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L'ITALIA DIVISA TRA INTERVENTISTI E NEUTRALISTI
Si comincia a dire che gli italiani non sono davvero risorsi, non si rendono conto della fortuna dell'Unità d'Italia (lo pensano i liberali, i nazionalisti): non si sentono italiani. Il nazionalsocialismo tedesco era frutto del fatto di sentirsi molto forti, dal punto di vista industriale, tecnologico, della flotta navale, delle materie prime, forti al centro dell'Europa, forti a tal punto da dover evadere, a dover emancipare dalle forze europee: la mossa franco-russa. Pensavano di conquistarsi uno spazio vitale. Il nazionalismo italiano è debole, si sentono deboli, nasce dalla frustrazione che non si sentono italiani, che non si sentono risorti, nasce dall'idea che l'Italia ha una grande missione nel mondo e nel futuro. Non essere davvero risorti, vuol dire non sentirsi nel cuore, come si fa a conquistarsi il mare mediterraneo, le colonie, e che non apprezzano il valore della patria?nazionalisti accusano i liberali di non essere stati capaci di far rinascere gli italiani, di avere una pedagogia nazionale troppo fragile, di non essere riusciti ad aggregare la massa di italiani, come se i liberali fossero il capo, come LeBon non è stato in grado di trasmettere i propri ordini ai liberali, la massa italiana è rimasta disaggregata. Il fascismo si definirà come quel movimento politico che si incarica di inzerare il risorgimento (vale a dire rendere vero il risorgimento), è necessario creare degli italiani e delle italiane nuove e nuovi, che devono essere nuovi propri perché si devono rendere conto del valore della patria. Questo è il discorso che cominciano a fare le avanguardie italiane, in particolare i nazionalisti. Il fascismo vorrà fare una rivoluzione antropologica, per fare un popolo nuovo, un popolo di combattenti, e coscienti del valore della patria. Queste avanguardie sono così aggressive perchéRitengono l'Italia abbia un problema in più: lo scarso patriottismo degli italiani. È fondamentale per capire il fascismo, e quello che succede prima, nell'esercito italiano durante la Grande Guerra. Ventrone dice che questo dubbio sul patriottismo influenzerà sul rapporto tra i capi di Stato maggiori italiani e i soldati. Cadorna, capo di Stato maggiore nella prima fase della guerra, la sua terribile durezza con italiani, una durezza inconcepibile, che vuol dire decimarli se non combattono con abbastanza valore. Troveremo in Cadorna, e anche in Diaz che lo sostituisce, che ha persino un atteggiamento durissimo nei confronti dei prigionieri italiani, perché c'è il sospetto che siano scarsamente patriottici. Se la guerra non va come i comandi militari si aspettano, se non è abbastanza veloce, se non si vince, sia la colpa dello scarso patriottismo degli italiani. La stessa guerra, la stessa entrata in guerra secondo le avanguardie.
serviva a compiere il risorgimento. Quando scoppia la Prima guerra mondiale, nell'agosto 1914 le avanguardie italiane incominciano un dibattito accesissimo sulla necessità dell'Italia di entrare in guerra: entrerà nel maggio 1915. Con grande facilità, passano dal mito dell'azione diretta al mito della guerra: fare politica con l'azione diretta, perché la guerra affronta i problemi politici con la violenza. La guerra è una specie di iniezione patriottica, fare gli italiani volenti o non volenti. In guerra si accorgeranno che la patria esiste: 6 milioni soldati italiani, soldati fanti (a piedi con zaino pesante sulle spalle) che si accorgeranno che esiste la patria ma che sono chiamati a rinunciare agli affetti, i legami familiari per la patria. Scopriremo gli italiani, li costringeremo a sacrificare i valori della vita per un valore che non conoscono ma che sono costretti a farlo: si accorgeranno che la patria esiste e risorgeranno. Sidovranno comportare come una massa organizzata, con compiti decisi da un capo generale (Cadorna, Diaz): ogni soldato deve rinunciare alla propria libertà, alla propria autonomia in nome di un valore superiore, rispondendo e obbedendo agli ordini che vengono dall'alto, e in cambio ricevono "protezione". Questa è la dinamica di Le Bon: a furia di obbedire, gli italiani risorgeranno, ricominceranno ad apprezzare il valore della patria. La guerra verrà vista come un'occasione di "palingenesi nazionale": palingenesi vuol dire nuova nascita, si pensa che sia l'occasione giusta che avrebbe voluto fare D'Azeglio, cioè compiere il risorgimento. L'INTERVENTISMO NELL'EUROPA DELLE "UNIONI SACRE" Se guardiamo l'Europa dell'estate 1914, l'interventismo è molto diffuso: la guerra scoppia in seguito all'attentato di Sarajevo, l'uccisione di Francesco Ferdinando da unattentatore bosniaco, da allora fino all'agosto 14 quando simuovono tutte le potenze, in Europa c'è un grandissimo entusiasmo. Le avanguardie che sposano le avanguardieeuropee sembrano che sposino tutte la causa della guerra. Nelle più grandi città europee, Berlino, Parigi, Vienna, Monaco, Londra, ci sono manifestazioni di giovani, che felici cantando pieni di entusiasmo, si precipitano dove sono organizzati, e si offrono volontari per andare in guerra: un entusiasmo incredibile. Come se la guerra fosse un momento messianico (messia), cioè una guerra come salvatore, forse capiamo la situazione se sospettiamo che non si sapesse ancora cosa fosse la Grande Guerra. Non si sapeva, c'è un errore di valutazione, non si capisce che una guerra del Novecento non poteva essere più una guerra dell'Ottocento (brevi, circoscritte, combattute da militari di professioni). Una guerra del Novecento è tutta diversa, c'è un
Incontro tra massa di soldati sempre più grandi attraverso la leva obbligatoria e le armi nuove, le tecnologie nuove e questo cambia totalmente il nuovo volto. Ventrone dice l'esercito inglese ha potuto non inserire la leva militare obbligatoria fino al 1916, perché aveva abbastanza ragazzi volontari che volontariamente sostenevano lo sforzo bellico, con entusiasmo all'inizio. Troviamo maggiori entusiasmi nelle istituzioni, nelle università, nei licei, e definiscono anche una guerra dei professori. Film "All'ovest niente di nuovo" (1930): tratto dal romanzo "Niente di nuovo nell'occidente". L'ambiente è di un liceo tedesco, ambientato in Germania. Si vede una scena dove un professore incita gli allievi ad arruolarsi alla guerra, dopo il liceo. Sono luoghi dove sono nate le avanguardie, i giornali nazional borghesi che danno spazio a questi entusiasmi, sono loro che si mobilitano, e si mostrano disponibili a.
