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EPIDEMIOLOGIA

Qui cominciamo a capire il perché di alcuni limiti dell’epidemiologia, l’epidemiologia si riferisce alla

popolazione, non al singolo individuo, quindi si parla di popolazioni intere, di gruppi di popolazione. Quindi

il focus non è sull’individuo. L’epidemiologia, parte si basa sul presupposto che, naturalmente, le malattie

non avvengono a caso, chiaramente hanno dei fattori che le causano, e se hanno questi fattori che le causano,

possiamo pensare di trovare dei fattori che le prevengano (20:35). E questo è il motivo per cui

l’osservazione della popolazione è utile per vedere effettivamente se una patologia non si manifesta a caso,

posso cominciare a capire, la sua manifestazione a cosa sia legata. (vado veloce perché tutte queste cose le

sapete meglio di me).

L’epidemiologia misura la frequenza , ragiona su frequenze, la frequenza di distribuzione di una malattia, la

frequenza di assunzione, chi si ammala, dove si ammala, quando si ammala, è importante per cominciare ad

avere altre indicazioni, dopo di che quando voi, osservate questi aspetti si può cominciare a cercare di

indagare quali sono i determinanti della malattia stessa. Voi sapete che c’è un’epidemiologia descrittiva, un

epidemiologia analitica, non è una classificazione ufficiale, ma sono due approcci che sinteressano a me.

Quella descrittiva, lo dice la parola stessa, descrive la frequenza di distribuzione delle varie patologie, o della

dieta, dei fattori alimentari, dei fattori di rischio. Quella analitica invece, cerca di capire, studiare

analiticamente ,quali possono essere le cause della malattia. Due approcci differenti. E questo è molto

importante, perché stiamo vedendo, nell’ambito di una disciplina quante tipologie di studi diversi ci sono

( bisognerebbe dire gli approcci epidemiologici, perché sotto l’aspetto dell’epidemiologia si potrebbe

affrontare il problema con studi di approfondimento decisamente differenti. )

Cominciamo dallo studio dell’epidemiologia descrittiva. DESCRITTIVA perché descrive ciò che succede

nella popolazione. Sono normalmente gli studi alla pari, questo anche logicamente, come gli sarà mai venuto

in mente di andare a studiare la dieta mediterranea, non è che la dieta mediterranea è un’ispirazione ( 23:18).

Si è cominciato a vedere, a osservare la popolazione, a guardare la distribuzione delle malattie, perché di qui

si ammalano di malattie cardiovascolari, meno che di la, osservare quali fossero i fattori che differenziavano

le popolazioni e cominciare a fare delle ipotesi, così che è nata la dieta mediterranea. È nata

dall’osservazione delle popolazioni, e dalla distribuzione delle malattie. Voi sapete che gli indicatori che

vengono utilizzati per questo ambito dell’epidemiologia sono: L’INCIDENZA, LA PREVALENZA e LA

MORTALITA’. La mortalità, riguarda un numero di decessi di una certa malattia, in un certo periodo. La

prevalenza è il numero di casi che esistono nella popolazione in un certo periodo, e l’incidenza è il numero di

nuovi casi. Il termine incidenza, molto spesso viene utilizzato in modo errato. (quando uno parla

dell’incidenza di una malattia, quando non sa, perché ormai tutti parlano di tutto senza sapere, molto spesso

si riferisce a dati di prevalenza, quanti ammalti ci sono in un anno) . (25:05 ?????) per quanto riguarda gli

studi di nutrizione, molto spesso ci riferiamo a dati di mortalità, e in alcuni casi a dati di prevalenza.

Ovviamente quali sono le osservazioni che possiamo fare? Come ho detto all’inizio, quando ho fatto quel

quadro della situazione di sanità pubblica generale, vi ho detto che il dato di mortalità non rispetta il dato di

morbidità , cioè nel senso non si muore sempre della malattia che si ha, nel senso non si muore sempre di

diabete, chi muore di coma ipoglicemico o iperglicemico, sono fortunatamente pochi, considerando i metodi

che abbiamo oggi di terapia, poche persone. Ma si muore di complicanza cardiovascolare, renale, ecc…

quindi un dato di mortalità, ovviamente è un dato che non mi permette di analizzare tutti gli aspetti che a noi

interessano quando noi ci occupiamo della dieta. Però è un dato più facile da ottenere, perché voi pensate, il

lavoro, naturalmente in questa branca dell’epidemiologia descrittiva, che lo dice il termine stesso, descrivo le

popolazioni. (Ma mi raccomando non mi venite a raccontare, che vado ad analizzare i consumi alimentari

delle popolazioni, perché sono studi che si fanno alla scrivania, cioè si raccolgono i dati che esistono, e si

cerca di valutare normalmente quelle che sono certe relazioni) quindi è ovvio che il dato di mortalità è un

dato facile da raccogliere, perché specialmente nel nostro paese esistono dei registri, fatti in un certo modo,

aggiornati, che permettono di vedere dati importanti. I dati di morbidità sono un pochino più complicati

(27:25 ????), l’incidenza è verificare un caso nuovo, per l’incidenza c’è un problema a volte del fatto che ci

si fa diagnosticare , quando fanno la prima diagnosi della malattia, non sempre ci si affida alla prima singola

diagnosi, ma si cerca di avere verifiche in un altro centro, in un altro ospedale, ambulatorio, e quindi c’è

anche la complicazione di avere dati diversi. Normalmente questi dati ,sia di mortalità che di prevalenza che

di incidenza, sono espressi come rapporto, come TASSO, perché altrimenti, dire che L’INCIDENZA è 10 o

10000 non ha senso se non so rispetto a che cosa, quindi un rapporto rispetto alla popolazione generale, alla

popolazione esposta al rischio, ma nel senso che, se il tasso di mortalità delle donne italiane per la

popolazione esposta al rischio intendo le donne italiane, quindi quante morti rispetto al totale. IL TASSO, è

più semplicemente un rapporto, chi si occupa di scienza, sà che quando dovrò esprimere un numero devo

avere un riferimento del numero. Vedremo anche che I tassi vanno anche tra loro normalizzati, cioè non

posso confrontarli in modo immediato ma devo normalizzarli. I dati di mortalità sono abbastanza codificati.

