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La denuncia sociale a scopi umanitari raggiunge effetti clamorosi con i palombari del sottosuolo milanese
decisi a mostrare l’altra faccia di una città definita capitale della morale. Il quadro che intendono
denunciare, è a colori ben più tetri e sconfortanti rispetto a quello che fanno credere.
4.4 La repressione del maggio 1898
A seguire il filo del romanzo sociale verso la fine del secolo vi furono i falò ribellistici degli scapigliati
democratici che finirono con le cannonate della feroce repressione del maggio del 1898 del generale Bava
Beccaris.
5. Il romanzo parlamentare
5.1 Echi e risonanze della politica nel romanzo
Nell’ampio quadro della narrativa sociale la nuova Italia coltiva con passione anche la variante del
romanzo parlamentare, attento al ritratto della vita politica nelle stanze del potere. Gli scandali
finanziari del malgoverno unitario dominano le cronache quotidiane e lo scontento diffuso della pubblica
opinione.
Questo genere inoltre, sollecitato delle proteste scaturite dalle speranze disilluse della realtà del
presente, dispiega variegati motivi su diversi versanti letterari che si distinguono per ideologie diverse.
5.2 La denuncia morale
Ricorrente è anche la prospettiva della denuncia morale o moralistica legata al rimpianto di un mitico
passato virtuoso, quindi all’etica del patriottismo e della dignità. Quando poi le scelte di partito vengono
esplicitate si rischia che l’argomentazione diventa polemica e che la satira comincia a criticare la
contemporaneità.
5.3 Contro il trasformismo politico
Storicamente ancorato al presente e alla sua situazione è lo stesso versante democratico in linea con il
pensiero del pisano Ettore Socchi che, con i suoi testi a destinazione popolare, si accanisce contro
l’opportunismo trasformista che molti, in questo periodo, attuano in politica.
5.4 Federico De Roberto
Il siciliano De Roberto ci presenta invece l’altra faccia della medagli. Nella sua opera Vicerè egli descrive
come l’aristocrazia isolana si interessa dei maccanismi istituzionali dello Stato liberale così da lasciare
intatti gli antichi accordi e rapporti di forza.
Successivamente poi, nella sua opera rimasta incompiuta intitolata L’imperio, vediamo un onesto piccolo
borghese di fede risorgimentale che si oppone in quanto affranto da sfiducia storica e illusione di riscatto.
5.5 Antonio Fogazzaro
Altro e diverso è lo spiritualismo cattolico di Fogazzaro che propone proposte salvifiche in una situazione
di alta incertezza istituzionale, queste sono però proposte per lo più dominate da mitologie progressive e
programmi di espansione coloniale.
Nello scorcio del secolo però la strada vincente la imbocca la mitologia autoritaria ed estetizzante di
D’Annunzio che coagula l’anti-parlamentarismo e l’apoteosi di un eroe onnipotente, anti-borghese e anti-
democratico. Con ciò la stagione dei contrasti e delle battaglie post-risorgimentali è chiusa e l’Italia si
avvia alla tragica modernità che vedrà come primo epilogo la Grande Guerra.
CAPITOLO IX, Studio e invenzione della realtà
1. Il narratore cronista e testimone
1.1 Verga e il programma dell’impersonalità
Il programma dell’impersonalità è un tentativo di dare colore locale anche alla forma letteraria del
racconto; di questo programma ne parla Verga in alcuni dei suoi testi teorici brevi e d’occasione ma, a lui
che piace agire, dimostra subito che questa caratteristica può essere introdotta nel testo con Rosso
Malpelo. Ciò deriva dall’ammirazione che Verga ha per Zola e di cui parla in una lettera inviata a
Cameroni dove, si dichiara anche, ammiratore di Manzoni.
1.2 Punto di vista interno
Verga percorre una strada solitaria infatti il suo dettato narrativo, che viene filtrato da un punto di vista
interno all’ambiente ritratto, arriva a creare un linguaggio del «vero», capace di comunicare l’illusione
completa della realtà; l’inchiesta documentaria si trasforma, tra le mani di Verga, in nuova forma
artistica. L’autore converte lo studio del reale in un invenzione di realtà letteralmente inedita e
visionaria, possiamo dire che Verga sta al romanzo italiano verista come Manzoni sta al romanzo storico
italiano.
Verga muove infatti il lato del realismo scientifico di area positivista e lo fa adattare alla società
contemporanea. Con questo genere di scrittura si promuovono le indagini tecniche sulle tradizioni
popolari italiane e si evidenziano le diverse specificità regionali; questa è la cultura che dà vita alla figura
del narratore cronista e testimone del reale.
1.3 Funzioni della voce narrante
La funzione della voce narrante è mutata con il mutare del quadro storico e degli obbiettivi operativi che
gli scrittori si assegnavano.
- Foscolo utilizza l’io eroico e suicida
- Negli anni della restaurazione prevale il narratore onnisciente del romanzo storico
- Alla crisi del romanzo storico appare un io accanito all’educazione di sé e allo scavo nella sua
interiorità
- La passione civile del decennio pre-unitario dà vita ad un io diseroicizzato, attore e regista della
contemporaneità
- Poi, il crollo dei miti risorgimentali danno voce ad un io smarrito e spregiudicato del romanzo
scapigliato.
