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Appunti di
Analisi Matematica 2
Antonio Malasomma
Derivate parziali:
∂f/∂x (x0, y0) = limh→0 [f(x0 + h, y0) - f(x0, y0)] / h
∂f/∂y (x0, y0) = limh→0 [f(x0, y0 + k) - f(x0, y0)] / k
Il vettore che ha per componenti le derivate parziali di f in (x0, y0) si dice gradiente di f calcolato in (x0, y0) e si indica con:
∀ x (x0, y0) o Df(x0, y0) = grad f(x0, y0)
Piano tangente:
z = f(x0, y0) + ∂f/∂x (x0, y0)(x - x0)
y = y0
z = f(x0, y0) + ∂f/∂y (x0, y0)(y - y0)
x = x0
Differenziabilità:
Si dice che f: A -> R è differenziabile in (x0, y0) ∈ A se:
lim(h,k)→(0,0) [f(x0 + h, y0 + k) - f(x0, y0) - fx(x0, y0)h - fy(x0, y0)k] / √(h2 + k2) = 0
con (h, k) -> vettore incremento
df = fxh + fyk => differenziale di f => sia fx* = ∂x = 1h + 0k = h
fy* = ∂y = 0h + 1k = k
df = fxdx + fydy
Criterio di differenziabilità: (condizione sufficiente)
Se in (x0, y0) ∈ A esistono fx ed fy e sono continue in (x0, y0) => f è differenziabile.
Se fx e fy sono continue in A => f è differenziabile in A
f ∈ C1(A).
Una funzione f è der. non. scou. continua in tutti e un. A. si dice di class C1(A) esse. f ∈ C(A)
Lunghezza di un grafico
x :
y = f(t) per t ∈ [a,b]
l(r) = ∫ab√1+f'2(t) dt
(1)
ln = Σi=1n [fi - fi-1] + Σi=1n [ (xi - xi-1)2 + [f'(ξi) - f'(xi-1)] ]
(2)
(xk, f(xk))
x1 x2 x3 xn-1
per il Lagrange applicato su f' in [xi-1, xi] tale...
f'(ξi) - f(xi) = f'(ξi) - f'(xi-1)
f(ξi) = f'(xi) - f(xi-1)
xi - xi-1
Σni=1√(xi - xi-1)2 + [f'(ξi)] (xi - xi-1) = Σni=1(xi-xi-1) √1 + [f'(ξi)]2
(3) Lunghezza del grafico : limn→∞ ln = ∫ab√1+f'2(x)dx
Def: Se una curva r è unione di due curve rettificabili r1 e r2, allora r è rettificabile
(a) l(r) = l(r1) + l(r2). La stessa prop. si estende ad un numero finito qualsiasi...
In particolare, se una curva r è regolare a tratti, allora r è rettificabile e la sua lunghezza è calocola ancora mediante ...
Im R3 (2 dim.)
(a) l(r) = ∫ab√x'2(t) + y'2(t) + z'2(t) dt ...
Lunghezza di un arco di curva regolare è invariante per parametrizzazioni equivarlieti ad ondea per invertimento di orientazioni.
Parametro arco o ascissa curvilinea
La lunghezza dell'arco di curva r(t) per t da a to t è una funzione di t: S(t) = ∫t0t√r'2(τ) dτ
... la funzione e poi invertirla,...
Ellica cilindrica:
x = Rcos
y = Rsin
z = pt
R,p,t positivi e fissati.
Essa è una in Rm → ℝ, ℝ → Rm
con m ≥ 3.
Rette semirette sequenti in ℝm:
Sia v ∈ ℝm un vettore. La retta passante per x0 e direzione v ha eq. parametrica (imp. vettoriale)
(t) = x0 + tv per t ∈ ℝ (1) (t) = x0 + tv per t ∈ [0;α⟩ (2)
(t) = t x1 + (1-t)x0 per t ∈ [0,1] (3)
(1) passa per x0 e dir. v; (2) origine x0 e dir. verso; (3) segmento di estremi x0, x1.
