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Geosinonimi e regionalismi semantici

L’italiano è una lingua ricca di geosinonimi, cioè di parole diverse nelle diverse parti d’Italia

per designare lo stesso concetto, anche parole del lessico di base, molto frequenti nella

comune vita quotidiana. Esempio: l’anguria del nord, è il cocomero del centro; “marinare la

scuola” Roma = fare sega, Toscana = fare forca.

Altrettanto diffusi sono i regionalismi semantici, cioè parole che in diverse regioni d’Italia

hanno diverso significato. Esempio: vetrina in Friuli è “armadio di cucina”, dispensa in Sicilia è

“cantina”.

Un indicatore essenziale di regionalità rimane la cadenza o curva intonativa dell’enunciato.

Un aspetto interessante della dinamica degli italiani regionali consiste nel fatto che le

differenze fra di essi, e quindi la marcatezza diatopica relativa, stanno rapidamente

attenuandosi per esso le giovani generazioni, specie per quel che riguarda la fonetica. Grazie

ai fenomeni di standardizzazione e omogeneizzazione della pronuncia che hanno segnato la

seconda meta del secolo scorso, e soprattutto come conseguenza delle mescolanze etnico-

culturali causate dalle consistenti immigrazioni interne degli anni del ‘miracolo economico’,

oggi la maggioranza dei giovani in ambiente urbano mostra una pronuncia o tendenzialmente

standard, con scarsa e sporadica presenza di tratti marcati regionalmente, o composita, con

la compresenza di tratti da ricondurre a diversi italiani regionali.

Variazione di registro e variazione di sottocodice – sottocategorie della diafasia

Questa due sottocategorie della diafasia sono connesse in maniera essenziale

rispettivamente con il carattere sociale della situazione e con il tipo di rapporto esistente o

che si istituisce fra parlante e interlocutore e con la sfera contenutistica e l’argomento del

discorso.

Variazione di registro o variazione stilistica, ‘registri’ o ‘stili’ sono in sociolinguistica le varietà

connesse con questa sottocategoria. Esempio: lo vuoi ‘sto caffè? E prende il caffè che ha

ordinato? (Marcato per registro formale).

Variazione di sottocodice o variazione settoriale, ‘sottocodici’ o ‘linguaggi settoriali’ sono in

sociolinguistica le varietà connesse con questa sottocategoria. Esempio: dolore muscolare e

mialgia (marcato per sottocodice tecnico-specialistico).

L’architettura della lingua

Con architettura della lingua si intende lo studio dell’articolazione di una lingua storico-

naturale in varietà secondo le dimensioni fondamentali di variazione, dei rapporti e delle

reciproche delimitazioni fra queste varietà, e la descrizione delle caratteristiche di tali varietà

a tutti i livelli di analisi; è un campo importante di applicazione della sociolinguistica.

Per l’italiano è stato proposto un modello di architettura che prescinde dalla variazione

diatopica, poiché questa nella situazione linguistica italiana è onnipresente e rappresenta la

tela di fondo su cui si innestano le altre dimensioni di variazione. Per ogni situazione di

italiano regionale, questo modello prevede un’articolazione dell’architettura della lingua in tre

assi, che corrispondono alle tre dimensioni diastratica, diafasica e diamesica, ottenendo uno

spazio in cui locare le principali varietà di lingua.

L’asse della diastratia, verticale, nel polo più alto concentra le varietà d lingua dei parlanti

molto colti, al polo più basso le varietà dei parlanti incolti.

L’asse della diamesia, orizzontale, va da sinistra, il tipicamente scritto, al polo di destra, il

tipicamente parlato.

L’asse della diafasia, diagonale, va dall’estrema di sinistra dove c’è il massimo grado di

formalità, all’estremo in basso dove c’è il massimo grado di informalità.

Al centro di questo schema, nell’intersezione dei tre assi è situato l’italiano standard.

Un problema rilevante dalla ricerca sull’architettura della lingua è dato dalla sovrapposizione

delle varietà, dovuta al fatto che molti tratti non sono esclusivi di una sola varietà, ma

compaiono in più di esse, differenziandosi caso mai per la frequenza relativa di comparsa di

quella varietà di lingua.

Concependo. In termini di descrizione linguistica, i rapporti fra le varietà come un tipo di

continuum con addensamenti, si riesce a dar conto del fatto che i confini fra le varietà non

sono perfettamente isolabili, ma sono sfumati, senza tagli netti, e pure che nello stesso

tempo esistono certamente dei punti di riferimento che identificano delle varietà

fondamentali nello spazio di variazione di una lingua.

Koch e oesterreicher – studiosi tedeschi

Hanno sottolineato che la variazione diamesica contiene due tipi di fatti tra loro in

imbricazione ma che vanno tenuti distinti. Si tratta da un lato degli aspetti che riguardano la

modalità materiale di produzione e trasmissione del messaggio, il carattere fisico del canale;

e dell’altro lato degli aspetti che concernono la concezione strutturale del messaggio, il tipo

di elaborazione a cui questo è sottoposto, la scelta dei tratti linguistici messi in opera, la

concezione del messaggio.

Si ottiene cosi una quadripartizione del genere, con quattro caselle nello spazio diamesico:

- Parlato grafico, vale a dire resa nel mezzo grafico di messaggi strutturalmente ‘parlati’.

