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INNOVAZIONI CULTURALI E CAMBIAMENTO SOCIALE
Le subculture possono riprodurre la cultura dominante oppure sfidarla (such as i fumatori di canne), ma a volte nascono
per CAMBIARLA sebbene si tratti di un caso relativamente raro, la maggior parte delle subculture vuole essere lasciata in
pace, molti movimenti sociali nascono come subculture
La CINA offre un buon esempio di come una subcultura separatista possa tramutarsi in un movimento per il mutamento
sociale rivoluzionario quella che divenne nota come la RIVOLTA DEI BOXER nel 1900 ebbe inizio come una subcultura di
giovani contadini nell’ultima fase della dinastia Qing.
Nel 1898 la carestia provocata dalla piena del Fiume Giallo si combinò con un crescente antioccidentalismo sviluppatosi in
reazione alle attività imperialistiche e missionarie allora in forte sviluppo fino a trasformare i Boxer in un movimento
nazionalista militare, I Boxer uniti nella giustizia = gli stessi significati degli oggetti culturali dei Boxer cambiarono; le arti
marziali ad esempio, che prima rappresentavano la disciplina individuale e l’autocontrollo divennero emblema
dell’aggressivo nazionalismo cinese.
Se la cultura riflette passivamente il mondo sociale (che è quanto presume la teoria del riflesso) allora il cambiamento deve
prima avvenire nel mondo in questa concezione, le innovazioni nella musica, nell’arte devono essere tutte risposte a
cambiamenti sociali. Benchè ci sia chiaramente qualcosa di giusto nell’idea che gli slittamenti sociali producano i mutamenti
culturali, una simile posizione deterministica suggerisce che il mondo sociale cambia sempre per primo, lasciandosi dietro la
cultura.
L’ipotesi del ‘RITARDO CULTURALE’ fu avanzata da un sociologo americano, OGBURN, il quale sosteneva che i sociologi
dovevano distinguere tra:
CULTURA MATERIALE = prodotti culturali materiali
CULTURA ADATTIVA = cultura non materiale, comprende pratiche, costumi etc la cultura adattiva è quella parte di
cultura non materiale che si adegua alle condizioni materiali
Dunque, quando varia la cultura materiale, quella non materiale deve variare in risposta ci vuole sempre un po’ perché
questo adattamento si realizzi compiutamente, e questo scarto è il ritardo culturale
Ogburn credeva che i cambiamenti nella cultura materiale precedessero i cambiamenti nella cultura adattiva questa
teoria è compatibile con la teoria del riflesso BUT possiamo presentare a lot of esempi in cui è la cultura non materiale che
guida, e non segue, le condizioni materiali.
L’idea che la cultura necessariamente segua il cambiamento materiale va anche contro la nostra esperienza del mutamento
culturale improvviso = come le discipline umanistiche hanno da tempo sottolineato, ora e sempre un genio, un innovatore,
piomba sulla scena e sconvolge le convenzioni culturali esistenti.
A livello collettivo, alcuni nuovi movimenti culturali sono emersi e prosperano senza alcuna spinta diretta proveniente dal
sociale abbiamo dunque bisogno di capire questa innovazione culturale in cui la cultura sembra dirigere, e non seguire, il
cambiamento sociale, o ancora dove il mutamento culturale sembra non mostrare alcuna relazione diretta con i
cambiamenti in atto nella società in generale
La questione di cosa dirige cosa dipende in gran parte da dove si inizia l’analisi lol
L’approccio della produzione collettiva alla cultura suggerisce che, sebbene le innovazioni possano realizzarsi casualmente
e in forme non prevedibili, alcuni elementi costanti appaiono evidenti:
1) DETERMINATI PERIODI SONO PIÙ FAVOREVOLI DI ALTRI ALLA PRODUZIONE DI INNOVAZIONE = diversi analisti culturali
hanno mostrato che la creatività culturale non si manifesta a ritmo costante, ma con straordinari picchi e cadute. Vi sono
periodi di cambiamento relativamente contenuto, durante i quali le convenzioni sono stabilizzate, le idee sono
generalmente condivise da tutta la comunità e lo status quo non è in periodo, e altri in cui la creatività culturale esplode.
(such as gli anni ’60 hanno rappresentano in molta parte del mondo un periodo di fermento culturale)
Cosa causa una simile esplosione di innovazione culturale?
- secondo SWIDLER (una sociologa) i periodi di instabilità
- secondo WUTHNOW una perturbazione dell’ordine morale
- secondo il marxista WILLIAMS uno sfilacciamento dell’ideologia dominante
Il punto che accomuna queste risposte sembra essere che a certe condizioni (guerra, rapido mutamento economico etc) le
vecchie regole, culturali e sociali, non sembrano più applicabili si crea un VUOTO MORALE, e in questa situazione la gente
cerca nuove linee di condotta, nuovi significati con cui orientarsi nella vita.
