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Il protagonista è vittima di una passione furiosa da parte di una donna
intelligentissima ma bruttissima, afflitta da una grave forma di isteria (disturbo
nervoso). Il protagonista per pietà finge di essere anche lui innamorato e,
impietosito dalla sua malattia, la asseconda e si fa risucchiare dai suoi problemi
finendo per assumere atteggiamenti simili ai suoi. Addirittura preso dalla pietà
le concede una notte d’amore in seguito alla quale la donna muore.
I due romanzi sono narrati in prima persona; la prosa è convulsa e enfatica.
Altra figura importante è Camillo Boito (1836-1914) architetto e autore di racconti di
cui pubblica due raccolte: “Storielle vane” (1876) e “Senso” (1883).
“Senso” è una storia suggestiva che deve il suo successo ai film di Lucchino Visconti.
È la storia di una passione sensuale tra una nobildonna e un ufficiale Austriaco, un
debosciato che si macchia di e viene facilitato. Tutta la vicenda si sviluppa sullo
sfondo della guerra del 1866. È una storia innovativa perché rappresenta inquietudini
e incapacità di ritrovarsi negli schemi. Fa da sfondo una atmosfera di disfacimento.
Il verismo
Intanto in Italia si diffonde le tendenze al realismo che caratterizzò tutta la letteratura
del secondo 800. In Italia trova la sua massima espressione nel verismo:movimento
culturale che interessò la produzione narrativa e caratterizzò gli ultimi 20 anni del 800.
Il termine fu utilizzato per la prima volta nel 1880 per indicare nuove scelte letterarie
di un gruppo di letterati ispirati al naturalismo francese. Il
maggiore teorico fu Luigi Capuana (1839-1915) un siciliano che trascorre la maggior
parte della vita a Milano.
Egli sostiene nei suoi scritti il principio dell’impersonalità, è infatti evidente l’influenza
dell’opera di Flobert: un opera d’arte è perfetta se rappresenta sinceramente la realtà
e se la mano dell’artista rimane invisibile. L’opera quindi sembra presentarsi da se e il
lettore viene chiamato per dare un senso alla realtà proposta con l’opera. Anche i
veristi sono interessati all’imprenditorialità . il narratore non deve intervenire e fare
digressioni o commenti.
I veristi italiani sono invece un po’ meno convinti del fatto che l’opera narrativa debba
avere funzione sociale perché in Italia il verismo assume caratteri diversi dal
naturalismo francese e i letterati sono influenzati dal pessimismo (descrivere le
condizioni dei ceti umili non sia uno strumento di denuncia e promozione sociale)
L’Italia del secondo 1800 e un Italia unita di recente al contrario della Francia che è
coinvolta da forte regionalismo. L’intellettuale vuole rappresentare la vita inspirandosi
a usi, costumi, abitudini propri di ognuno degli ambiti regionali (non esistono tradizioni
che siano comuni a tutti). A volte quindi alcuni
critici definiscono il verismo con il termine regionalismo.
Il problema della lingua
Gli scrittori dovettero affrontare il problema della lingua: riprodurre la lingua parlata
era difficile perché non esisteva una lingua italiana popolare.
I veristi sono dunque costretti ad inventare una nuova lingua che si ibrida
caratterizzata da residui letterari, influenzata dal francese e caratterizzata da colorismi
dialettali. Non sempre questa lingua fu una soluzione felice ma è notevole il contributo
dei veristi che offrivano una prosa moderna.
Descrivere i ceti umili diventa descrivere il mondo dei contadini e dei pescatori, ossia
coloro che cercavano di sopravvivere anziché vivere. Questa rappresentazione è
permessa da pessimismo. Gli uomini sembrano schiacciati dal proprio destino. Verga
addirittura li chiamerà i “vinti” in quanto era loro impossibile riscattarsi dal proprio
irrevocabile destino.
Luigi Capuana ci lascia una vasta produzione narrativa predilige narrazioni brevi ci
lascia quindi raccolte di fiabe e cinque romanzi e molte novelle. Nelle novelle alterna
realismo psicologico a realismo sociale. Con il primo si definisce l’analisi del dramma
interiore dei personaggi raccontando vicende sentimenti della popolazione del ceto
medio- alto. Con il secondo si intende la descrizione dei momenti di vita della
popolazione siciliana.
Tra i romanzi più importanti troviamo: “Giacinta” (1879) e “Il marchese di Rocca
Verdina” (1901)
• “Giacinta” è la protagonista, una donna la cui vita sentimentale è stata
sconvolta da uno stupro subito da bambina. Diventata adulta sposa un uomo
che non ama però intreccia una relazione extraconiugale con un altro uomo di
cui è profondamente innamorata. Il conflitto interiore e il contrapporsi alla
sofferenza e la portano alla disperazione e al suicidio.
• Anche il secondo come il primo è caratterizzato da un analisi psicologica. Il
protagonista è un nobile siciliano che per anni ha intrattenuto una relazione con
una contadina bella ma ignorante. Quando la storia diverta troppo importante
per non incorrere nello scandalo la allontana e la da in sposa ad un suo fattore.
Però osservando il rapporto instauratosi con il marito diventa geloso e lo
uccide. Riesce a far condannare per l’omicidio un innocente ma il suo animo è
attanagliato dal rimorso così impazzisce e in preda alla follia confessa. L’analisi
psicologica si fonde al realismo sociale. Protagonista è un nobile che
rappresenta la prepotenza feudale dei nobili siciliani sul mondo contadino, ma è
destinato alla follia perché si innamora della contadina ma non può sposarla.