delle province è priva di entusiasmo e di mobilitazione patriottica. I contadini, che costituiscono la maggior parte dei combattenti, non sono affatto entusiasti. Gli studenti e i professori diventano colonnelli, ma le loro truppe sono composte principalmente da contadini europei. All'inizio della guerra, non c'è entusiasmo nelle province europee. La gente va in guerra perché è costretta a farlo, altrimenti verrà cercata a casa e uccisa come disertore. La disciplina militare prevede questo: la guerra viene vissuta con terrore, come se fosse un flagello. L'Europa contadina vive lo scoppio della guerra mondiale come un flagello naturale dal quale non è possibile difendersi.Borghese interventista compie la prima grande azione mediatica di massa della storia, cioè si mette il silenziatore alla paura, si censurano le voci di chi non è d'accordo. Sui giornali non ci sono i malcontenti di contadini, ma sono pieni di patriottici e interventisti che glorificano la guerra, che vanno ad arruolarsi. Si censurano le voci di chi non è d'accordo, vengono zittiti: la loro voce non viene percepita dalla stampa nazionale borghese dell'epoca. Si tratta dell'interventismo nell'Europa delle "unioni sacre": la gran parte delle forze politiche che siedono nei parlamenti europei, lasciano perdere le divisioni politiche che ci sono tra i diversi partiti e si accordano per sostenere la guerra. La guerra sacralizza il valore della patria, e siccome c'è la guerra bisogna mettere da parte l'ostilità perché le divisioni politiche indeboliscono un paese. Bisogna accordarsi e sostenere lo sforzo.
Della patria, la patria è un valore che supera i valori, particolari coltivati da diversi partiti. I socialisti europei per loro il valore è il proletariato, non è la patria. In Parlamento si devono approvare i crediti di guerra, devono approvare che le risorse della nazione devono essere spese a favore dello sforzo bellico, i socialisti votano a favore e di conseguenza i socialisti dimenticano di essere socialisti, accade in Francia, in Inghilterra (anche i laboristi), in Germania. C'è questa unione forte, non danno spazio a chi non è d'accordo, e vede l'unificazione di diversi interessi della patria. In Italia la situazione è diversa: c'è poco entusiasmo. La questione del patriottismo è vera. Dal punto di vista numerico, il numero di italiani sono molti neutralisti. L'Italia entra in guerra nel maggio 1915, quando un mese prima il nuovo capo del governo prima Salandra, insieme l ministro degli esteri Sonnino.
e insieme al re Vittorio Emanuele III, firmano il Patto di Londra (ad aprile), un patto segreto che sono gli unici a conoscenza dei contenuti del patto. È grave perché noi non entreremo in guerra per quello che c'è scritto nel patto, ma non lo sanno perché è un patto segreto, firmato con le potenze dell'Intesa: Francia, Inghilterra e Russia. MUSSOLINI INTERVENTISTA Tra l'agosto del 1914 e maggio 1915 in Italia c'è ben poca unione: tutto il discorso del risorgimento incompiuto torna anche qua, in Italia c'è un dibattito molto duro tra i neutralisti e interventisti. Tra i neutralisti ci sono i cattolici, socialisti italiani, maggioranza del Parlamento (organismo che deve dare i crediti di guerra agli italiani), e tantissimi liberali (Giolitti, per esempio, è convinto che l'Italia non sia preparata per entrare in guerra, è convinto che la guerra provocherà un esborso inutile di risorse economiche.ed ha espresso le sue idee sulla necessità di un intervento italiano nella guerra. Ha sostenuto che l'Italia avrebbe potuto ottenere vantaggi territoriali e politici dalla partecipazione al conflitto. Mussolini ha anche criticato la politica neutrale del governo italiano, definendola debole e inadeguata alle ambizioni del paese. Le sue parole hanno suscitato scalpore e hanno segnato l'inizio del suo percorso politico che lo avrebbe portato alla fondazione del Partito Nazionale Fascista.