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VARIETÀ DI STILE E DI REGISTRO
Sovra-estensione di tipologie stilistiche con trapasso di stilemi da un registro all'altro:
• Soggetti postposti
• Ellissi
• Ordini marcati dei costituenti frasali (frasi scisse, elementi dislocati) 6 Aprile 2017
• Passaggio di vocaboli tecnici relativi a diversi campi di conoscenza tra linguaggi settoriali
diversi;
• Semplificazione sintattica e retorica. Riduzione di numerose categorie morfologiche (modi e
tempi verbali) e prevalenza di strutture analitiche su quelle sintetiche;
• Tipico del linguaggio giornalistico e della pubblicità è il fenomeno del "riuso" non solo di singoli
termini, ma di slogan o di titoli di film o di proverbi.
VARIAZIONE DIAMESICA - L'ITALIANO PARLATO
Le principali caratteristiche dell'italiano parlato che ritroviamo nei linguaggi giovanili sono:
• L'uso di metafore: una cifra (molto), zampa (mano);
• L'uso di iperboli: allucinante, pazzesco, mostruoso, assurdo;
• L'uso di abbreviazioni e troncamenti: mate (matematica), prof (professore), tranqui (tranquillo);
• L'uso di neologismi: sfamare (scoprire), palloso (noioso), figata (cosa bella e divertente),
metallaro (ragazzo che ascolta la musica heavy metal);
• L'uso di prefissi come mega, super, stra: megaintelligente (molto intelligente), strafigo (molto
bello), superpalloso (molto noioso).
Fonologia
• Semplificazioni ed assimilazioni note con il termine di allegro;
• Apocope della finale di infiniti, copula e ausiliari di prima e terza persona: metter su casa, far
contento qualcuno, far passar la paura, son partiti, abbiam fame, posson esser pagati, son
contento, han tre figli. van compatiti;
• Troncamento della sillaba finale: so' tre notti che non dormo, sta' fermo, va' via;
• Aferesi della vocale iniziale o della prima sillaba: (a)spetta, (in)somma, (in)tanto, (que)sto
(talvolta rafforzato da qui o qua: 'sto qui non viene);
• Ristrutturazioni sillabiche in conseguenza di fusioni di segmenti o di caduta di vocali:
peresempio, vall'apprendere, mettita sedere;
• Aferesi della vocale negli articoli: prendi (i)l pane, tutto (i)l giorno.
Morfologia
Il presente indicativo è usato al posto del futuro, accompagnato da avverbiali temporali: domani
1. vado dal parrucchiere, ad aprile mi sposo.
Il futuro viene sempre meno usato come indicatore temporale, mentre si usa con finalità
2. epistemiche o modali, relative a ipotesi o credenze: avrà almeno cinquanta anni! Non so se
sarà vero o no.
Il passato ha un'estensione relativa al passato prossimo a scapito del passato remoto: questa
3. mattina sono andato al mercato come dieci anni fa sono andato in Sicilia; quando il presente
sostituisce il futuro, l'anteriorità nel futuro è espressa col passato prossimo: dopo, quando ho
finito di scrivere, prendo la valigia e parto.
L'imperfetto assume valori modali del congiuntivo, sempre più raro: se volevi, potevi arrivare
4. anche prima.
Il condizionale, nel suo valore di futuro nel passato, viene risolto con l'imperfetto: mi ha detto
5. che arrivava alle cinque.
Tendenza ad evitare la costruzione passiva con strategie alternative basate sulla sintassi
6. (l'hanno portato in prigione) oppure con strategie discorsive di messa in rilievo di costituenti
(dislocazione a sinistra con in i fumetti, li leggono i giovani).
Nel parlato dominano le perifrasi verbali aspettuali, formate da veri elementi: stare + gerundio,
7. stare a + infinito, continuare a + infinito, essere lì che, a, per + verbo.
Il verbo viene accordato "a senso" con il soggetto collettivo: la maggioranza degli aventi diritto
8. non sono andati a votare, la gente sono sempre pronti a dire male; oppure si accorda con il
soggetto logico della relativa, come in Gianni è uno di quei ragazzi che vive con poco (queste
forme sono da considerare non corrette).
Uso del pronome relativo che con varie funzioni (che polivalente).
9. La ripresa del clitico visto sub, assieme al fatto che in molte altre strutture si tende ad inserire
10. dei pronomi atoni di "ripresa" (ad esempio nelle dislocazioni) rientra nella tendenza generale
ad un tipo di coniugazione detta "oggettiva".
È
11. La negazione viene spesso rafforzata da particelle come mica, per nulla, punto, secondo una
tendenza di tipo settentrionale.
I GEOSINONIMI
caffè/ espresso
• stringhe/lacci
• fazzoletto/pezzuola
• fede/vera
• stampella/gruccia
• papà/babbo
• bollito/lesso
•
VARIAZIONE DIATOPICA
Variazione nello spazio: lingua e dialetto
Il dialetto non è una lingua minore, di portata più limitata di una lingua ‘vera’ ma ha le stesse
proprietà di ogni sistema linguistico. In linguistica indica le varietà locali, geograficamente
circoscritte, di una lingua con cui hanno parentela genetica. In sociolinguistica la differenza tra
lingua e dialetto è che il dialetto non è la varietà standard, dalla quale differisce per prestigio
sociale, gamma di usi, grado di codificazione e alla quale è subordinato all’interno del repertorio.
