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-FIBROADENOMA DELLA MAMMELLA-
E’ un tumore benigno a componente epiteliale e stromale.
Frequente in età giovanile
Multiplo e bilaterale nel 15% dei casi
Aspetti anatomopatologici
• Proliferazione del tessuto epiteliale dei dotti e del tessuto connettivo
• Prevalente componente epiteliale
• Prevalente componente connettivale
Sintomatologia
Formazione nodulare mobile, indolente a limiti netti e superficie liscia
Assenza di alterazioni della cute e del capezzolo
-PAPILLOMA INTRADUTTALE-
Insorge dalla parete dei dotti galattofori subareolari. Si accresce nel lume che diventa ectasico e poi
cistico. Possono essere presenti gradi diversi di atipia cellulare.
Tuttavia il papilloma solitario raramente evolve in carcinoma papillifero, che è invece più frequente
nelle papillomatosi diffuse.
-Sintomatologia
Secrezione sieroematica spontanea o provocata dal capezzolo. Difficilmente massa palpabile
-Diagnosi
Esame citologico del secreto – Galattografia
-Trattamento chirurgico
Galattoforectomia
-TUMORE FILLOIDE – CISTOSARCOMA
Origina da un fibroadenoma mammario di tipo peri o intracanalicolare
Massa di grosse dimensioni che talora infiltra il muscolo sottostante.
Raramente invade i linfonodi ascellari.
La variante maligna (cistosarcoma) può dare metastasi a distanza.
-CARCINOMA DELLA MAMMELLA-
-Epidemiologia
è la principale neoplasia maligna nella donna. Raro prima dei 25 anni, presenta un incremento
costante dopo i 40 anni con due picchi fra i 45-50 anni e 60-65 anni. Nei paesi occidentali presenta
una costante tendenza all’aumento.
In italia 1/13 donne sviluppa un cancro alla mammella, con una incidenza di 28'000 nuovi casi
all’anno e una mortalità di 8'000 donne all’anno.
-Fattori di rischio
Ø Età >30aa
Ø Familiarità
Ø Razza bianca
Ø Menarca<12aa, menopausa >50aa
Ø Prima gravidanza dopo i 30 anni, nulliparità
Ø Obesità, dieta ricca di grassi
Ø Fumo, alcol
Ø Carcinoma nella mammella controlaterale
Ø Iperplasia epiteliale duttale atipica
Ø Fattore genetici
-Storia naturale
Lunga fase preclinica, il tempo necessario perché si raggiunga una massa palpabile di 1cm è stimato
in 8 anni. In questo intervallo di tempo la mammografia può consentire una diagnosi precoce.
La diffusione della malattia avviene a tre livelli:
Ø Locale: interessa progressivamente il parenchima vicino, i dotti e le vie linfatiche circostanti
Ø Regionale: coinvolgimento dei linfonodi ascellari e della catena mammaria interna
Ø A distanza: polmone, scheletro, fegato, ossa, cervello, pleura…
-CARCINOMA DUTTALE IN SITU
Origina dall’epitelio dei dotti.
Nel 40% dei casi evolve in K filtrante
È pluricentrico
Presenza di microcalcificaziooni.
Spesso diagnosi casuale su materiale asportato per patologia benigna
L’invasione dei linfonodi avviene nell’1% dei casi – PROGNOSI BUONA
-CARCINOMA LOBULARE IN SITU
Multicentrico nel 70% dei casi e bilaterale nel 30%.
Spesso reperto casuale su materiale asportato per patologia benigna o maligna
In 1/3 dei casi evolve verso la forma invasiva.
-CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE
Rappresenta il 70-80% delle forme di K mammario
Macroscopicamente si presenta di colorito biancastro a margini irregolari e strie che si irradiano al
tessuto circostante. Consistenza duro-lignea, stridente al taglio
-CARCINOMA LOBULARE INFILTRANTE
Rappresenta l’8-15% dei K mammari
Origina dalle cellule degli acini e dai piccoli dotti terminali
Nel 6% circa dei casi è associato al K duttale infiltrante
-CARCINOMA MIDOLLARE
5% dei K mammari
nodulo circoscritto molle di grosse dimensioni, più frequente nei quadranti superiori
PROGNOSI FAVOREVOLE
-CARCINOMA MUCINOSO
Rappresenta il 2% dei K mammari
A lento accrescimento, può raggiungere dimensioni voluminose
Compare in età più avanzata
VIE DI DIFFIUSIONE DEI CARCINOMI ALLA MAMMELLA
Ø Via linfatica
o Linfonodi ascellari omolaterali
o Linfonodi sopraclaveari
o Linfonodi della catena mammaria interna
Ø Via ematica
o Scheletro
o Polmone
o Fegato
o Cervello
o Rene
o Ovaio
o Surrene
o Tratto gastroenterico
MANIFESTAZIONI CLINICHE
In oltre l’80% dei casi il sintomo iniziale è rappresentato da un nodulo non dolente scoperto dalla
stessa paziente.
Altri segni: retrazione del capezzolo, retrazione della cute, edema cutaneo, cute a buccia d’arancia,
secrezione ematica dal capezzolo
In fase avanzata: noduli cutanei satelliti, ulcerazione, infezione
MALATTIA DI PAGET DEL CAPEZZOLO
Colpisce donne fra i 40 e i 60 anni.
1-4% dei tumori della mammella.
È rappresentata da lesioni eczematose del capezzolo con prurito, bruciore e sanguinamento.
La lesione è dovuta a carcinoma duttale in situ o a carcinoma duttale infiltrante localizzato nei dotti
escretori in prossimità del capezzolo, con successiva invasione neoplastica della cute.
