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Teoria 1a titolare:
- CAMPO:
X insieme è detto "campo" se esistono due operazioni:
- Somma: \(\times: X \times X \rightarrow X\)
- Prodotto: \(\times: X \times X \rightarrow X\)
Devono valere le proprietà commutativa, associativa, distributiva e devono esistere gli elementi neutri \((0, e)\) ed opposti \((-x \text{ e } x^{-1})\).
- ORDINE:
X è un campo ordinato se è un campo ed esiste una struttura d'ordine su X e deve valere la proprietà transitiva.
- MAGGIORANTE e MINORANTE:
M è detto maggiorante per E se: \(m \geq x \quad \forall x \in E\)
- E è limitato inferiormente se ha un minorante.
- E è limitato superiormente se ha un maggiorante.
- E è limitato se è limitato inf. e sup.
- ESTREMO SUPERIORE ED INFERIORE:
L'estremo superiore di E è il minimo dei maggioranti, se questi esistono.
- Si dicono \(\inf(E)\) o \(\sup(E)\)
- Se E non è limitato: \(\inf(E) = -\infty\), \(\sup(E) = +\infty\)
- MASSIMO e MINIMO:
- Se \(\inf(E) \in E\) E è detto minimo di E
- CARDINALITÀ:
- Se A e B, insieme, hanno la stessa cardinalità se fra A e B c'è un legge corrispondente che associa ogni elemento di A ad un elemento B e viceversa.
- Se A ha la stessa cardinalità di N si dice che A è numerabile.
- NUMERI COMPLESSI:
Il campo di numeri complessi C è l'insieme \(C = \{ z \in C: z = a + ib, a, b \in R \}\) con le operazioni:
- Somma: \(z_1 + z_2 = (a_1 + a_2) + i(b_1 + b_2)\)
- Prodotto: \(z_1 z_2 = (a_1 a_2 - b_1 b_2) + i(a_2 b_2 + a_2 b_1)\)
Elemento neutro (0 e 1) ; elemento opposto (-a,-ib; 1/z)
z = -1
|z| = √a2+b2 ; |z| = |w| se z = w
z = x+y
|z1 - z2| = √(a1-a2)2 + (b1-b2)2 distanza tra due punti
conjugato di z
conjugati hanno lo stesso modulo
se conjugo due volte z ottengo z
z1 + z2; z1 - z2; a = z1z2; z1z2 = z1z2
- FORMA TRIGONOMETRICA:
z = a + ib = P (cosθ + i senθ) a = P cosθ, b = P senθ
P = √a2 + b2 => cosθ = a/P ; senθ = b/P
- PRINCIPIO INDUZIONE MATEMATICA:
Sia n∈ℕ e sia P(n) una proprietà definita per ogni n∈ℕ. Se sono verificate le seguenti condizioni:
- P(n0) è vera.
