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SALVADO DE LA PLAZA E LA FORMAZIONE DEL MARXISMO
SUDAMERICANO
1.Gli anni studenteschi, il mondo latinoamericano e gli Stati
Uniti
Per capire meglio la formazione culturale di Salvador De La Plaza e per capire la
sua ideologia è fondamentale parlare della sua gioventù caraquena
(caraquegna) e della sua partecipazione alla vita culturale e politica. Noi
sappiamo che durante i primi decenni del novecento avviene una lenta
trasformazione del Venezuela dal punto di vista politico, si pensi al passaggio
della dittatura di Castro a quella di Gòmez; ma la trasformazione del Venezuela
non avviene solo dal punto di vista politico ma anche dal punto di vista
economico, si pensi sull’importanza sempre più presente dell’egemonia degli
Stati Uniti nel paese caraibico.
UNA BREVE BIOGRAFIA
Non è un autore abbastanza conosciuto in Italia, ma anche in Venezuela De La
Plaza è abbastanza acclamato, tanto che Artura Sosa Abascal utilizza un
termine per descrivere la sorte di De La Plaza, ovvero “olvidado”, quindi
dimenticato. Tuttavia, dal punto di vista della storia delle idee politico, De La
Plaza rappresenta la formulazione di una visione alternativa del Venezuela
all’inizio del ventesimo secolo, oltre a proporre un modello di società come
obiettivo dell’azione politica appartenente alla corrente socialista e anche con
una posizione critica rispetto al sistema democratico. Parlando della sua
biografia possiamo individuare il panorama generale della cultura
latinoamericana e anche il panorama generale degli autori marxisti di quel
tempo e con ciò non possiamo che menzionare il peruviano Josè Carlos
Mariàtegui o anche il cubano Julio Antonio Mella. Questi autori avviano
un’analisi marxista della società latinoamericana a partire da alcuni elementi
che possiamo definire di fondo, come la critica alla tradizione martiana e
all’aprismo di De La Torre, le quali tradizioni sottovalutano la classe operaia
presente in Sud America. Salvador De La Plaza vive tre esili e vive sotto la
lunga dittatura di Juan Vicente Gòmez, dal 1908 al 1935 e anche sotto la
dittatura di Marcos Pèrez Jimènez tra 1952 e 1958, che come possiamo vedere
è stata molto breve ma altrettanto feroce. Le sue prime esperienze politiche,
De La Plaza, le vive nel clima del modernismo latinoamericano, che si rifà alla
figura di Rodò, si pensi infatti all’influenza che ha avuto Ariel per gran parte di
una intera generazione dei giovani studenti latinoamericani, e oltre a rifarsi alla
figura di Rodò si ispira anche a Ugarte. Va contro invece, la cultura positivista
tipica degli anni ’20 presente in Venezuela, poiché costituisce la cultura di
fondo della dittatura di Gòmez. Nel 1919 viene arrestato, successivamente è
costretto a lasciare il Venezuela nel 1921 e dopo quasi 21 mesi di prigione
decide di partire per la Francia. Successivamente si trasferisce a Cuba, Messico,
girando per i vari paesi latinoamericani.
A causa del primo esilio in seguito alla prima guerra mondiale, lo mette in
contatto con il mondo francese e la cultura marxista. In seguito, grazie al suo
trasferimento a Cuba incontra alcuni esponenti di questo movimento marxista
latinoamericano, ovvero Antonio Julio Mella e Ruben Martinez Villena. Rientra in
patria a fine novembre 1935, dopo la morte di Gòmez nel 1935, restandoci
però per poco tempo , siccome cominciano a farsi sempre più diffusi i contrasti
con il nuovo presidente Lòpez Contreras, facendosi arrestare innumerevoli
volte, fino a quando non è costretto a ritornare in Messico.
Questa sua seconda esperienza in Messico (paese centroamericano), è
caratterizzata dallo studio delle riforme di Cardenas che si fonda su due temi
che formeranno poi la successiva produzione di Salvador, ovvero la riforma
agraria e la nazionalizzazione del petrolio. Ritorna in patria nel 1943
quando Contreras viene sostituito da Isaias Medina Angarita. La sua
permanenza in Venezuela però dura fino a quando, non sale al potere Marcos
Pèrez Jimènez, infatti sotto la sua iniziale dittatura viene già arrestato 4 volte
trascorrendo in carcere ben oltre 10 mesi. Ritorna a Parigi e dopo la caduta del
dittatore, può finalmente rientrare dal suo terzo esilio durato questa volta 4
anni. Al suo rientro ha 62 anni, 25 dei quali li ha trascorsi all’estero. Ritornato
nel 1958, intraprende la carriera di giornalista, docente universitario, militante
politico e altro ancora. Muore all’età di 74 anni, nel 1970.
Il giovane De La Plaza e Caracas di inizio secolo
Quando Caracas è attraversata da movimenti nazionalisti, all’inizio della
dittatura gomecista, Salvador De La Plaza era poco più che adolescente. Egli
partecipa a manifestazioni contro la presenza statunitense nel paese, tanto che
in un’intervista rilasciata ad un quotidiano, in occasione dei suoi 70 anni
dichiara: “la mia più grande soddisfazione è sentirmi a 70 anni con la stessa
devozione ed energia, rafforzato dall’esperienza: siccome nel 1910 ho
partecipato alla protesta contro la Knox, segreteria di stato degli Stati Uniti,
arrivati a Caracas per sostenere il governo di Gòmez”. Questo ci evidenzia le
sua ideologia: da un lato possiamo notare la lotta contro Gòmez e le dittature e
imperialismo americano; dall’altro lato possiamo notare la sua attiva
partecipazione a movimento popolari venezuelani. La formazione di Salvador
De La Plaza non si intreccia a questo punto, ancora con il pensiero critico
marxista, siccome in America Latina non si afferma prima della fine dell’800;
piuttosto incontra l’umanesimo pratico e latinoamericanista di Josè Martì,
incontra il modernismo latinoamericano e anche il socialismo democratico.
