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“LA STORIA NON CONCLUDE”.

molto in Pirandello, applicata alla vita → Questa frase

indica che la storia non ha senso, non trova una conclusione, non c’è una visione

della storia in cui gli eventi si legano e noi conseguentemente la possiamo spiegare; né

quando la viviamo, né quando la studiamo riusciamo a dare un senso alla storia e a

ricostruire gli eventi secondo una visione finalistica. La storia non conclude, è come se

girasse su sé stessa senza senso. “LA VITA NON CONCLUDE”.

Spesso nelle novelle troveremo l’espressione La vita gira su

sé stessa, non ha una conclusione con la quale noi possiamo legare gli avvenimenti e

dare così un senso all’evento finale.

IL PERSONAGGIO, alter ego dell’autore (questa cosa si ritrova nei romanzi di

o Pirandello), è raziocinante, filosofo, colui che ha capito il gioco e come vanno le cose e

che sa leggere oltre le apparenze. Cosmo Laurentano ha una visione umoristica della

storia. Egli pensa che la storia sia una successione di eventi casuali senza senso.

Dietro i fatti storici, come dietro la vita dell’uomo, si nasconde altro.

NARRAZIONE in terza persona, quindi segue proprio il modello manzoniano. Il narratore

o è onnisciente e spiega le vicende.

Un romanzo storico anomalo

Il fondamento del romanzo storico a partire da Manzoni è che la storia abbia un senso e che

attraverso di essa noi possiamo comprendere il passato e imparare dal passato. Se invece io

parto dal presupposto che la storia non abbia senso, e che ci sia una successione casuale di

eventi illusori, chiaramente vado a erodere le fondamenta su cui si basava il romanzo storico.

Pirandello utilizza i moduli del romanzo storico,

narrazione in terza persona con il narratore onnisciente,

o 3

LEZIONE 3 – LETTERATURA ITALIANA

la ricostruzione delle vicende di un determinato periodo intrecciando vicende della

o piccola storia con quelle della grande storia,

ma in realtà ne erode le fondamenta. Egli mette in scena dei personaggi e in particolare uno

che ritiene che la storia non abbia senso. Quindi sottopone la storia ad una scomposizione

umoristica. Per questo motivo Vittorio Spinazzola lo definisce un romanzo anti-storico,

perché ha solo la struttura esterna del romanzo storico.

“IL FU MATTIA PASCAL” (1904 a puntate - 1907 volume)

La docente consiglia di andare poi a vedere la trama in particolare su internet, ma c’è anche

nel manuale a pag. 531. La vicenda

Mattia Pascal vive a Miragno, un immaginario paese della Liguria.

Il padre, intraprendente mercante, ha lasciato alla famiglia una

discreta eredità, che presto va in fumo per i disonesti maneggi

dell'amministratore, Batta Malagna.

Mattia per vendicarsi compromette la nipote Romilda. Costretto a

sposarla si trova a convivere con la suocera Marianna Pescatori che lo

disprezza.

La vita familiare è un inferno, umiliante il modesto impiego nella

Biblioteca Boccamazza. Mattia decide allora di fuggire per tentare una

vita diversa. A Montecarlo vince alla roulette un'enorme somma di

denaro e per caso legge su un giornale della sua presunta morte. Ha

finalmente la possibilità di cambiare vita.

Col nome di Adriano Meis comincia a viaggiare, poi si stabilisce a Roma come pensionante in

casa del signor Paleari. S'innamora della figlia di lui Adriana e vorrebbe proteggerla dalle

mire del losco cognato Terenzio. A questo punto si accorge che la nuova identità fittizia non gli

consente di sposarsi, né di denunciare Terenzio, perché Adriano Meis per l'anagrafe non esiste.

Architetta allora un finto suicidio per poter riprendere la vera identità. Tornato a Miragno

dopo due anni nessuno lo riconosce e la moglie è ormai risposata e con una bambina. Non gli

resta che chiudersi in biblioteca a scrivere la sua storia e portare ogni tanto dei fiori sulla sua

tomba.

Temi Figura del padre opprimente

o La famiglia come trappola. La famiglia non è mai un luogo di felicità, di serenità e di

o rifugio. La famiglia viene considerata come un ambiente che fa sentire il personaggio in

solitudine.

Il caso: lui un giorno va giocare in un casinò a Monte Carlo e ottiene una vincita

o proficua. Il tema del gioco d’azzardo, del casinò, è un tema nuovo inserito nella

narrativa europea da Dostoevskij. Naturalmente ambientare il romanzo in un casinò

significa dare importanza a questo tema dell’azzardo e del caso. Mentre Mattia Pascal

torna in treno (questo passaggio del treno si ritrova spesso in Pirandello) riceve delle

rivelazioni.

Tema del viaggio: Il viaggio è qualcosa che ci permette di staccarci dal nostro mondo,

o dal mondo in cui viviamo e quindi è ciò che fa scattare nel personaggio la possibilità di

vedersi dal di fuori. Quindi il viaggio, e spesso in treno, innesca quasi sempre dei

cambiamenti. Lui in treno legge un giornale e scopre che è stato trovato un uomo

affogato in un paese vicino ed è stato riconosciuto il cadavere come il suo.

Tema dell’identità e del riconoscimento. ognuno di noi ha una soggettività

o poliedrica, ha tante facce.

