Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
NARRATOLOGIA
Vitalità storica: periodo in cui il testo viene ambientato e periodo in cui viene letto.
Multiculturalità: interpretazioni dell'opera in base al bacino in cui vengono recepite. Tante culture possono interpretare l'opera in modo diverso. L'opera può arrivare a diversi mondi, i quali la leggono ognuna con un metodo interpretativo proprio. Esso può essere simile, lontano o totalmente diverso da quello di altre culture.
Narrazione: intendiamo l'atto del raccontare, quell'atto comunicativo, non considerato solo un'azione linguistica. Essa è una specie di atteggiamento primario insito del linguaggio umano: tutti gli umani parlanti praticano l'atto di narrare. Ha luogo nella narrativa, nel cinema e nella televisione che noi cogliamo in modo intuitivo. C'è un rapporto tra realtà e finzione: fictio è l'elaborazione formale, è una costruzione artificiosa e
La finzione è un elemento fondamentale presente sia nella storiografia che nella narrazione. Si riferisce alla forma e allo stile del racconto, ma non rende il contenuto fittizio.
Il fictum è ciò che non è vero, il contenuto di un racconto che non corrisponde alla realtà, quindi inventato.
La finzionalità non riguarda solo i contenuti e la loro presunta realtà (che è il fictum), ma è legata e veicola tecniche e personaggi romanzeschi, quando il narratore accede a tratti dell'esperienza umana come il pensiero (suppositio). Possiamo definire finzionali anche opere che raccontano storie realmente accadute. Infatti, nel mondo della letteratura e del cinema ci sono dei racconti-indagine che riguardano fatti realmente accaduti e vengono realizzati con procedure e tecniche che vanno oltre la rappresentazione giornalistica o storiografica. Un esempio è "A sangue freddo" di Truman Capote, nel quale racconta una vicenda realmente accaduta.
Il narratore non inventa quasi nulla, ma l'impostazione dell'opera è vicina al romanzo. In una narrazione, come nel romanzo e nel racconto, posso quindi negare il fictum, ossia l'invenzione, ma risultare finzionale. Ciò accade anche nella storiografia: uno storiografo non può conoscere i pensieri di una persona di cui narra le vicende.
suppositio: concetto col quale si entra nella mente degli eroi. Il cinema e il teatro non riescono bene a farlo. Il cinema può presentare i personaggi senza esprimere il loro stato interiore. Nel cinema, ci dice Roman Ingarden e Iser, suo Kate Hamburger (una germanista) ci fa riflettere che è importante mettere subito a fuoco i tempi verbali. Ella si concentra sulla suppositio. Ogni racconto mediato da un narratore in terza persona realizza un vero e proprio spazio cognitivo che permette l'accesso alla soggettività delle persone, altrimenti preclusa alla conoscenza umana (=
(narrazione epica). Secondo Benveniste esisterebbe nella lingua scritta un sistema di usi verbali che nell'italiano corrisponde al passato remoto (praeteritum) capace di restituire un comportamento linguistico narrativo. Da questi lavori emerge l'idea del raccontare come una sorta di dispositivo narrativo automatico, in quanto gli eventi sembrano che si raccontino da sé. Quest'ultimo ci fa notare che esistono due grandi orientamenti linguistici, due piani diversi di enunciazione (non sono fabula e intreccio):
- il discorso: si crea quando viene utilizzata la prima persona nella narrazione, perché vi è una soggettivazione del linguaggio ed è troppo naturale, impedendo ai meccanismi autonomi del racconto di imporsi.
- la storia: si crea quando viene utilizzata la terza persona ed il praeteritum che faccia entrare nella oggettività dei personaggi.
Ciò, sia per Hamburger che per Benveniste, comporta l'esclusione del racconto in prima persona.
Per Genette (critico ed esponente dello strutturalismo) la narrazione genera:
- il racconto: è una forma narrativa. Sono le parole nella loro forma fonica e superficiale, il significante di un testo narrativo;
- la storia: è un contenuto narrativo. Sono i contenuti narrativi (significato), l'immagine mentale e ciò che ne consegue (atti e morale) delle parole, dunque del significante.
L'atto di narrare mette in moto il racconto e la storia poiché mantiene in vita l'eredità delle narrazioni archetipiche, ovvero orali.
Come allievo, lo spettatore può inferire lo stato d'animo dei personaggi senza che esso venga verbalizzato esplicitamente: lo inferisce dai loro atti, dalle espressioni del volto, gesti e scambi verbali. La narrativa verbale invece difficilmente può evitare di esprimere sensazioni e pensieri. D'altra parte, la narrativa verbale può decidere di non dire nulla sull'aspetto fisico dei personaggi.