I DIALETTI IN ITALIA
• Settentrionali o gallo-italici
• Toscani
• Centro meridionali
Importanti sono:
• la linea La Spezia- Rimini che divide i dialetti sett. da quelli centro-meridionali
• la linea Roma-Ancona che divide i dialetti centrali da quelli meridionali
ALLOGLOSSIA IN ITALIA
Provenzale • Serbo-croato
• Franco-provenzale • Greco
• Francese • Catalano
• Tedesco • Ladino
• Sloveno • Albanese
•
BILINGUISMO E DIGLOSSIA
• Bilinguismo: presenza di due lingue nella stessa comunità linguistica o capacità del parlante di
usare correntemente due o più lingue.
– primario se ambedue le lingue sono state acquisite come materne
– secondario se solo una è la lingua materna e l’altra è stata appresa dopo
• Diglossia: presenza di lingue o varietà che si differenziano per l’ambito d’uso e il prestigio di cui
godono. 11 Aprile 2017
PRESTITI E CALCHI
Sono forme di interferenza o contatto fra lingue
• Lingua modello: quella che esercita l’interferenza
• Lingua replica: quella che ne subisce gli effetti
• Le forme di interferenza più interessanti riguardano prestiti e calchi.
PRESTITI
Oltre al significato del modello riproducono anche il significante, a volte con adattamenti alla
struttura della lingua replica - it. sciuscià, ingl. shoeshine
PRESTITI DI NECESSITÀ:
Quando la parola viene introdotta (in forma più o meno imitativa dell’originale) contestualmente al -
nuovo referente.
Esempi • scoperta dell’America – patata, dall’haitiano, per il tramite dello spagnolo –canoa
• caffè dal turco • zero dall’arabo
Più di recente, dall’angloamericano:
• juke-box
• terminologia informatica (computer, mouse, display, hardware, software, driver, e
anche un aggettivo che si riferisce alla comunicazione utente-pc come friendly)
PRESTITI DI LUSSO
A rigore sono superflui, perché la lingua già ha in sé le risorse lessicali alternative al termine
esotico, ma assumono una connotazione stilistica – com’è il caso di parole brevi e fonoespressive
particolarmente accettate dal linguaggio giornalistico o di (supposta) promozione sociale.
Linguaggio giornalistico: • show, boom, click rispetto a “traduzioni” come ‘spettacolo’, ‘sviluppo
(economico)’, ‘schiacciare il puntatore’, che poi sarebbe il mouse (divenuto ormai prestito di
necessità).
Promozione sociale: • preferenza per anglismi quali babysitter, manager, week-end rispetto a
‘bambinaia’, ‘dirigente’, ‘fine settimana’ o di impeachment.
PRESTITI INTEGRATI
Un termine preso da una lingua straniera nella sua forma originaria, ma integrato alla fonologia e
alla morfologia della lingua di cui entra a fare parte.
Esempi: • 'quorum' = Quorum (diritto pubblico)
• treno fr. train
• mitraglia fr. mitraille
• Lanzichenecco (adattamento dal tedesco Landsknecht)
Il parlante comune riconosce soltanto il prestito non integrato ma non riconosce invece il prestito
integrato. Quanti sanno che treno e bistecca sono prestiti dall'inglese?
Certi prestiti sono usati sia nella forma originaria sia in quella adattata:
• francese: bleu e blu, gilet e gilé, paletot e paltò;
• inglese: punch e ponce, roastbeef e rosbif (o rosbiffé).
PRESTITI NON INTEGRATI
Il prestito può essere "non integrato" (o «non adattato», a seconda della terminologia adottata), se
il vocabolo esotico viene accolto nella forma originaria (e quindi con sequenza di fonemi e morfemi
estranei all’italiano):
Bar, computer, leader, équipe, lager, tram ingl. Tramway car ‘carro della via ferrata’
• Problemi di pronuncia
• Problemi di genere grammaticale (l’affare, la gang, la slide, la rockstar, il fine settimana)
• Il plurale
L'USO DELL'ARTICOLO (WEEKEND, WHISKY, WALKMAN, SWATCH: IL O L'?)
“L’astratta logica grammaticale vorrebbe che davanti a whisky o Webster figurasse lo stesso
articolo eliso l’ che tutti adopereremmo davanti a una parola come uomo. In realtà l’uso tende a
preferire il, probabilmente perché all’occhio del lettore italiano la lettera w è una consonante,
qualunque sia il valore fonetico che ha nella lingua straniera di partenza. Per lo stesso motivo si
dice uno swatch, anche se la sequenza dei suoni in [swɔtʃ] è la stessa di suocero: anche in questo
caso la lettera w viene percepita, indipendentemente dalla pronuncia, come una consonante e
quindi, in combinazione con s, richiede l’articolo lo come in svogliato o svolazzo.”
CALCHI
Un tipo peculiare di prestito è il «calco», neologismo formato con materiale indigeno su modello
straniero.
NASCITA DEL CALCO
Affinché possa avvenire un calco, sono necessari un modello straniero ‘trasparente’, cioè motivato
semanticamente e strutturalmente, e una buona competenza linguistica in chi lo effettua, che deve
essere in grado di cogliere, oltre al significato, la forma interna straniera del modello, e di
individuare nella propria lingua un modo per riprodurla adeguatamente. Di conseguenza il calco è
un fenomeno nel suo complesso più colto del semplice prestito e investe soprattutto il lessico
intellettuale, addensandosi nei periodi in cui l&rsqu