vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Gli assi di variazione dipendono dal territorio e spostamento (variazione diatopica), dallo strato
sociale (diastratica, differente da quella diafasica in quanto prende in considerazione solamente
l’individuo), dalla situazione comunicativa (diafasica, definita dal ruolo dei parlanti e dalla loro sfera
d’attività e di discorso), dal mezzo di trasmissione del linguaggio (diamesica) e dal sesso (diaginica).
-Lingue e stratificazione sociale
Labov fu il primo che incominciò uno studio sulla stratificazione sociale, prendendo in considerazione
principalmente 3 parametri: reddito, lavoro e grado d’istruzione. In seguito Trudgill ne aggiunse
altre 3: tipo di abitazione, luogo di abitazione e occupazione del padre. Si delineano così 5 classi
sociali escludendo le classi alte (in quanto in quest’ultime la variazione è minima, sono tutti vicino
allo standard): MMC (classe media media), LMC (classe media bassa), UWC (classe operaia alta),
MWC (classe operaia media), LWC (classe operaia bassa)
Trudgill, Norwich Prendendo come campione la popolazione di Norwich si analizzano aspetti
morfologici e fonetici delle varie classi in relazione alla variazione linguistica. Il primo test si
concentra sulla presenza (standard) o sull’omissione della –s nella terza persona singolare in inglese.
Abbiamo che MMC ha il 100% di presenza, LMC 80%, UWC 75%, MWC 30%, LWC 10%.
- Più la classe è alta più ci si avvicina allo standard. Lo standard non consente scelta di varietà, mentre
le altre classi lo hanno (diasistema).
- Vi è una differenza significativa fra UWC e MWC in quanto i primi vedono una possibilità concreta
di passare alla classe sociale più alta e quindi provano maggiormente ad adattarsi alla varietà
linguistica della classe superiore.
Vengono prese in considerazione anche le variazioni di –ŋ/-n in –ing; a aperta/intermedia/chiusa; -h/-
niente. Si nota che: 1) attraverso la maggiore o minore incidenza dello standard, le diverse classi
sociali possono creare varietà linguistiche pur essendo nello stesso diasistema. 2) la capacità di parlare
nella maniera più adatta non è la stessa nelle diverse classi sociali (svantaggio di chi non sa parlare lo
standard). 3) non tutti gli strati sociali sono a conoscenza dello stesso numero di varietà (svantaggio di
chi non sa parlare lo standard).
Labov, gruppi sociali prova a fare una ricerca sui gruppi sociali e non sugli strati sociali. Prende in
considerazione i bianchi e i neri come gruppo sociale e is, are/ ’s, ‘re/ nulla come varianti (grafico
appunti 6-11).
Viene sottolineato come fra i bianchi vi è una prevalenza della forma contratta mentre nei neri di
quella cancellata, con una preferenza casuale di quella completa.
Labov, Martha’s Vineyard anni ’60 variazione della centralizzazione della a nei dittonghi –au e –ai.
La maggiore centralizzazione rispetto allo standard vi è nei pescatori intorno ai 35 anni, in quanto
negli ultimi anni l’isola si è trasformata in un luogo di villeggiatura per i turisti di classe sociale alta. I
pescatori, maggiormente attaccati all’orgoglio isolano, si sono voluti differenziare da coloro che si
sono adattati alla varietà dei turisti provenienti da fuori (l’indagine è avvenuta chiedendo ai pescatori
esperienze di pericoli di vita, in modo che la loro risposta, in quanto proveniente da un’esperienza
intensa, fosse espressa con un linguaggio spontaneo)
{-Rapporti fra lingua e strato sociale
Modello sociologico, Bernstein analizza l’andamento scolastico dei bambini secondo la classe
sociale, in cui i bambini della classe operaia hanno a disposizione un codice ristretto rispetto alle
richieste dei contenuti educativi scolastici, mentre i bambini della classe borghese hanno sia un codice
ristretto sia un codice elaborato. In seguito elabora come quest’ultimi abbiano più capacità di
classificazione (C) e inquadramento (F) che gli consente una maggiore ricchezza di articolazione e
produzione.
Modello materialista, Sanga ogni strato sociale ha meccanicamente una varietà linguistica propria
(italiano standard borghesia; italiano burocratico piccola borghesia del terziario; dialetto urbano
artigiani; ecc.)}
-Lingua, strato sociale e situazione
Gli elementi della SL, quali le varietà linguistiche in funzione delle caratteristiche dell’individuo e
della linguistica generale, sono da considerarsi un continuum, cioè non vi sono confini discreti a
definire la separazione dei vari elementi d’analisi ma vi è un cambiamento graduale e fuso. In ogni
caso gli elementi focali son ben definiti.
Trudgill, situazione + strato sociale fa una ricerca e analisi tenendo conto anche della variazione
diafasica (situazionale) oltre che della variazione diastratica.
Egli crea 4 situazioni dalla più formale alla meno formale, per incrociare i dati con quelle dello strato
sociale. Durante le interviste fa leggere una lista di parole (WLS), leggere in prosa (RPS), conversare
(FS), discorrere spontaneamente con il registratore apparentemente spento (CS) e si concentra sulla
variazione di –ŋ/-n o –ing.
