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La demonizzazione dell'altro nella propaganda durante la guerra
Un'ulteriore funzione della propaganda era quella di demonizzare il nemico, cioè descrivere il nemico come l'incarnazione del male assoluto e l'affermazione della propria superiorità culturale rispetto da parte di popoli europei nei confronti di altri popoli europei (cosa che prima non avveniva in quanto questo carattere era riservato solo nei confronti delle terre coloniali) rendendo la guerra una sorta di crociata dove la propria Nazione era considerata come il bene assoluto mentre quelle straniere come il male assoluto. Nello schieramento dell'Intesa, fu la Germania ad essere considerata come il pericolo maggiore e i tedeschi furono soprannominati dagli inglesi "The Huns", in riferimento ad una frase pronunciata da Guglielmo II, durante la spedizione della Germania in Cina, che incitava i suoi soldati a lasciare un ricordo indimenticabile così come avevano fatto gli Unni in Europa; di fronte a questa accusa gli intellettuali tedeschi.risposero che la guerra era combattuta non solo per la propria sopravvivenza ma anche in nome della civiltà europea. Nello scontro culturale tra Germania e Occidente le accuse mescolavano dati reali con altri fantasiosi legati soprattutto all'inferiorità biologica e razziale come l'accusa, da parte del medico Berillon, che tutti i tedeschi soffrissero fin dalla nascita di bromitrosi (una malattia che provocava l'emanazione di un odore disgustoso) da cui risiedevano le ragioni della smania distruttrice del popolo tedesco; a sostegno di questa accusa furono portate come prove la distruzione delle città belghe che si erano opposte all'avanzata tedesca, la guerra sottomarina indiscriminata, l'invenzione e l'uso dei lanciafiamme e il bombardamento di numerose città. Con ciò i tedeschi diventarono il capro espiatorio su cui gli altri popoli potevano scaricare i loro sensi di colpa (accusandoli di aver commesso violenze che inrealtà avevano esercitato tutti iPaesi), e dietro alla propaganda anti-tedesca si nascondeva il timore degli effetti sociali eculturali dati dai processi di modernizzazione. Infatti nelle accuse contro la Germania non erapresente solo l’immagine degli abitanti come degli esseri selvaggi ma anche come portatori diuna modernità estrema e per questo venivano definiti come dei “barbari culturalizzati”.
L’odio per quel Paese accomunava coloro che nella guerra avevano visto l’occasione perrestituire la centralità all’essere umano e che ora si trovavano ad affrontare l’accelerazione delprocesso opposto (cioè il trionfo della macchina e la precipitazione nell’irrilevanza dell’uomo).
Storia del mondo contemporaneoL’esperienza della guerra e la seduzione totalitariaLa Grande Guerra ha riguardato tutti (uomini, donne e anziani) ma in particolare i giovani soldati,che erano i giovani borghesi della classe
il trauma della guerra ha anche avuto un impatto significativo sulle dinamiche politiche ed economiche dell'Europa. La distruzione causata dalla guerra ha portato a una crisi economica e sociale, creando un terreno fertile per l'emergere di movimenti politici estremisti. Inoltre, l'esperienza della guerra ha alimentato un senso di disillusione e disaffezione verso le istituzioni tradizionali, aprendo la strada a nuove ideologie radicali. I soldati, tornati a casa dopo aver vissuto l'orrore delle trincee, spesso si sentivano traditi e abbandonati dal sistema politico esistente, cercando quindi alternative più radicali. In conclusione, l'esperienza della guerra ha avuto un impatto profondo sull'Europa, sia a livello individuale che collettivo. Ha contribuito all'emergere dei totalitarismi e ha segnato una svolta nella storia del continente.durante la Prima guerra mondiale si sono amplificati numerosi miti:- L'uso della violenza.
- Il culto del capo.
- La rivoluzione e la lotta tra le classi.
- Il fenomeno dell'antiparlamentarismo.