Figura di rilievo, per la sua formazione culturale giovanile è quella dello
scrittore, politico e diplomatico argentino Manuel Ugarte che viaggia tra Stati
Uniti e soggiorna spesso in Francia ed è proprio grazie allo stretto contatto con
questi due paesi che forma la sua concezione politica: in Europa si forma la
sua visione socialista e latino-americanista; mentre negli Stati Uniti entra in
contatto con l’imperialismo nordamericano e analizzando le invasioni in
Messico e Cuba, sviluppa una posizione nettamente antimperialista e anti-
nordamericana.
Ugarte arriva a Caracas nel 1912, durante una manifestazione organizzata
dall’associazione studentesca della quale fa parte anche De La Plaza. Durante
una conferenza, parla dell’antimperialismo e nazionalismo e riprende anche i
temi dell’unità dei paesi latinoamericani e della “patria comune”, che sono
fondamento delle teorie di Simòn Bolìvar.
Inoltre durante la conferenza parla di cosa ha fatto appena arrivato a Caracas,
la capitale venezuelana, ovvero deporre fiori sulla tomba del “Libertador” e
questo omaggio, proprio nella città natale di Bolìvar, ci indica l’importanza del
nazionalismo nella cultura politica della sinistra latinoamericana. Inoltre Ugarte
utilizza parole pesanti contro l’imperialismo degli Stati Uniti, mettendo in risalto
un altro elemento che caratterizzerà il pensiero del giovane venezuelano (De
La Plaza), egli ovvero Ugarte sottolinea la differenza tra America Latina e quella
anglosassone.
A 16 anni De La Plaza, ha dinnanzi a sé già tracce principali della sua
formazione che si trasformeranno quando entrerà in contatto con il marxismo
della società venezuelana.
Inoltre i suoi anni giovanili sono influenzati dalla figura dello scrittore e politico
uruguaiano Rodò, esponente rilevante del modernismo.
Il movimento della Riforma universitaria, sappiamo che considera Rodò il
maestro della gioventù ed è riconosciuto per il suo profondo americanismo e
critica radicale all’azione degli Stati Uniti nel continente, le sue idee hanno
ispirato l’organizzazione dei giovani dell’America latina, all’inizio del ventesimo
secolo e anche tra gli studenti venezuelani non c’è stata alcuna eccezione.
Successivamente alla conferenza di Ugarte, De La Plaza inizia i suoi studi
universitari e contemporaneamente la sua lotta politica vera e propria. Inizia
anche la violenta reazione del dittatore. Il 20 febbraio 1914, fa un appello al
prefetto di Caracas contro lo scioglimento dell’associazione generale degli
studenti del Venezuela, segue ad esso uno sciopero fatto dagli stessi studenti
universitari, al quale partecipa anche De La Plaza come delegato della facoltà
di medicina, ma la violenta reazione della dittatura di Gòmez lo obbliga a
vivere come clandestino per due anni, fino a quando non viene promulgata una
amnistia generale. Al fianco di Salvador vi troviamo, in questi primi anni, una
terza figura importante per la sua formazione, ed è quella di Gustavo Machado.
Di due anni più giovane di Salvador e condivide con lui il carcere, il confino e le
scelte politiche, ma anche l’iscrizione alla massoneria, dalla quale però si
allontaneranno dopo pochi mesi.
Gustavo proviene da una famiglia ricca e conservatrice, ma proprio come De La
Plaza, abbandona la sua classe per poter prendere parte alla rivoluzione
socialista in America Latina.
A questo punto risulta importante dover ricostruire anche la situazione che si
forma nel mondo dove il giovane de La Plaza vive i suoi anni giovanili:
innanzitutto, il 14 maggio 1914 Caracas sembra non voler trasformarsi in un
mondo invece che, gradualmente, sta cambiando si pensi ai paesi americani ed
europei, infatti nel resto del mondo la guerra portava “le nuvole di un pacifismo
verboso”, ma nessuno poteva sospettare che tre anni dopo in Russia il
socialismo avrebbe aggredito il potere.
Nel frattempo, Caracas, continua a vivere una resistenza senza variazioni,
invase dalle melodie struggenti del tango argentino.
La formazione politica di Salvador De La Plaza
Gli anni tra il 1917 e 1919, sono molto importanti per la sua formazione politica
e si possono individuare nel diario che comincia a scrivere nel 1917,
cominciando con una riflessione molto personale, parlando di un mese della
sua vita pieno di gioia, ottimismo, dolore, piacere e sofferenza. La storia segna
non solamente le vicende venezuelane ma anche quelle personali di Salvador.
Il 1917 è l’anno della rivoluzione di ottobre e ciò influisce molto sul movimento
operaio e popolare venezuelano, nel 1918 comincia a girare una rivista che
spiega cosa fosse il bolscevismo, con informazioni e giudizi di valore scritti da
prospettive democratiche e nel 1919 si costituisce in Venezuela la prima
centrale operaia, ovvero “Confederazione Generale del lavoro”, dando vita alle
prime lotte del proletar