- Parlato fonico, resa nel mezzo fonico di messaggi strutturalmente ‘parlati’, il ‘vero’

parlato.

- Scritto grafico, resa nel mezzo grafico di messaggi strutturalmente scritti, il ‘vero’

scritto.

- Scritto fonico, resa nel mezzo fonico di messaggi strutturalmente scritti.

Linguaggi settoriali

Detti anche linguaggi speciali o lingue speciali, sono microcosmi linguistici facenti parte di

ogni lingua, costituiti fondamentalmente da elementi specifici, quasi gergali, espressioni

tecniche o gruppi di vocaboli utilizzati nei vari settori professionali o sociali. Spesso sono

poco noti o del tutto sconosciuti al parlante medio, che è al di fuori del mondo professionale

in cui un determinato linguaggio viene usato; ma in altri casi parte della terminologia specifica

di un settore socio-professionale si è diffusa anche tra il parlante medio, quanto meno nei

suoi elementi di base. Altre volte invece risulta molto difficile comprendere un linguaggio

tecnico.

La lingua comune e i linguaggi settoriali non sono scomparti isolati, ma convivono come

varietà di lingua usate da uno stesso parlante in contesti comunicativi diversi. Gli scambi

lessicali tra linguaggi settoriali e linguaggio comune sono estremamente proficui per

entrambi, arricchendo entrambi di vocabolario e di ampiezza espressiva.

Ma i linguaggi settoriali possono anche venire utilizzati al fine di oscurare la comunicazione

per l’interlocutore.

Lingua dei giovani

L’età e il sesso sono due fattori sociodemografici che correlano in maniera interessante con il

comportamento linguistico dei parlanti.

Per quel che riguarda la variabile età, essa risulta correlare significativamente con la

dialettofonia: se dobbiamo trovare un parlante tipicamente dialettofono, in Italia, dovremmo

andarlo a cercare tra gli anziani, mentre se vogliamo trovare un parlante sicuramente non

dialettofono lo cercheremo in una giovane.

In tutti i repertori con dislivelli di prestigio notevoli fra una lingua o varietà alta o varietà bassa,

i giovani, salvo situazioni particolari, saranno più esposti e più orientati alla lingua o varietà

alta. Quanto all’identificazione di varietà di lingua, e tipi di comportamenti verbali, specifici

delle classi di età, la ricerca in Italia sinora si è soffermata solo marginalmente, e più per

opera di sociopsicologi che di sociolinguisti, sul rapporto fra invecchiamento/vecchiaia e

prestazioni linguistiche e sulla ‘lingua degli anziani’.

Nell’ultimo quindicennio è diventato tema alla moda quello della ‘lingua dei giovani’. In Italia

si è andati alla ricerca di modi comunicativi e caratteri linguistici propri dei giovani, con

numerose indagini empiriche sul campo. Le ricerche hanno condotto all’identificazione di un

certo numero di tratti molto ricorrenti nel comportamento linguistico giovanile. Il risultato più

evidente è il riconoscimento dell’esistenza di un ‘lessico giovanile’, un insieme di lessemi

espressivi, metaforici, disfemistici, a volte neologismi coniati all’occasione; in buona parte gli

stessi nelle varie regioni d’Italia, ma con un certo ammontare di termini tipici di determinate

aree.

Tale lessico giovanile, usato per lo più solo nell’interazione verbale all’interno del gruppo, può

configurare il cosiddetto linguaggio giovanile come una sorta di gergo; è infatti definibile come

gergo una varietà di lingua che è marcata al tempo stesso in diafasia e in diastratia, è

caratterizzata da un lessico proprio, formato attraverso meccanismi morfologici e semantici

diversi ma ricorrenti e spesso difficilmente decodificabile da non appartenenti al gruppo, non

ha struttura grammaticali sue proprie, ma è sempre ‘ospitata’ all’interno di un’altra lingua,

funge da importante contrassegno dell’identità del gruppo, contrapponendolo come

alternativo alla società comune.

Nel ‘lessico giovanile’ sono frequenti termini colloquiali, espressivi e volgari, ma non si

possono configurare come esclusivi dei giovani. Come i ‘gerghi transitori’ che si sviluppano in

determinati ambienti per il periodo in cui un gruppo di persone si trova a condividere vita,

attività, valori.

Oggi è molto incrementato nel lessico giovanile il peso e il ruolo dei neologismi anglicizzanti

connessi con internet e i telefoni cellulari (chattare).

Dall’incrocio fra espressività iconoclasta del linguaggio giovanile e libertà disinibita e ludica di

espressione connessa con il mezzo particolare è nata una caratteristica molto evidente della

lingua dei giovani nelle chat lines: la marcata volgarità e l’esagerazione pornolalica e

coprolalica.

La sua incidenza nel comportamento linguistico di adolescenti e giovani non va però

sopravvalutata: si tratta certo di un lessico molto appariscente, per i suoi caratteri di forte

espressività anticonformista e di incomprensibilità e stranezza per chi non faccia parte del

gruppo, ma la cui presenza effettiva nel parlato quotidiano dei giovani non è così ampia.

Sesso del parlante

Oggi si fa riferimento alle differenze nel comportamento linguistico fra uomini e donne in

termini di ‘v

Dettagli
A.A. 2024-2025
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martina.mangiapelo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e sociolinguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Dragotto Francesca.