- Ora, l’estetica positiva e l’ansia della verità, formano il narratore cronista che raccoglie i documenti
sociali spinto dal bisogno di rivelare gli aspetti quotidiani di una realtà che è sotto gli occhi di tutti e
che eppure molti fanno finta di non vedere.
1.4 Il narratore cronista
La tecnica del narratore-cronista presuppone la scomparsa di quel parametro giudiziario di cui si
avvaleva il narratore onnisciente storico. La credibilità del documento raccontato dal narratore si basa
sulla conoscenza razionale, empirica, non più governata dalle certezze ideali e morali. Ora chi narra è un
osservatore dal basso che tiene il «registro dei fatti» ma non li ordina a suo piacimento; infatti
l’impersonalità verghiana tocca il punto-limite di una prospettiva della destrutturazione e della
disgregazione.
1.5 Caratteri del romanzo verista
I connotati del romanzo verista hanno, generalmente, una matrice regionale anche perché, in una
nazione a maggioranza agricola come quella italiana, è naturale che prevalga una coloritura provinciale e
raramente una cittadina. Ma, una delle caratteristiche principali, è che questo genere discorre sempre
della scala sociale partendo dal gradino più basso e arrivando alla vetta. Distintivo è infatti il metodo in
quanto si impone l’osservazione impassibile che riporta secondo un procedimento antiaccademico con
effetti di chiaroscuri e di nitidezza figurativa.
1.6 I pittori della «macchia»
La tecnica dei pittori della macchia nasce in Toscana da Saverio Altamura e Serafino De Tivoli ma, è
anche stimolata, dalla fisica ottica delle prime fotografie della ditta Alinari.
Diverse proposte operative arrivano da Firenze e si proiettano sull’intero decennio post-unitario.
Si nota inoltre che il nuovo vento sta transitando dal terreno figurativo al teatro e alla prosa sia
narrativa sia storico-critica. I tempi post-risorgimentali vedono mettersi in atto un bilancio delle luci e
delle ombre della nuova coscienza nazionale che sembra definire il tempo di prosa e non di poesia.
1.7 La visione come scoperta
Con il verismo ora, l’atto del vedere diventa rivelazione e scoperta, conta l’immediata capacità di
afferrare dello sguardo, le concretezza della rappresentazione piuttosto che il gusto romanzesco
avventuroso, si preferisce l’accertamento del fatto piuttosto che il regno del possibile.
L’obbiettivo del romanzo è descrivere il destino dell’individuo, la sua famiglia, il suo ambiente e il suo
tempo ma secondo il suo punto di vista; generalmente poco incuriosisce il destino della storia pubblica.
Quindi, se il naturalismo in Francia è una battaglia politica e sociale, il verismo in Italia tratta solo di
scienza del cuore umano, è infatti una battaglia letteraria conoscitiva. Al verismo importa la sola
esistenza dello stato della normalità e per questo vi addossò anche delle polemiche che andavano a
criticare la sua superficiale esteriorità e la violenza del racconto.
La fortuna del genere avvenne negli anni ‘70 ed ‘80 dell’Ottocento con la stagione positivista, ne seguirà
poi però il rapido declino.
1.8 Conoscere l’Italia
In questo periodo si cerca quindi di procedere alla ricognizione di una «patria» appena conquistata ma
ancora sconosciuta. Non è corretto quindi vedere la vocazione investigativa sulla vita locale come una
chiusura regionalistica, bensì come coscienza delle proprie radici storiche, come fondamento e premessa
di una più consapevole intellettuale. Non a caso, questi approfondimenti locali, sono diffusi anche nella
letteratura europea e, svariati periodici e riviste, trattano l’argomento delle multiformi realtà nazionali.
2. Tante Italie
L’esplorazione si spinge a conoscere territori fino ad allora ignoti in quella che era una patria sconosciuta
e, per questo, l’esplorazione attraversa tutta la penisola. Ovviamente però verismo non vuol dire per forza
regionalismo che, a sua volta, non implica adesione a precidere al verismo: nella ricerca del vero troviamo
tanti stili diversi, patinature oleografiche, spesso patetiche, spesso pittoriche.
Non a caso, in ogni regione, troviamo diversi modi e diverse sfumature della letteratura di questo periodo
raccontate da autori altrettanto diversi tra loro. Rilevante e di spicco saranno alcuni autori come Verga,
Capuana e De Roberto accomunati dalla provenienza siciliana ed infatti, sarà proprio la Sicilia, ad avere
un particolare interesse comune ad approfondire le tradizioni popolari.
2.1 Pellegrino Artusi
L’indagine del vero è, per lo più, un’avventura personale. Perciò, a questo viaggio collettivo, possiamo far
partecipare anche Pellegrino Artusi, romagnolo ma fiorentino di formazione e di residenza, con la sua
opera «La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene» ha regalato alla nazione un oggetto-manuale pratico
e affidabile per l’uso di tutti i giorni, schietto nell’impianto e stilisticamente appetibile alla lettura; questo
aiuto concreto per l’atto quotidiano della buona tavola ha contribuito a costruire una concreta identità
comune di un paese poco politicamente unito.
L’Italia, in questo periodo, si rivela a se stessa nelle multiple stratificazioni delle sue varietà storiche,
intellettuali, e sociali tramite un moto di rivelamento analitico in prospettiva nazionale. Si frantuma
l’imma