- I sindacati: la particolarità è il fatto che i sindacati erano affascinati dal mito dello sciopero generale, credendo che potesse essere una rivoluzione per ottenere le fabbriche.
- Legittimazione della violenza: dopo l'avvento della Prima guerra mondiale, la violenza viene considerata come lo strumento più adatto per risolvere i vari problemi politici perché la società si era abituata a pensare che l'uso delle armi fosse legittimo; di conseguenza certi eventi non suscitarono
divisa degli arditi), ovvero una politica che fa perdere l'individualità, che militarizza la folla (a partire dai ragazzi più giovani) e che porta a una profonda divisione nei confronti di coloro che indossano un'altra divisa.
Questo nuovo modo di fare politica produce anche nuovi modelli di organizzazione politica, cioè nuovi movimenti politici che si basano sull'uso delle armi e della violenza portando a una delegittimazione dei poteri tradizionali; oltre alla violenza, ciò avviene anche per il mancato mantenimento delle promesse, dove la vecchia classe dirigente prometteva delle condizioni di vita migliori per i contadini e per i soldati, sia a livello nazionale (come per esempio la promessa non mantenuta della riforma agraria, la quale doveva essere promulgata nel 1917 ma avvenne intorno al 1950), sia a livello internazionale (come la mancata concessione di Fiume all'Italia).
Queste mancanze portano all'emersione dei reduci di guerra
Pubblicherò una poesia nel quale lancia un messaggio ben chiaro, dicendo agli italiani di stare attenti a non farsi mutilare la vittoria, sapendo che poteva colpire l'opinione pubblica. Con questa poesia l'obiettivo era quello di gettare negli italiani, i quali vedersi mutilato il proprio operato dopo tutti i sacrifici compiuti risultava frustrante, un'ombra di sospetto nei confronti della vittoria (anche se fu per l'Italia importante sia per l'orgoglio nazionale sia per i territori assegnati dal Patto di Londra) ponendo in primo piano tutti gli elementi negativi. L'effetto fu che gli italiani cercarono i responsabili tra il parlamento liberale e i dirigenti liberali, indebolendo così la fiducia nei confronti delle istituzioni liberali, perché la popolazione, reduce da mutilazioni fisiche e psicologiche, sosteneva che le istituzioni liberali non fossero in grado di gestire la situazione prima della Grande Guerra ma soprattutto nel primo.
dopoguerra in quantodilaga la convinzione che i partiti politici indeboliscono la solidarietà nazionale. Con questa convinzione, la democrazia parlamentare entra in crisi sia da parte dell'estrema destra ma anche da parte dell'estrema sinistra (composta da socialisti e comunisti rivoluzionari), la quale sostiene che bisogna prendere il potere attraverso una rivoluzione del proletariato, sullabase della rivoluzione bolscevica avvenuta in Russia, con la conseguente nascita del biennio rosso (1919-1920), ovvero un periodo in cui si creano delle tensioni sociali fortissime, da parte sia degli operai sia dei contadini, che bloccarono economicamente e politicamente l'Italia; dopo il 1920 però il consenso all'estrema sinistra incomincia a venir meno perché questa non valorizzava la patria, e quindi gli italiani non si sentivano valorizzati per i loro sforzi militari, portando di conseguenza un avvicinamento del popolo a nuove forme di patriottismo come.il “Milite ignoto” (28 ottobre - 4 novembre 1921): il milite ignoto è un evento pubblico che serve per elaborare un lutto collettivo nei confronti di coloro che sono morti anonimamente, in cui si sceglie una salma come rappresentante dei caduti in guerra. Oltre a ciò, la possibile rivoluzione socialista fu temuta da coloro che:- Possano essere perseguitati religiosamente.
- Fanno parte della borghesia produttiva.
- Non vogliono l’abolizione della proprietà privata.
- Destra estrema: che aveva l’obiettivo di stroncare la fazione di sinistra.
- Sinistra estrema: che aveva come obiettivo creare una rivoluzione attraverso lo sfruttamento dei continui scioperi.