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20.4
SPAZI AFFINI EUCLIDEI
Per poter sviluppare l'analisi in Rn dobbiamo definire i concetti di:
- PUNTO
- SPOSTAMENTO
- DISTANZA
A questo scopo definiamo gli spazi affini euclidei.
Questa è una struttura matematica costituita da:
- una insiemi di oggetti chiamati punti;
- uno spazio vettoriale i cui vettori finiscono gli spostamenti tra i punti;
- una regola per associare ad ogni coppia di punti un unico spostamento;
- una regola per misurare le lunghezze degli spostamenti.
i) + ii) + iii) = spazio affine
i) + ii) + iii) + iv) = spazio affine euclideo
Assiomi di Weyl
(Definizione 7.1, 10.1)
Siano \( A \) un insieme non vuoto, \( V \) uno spazio vettoriale e \(\Psi\) una funzione
\( \Psi: A \times A \rightarrow V \)
\((P, Q) \mapsto \overrightarrow{PQ}\)
La struttura \((A, (A,V,\Psi)) \) è uno spazio affine se:
- per ogni punto fisso \( P \in A \), la funzione
- valendo le regole del parallelogramma, ... di Chasles
\(\Psi_P: \{P\} \times A \rightarrow V \)
\((P,Q) \mapsto \overrightarrow{PQ}\)
è biettiva;
\(\Psi(P,Q) + \Psi(Q,R) = \Psi(P,R)\)
per ogni \( P,Q,R \in A \).
Se \( V \) è dotato di prodotto scalare, la struttura \( A \) si dice spazio affine euclideo.
Spiego:
- Partendo da qualunque punto \( P \) posso raggiungere ogni altro punto \( Q \) con un unico vettore \(\overrightarrow{PA}\) e viceversa.
\(\overrightarrow{PA} + \overrightarrow{AQ} = \overrightarrow{PQ}\)
i) d(P1, Q1) = || PQ ||
ii) d(P1, Q1) = || PQ || = || -PQ || = || QP || = d(QP1)
iii)
d(P, Q) + d(Q, R) ≥ d(P, R)
(Rn, d) è uno spazio metrico
Definizione 7.5, 10.4
- In Em un sistema di riferimento è uno (m+1)-upla (O, v1, ..., vm) ∈ Ax V* dove O è un punto detto origine e (v1, ..., vm) è una base di Rm.
- La funzione φBO: A → Mat(m, A; R)
- P → [P]BO = [OP]BO
- è detta mappa delle coordinate e [P]BO non sarebbe coordinato di P rispetto BO.
- Se (v1, ..., vm) è una base ortonormale, allora il sistema di riferimento BO si dice cartesiano e le coordinate [P]BO si dicono cartesiane.
X = { (x₁,x₂) ∈ ℝ² | x₂ = x }
X̅ = φ ⟹ X non è aperto
∂X = X
ℝ² \ X = { punti esterni di X }
ℝ² \ X è aperto ⟺ X è chiuso
X non è dominivo
X = { (x₁,x₂,z) ∈ ℝ³ | x=0, y>0, z≥0 }
X = φ ⟹ X non è aperto
∂X = X ∪ { x=0, z=0, z>0 }
∪ X = punti esterni
ℝ² \ X ❲ non è aperto ⟹
ℝ² X non è chiuso
X non è dominivo
Definizione 3.
Un sottoinsieme A ⊆ ℝⁿ è detto aperto, o insieme aperto, se ogni punto di A è interno ad A.
Osservazione 4.
Se A' è un aperto, allora vale l'uguaglianza A = ∘A.
Proposizione 5.
In ℝⁿ valgono:
- ∅ ed ℝⁿ sono aperti;
- se {Aᵢ | i ∈ I} è una famiglia (anche infinita) di insiemi aperti, allora ⋃ᵢ∈I Aᵢ è un insieme aperto;
- se A₁, …, Aₙ sono un numero finito di insiemi aperti, allora A₁ ∩ … ∩ Aₙ è un insieme aperto.
X chiuso e limitato -> X compatto
Sia {pk} ⊆ X -> {pk = (x1(k1), x2(k1), ..., xm(k1))}
X è chiuso e limitato lungo tutte le dimensioni ->
-> {xi(kj)} ⊆ ℝ varia in un intervallo chiuso e limitato.
Per il teorema di Bolzano - Weierstrass esiste una sottosuccessione
-> {xi(ki1)} converge ad x̅i ->
{pkj = (x1(kj1), x2(kj1), ..., xm(kj1))} -> (x̅i, ...)
Ripetiamo il ragionamento su {kj2} partendo dalla seconda
coordinata ->
-> {pk<j1,j2> = (x1(kj1,j2), x2(kj1,j2), ..., xm(kj1,j2))} -> (x̅1, x̅2, ...)
Hence: {kj1, j2 ... jm} -> (x̅1, x̅2, ... x̅m) ∈ X ->
-> X compatto.