Si nota che (grafico appunti 20-11): 1) nella lista di parole è più facile prestare attenzione alla
pronuncia corretta. 2) la classe operaia ha difficoltà a gestire lo standard (si sapeva già). 3) la classe
media (UWC) trova opposizione fra formale (RPS) e informale (FS), nella prima mantiene una varietà
più standard avvicinandosi alla classe più alta, mentre nella seconda si avvicina alla classe operaia.
Ciò definisce come sappia gestire 2 diversi tipi di registri a seconda della situazione.
Labov, grandi magazzini studia il cancellamento o la conservazione dell’elemento rotico (vibrante
R) in USA (in inglese la cancellazione dell’elemento rotico è standard, mentre in USA è la
conservazione lo standard) negli anni ’60 quando la conservazione=standard si sta ancora affermando.
Analizza 3 catene di grandi magazzini, e ne definisce la classe sociale dei clienti attraverso il
prestigio dei magazine dove esse pubblicano le loro pubblicità.
In ogni posto chiederà dove si trova un oggetto ad un commesso in modo da fargli rispondere “on the
fourth floor” e farà finta di non capire per farglielo ripetere una seconda volta in modo più scandito.
Si nota che (foto D): 1) essendo l’elemento rotico presente in due parti diverse della parola è più
accentuato sempre a fine parole (floor) 2) nel magazzino più prestigioso la realizzazione è standard sia
nella prima che nella seconda ripetizione, nel magazzino medio e quello basso vi è un certo contrasto.
L’elemento rotico è quindi segno di prestigio, e nel magazzino medio è consapevole 3) età nel
magazzino più prestigioso e in quello meno prestigioso colui che parla più lo standard è il commesso
giovane, in quello medio invece sono i più vecchi, in quanto essi avendo più esperienza accarezzano
la possibilità di passare al magazzino di prestigio maggiore adeguandosi al linguaggio standard.
Osservazioni:
- Più la situazione diventa formale, più ci si avvicina allo standard. Profilo del marcatore (dove i
parlanti sono a conoscenza dei vari prestigi)
- Il registro non cambia anche se sale la situazione di formalità, distinzione solo a strati sociali quindi.
Profilo dell’indicatore
-Aumento della cancellazione per paura di giudizi dall’esterno, prima dalla formalità e in seguito
dall’informalità. Profilo dello stereotipo
-Una classe più bassa imita quella più alta, a volte superandola nello standard. Profilo
dell’iperproiettismo
Questi erano i profili del modello delle variabili linguistiche, per variabile sociolinguistica
intendiamo le diverse tipologie di realizzazione di una frase che esprimono lo stesso contenuto ma che
hanno diversa rilevanza sociale in funzione alla situazione e ai ruoli dei parlanti.
{Vi sono altri modelli, quello grammaticale che analizza la frequenza dell’uso grammaticale di un
dato sintagma nominale nell’apprendimento. Ciò però non prende in considerazione i fatti sociali e
vengono quindi decontestualizzati. Quello a scale d’implicazione che analizza come la scelta di
determinati tratti può implicare l’attuazione o la scelta di altri tratti.
-Status e funzione delle lingue
Per status si intende ciò che si può fare con una lingua dal punto di vista legale, culturale, economico,
ecc, mentre per funzione ciò che con la lingua ci si fa a livello pratico.
A definire lo status sono le dimensioni geopolitiche (area più o meno compatta di diffusione che può
comprendere più paesi, sistemi sociali e istituzioni che la usano, la riconoscenza legale di questa), le
dimensioni sociodemografiche (numero di parlanti, classe sociale (o religiosa o generazionale,…)
che la usa, domini d’impiego,) e le dimensioni linguistiche (grado di elaborazione della lingua (avere
un sistema di grafia ad esempio, avere una propria letteratura), il grado di standardizzazione di essa in
un paese, la continuità e la trasmissione di essa nelle generazioni).
Ausbau e Ausbausprache livello di elaborazione dato dalla presenza della grafizzazione, temi
relativi alla storia e tradizione locale, temi culturali generali e temi di scienze naturali e tecnologia.
Ricchezza lessicale e un numero di utenti al seguito. Dimensione linguistica.
Abstandsprache lingua capace di soddisfare tutta la gamma di funzionalità richieste dalla società,
riconosciute anche per distanziazione. Dimensione geopolitica.}
-Dialetti
I dialetti italiani sono continuazioni orali dirette dal latino, con innovazioni diverse da città a città. Per
questo anche a poca distanza si possono avere dialetti diversi dialetti primari.
L’italiano odierno deriva dal fiorentino del ‘300, che acquisì prestigio attraverso l’uso dai letterati
come lingua sovradialettale per scrivere le opere. Solo dopo l’unità d’Italia si è incominciato a far
imparare una lingua nazionale che corrispondeva a questa. Gli italiani locali derivano
dall’apprendimento imperfetto di quest’italiano (soprattutto riguardo alla fonetica e leggermente
anche sul lessico) che viene tramandato con queste imperfezioni.
La variazione dialettale si studia attraverso gli atlanti linguistici (ce n’ è uno italo-svizzero uscito nel
‘40 e uno italiano uscito nel ‘95), dove una determinata parola secondo il proprio dialetto è collocata
nel punto geografico preciso in cui è usata. A definire dove variano le parole e quindi il dialetto, vi
sono le isoglosse che sono linee di confine tracciate sull’atlante che delimitano lo spazio in cui c&