mentre il cinema è costretto a mostrarlo.9 Infatti, lui crede che il narratore sia incarnato, ovvero in carne ed ossa e racconta una storia oralmente. Ha dunque a che fare con figure come i cantastorie e i trovatori della tradizione orale dell'antichità, facendolo diventare un'entità corporizzata. Quindi, la narrazione avviene nel momento in cui è possibile identificare qualcuno che racconta. Egli rifiuta la terza persona ed è meno interessato alla narrazione automatica di Benveniste e Hamburger, finendo per dare rilievo al narratore-personaggio (omodiegetico). Si riallaccia al pensiero platonico aristotelico, che concepiva un narratore orale che pratica un racconto teatralizzato. Invece, con le forme scritturali c'è una voce (con voce si intende colui che parla nel testo, la manifestazione del narratore) con un timbro che ci sta parlando attraverso il mezzo della parola scritta, ma non c'è il corpo. La performanceorale è alienata. Il narratore letterario delle forme scritturali è il continuatore di quello antico, legato all'oralità, è la metamorfosi silenziosa del narratore orale. Quando si parla di narrazione e di narratore si fa quindi indirettamente riferimento ai narratori orali. Per Chatman, a differenza di Genette, può esistere un racconto non narrato, che si manifesta quando la voce del narratore non è percepibile. Egli vede il racconto come un messaggio formato da un piano della forma e del contenuto. Sostiene che le forme narrative hanno una struttura di fondo che non varia a seconda del "mezzo, o medium" in cui le si presentano. Noi possiamo così trasportare la storia della bella addormentata in un fumetto o danzarla, ma la struttura di fondo è la medesima. Quest'idea prende il nome di traducibilità. Voce narrante & tempo della narrazione: - voce narrante ulteriore: è la voce del narratore cheracconti che seguono un'intreccio lineare, in cui gli eventi sono presentati nell'ordine in cui si verificano. Questo tipo di narrazione è chiamato voce narrante anteriore. La voce narrante parla prima che i fatti avvengano, utilizzando il futuro e creando un senso di profezia. Al contrario, la voce narrante simultanea parla mentre i fatti si svolgono. Questo tipo di narrazione è più rappresentativo che narrativo, utilizzando spesso il tempo presente per far sì che lo spettatore veda gli eventi svolgersi davanti ai propri occhi. Un'altra forma di narrazione è la voce narrante intercalata, che mescola diverse temporalità. Gli eventi possono essere presentati al presente, con riferimenti a eventi passati recenti o ancora più lontani nel passato remoto. I formalisti russi hanno introdotto la distinzione tra fabula e intreccio. La fabula è l'ordine cronologico degli eventi, mentre l'intreccio è la disposizione degli eventi da parte del narratore. Tuttavia, questa distinzione è più complessa di quanto sembri, poiché ci sono racconti che seguono un'intreccio lineare e altri che mescolano diverse temporalità.diverse interpretazioni sulla distinzione:
- per Viktor Sklovskij la fabula è un materiale narrativo grezzo, poco formato ed embrionale legato alla vita quotidiana dal quale si attingono gli elementi che diverranno forme letterarie, quindi intreccio. Il materiale della fabula ha dunque bisogno dell'arte per diventare significativo, solido, intreccio.
- per Wolf Schmid, invece la fabula è la successione cronologica degli eventi, il che cosa di un racconto spiegato dal come dell'intreccio. Ciò come in un giallo dove la fabula è la chiarificazione e ricostruzione degli eventi dopo che l'intreccio ha guidato per tutto il tempo il lettore in maniera districata. Egli equipara la fabula e l'intreccio alla storia e al racconto (di Ganette), infatti crede che la forma del testo -racconto- permetta di scoprire il contenuto -storia-, quindi che l'intreccio serva a scoprire la fabula. Questo perché la fabula viene prima dell'intreccio, che
Il tuo compito consiste nell'attualizzazione della fabula. Il rapporto tra fabula e intreccio risale a quella che nella retorica antica era chiamata dispositio. Nella dispositio, tra le varie riflessioni, vi è quella riguardante gli ordini su come presentare il racconto:
- ordine naturale: seguendo la logica temporale (come il racconto dell'avvocato che narra i fatti al giudice).
- ordine artificiale (discorso di un folle).
Autore: è una figura storica, reale, inserita nel tempo, sia che esso sia di un presente vicino oppure lontanissimo a noi. Il lettore produce l'immagine di un autore che non è mai quella del vero autore in carne e ossa.
Autore implicito: colui che il lettore deduce dalla lettura e crea. Come dice Wolf Schmid, il lettore implicito è dunque un'entità prodotta dall'opera nella sua relazione col narratore reale. Chatman definisce invece l'autore implicito un'istanza narrativa che opera all'interno della storia.
affianco al narratore, sostituendolo quando quest'ultimo si rivela poco attendibile.
- lettore implicito - immagine speculare dell'autore implicito: esso, da non confondere col narratario, è una figura astratta: è come se fosse il lettore ideale che risponda alle esigenze del narratore implicito.
Per esempio, per leggere e comprendere appieno un romanzo complicato ci possono volere da parte del lettore delle competenze e informazioni di base che servono a comprendere l'intera opera. Quelle esigenze sono quelle che l'autore implicito richiede per leggere l'opera; il suo prototipo di lettore ideale è colui che possiede quelle informazioni per accedere al racconto e capirlo.
- autore reale: colui che scrive effettivamente il testo. nel cinema: Clint Eastwood, per esempio, è nella realtà è una persona