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La conclusione dell'esperienza neokantiana e la nascita della fenomenologia
La conclusione dell'esperienza neokantiana si interseca con la nascita di una delle più rilevanti correnti filosofiche contemporanee, ovvero la fenomenologia. I maggiori rappresentanti di tale corrente hanno frequentato le proprie radici filosofiche nell'esperienza del neo criticismo. L'indagine etica è incentrata sulla nozione di valore.
Neocriticismo e Cohen
Tra i pensatori neokantiani, Cohen è quello che dedica all'etica come disciplina sistematica la maggiore attenzione. L'etica è una parte del sistema della filosofia, ma al tempo stesso anche il suo centro. Il primato della ragione pratica è un elemento del pensiero kantiano che Cohen non accetta: logica ed etica sono piuttosto complementari e l'etica dipende dalla logica, per quanto riguarda la forma, e si fonda su di essa. Logica ed etica hanno per Cohen uno statuto parallelo: come la logica, l'etica deve partire da un fatto scientifico, da una disciplina scientifica.
ca che ne costituisca il punto di riferimento. Per la logica questo fatto scientifico è costituito dalla scienza matematica della natura. Per l'etica invece Coinlo individua nel diritto e la scienza giuridica. Diritto = radicamento metodologico dell'etica. Dato che la scienza giuridica è la disciplina che si è data una veste scientifica, l'etica acquisisce così il suo ruolo metodologico rispetto a questo intero ambito, e si fa logica positiva delle scienze dello spirito. Questo significa che l'etica della volontà pura dovrà essere dottrina dei principi della filosofia del diritto e dello Stato. Diritto -> matematica delle scienze dello spirito La mancata individuazione da parte di Kant di questo fatto è il limite della sua etica. Cohen è particolarmente interessato alla realizzazione dell'etica e alla sua concretizzazione chesecondo lui viene a mancare nell'ottica di Kant. L'etica di Kant è quindi limitata proprio perché non riconosce la dipendenza tra etica e legalità. Per Cohen è importante che nella legalità si riconosca la forza immanente della moralità. Per Cohen inoltre è moralmente significativa l'azione, non l'intenzione -> per l'etica l'uomo si rivela nell'azione, e volontà e azione coincidono (al contrario del pregiudizio kantiano per cui la moralità e la volontà sarebbero racchiuso nell'intenzione). Il soggetto morale di Cohen è intersoggettivo; il concetto di uomo è intersoggettivo e costituisce il vero e proprio oggetto dell'etica. La realizzazione dell'etica non è e non può essere semplice realizzazione dell'individuo, ma bensì realizzazione dell'uomo come pluralità di individui prima e come totalità poi, ovvero
come umanità (che non deve però significare il dissolvimento della particolarità). La particolarità continua a sussistere accanto alla totalità. La realizzazione della moralità passa attraverso lo Stato; non esiste altra moralità all'infuori del diritto dello Stato, quest'ultimo costituisce il compito dell'autocoscienza. Cohen aderisce all'ideale socialista -> il concetto fondamentale dell'etica è il concetto di persona, da porre al concetto di cosa. Il lavoratore non può mai essere ridotto semplicemente a causa ma deve essere trattato sempre e al contempo come ne. La concezione materialistica della storia fraintende il significato del socialismo proprio perché non lo fonda nell'etica, mentre il socialismo è nel giusto perché rimane fondato sull'idealismo dell'etica. "la storia infatti, come storia degli uomini, delle loro opere e delle loro azioni, eStoria dello spirito e delle idee; in caso contrario non c'è una storia universale, ma solo una storia naturale". Cohen svaluta la nozione del dovere e la sostituisce con quella della virtù. Egli vuole valorizzare la formulazione dell'imperativo categorico sull'umanità come ne in sé.
Vorländer: Allievo di Cohen. Importante nel dibattito sul rapporto tra il pensiero di Kant e la tradizione socialista (soprattutto Marx). Egli conosce l'impossibilità di attribuire a Kant la qualità socialista. Nonostante questo Vorländer ritiene che si debba valutare nel pensiero di Kant l'intento d'insieme che troviamo nella sua prospettiva etica. Vorländer ritiene che i due metodi, quello kantiano e quello marxiano, possano essere complementari. Egli sottolinea al contempo i limiti che possono essere ritrovati tanto in uno quanto nell'altro: limiti di situazione storica in Kant e limiti di prospettiva in Marx.
Marx -->
non si rende conto della necessità di una prospettiva etica, normativa, che vada al di là dell'aspegazione storico-causale. Il collegamento tra Kant e Marx può essere solo di tipo sistematico, poiché Marx dipende troppo dalla visione evolutiva di Hegel e non prende in considerazione il pensiero di Kant.Kant può essere visto come il fondatore del socialismo tedesco per le idee fondamentali della sua etica, e per la sua concezione dell'umanità come fine in sé. Su questa base l'uomo è una persona, non una cosa, un mezzo.
