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Estratto del documento

Rette e piani in IR3 (richiami)

  • Retta passante per l'origine con direzione assegnata v

Nella descrizione di una retta, posso utilizzare la forma parametrica.

  • p = p(t)   e' un moto
  • p - 0 = t v   scrittura in forma parametrica
  • Retta per un punto p0 = (x0, y0, z0) e direzione v

p - p0 = tv

  • x = x0 + at
  • y = y0 + bt
  • z = z0 + ct

Al tempo t = 0 mi trovo in P0, passata un'unità di tempo mi sposto in un P(t) con t = 1 => equazione di un moto.

PIANI IN IR3

Utilizzo il prodotto scalare tra due elementi u e v. Quindi definisco:

  • u = (u1, u2, u3)
  • v = (v1, v2, v3)

uv = u1 • v1 + u2 • v2 + u3 • v3

  • fornisce una condizione di ortogonalità.

Due vettori hanno prodotto scalare nullo se e solo se sono ortogonali.

Nel definire un piano, chiamiamo "direttrice" del piano la direzione di qualsiasi retta passante e ortogonale al piano.

  • Piano per p0 con direzione v

Devo scrivere l'equazione di un generico punto p.

Quindi:

P - P0 ⊥ π ⇔ (P - P0) ⋅ π = 0

⇐ equazione del piano considerato

a(x-x0) + b(y-y0) + c(z-z0) = 0

2x + by + cz = (ax0 + by0 + cz0) = 0

combinazione lineare

delle variabili x,y,z con coefficienti a,b,c

Se il termine noto è NULLO, il piano passa per l'origine.

Esercizio

π: 5x + 3y + z = 0

P0: (5,4,1) ∉ π

Cerco Q simmetrico.

r:

  • x = 5 + 5t
  • y = 4 + 3t
  • z = 1 + t

Trovo il punto di intersezione tra r ∩ π (sarà un punto)

  • x = 5 + 5t
  • y = 4 + 3t
  • z = 1 + t

25 + 25t + 12 + 9t + 1 + t = 0

38 + 35t = 0

t = -38/35

  • 5x + 3y + z = 0

Q:

  • 5 + 5 (-38/35) 2
  • 4 + 3 (-38/35) 2
  • 1 + 2 (-38/35)

Il moto di P è lineare con direzione r.

Data una retta r:

  • { x = 1 + 3t
  • y = 2 + 2t
  • z = -1 + t

scrivo la sua eq. cartesiana:

  • r:
  • { x = 1 + 3(z+1)
  • y = 2 + 2(z+1)

x è l'intersezione di due piani

da scrittura parametrica di una retta ... oltre alla retta, un sistema di riferimento, ORIGINE (per t = 0)

Oss. W ⊆ C0(R)

Non è solo un sottoinsieme!

Si definisce sottospazio

Chiamiamo quindi sottospazi vettoriali tutti i sottoinsiemi di uno

spazio vettoriale.

es. IR2 è sottospazio vettoriale di IR3

IR2 = { (x, y, z) ∈ IR3 : z = 0 }

prendo un sottoinsieme di IR3

Affinché IR2 sia un sottospazio, devo verificare che

sia chiuso rispetto alle comb. lineari.

(x1, y1, 0) + (x2, y2, 0) = (x1+x2, y1+y2, 0)

α(x1, y1, 0) = (αx1, αy1, 0)

es. Sottospazi vettoriali in IR2

L'insieme V non è un sottospazio

vettoriale.

Nessun sottoinsieme limitato può

essere un sottospazio vettoriale.

Nemmeno Va è un sottospazio

vettoriale.

v = { (x, y) ∈ IR2 : y = 2x + 1 }

Le rette non sono sottospazi vettoriali

a meno che non passano per

l'origine.

z = { (x, y) ∈ IR2 : y = αx }

ū1 = (x1, αx1)

ū2 = (x2, αx2)

ū1 + ū2 = (x1+x2, α(x1+x2))

k ū1 = (kx1, αkx1)

Tutti e soli sottospazi

vettoriali sono rette

passanti per l'origine.

Matrice quadrata: num. di righe uguale al num. di colonne (m = m) .

Matrice trasposta (AT): matrice che ottengo da A cambiando le righe con le colonne. Cioè se A = [aij] con i = 1, ..., m e j = 1, ..., m allora AT = [aji]

Tra le matrici quadrate identifico:

  • Matrici diagonali: se aij = 0 ∀ i ≠ j diagonale principale (dove i = j)
  • Matrici identità (o identiche) I: sono matrici diagonali: aij = 0 ∀ i ≠ j ∧ aii = 1 ∀ i ⎡1 0 0⎤ ⎢0 1 0⎥ = I3 ⎣0 0 1⎦
  • Matrici triangolari: matrici che hanno solo 0 sopra o sotto la diagonale principale.
    • Triangolari superiori: Se sotto la diagonale ha zeri.
    • Triangolari inferiori: Se sopra la diagonale ha zeri.
  • Sottomatrice estratta da A: posso rimuovere righe e/o colonne dalla matrice data. Quindi: Aij è A rimuossa la i-esima riga e la j-esima colonna;

Operazioni

  • Somma di matrici (A + B) A e B devono essere entrambe (m, n). A + B = C , C è (m, n) e cij = aij + bij ∀ i, j es. A = ⎡1 2 1⎤ B = ⎡1 -1 1⎤ = C = ⎡2 1 2⎤ ⎢0 1 3⎥ + ⎢1 0 1⎥ ⎢1 1 4⎥
  • Prodotto per uno scalare (α A) con α ∈ ℝ Se A ∈ (m, m), α A = C , C ∈ (m, n) : cij = αaij ∀ i, j Ovvero α moltiplica tutti gl' elementi della matrice. es. A = ⎡1 2⎤ α = 2 => C = α A = ⎡2 4 ⎤ ⎣3 4⎦ ⎣6 8⎦

es. Inversa della (2,2)

A = [1 2] [3 4] det A = -2

A* = [4 -2] [-3 1] B = -1/2 [4 -3] [-2 1]

Verifico che B è la matrice inversa di A :

A · B = [1 2] [3 4] · [4 -3] [-2 1] = -1/2 [2 0] [0 -2] = [1 0] [0 1]

Generalizzo

A = [a b] [c d] A* = [d -c] [-b a] A-1 = 1/ab-bc [d -b] [-c a]

Infatti

A · A-1 = [a b] [c d] · 1/ad-bc [d -b] [-c a]

= 1/ad-bc [a b] [c d] · [d -b] [-c a] = 1/ad-bc [ad-bc 0] [0 ad-bc]

= [1] [1] ← dimostrato!

(2) A è invertibile ↔ det A ≠ 0

  • A è singolare se det A = 0

Quindi :

  1. A ha righe/colonne lin. dipendenti;
  2. A non è invertibile.

Esercizio: data A calcolo A-1

A = [1 1 1] [1 0 2] [2 2 0] det A = 2

A* = [-4 4 2] [2 -2 0] [2 -1 -1]

A-1 = 1/det A · [A*]T

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
131 pagine
3 download
SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/03 Geometria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Andrew94sax di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi e geometria II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Vegni Federico Mario Giovanni.