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IDRONEFROSI
Si intende la dilatazione della pelvi renale, determinata da ristagno di urina asettica per ostacolato deflusso. Se il ristagno riguarda anche l'uretere, si ha idroureteronefrosi. Quando l'urina raccolta nella pelvi ha carattere purulento si parla di pionefrosi. L'idronefrosi ha una frequenza del 3,5-4% su materiale autoptico e colpisce anche l'età infantile. Il rene sx è più colpito del dx. La lesione, in genere monolaterale, viene distinta in congenita ed acquisita, secondo che sia presente già alla nascita o si manfiesti successivamente, ed inoltre in permanente e intermittente, secondo che l'ostacolo sia stabile o temporaneo. Nell'idronefrosi permanente la dilatazione della pelvi è progressiva e si ripercuote sul parenchima renale il quale, compresso contro la capsula fibrosa, va incontro nel tempo ad atrofia e sclerosi. Nelle rime fasi il rene è di volume modicamente aumentato, con capsula tesa; al taglio,
la pelvi e i calici sono dilatati; le papille renali sono appiattite. Istologicamente i tubuli collettori sono dilatati e sono rivestiti da epitelio appiattito e atrofico; il connettivo interstiziale è edematoso per il passaggio di urina attraverso piccole soluzioni di continuo della parete dei tubuli; il lume dei vasi linfatici e venosi è frequentemente occupato da materiale gelatinoso di derivazione urinaria. Successivamente la dilatazione dei calici assume proporzioni vistose, tanto da trasformare questi in ampie concamerazioni comunicanti con la pelvi e separate tra loro da setti formati dai residui delle colonne del Bertin; il parenchima renale è ridotto di spessore. In questa fase, il quadro istologico è dominato dalla sclerosi che sostituisce i tubuli atrofici e poi i glomeruli; i rami arteriosi e venosi sono ispessiti in parte per ipertrofia della tonaca muscolare, in parte per sclerosi, e in parte per processi flogistici. Nell'idronefrosi avanzata, il rene.è trasformato in una sacca pluriconcamerata, la cui parete, rivestita all’interno della mucosa pielica, rappresenta il residuo del parenchima renale e lascia riconoscere istologicamente solo alcuni glomeruli scleroialini, singoli tratti tubulari dilatati con materiale simil colloideo e infiltrati linfocitari. Il rene può raggiungere un volume 2-3 volte la norma e contenere notevole quantità di liquido chiaro, limpido e a basso peso specifico. Col progredire dell’idronefrosi il rene perde la funzione emuntoria; se la lesione è bilaterale si giunge all’insufficienza renale e all’uremia. L’idronefrosi intermittente non condiziona un quadro vistoso come il precedente. L’idrouretere accompagna in generel’idronefrosi quando l’ostacolo ha sede nell’uretere, in vescica o nell’uretra. La dilatazione ureterale è proporzionale a quella pelvica ed è più spiccata nei casi di idronefrosi congenita.
istologicamente si osserva un progressivo appiattimento dell'epitelio di transizione in seguito alla distensione della parete ureterale. La pielonefrosi è una complicanza non rara dell'idronefrosi per l'impianto di germi piogeni nella pelvi, propagatisi per via canalicoloare ascendente, discendente o per via ematogena. La mucosa della pelvi va incontro ad ulcerazione e viene sostituita da tessuto di granulazione, il quale può determinare fusione dei setti che delimitano i calici dilatati, con formazione di piccole sacche corrispondenti ai calici maggiori. La flogosi purulenta si propaga con facilità al parenchima renale residuo. Clinicamente l'idronefrosi può decorrere asintomatica o no, per le dimensioni che il rene ingrandito assume, con fenomeni di compressione degli organi vicini. Nella pielonefrosi dominano la febbre e la piuria. Le cause dell'idronefrosi possono essere sia di natura congenita sia acquisita e si suddividono a lorovolta in cause meccaniche edinamiche, in intrinseche ed estrinseche. Le cause congenite più comuni sono: la distipia renale, in quanto causa di inginocchiamento intermittente dell'uretere, il restringimento a valvola dell'imbocco ureterale, le anomalie di sbocco ureterale, l'uterocele, le stenosi ureterali congenite, le anomalie di sbocco uretrale, i vasi anomali o accessori incrocianti l'uretere o la pelvi renale. Esistono anche forme idiopatiche. Tra le acquisite, meccaniche ed intrinseche alle vie urinarie, rientrano: la calcolosi pielo-ureterale, le stenosi cicatriziali post-flogistiche o post-traumatiche ureterali ed uretrali, le neoplasie della pelvi, dell'uretere, della vescica o della prostata: l'iperplasia prostatica; le lesioni iatrogene dell'uretere. Sono cause estrinseche le linfoadenopatie lombo-aortiche, le neoplasie retro peritoneali, le neoplasie colo-rettali, le ovariche, le uterine.L'utero gravido, le flogosi periureterali esitanti in sclerosi con aderenze.