L’incapacità di trovare questi significai porta all’esperienza dell’ANOMIA, del disorientamento che Durkheim attribuiva al
rapido mutamento sociale. L’innovazione culturale emerge come risposta all’anomia
2) ANCHE LE INNOVAZIONI SEGUONO ALCUNE CONVENZIONI = le innovazioni culturali possono non essere cosí
eccezionalmente nuove come sembrano i creatori culturali reagiscono tipicamente a convenzioni. Becker ha distinto
quattro tipi di artisti:
I. i professionisti integrati = riproducono le convenzioni del loro particolare mondo artistico
II. gli individualisti ribelli = sfidano apertamente le convenzioni del mondo artistico, ma il punto cruciale è che la loro non
convenzionalità può essere riconosciuta solo da quanti conoscono innanzitutto le convenzioni. III. gli artisti folk =
seguono le convenzioni della loro arte
IV. gli artisti naif = solo questi non sono collegati ad alcun mondo di produzione collettiva possono dirsi innovatori
indifferenti alle convenzioni, ma la loro carenza di connessioni sociali rende il loro lavoro praticamente sconosciuto (le loro
innovazioni non hanno né pubblico, né influenza)
3) ALCUNE INNOVAZIONI HANNO PIÙ PROBABILITÀ DI ALTRE DI
ISTITUZIONALIZZARSI = i creatori di cultura possono anche produrre qualcosa di nuovo, ma non tutte queste innovazioni si
consolideranno. Wuthnow ha suggerito che le innovazioni ideologiche dell’era moderna non sono durate se non quando lo
stato si è dimostrato ospitale nei loro confronti.
La figura offre una sintesi grafica della cognizione della creazione culturale:
1 = è la concezione del genio aka un individuo crea un nuovo oggetto
culturale
2 = tesi del riflesso immediato gli individui scompaiono e l’oggetto
culturale è una pura rappresentazione collettiva
3 = il creatore culturale è influenzato dal più ampio mondo sociale in
cui è collocato, egli è parte di una comunità interagente e delle sue
convenzioni. Sia il mondo sociale, sia la comunità interagente (che può
essere una subcultura) influenzano la sua creazione.
Il successo dell’innovazione del creatore implica
a se un altro processo collettivo che determin nziali
ricevitori
o meno.
CAPITOLO 4: PRODUZIONE, DISTRIB e esempio:
gli
UZIONE, RICEZIONE DELLA CULTURAl’oggetto eschimesi
avevano
culturale raggiungerà i suoi pot
un’inclinazione per la scultura e l‘intaglio; per loro si trattava di
un’attività di produzione di giocattoli, non di arte. Un artista canadese, Houston, intravide in queste statuette qualcos’altro,
ovvero l’interesse che avrebbero destato nei consumatori delle città del sud Houston mise in piedi un sistema di
produzione per il mercato e convinse gli artigiani eschimesi a lavorare, su commissione di aziende canadesi, con la steatite
invece che con l’avorio o l’osso, perché era più facile sia da procurare, sia da lavorare, in modo da poter produrre di più e più
velocemente = da attività culturale a prodotto standardizzato
Gli oggetti culturali non sono semplicemente i prodotti naturali di qualche contesto sociale, sono prodotti, distribuiti,
commercializzati da una pluralità di persone e di organizzazioni. Un oggetto culturale è costruito nel tempo attraverso un
sistema produttivo, un insieme di istituzioni, differenti attori sociali.
LA PRODUZIONE DELLA CULTURA
Molti sociologi hanno creduto che fosse insufficiente sottolineare semplicemente che la cultura è un prodotto collettivo
(come fecero Marx o Durkheim) = abbiamo bisogno di comprendere proprio come la cultura, e gli oggetti culturali che la
compongono, vengano prodotti, oltre al fatto che abbiamo bisogno di sapere quale impatto i mezzi e i processi di
produzione abbiano sugli stessi oggetti culturali
questo tipo di analisi è scaturito dalla sociologia industriale nel corso degli anni ‘70
TEORIA DELLA PRODUZIONE DI CULTURA = nuovo approccio fondato da PETERSON, il quale ritiene che la produzione di
cultura vada esaminata considerando il sistema che si interpone tra i creatori di cultura e i consumatori/fruitori questo
sistema comprende:
- meccanismi di produzione e di distribuzione
- tecniche di commercializzazione like pubblicità
- l’utilizzo dei media
- la creazione di situazioni che mettono a contatto potenziali consumatori di cultura e oggetti culturali
Possiamo riflettere sulla produzione culturale utilizzando uno schema analitico sviluppato originariamente per analizzare gli
oggetti culturali di massa: HIRSCH ha elaborato un modello chiamato ‘SISTEMA DELL’INDUSTRIA CULTURALE’ aka l’insieme
di organizzazioni che producono oggetti culturali di massa
Le tre caratteristiche dell’industria culturale:
o l’incertezza della domanda = nessuno sa in anticipo quale sarà il mercato o una tecnologia economica a basso costo o
eccedenza di aspiranti creatori culturali aka dell’offerta
Il sistema culturale opera per trasformare la creatività in prodotti commerciabili e prevedibili.
SOTTOSISTEMA TECNICO: formato da creatori, artisti, geni questo input deve superare il confine posto al FILTRO 1 = gli
artisti utilizzano gestori di confine come agenti e talent scout per portare la loro opera all’attenzione delle organizzazioni
produttive (oppure possono operare come agenti di sé stessi)
C’è eccedenza nel sottosistema tecnico, che contiene più aspiranti artisti di quanto il sistema richieda.
SOTTOSISTEMA MANAGERIALE: formato da organizzazioni che producono effettivamente il prodotto aka case editrici, studi
cinematografici, a volte sono grandi aziende, a volte no.
Tra le strategie adottate da questo sottosistema per gestire l’innovazione vi sono:
- il mantenimento di personale di contatto ad entrambi i confini
- la sovrapproduzione di oggetti pur nella consapevolezza che la maggior parte di essi fallirà sul mercato
- incessanti tentativi di influenzare i media
L’organizzazione produttiva utilizza gestori di confine aka il FILTRO 2 per raggiungere i mass media con notizie circa il
prodotto promoters, recensori etc
SOTTOSISTEMA ISTITUZIONALE: i MEDIA i quali portano i prodot