Il confronto tra Kant e Marx può essere un confronto di metodi:
- Critico-conoscitivo-etico, quello di Kant
- Storico-evolutivo-economico, quello di Marx
Essi devono essere complementari, riconoscendo la rilevanza dei relativi aspetti: l'etica da un parte, l'economia dall'altra.
Secondo Vorlander non esiste solo una legalità dell'essere, ma anche una legalità
del dover-essere, tema che sfugge a Marx per la sua dipendenza da Hegel. La ricerca sul delle cose è indispensabile, ma il progetto socialista ha bisogno anche di una perché? considerazione in cui ci si domandi per quale ne?.
fi fi fi fi fi fi fi fi fifi fi fi fi
Il marxismo non deve essere sostituito da una prospettiva kantiana: la concezione materialistica della storia risulta però insufficiente per alcuni aspetti e deve essere completata, integrata con l'etica kantiana.
Weber
Inizialmente il confronto con il mondo dei valori ha per Weber un interesse prevalentemente metodologico, cioè riguardante lo statuto delle scienze storico sociali. Anche Weber però sviluppa con il tempo una riflessione filosofica sui valori che va al di là di una riflessione metodologica. Nella riflessione sui valori, la considerazione della sfera dell'etica e dei valori etici occupa uno spazio non indifferente. Secondo Weber nessuna scienza e nessuna conoscenza scientifica
è in grado di fornire un’intuizione del mondo. Inoltre la scienza non è in grado nemmeno di giusti care se stessa.
La possibilità di un’oggettività conoscitiva dipende:
- Dalla capacità di tenere distinti giudizi di valori e giudizi di fatto
- Dall’uso di spiegazioni di tipo causale
La distinzione tra fatti e valori costituisce un elemento importante della prospettiva weberiana.
La scienza e la razionalità svolgono un’essenziale funzione di analisi e di chiarimento anche nelle questioni che riguardano la condotta.
Il processo di formazione della scienza moderna è il più ampio processo di razionalizzazione —> la crescente razionalizzazione ha significato una possibilità di dominare tutte le cose mediante un calcolo razionale; questo però significa anche disincanto amento del mondo.
Dopo il disincanto amento del mondo frutto della scienza, che collocazione e statuto hanno i valori e in particolare il
valore etico? Nell'antichità i diversi valori erano tra loro in armonia; c'era la possibilità di una gerarchizzazione dei valori e delle sfere di valore. Il mondo moderno è caratterizzato da un politeismo dei valori, che sono però disorganizzati. C'è un conflitto strutturale tra le diverse sfere di valore che mina l'ipotesi di un sistema dei valori. Il processo di razionalizzazione ha portato con sé anche una progressiva autonomia e una progressiva autonomia legalità delle diverse sfere di valore, che le rese ancora più conflittuali l'una con l'altra. L'uomo moderno è sottoposto a processi che condizionano la sua umanità e la sua libertà e che hanno cause "moderne": il mercato e la sua impersonalità, la burocratizzazione, la divisione del lavoro. Weber non nega la possibilità di un'etica individuale: al contrario è la categoria della scelta.
quella che domina l'orizzonte dei valori. Questa scelta (che è scelta tra i diversi valori, tra le diverse sfere) deve essere consapevole del fatto che l'etica è soltanto una tra le diverse sfere di valore; accanto ad essa sussistono altre sfere di valore, in conflitto con essa, per cui realizzare certi valori può voler dire assumere una colpa etica. Anche qui sono evidenti limiti dell'analisi razionale: una scienza dei fenomeni etici non è in grado di dare indicazioni normative. Ciò non implica l'impossibilità dell'etica né l'impotenza della considerazione razionale nelle valutazioni pratiche; Considerazione razionale= è indispensabile per comprendere le possibili conseguenze, la possibilità di una realizzazione degli assiomi o la possibilità di nuovi assiomi di valori che emergono da quest'esame razionale. La considerazione razionale è indispensabile per costringereL'individuo a rendersi conto del senso ultimo del suo proprio operare, ma non è in grado di fondare o giustificare la scelta dei valori o dei fini, che ciascuno non può che affidare al proprio "demone".
Per sottolineare i limiti prescrittivi dell'etica, Weber esplicita uno dei problemi che l'etica non è in grado di risolvere, che prenderà la forma dell'opposizione tra:
- Etica dei principi (fa riferimento a principi assoluti che assume a prescindere dalle conseguenze a cui conducono). Il punto di partenza per la critica dell'etica dei principi è la constatazione dell'irrazionalità etica del mondo. È ormai necessaria la consapevolezza che il mondo non possiede un senso etico oggettivo che lo renda permeabile alle azioni svolte con la purezza dell'intenzione, dei principi.
Questo è l'atteggiamento di colui che di fronte al mondo si comporta secondo l'etica dei principi:
co dell'esistenza umana, in cui il bene e il male sono spesso intrecciati e si influenzano reciprocamente. La vita è complessa e non può essere ridotta a una semplice dicotomia tra bene e male.