Istologicamente presenza di cellule tumorali di Paget a livello del capezzolo
MASTITE CARCINOMATOSA
A rapida comparsa, si osserva frequentemente in giovani donne con ammmelle voluminose durante
la gravidanza e l’allattamento. La mammella si presenta in toto aumentata di volume, con edema,
arrossamento, congestione venosa e linfatica.
Precoce diffusione ai linfonodi ascellari e sovraclaverari e metastasi a distanza.
PROGNOSI PARTICOLARMENTE SEVERA
STADIAZIONE CLINICA
La stadiazione dei tumori viene effettuata seguendo la classificazione secondo il TNM – Tumor
Nodes Metastasis. Questo tipo di classificazione è internazionale.
La stadianzione del tumore secondo il TNM è indispensabile per la valutazione terapeutica e
prognostica.
TRATTAMENTO DELLA PAZIENTE CON K DELLA MAMMELLA
La terapia applicata ad una pz che presenta K mammella, risulta essere una terapia oncologica
specifica ad intento curativo, chirurgia, chemioterapia, ormonoterapia, radio terapia, o una terapia
palliativa in fase avanzata, con trattamento sintomatico del dolore al fine di migliorare la qualità della
vita. -CARCINOMA DELLA MAMMELLA MASCHILE-
Rappresenta l’1% di tutte le neoplasie mammarie.
-Fattori predisponenti
Alterato metabolismo estrogenicoà S. Klinefelter
Ginecomastiaà assunzione di estrogeni
Età media 58-64 aa
Il rischio di ammalarsi aumenta con l’età
Massa mammaria centrale, non dolente, fissa.
Secrezione ematica dal capezzolo – ulcerazione
Metastasi linfoghiandolari ascellari sono presenti nel 50-60% dei casi
-Trattamento
mastectomia radicale + eventuale radioterapia e chemioterapia
-Prognosi
In assenza di metastasi linfonodali a 5 anni sopravvivenza 80%
N presenza di metastasi linfonodali a 5 anni sopravvivenza 28-30%
MALATTIE DEL FEGATO
Il fegato è un organo complesso centrale per il mantenimento dell’omeostasi. Il fegato è notevole per
la sua capacità di rigenerarsi a meno che si sia sviluppata la cirrosi.
Funzioni del fegato:
• Produce e secerne la bile, usata per l’emulsione dei grassi
• Produce fattori di coagulazione e l’albumina
• Metabolizza la maggior parte dei farmaci rendendoli più solubili
• Converte l’ammoniaca in urea
Infiammazione del fegato
• Epatopatia ACUTA <6 mesi
• Epatopatia CRONICA >6 mesi
La distinzione tra malattia epatica acuta e cronica è convenzionalmente basata sulla durata inferiore
o superiore a 6 mesi, rispettivamente, e non sulla gravità della malattia clinica.
Epatopatia ACUTA
La malattia acuta del fegato si manifesta generalmente come un danno auto-limitante o come
infiammazione delle cellule epatiche che nella maggior parte dei casi si risolve senza sequele.
In alcuni casi, tuttavia, il danno epatico è così grave da colpire tutto il fegato, portando a insufficienza
epatica associata ad alta mortalità.
Es. epatite virale, tossicità da paracetamolo..
Epatopatia CRONICA
Cambiamenti strutturali permanenti all’interno del fegato, che sono dovuti a danno cellulare di lunga
durata, con la conseguente perdita della normale architettura del fegato.
Es. danno cellulare di lunga durata, abuso di alcool, epatite B e C
CIRROSI
La cirrosi epatica è una epatopatia cronica. È caratterizzata da sostituzione di tessuto epatico con
fibrosi e noduli di rigenerazione con perdita della funzionalità epatica. La firbosi è la formazione
di un eccesso di tessuto connettivo fibroso in un organo o tessuto in processo di riparazione.
La cirrosi può richiedere più di 20 anni per svilupparsi.
ITTERO
L’ittero è il segno fisico considerato come sinonimo di malattia del fegato ed è più facilmente
rilevabile nella sclera. L’ittero riflette compromissione della funzionalità delle cellule epatiche
(patologia epatocellulare) oppure puo’ essere di origine colestatica (biliare).
L’ittero epatocellulare si riscontra comunemente nella malattia epatica acuta, ma può essere assente
nella malattia cronica finchè non si arriva agli stati terminali della cirrosi. L’ittero può causare prurito
che deriva dal deposito di sali biliari nella cute. Il prurito è trattato con antistaminici non sedativi
come la cetirizina.
IPERTENSIONE PORTALE
È l’aumento della resistenza epatica al flusso portale dovuto alla cirrosi. Si ha la formazione venosa
collaterale che finisce nella circolazione sistemica. L’ L’ipertensione portale può portale all’ascite e
all’encefalopatia.
ENCEFALOPATIA
Patologia caratterizzata dalla presenza di sostanze tossiche nell torrente ematico che arrivano al
cervello. Tale patologia è causata dall’ipertensione portale, in quando il sangue non passa attraverso
il sistema portale per essere filtrato dal fegato, ma genera una circolazione collaterale che immette il
sangue direttamente nel circolo sistemico.
ASCITE
È la raccolta di liquido nella cavità peritoneale. I trasudati sono un risultato della pressione
aumentata sulla vena porta, dovuta alla cirrosi.
EMORRAGIA DA VARICI
Varici: dilatazione permanente delle vene
La maggiore complicanza, potenzialmente pericolosa per la vita dell’ipertensione venosa portale è
l’emorragia torrenziale dalle vene a pareti sottili nell’esofago e nella parte superiore dello stomaco.
• Trattamento emorragia da varici esofagee: trattamento endoscopico + terlipressina, che
controlla efficacemente l’emorragia. La terlipressina contrae la muscolatura lisca
dell’esof