Archi di Curva
Def: Sia I un intervallo in ℝ. Si dice arco di curva continua o comunione in ℝm una quadrivale r: I → ℝm, continua (ovvero, tale che le componenti sono f. continue).
Def: Il sostegno della curva è l'immagine della funzione, cioè l'insieme dei punti di ℝm percorsi dal punto mobile (ovvero la linea geometria, e precisando e della legge con cui è percorsa).
Def: 1) La curva si dice chiusa se vale r(b) = r(a) con I = [a,b] (partenza = arrivo).
2) " semplice se non passa mai dello stesso punto t1 ≠ t2 ⇒ r(t1) ≠ r(t2)
con l'unica eccezione (r(t1), = (a,b)), ovvero una c.s. può essere chiusa ma non deve intrecciarsi.
3) " piano se c'è un piano che contiene il proporzo sostegno.
Def: Un arco di curva continuo γ è la copia costitutivi tss da γ continua r: I → IRm che chiamiamo parametrizzazione della curva, e un insieme dei punti di IRm (l'immagine di γ), che chiamiamo sostegno della curva.
Arco di Ellisse
x = 3 cos
y = 3 sin
t ∈ [0,π]
t ∈ [0;2]
Esempio 1:
f(x, y) = x2 + y2
∇f(x, y) = (2x, 2y)
In (0,0) ∇f(0,0) = (0,0)
Più ci si allontana dall'origine e maggiore è la crescita del gradiente (aumenta la sua norma).
Esempio 2:
f(x, y) = 5 - x2 - y2
∇f(x, y) = (-2x, -2y)
In questo caso il ∇f(x, y) ha norma maggiore man mano che ci si allontana dall'origine.
Esempio 3:
f(x, y) = xy
xy = λ
2) Punti singolari interni:
x interni ad A dove ∇f(x) non esiste.
3) Punti sul bordo di A:
Sono infiniti punti.
Teorema:
Se \(x_0\) è interno ad A ed è p.to di max o min
allora ∀f(x_0) = 0 i.e. fx(x_0) = 0, fy = 0
Supponiamo sia p. max
fx (x0, y0) = derivata curva in rosso nel punto x0 = 0 per
teorema 1 dimensione.
IDEM per fy (x0, y0)
- Bordo → (3)
- Interno → non esiste ∇f → (2)
- Esiste ∇f, ma → \( \iota \rightarrow (1) \)
- Allora ∇f = 0
Notazioni:
x0 si dice p.to di Max Assoluto (Globale) in A
se f(x) ≤ f(x0) ∀x ∈ A.
x0 si dice p.to di Max Relativo (Locale) in A
se f(x) ≤ f(x0) ∀x ∈ Bε(x0) con ε → raggio opportuno.
OSS: x0 p.to max GLOBALE ⇒ x0 p.to max LOCALE
Pezzo #1
min per t = 0
max per t = 1 e t = -1
- (0, -1) Ⓐ
- (1, 1) Ⓑ
- (-1, 1) Ⓒ
ho questi 3 punti che segno nella figura iniziale.
Il grafo rosso rappresenta la quota a cui si trova il p.to materiale che percorre il pezzo #1.
Pezzo #2
φ₂(t) = f(t, 1) = 1 + 3t2 con t ∈ [-1, 3]
- per t = 3 → (1, 3)
- per t = 0 → (1, 0)
Pezzo #3
φ₃(t) = f(t, 3) = t2 + 27 con t ∈ [-1, 1]
- max per t = ±1 → (-1, 3), (1, 3)
- min per t = 0 → (0, 3)
Pezzo #4
φ₄(t) = f(-1, t) con t ∈ [-1, 3]
1 = 3t2 + 1
Pezzo #2
I p.ti interessanti sono ancora per t = 0 e t = 3 → (-1, 0) e (-1, 3)
Conclusione: abbiamo ottenuto 9 punti candidati al ruolo di p.to di max o min. Basta sostituirli tutti e 9 nella funzione per trovare chi è di max e chi di min.
... con qualche calcolo ... min. (p.ti) = 0 p.ti min (0, 0)
max. (p.ti) = 28 p.ti max (1, 3), (1, 3)