patologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Bufo Pantaleo.