- ∀ n≥n0 se P(n) è vera => P(n+1) è vera
Allora P(n) è vera ∀ n≥n0
es: Dimostrare che P(n): n/k=1 = n(n+1)/2 ∀ n>0
Dim:
P(1): ∑n/k=1 = 1 = 1(1+1)/2 - 1 = vero
Suppongo che sia vero P(n) e verifico P(n+1) : ∑n+1/k=1 k = (n+1)(n+2)/2
[(Pn)
Ref. ipotesi induttiva
P(n) è vera ∀ n>1
- FORMULA di EULERO:
eiπ + 1 = 0 ← Formula di Eulero
i2 - (eiπ/2 i) - e-iπ/2
Prolungamento di Funzioni
ES 1: f(x) = sen x D = ℝ\{3π}
f(x) = { sen x x ≠ 0 0 x = 0
è continua in ℝ ed è detta prolungamento per continuità di f
ES 2:
DF = ℝ\{0} f(x) = (x-1) / x x ≠ 1 x ∈ DF
limx→0 xx→0 = -1
Poiché i limiti destro e sinistro sono uguali e finiti allora f è prolungabile per continuità:
F(x) = -1 x=0
Infiniti e Infinitesimi
Sia x→∞. Si dice che f(x) è:
- Infinitesimo di ordine α per x→x0 = 1 una costante C per cui: f(x) ≈ C (x-x0)α
- Infinito di ordine α per x→x0 tra una costante C per cui: f(x) ≈ C*
- Infinitesimo di ordine α per x→∞ ≠ una costante C per cui: f(x) ≈ C / xα
- Infinito di ordine α per x→∞ da una costante C per cui: f(x) ≈ C
Altri Teoremi
- Una funzione monotona può avere solo discontinuità di salto
- Sia f: I→R continua allora f è invertibile ⇔ f è strettamente monotona
- Se f è continua in I ed è invertibile ⇔ f è anche continua
Calcolo Differenziale
- Sia f: I→R x0 e I. f si dice derivabile in x0 se è finito lim x0 [f(x0+h)-f(x0)] / h
- Se la funzione f è derivabile nel punto x0, → retta tangente al grafico di y=f(x) nel punto (x0;f(x0)) ha equazione: y = f(x0)(x-x0) + f(x0)
- Teorema (Test di monotonia):
Sia f: I→R derivabile. Allora f è crescente ⇔ f' (x)≥0 x∈I
- Funzione integrale:
- Sia f, a, b ∈ R integrabile (f è limitata e le succ. di Cauchy-R. convergono e il limite non dipende dalle scelte)
- Sia x ∈ (a, b], si definisce la funzione F: (a, b] → R
- F(x) = ∫x0xf(t) dt - F è detto funzione integrale di f
- Integrali generalizzati:
- A) Funzioni illimitate:
- Sia f: (a, b] → R (lim f(x) = ±∞ supponiamo integrabile in [a, b-ε] ∀ ε > 0)
- Diremo che f è integrabile in senso generalizzato in (a, b] se è finito
- limε→0∫ab-εf(t) dt =: ∫abf(t) dt
- Se è finito tale limite, diremo che l'integrale di f converge per t → b
- Se il limite è ±∞ diremo che l'integrale di f diverge per t → b
- In generale: ∫0+∞xαdx con ∫a+∞xαdx converge ⇔ α < 1 1°tipo
- B) Intervalli illimitati:
- Diremo che f è integrabile in senso generalizzato in [-a, +∞) se è integrabile in [-a, a] ∀ a ∈ (0, w] e ∃ finito limw→+∞∫-wwf(t)dt =: ∫-∞+∞f(t) dt
- In generale: ∫-∞0(1/xα) dx converge ⇔ α > 1 2°tipo
- • Criteri di convergenza:
- 1) CRITERIO di CONFRONTO:
- Siano f, g integrabili in [a, b-ε] ∀ ε > 0 con f ≤ g, x ∈ (a, b) ⊂ R: limx→bf(x) = limx→bg(x) = +∞
- Supponiamo che 0 ≤ f(x)≤g(x) definitivamente per x→b
- Se g è integrabile in [a, b] ⇒ f integrabile in [a, b]
- 2) CRITERIO DI CONFRONTO ASINTOTICO:
- Siano f, g: (a, b) → R (lim f(x): lim g(x) ± ∞
- Se f(x) ~ g(x) ovvero φ(x) definivamente per x → b, φ(x)/g(x) = 0 ⇒ f è integrabile in tutto (a, b], b=0 ⇒ g integrabile in (a, b]
- Se f(x) ≤ g(x) ⇒ f(x) converge ⇔ g(x) converge
- 3) CRITERIO della CONVERGENZA ASSOLUTA:
- Sia f: (a, b) → R: limb→af(x) = ±∞
- Se ∫ab|f(t)|dt ≤ ∞ integrabile in (a, b] ⇒ f(t) integrabile in (a, b]