F(x,y) = √(1 - x² - y² - c²)
D = {(x, y) ∈ R² | x² + y² ≤ 1}
D = chiuso, limitato, compatto, connesso, è dominio
D = D∪∂D
Dc = {(x, y, z) ∈ 0 | √(1 - x² - y² - z = c)}
Dc = ∅ se c < 0
c ≤ 0 : 1 - x² - y² - c² = 0 ⇒ x² + y² + c² = 1
0 < c ≤ 1 : x² - y² = 1 - c²
c = 1 : x² + y² - c² = 1 ⇒ x² + y² = 0 = D(x,y) = (0,0)
R = 1/2, x² + y² = 1/2 = 1 - c²
⇒ c² = 3/4 ⇒ c = √3/2
f(D) = [0, 1]
: 0⧸ : f(x,0) = 0
Cosa succede se → 0 ?
∫(cos, ∫sin) = 2
∫(cos2, sin)
∫(cos2+sin2)
(u⧸x)
(2k • x)m
se m > 2
se m ≠ 2
≠ UH NON ESISTE
Definizione 7. Sia f : D → R una funzione reale, con D ⊆ Rⁿ, e sia P1 ∈ D un punto di accumulazione per D. Diciamo che f è continua in P0 se limP → P0 f(P) = f(P0). Sia D' ⊆ D formato da punti di accumulazione per D. Diciamo che f è continua in D' se f è continua in P0, qualunque sia P0 ∈ D̅:
, : dom. suc. costr.min.lim., dom. suc. costr.-1()=0
Teorema 8 (di Weierstrass). Sia f : D →R una funzione continua su D, con D comp.
atto, Allora f(D) è un insieme compatto di R, ossia è un insieme chiuso e limitato.
Osservazione 9. Data f continua su compatto D, f(D) è chiuso e limitato. Essendo limitato, esistono due numeri reali a,b che verificano a = inf(f(D)) e b = sup(f(D)). Essendo (D) chiuso, allora a, b ∈ f(D), e quindi a = min f(D), b = max f(D). Quindi, esiste P1 ∈ D per cui a = f(P1) ≤ f(P), ed esiste P2 ∈ D per cui b = f(P2) ≥ f(P), entrambe le disuguaglianze per ogni P ∈ D. In conclusione, f ammette minimo e massimo.
f continuo euclideo compatto in compatti
ESEMPIO:
f(x,y) = x ex2
∀f(x,y) = (x,2y) = λ e1 + 2y e2
f(x,y) = y xy
x1/3, √x ² y, y √x + √y x q
∇f = [0,0]
se x ≠0 e y ≠0
se (x,y) = (0,0)
non esiste altrove
è derivabile
se
∅
∅
∅
∅
∅
f è differenziabile
se
f (0;0)
se
Verificare
f è differenziabile
∅
f
f
∅
f
Definizione 11.
Sia \( f : A \rightarrow \mathbb{R} \) una funzione, con \( A \) aperto, e sia \( P_0 \in A \). Si chiama rapporto incrementale di \( f \) in \( P_0 \) lungo la direzione \( e \), con \( |e| = 1 \), la quantità
\( \frac{\Delta f}{\Delta e}(t;P_0) = \frac{f(P_0 + t \cdot e) - f(P_0)}{t} \)
Si dice che \( f \) ammette derivata nella direzione \( e \) in \( P_0 \) se esiste finito
\( \lim_{t \to 0} \frac{\Delta f}{\Delta e}(t; P_0) = \lim_{t \to 0} \frac{f(P_0 + t \cdot e) - f(P_0)}{t} \).
Detto \( \ell \in \mathbb{R} \) il valore di tale limite, diciamo che la derivata direzionale di \( f \) nella direzione \( e \) in \( P_0 \) vale \( \ell \), e scriviamo
\( \frac{\partial f}{\partial e}(P_0) = \ell \).
ESEMPIO
\( F(x,y) = \begin{cases} \frac{2xy}{\sqrt{x^2+y^4}} & , \text{ se } (x,y) \neq (0,0) \\ 0 & , \text{ se } (x,y) = (0,0) \end{cases} \)
\( e = \cos \frac{\pi}{4} e_1 + \sin \frac{\pi}{4} e_2 \)
\( \frac{\Delta F}{\Delta e} (t; [0,0]) = \frac{f(t \cos \frac{\pi}{4}, t \sin \frac{\pi}{4}) - f(0,0)}{t} = \frac{1}{t} \cdot \frac{2t^2 \cos \frac{\pi}{4} \cdot \sin \frac{\pi}{4}}{t} = \sin \frac{\pi}{2} \sin \frac{\pi}{4} \)
\(\frac{\partial F}{\partial e}(0,0) = \lim_{t \to 0} \frac{\Delta f}{\Delta e} (t; [0,0]) = \lim_{t \to 0} \sin \frac{\pi}{2} \sin \frac{\pi}{4} = \frac{1}{\sqrt{2}} \quad , \quad e \in \mathbb{R} \)