Cominciamo a vedere cosa ci dicono questi numeri, i tassi di mortalità di una certa malattia, che cosa ci dice?

Ci permettono di fare dei confronti, in questo caso sono dei dati di alcune malattie infettive, di tumori, …di

malattie diverse…presi in aree diverse, queste sono aree del mondo diverse, potrebbero essere paesi vicini o

diversi, e l’osservazione non ci permette di concludere niente, ma ci permette di capire se ci sono delle

differenze, e quindi ipotizzare se queste differenze siano legate ai fattori. Siccome abbiamo detto che non si

muore a caso, ma se c’è una malattia devo cercare di capire quali sono i fattori che devo andare a studiare per

vedere queste malattie, è ovvio che se queste differenze sono per esempio tra paesi molto simili tra di loro di

europa e nord america, potrò pensare che ci sia più qualcosa di genetico o comportamentale. Ma se sono tra

paesi totalmente differenti, l’africa rispetto al nord-america posso pensare che allo stile di vita, alle

condizioni ambientali. Quindi mi danno comunque una prima indicazione. Questi sono i dati che si vedranno

frequentemente, in questo caso la distribuzione dei soggetti per classi di età o per sesso, in funzione della

massa corporea. Non posso trarre nessuna conclusione, ma posso cominciare a capire, quali sono le classi di

età e qual è il sesso che ha maggiormente rischio di obesità. In questo caso la prevalenza di fumo tra gli

uomini e le donne in funzione del titolo di studio. vedete che c’è un certo trend, opposto tra uomini e donne,

all’aumentare del titolo di studio, diminuiscono i fumatori uomini e aumentano le fumatrici donne (sono dati

di qualche anno fa 31:38), però non posso dire che , in questo caso, la classe sociale o il titolo di studio causi

il tumore, ma mi permette di capire che cosa posso andare a cercare, che cosa posso rilevare, o quali possono

essere i fattori che confondono la relazione tra un fattore causa e un fattore effetto. Perché in questo caso

potrebbe essere un titolo di studio, una classe sociale, che vedremo che è un fattore che confonde molto

spesso la relazione reale che esiste. Quindi sono indicazioni che si devono avere e che si devono conoscere.

Come vi ho detto, la cosa che fa un epidemiologo ma che deve fare anche un nutrizionista, quando si

confrontano tassi di paesi diversi, per esempio in Italia (32:40 ???) si confrontano alcuni dati tra regioni

diverse. Ovviamente se ho vari dati di tassi (incidenza, prevalenza che di mortalità), ovviamente non posso

confrontarli, numero di casi su numero della popolazione, devo normalizzarli tra di loro, perché corro il

rischio di confrontare due popolazioni, molto diverse tra di loro. Quindi i tassi che io utilizzo a confronto tra

di loro devono essere tra di loro normalizzati. Avete già fatto la normalizzazione tra i tassi? È molto

semplice, faccio questo esempio banalissimo. Se noi guardiamo l’incidenza di tumore al polmone, uomini,

donne, giovani e anziani in Italia, qualche anno fa. Vediamo subito che c’è una grandissima differenza

uomini-donne perché gli uomini fumavano di più e quindi avevano di più il tumore al polmone, e poi i dati

aumentano con il passare dell’età. Questo è un caso eclatante, però per molte malattie è così. Quindi è ovvio,

che se io confronto tra di loro due popolazioni, in cui il rapporto uomo-donna è diverso, giovani-anziani è

diverso ,potrò avere dei tassi di incidenza, di prevalenza, di mortalità del tumore al polmone molto diversi.

Perché dipende soltanto dalla distribuzione di età della popolazione. Vi faccio un esempio, soltanto perché

voi capiate meglio, non dovete studiarlo. Di come, allora, è possibile, evitare rischi di questo tipo

aggiustando i dati, correggendo i dati, standardizzando i dati, questo è importante. Vi faccio io un esempio

banale, tutte le volte che voi leggerete, a me non importa perché metterò su ariel dei lavori selezionati, non

tanto per il tipo del risultato ottenuto ma per la descrizione della metodologia, leggeteli e imparate a leggerli

perché poi ve li faccio commentare durante l’esame, troverete scritto sempre : dati di mortalità standardizzati

per…normalizzati per…corretti per…con diverse terminologie, che poi l’epidemiologo vi spiegherà meglio.

Standardizzati per (età ,sesso, BMI) vuol dire che se io vado ad osservare due popolazioni diverse tra di loro,

e le lascio così come sono, sicuramente arriverò a delle conclusioni non corrette, perch&ea

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
281 pagine
5 download
SSD Scienze mediche MED/49 Scienze tecniche dietetiche applicate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stylerock87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Alimentazione e promozione della salute e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Porrini Marisa.