*Pirandello era un esperto di teosofia di dottrine spiritiche. Infatti in molte opere ricorrono

queste ricorrenze, queste teorie di cui si stava appassionando riguardavano l’occulto, lo

spiritismo, la presenza di mondi paralleli in comunicazione.* in casa del Paleari venivano

messe in atto delle sedute spiritiche. 4

LEZIONE 3 – LETTERATURA ITALIANA

Tema del doppio (spiritismo, occulto, mondo parallelo, il caso). Il tema del doppio lo

o vediamo in “Adriano e Adriana”. Il proprietario della casa poi lo introduce alla dottrina

della “lanterninosofia”. Quindi poi lui ha coniato una sua filosofia particolare che ricalca

le idee di Pirandello. Questa teoria poi la ritroveremo nell’umorismo e in molte novelle.

Tema della città decaduta. La modernità ha tradito la grandezza del passato di Roma,

o *Paleari paragona Roma a un’acqua santiera (conteneva l’acqua benedetta. Ora a casa

del Paleari è usata come portacenere), cioè a una città che prima era sacra e che poi è

diventata cenere, cioè è decaduta.

- Perché sta a Roma lei, signor Meis? mi strinsi ne le spalle e gli risposi: - perché mi piace di starci... -

eppure è una città triste, - osservò egli, scotendo il capo. - molti si meravigliano che nessuna impresa vi

riesca, che nessuna idea viva vi attecchisca. ma questi tali si meravigliano perché non vogliono

riconoscere che Roma è morta. - morta anche Roma? - esclamai, costernato. - da gran tempo, signor

Meis! ed è vano, creda, ogni sforzo per farla rivivere. chiusa nel sogno del suo maestoso passato, non ne

vuol più sapere di questa vita meschina che si ostina a formicolarle intorno. quando una città ha avuto

una vita come quella di Roma, con caratteri cosi spiccati e particolari, non può diventare una città

moderna, cioè una città come un'altra. Roma giace là, col suo gran cuore frantumato, a le spalle del

campidoglio. son forse di Roma queste nuove case? guardi, signor Meis. mia figlia adriana mi ha detto

dell'acquasantiera, che stava in camera sua, si ricorda? Adriana gliela tolse dalla camera,

quell'acquasantiera; ma, l'altro giorno, le cadde di mano e si ruppe: ne rimase soltanto la conchetta, e

questa, ora, è in camera mia, su la mia scrivania, adibita all'uso che lei per primo, distrattamente, ne

aveva fatto. ebbene, signor Meis, il destino di Roma è l'identico. I papi ne avevano fatto - a modo loro,

s'intende - un'acquasantiera; noi italiani ne abbiamo fatto, a modo nostro, un portacenere. D'ogni paese

siamo venuti qua a scuotervi la cenere del nostro sigaro, che è poi il simbolo della frivolezza di questa

miserrima vita nostra e dell'amaro e velenoso piacere che essa ci dà.

La narrazione

Tutta la vicenda viene raccontata con una narrazione retrospettiva: quando il

o romanzo si apre Mattia Pascal si trova nella biblioteca (quindi quando già tutto è

accaduto) e racconta la vicenda a ritroso finché non ci ritroviamo nuovamente nella

biblioteca. Quindi vi è un andamento circolare della vicenda.

La narrazione è in I° persona→ primo romanzo in cui Pirandello usa la narrazione in

 prima persona. Le altre opere di Pirandello che abbiamo visto hanno la narrazione

tradizionale in terza persona. Dunque, il personaggio racconta dal suo punto di vista.

Questo narratore in teoria potrebbe essere onnisciente, perché comunque racconta la

propria vita e naturalmente sa tutto quello che sta raccontando. Però per esigenze di

narrazione non ce lo rivela. Al contempo inserisce delle frasi anticipatorie, perché è un

narratore che ha una visione superiore rispetto ai personaggi. Quindi per condurre la

narrazione ci svela a volte in modo criptico quello che accadrà. Per esempio, all’inizio,

nella prefazione rivela che sta aspettando la sua terza e definitiva morte. La prima

morte quella in cui non vi è stata l’identificazione del cadavere, la seconda il suicidio

simulato e la terza sarà quella vera. Il narratore, e quindi il protagonista in prima

persona, racconta le vicende ma intercala questo racconto ospitando riflessioni e

quindi si parla di una narrazione raziocinante, che racconta ma spesso divaga. Spesso

vi è anche la riflessione sull’utilità della narrazione (meta narrazione).

Il narratore onnisciente si ha quando il narratore sa più dei personaggi, spesso commenta,

presenta i luoghi e i personaggi. È il narratore tipico manzoniano.

Mattia Pascal, inizia il racconto una volta tornato in biblioteca, quindi dalla fine della sua vita.

Ma sceglie di narrare i fatti non totalmente dal punto di vista del personaggio, ma fa delle

incursioni facendoci capire cosa succederà.

Sa tutto della storia e ci fornisce degli indizi senza svelarci tutto, in modo da mantenere viva la

narrazione. Il lettore è indotto ad andare avanti per comprendere il senso.

IDEE DIDATTICHE

percorso didattico sulle maschere e sul carnevale. Partire facendo riflettere su cos’era

o prima il carnevale, sulla sua storia e tradizione.

Riflettere sulla propria persona, sul proprio modo di essere unico e originale.

o

“SUO MARITO” 5

LEZIONE 3 – LETTERATURA ITALIANA

Pirandello lavora a questo romanzo per molti anni, quindi ha una gestazione molto

o lunga.

VICENDA: Racconta la vicenda di una donna scrittrice, che ha il marito come manager.

o Attraverso queste due figure si delinea il contrasto tra la donna, che è un'artista quindi

dedita al mondo della scrittura e della letteratura, e l'uomo, che rappresenta il borghese

attento all’aspetto economico ed al mercato editoriale. Il marito, quindi, non è

interessato alle ragioni dell'arte ma cerca di indirizzare la moglie verso comportamenti

che poi le assicurino il mercato.

Interessante perché Pi

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Franci_tru_93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Lorenzetti Sara.