Federico de Roberto (1861-1927) nasce a Napoli ma trascorre la sua vita a Catania
e recandosi anche per alcuni soggiorni a Milano. Nelle opere alterna il realismo
psicologico al realismo sociale il suo capolavoro è l’opera “Il vicerè” (1894) un
romanzo vasto che segue per oltre una generazione le vicende di una casata nobile
siciliana che si intrecciano con la realtà politica (descrive passaggio tra il regime
borbonico all’unità d’Italia) presenta personaggi tipizzati in lite tra loro per questioni di
denaro e descrive manie, tic, difetti dipingendoli con atteggiamenti ipocriti. Nel
romanzo riconosce importanza ai principi di ereditarietà. Di trasmissione delle tare
ereditarie (l’eredità si manifesta come tara mentale che colpisce gli ultimi discendenti
della natura).
È evidente un certo pessimismo: egli rappresenta una società ingiusta senza
prospettive di cambiamento. La storia altro non è che una monotona ripetizione
(citazione personaggio)
Altra figura significativa del verismo è Matilde De Serrao (1856-1927) napoletana di
origini umile che fin da giovane si dedicò ad attività giornalistica e sposò E. Scaffoglio
(giornalista famoso con cui fondò riviste a napoli e roma); il matrimonio si rivela
infelice e i due si separano ma ciò nonostante De Serrao non abbandonò l’attività
giornalistica. Il suo capolavoro è “il ventre di Napoli” 1884 opera che nasce da un
inchiesta giornalistica contro i progetti di sventramento del centro storico di Napoli.
Descrive in maniera colorita e precisa la vita della popolazione.
Lo spiritualismo
Alla narrazione verista si contrappone lo spiritualismo e una serie di opere in cui il
problema religioso assume importanza e prende il posto dei versi analizzati dai veristi.
Il maggior rappresentante è Antonio Focazzaro (1842-1911) egli è uno scrittore
fiorentino fortemente cattolico che condusse una vita appartata, signorile,
dedicandosi alla realizzazione di romanzi molto apprezzati tutti tra la fine del
1800-1900. Tra questi ricordiamo:
• “Malombra” (1881) in cui troviamo elementi tipici del romanzo nero.
Nel romanzo la protagonista è convinta di essere la reincarnazione di una sua
antenata fatta morire dal marito perché accusata di adulterio e perciò ha il
compito di rivendicarsi sui discendenti del marito. I suoi atteggiamenti
sembrano folli, l’autore descrive il grande conflitto interiore del carattere
maschile che nutre una profonda passione funesta per Malombra ed Edith
(angelica e religiosa) pertanto è indeciso sul quale scegliere.
• Nel 1875 realizzò Piccolo Mondo Antico capolavoro diventato famoso. È
ambientato sul lago di Murano nel lombardo veneto. Il tema è patriottico e
religioso.
È la vigilia della seconda Guerra d’Indipendenza (1859), il protagonista è stato
allevato dalla nonna, aristocratica , ottusa sostenitrice degli austriaci. Lui invece
è preso da un sentimento patriottico e dia una passione amorosa nei confronti
di una donna atea che pur non facendo parte del suo ceto, decide di sposare.
Nel 1901 pubblica “Piccolo Mondo moderno”, una sorta di sviluppo del romanzo
precedente in cui il protagonista è il figlio dei due protagonisti precedenti .
Anche lui è assalito da un conflitto interiore tra sentimento religioso e un amore
considerato peccaminoso. Lo stesso protagonista ricompare nel romanzo il
“Santo” 1905 diventando un asceta sostenitore di forme religiosa.
Questo romanzo per Focazzaro rappresenta il culmine del suo pensiero religioso ma
viene posto all’indice proibito della chiese. Tutti i protagonisti di Focazzaro sono ricchi,
religiosi, tormentati da inquietudini religiose e sospesi tra espetti spirituali e passioni o
amori sensuali. Sono persi anche nel proprio conflitto interiore e pertanto incapaci di
agire. Le figure femminili hanno personalità forti ma rimangono ai margini dei drammi
spirituali che coinvolgono personaggi maschili.
La prosa è disinvolta e l’autore utilizza regimi linguistici vari senza difficoltà.
La letteratura d’appendice
Nel secondo 1800 si sviluppa la letteratura d’appendice ( per letteratura d’appendice
si intendono lavori realistici in serie senza grandi ambizioni letterarie per il consumo di
un pubblico di massa) che fu una letteratura di importazione e imitazione anche per
quanto riguarda i contenuti delle opere.
La scrittrice d’appendice che ebbe più successo in Italia è Carolina Invernizio
( 1858-1916) rispettabile signora borghese che in 40 anni realizzò 100 romanzi di
genere drammatico-sentimenttale caratterizzati da intrighi passioni travolgenti delitti
e colpi di scena.
Egli attinge al romanzo nero inglese del tardo 700 però i temi sono monotoni come: “il
bacio di una morta”, “la vendetta di una pazza”, “la peccatrice”, “la sepolta viva “.
La prosa è monotona , rozza e a volte eccessivamente enfatica (esagerata).
La letteratura per l’infanzia
Il secondo 1800