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- AGRIGENTO, TEMPIO DI ZEUS OLYMPIOS.

Il terzo tempio invece che viene realizzato, probabilmente in connessione a quello della vittoria a Himera,

è realizzato ad Agrigento: il tempio di Zeus Olympios, databile al 480 a.C.

Agrigento. Planimetria e ricostruzione del tempio di Zeus Olympios.

LEZIONE N.18 8 gennaio 2020

Il tempio di Zeus Olympios viene realizzato sotto la dinastia di Terone. Terone, tiranno di origine rodia,

prende il potere ad Agrigento grazie a un potere economico che gli veniva assicurato dall’essere un

costruttore; il potere economico derivatogli dalle forniture per gli appalti pubblici, fu tale che nel 488 gli

diede la possibilità di prendere il potere nella città, trasformare quella che era allora una sorta di forma

oligarchica in dittatura. Agrigento. Ricostruzione del tempio di Zeus Olympios.

Nel 480 aiuta Siracusa a sconfiggere i punici a Himera e decide di realizzare un secondo edificio. Il primo

già monumentale periptero, canonico, il più grande in tutto l’occidente, ovvero quello che abbiamo detto

essere il tempio di Eracle ad Agrigento. Mentre nel 480 realizza un tempio di Zeus Olimpyos che è un

tempio non canonico, un tempio non comune, una sorta di abax; non ci sono confronti di nessun tipo;

assieme al tempio di Selinunte è il tempio più grande di tutta la grecità.

Come si può notare dalla planimetria non ha una faces conforme a quanto finora abbiamo visto. Di fatto

si tratta di un grande pseudodiptero con una non vera e propria peristasi, quindi c’è una sorta di muro

articolato in semicolonne e pilastri chiusi da porzioni di muro. Le colonne non sono monolitiche, è tutto

interamente realizzato con piccoli blocchetti di calcarenite. Vi è questa retorica del telamone che quasi

ricorda appunto lo schiavo, i prigionieri punici ridotti in schiavitù, che probabilmente servirono a

realizzare questo tempio.

Il tempio è realizzato in piccoli blocchi dello stesso modulo tutti uguali probabilmente per impiegare una

manodopera servile non specializzata. L’impiego di piccoli blocchetti sicuramente può essere stato un

espediente per realizzare un tempio mastodontico di proporzioni mai viste fino ad allora, tale da non

poter essere realizzato il vero e proprio tempio periptero, per cui diciamo è una sorta di allusione alla

peristasi quando in realtà è un muro continuo articolato.

Poi chiaramente si presenta un ordine dorico canonico con architrave, fregio, con addirittura la cornice la

sima. Nelle varie ipotesi c’era anche quella che il tempio non fosse mai stato portato a compimento.

Tuttavia la presenza di blocchi della sima fanno capire che il tempio comunque fino al tetto è stato

realizzato. Probabilmente era ipètro poiché chiaramente vi serviva una copertura di una certa importanza

difficile da essere realizzata, quindi prevedeva certamente una porzione aperta all’interno della cella.

Compaiono alla base delle colonne una sorta di modanatura che potrebbe in qualche modo ricordare una

base di tipo ionico. In realtà una base non è, ma una sorta di toicobate modanato, sebbene alcune

ibridazioni ioniche in questo tempio siano note come ad esempio al coronamento dei mensoloni che

reggono i calamoni dove c’è un accoppiamento di kyma ionico, quindi ovoli e lancette, con un astragalo.

LEZIONE N.18 8 gennaio 2020

- CAPO COLONNA (CROTONE), TEMPIO DI HERA LACINIA.

Capo Colonna. Resti del tempio di Hera Lacinia.

In Magna Grecia, nel santuario di Capo Colonna a Crotone, viene costruito il tempio dedicato ad Hera

Lacinia, che sorge ancora su quello che toponomasticamente è noto come Capo Lacinio (è uno dei

santuari più importanti di tutta la Magna Grecia). È realizzato intorno al 470 e fino diciamo agli inizi degli

anni ’90. Di questo tempio si conosceva ben poco.

I dati per quanto riguarda la ricostruzione ipotetica di questo edificio erano basati su questa famosa

colonna e avevano fatto pensare che il tempio fosse un periptero 6x15 con un raddoppio di colonne sulla

fronte. Tuttavia uno studio condotto dagli anni 90 fino agli anni del 2000, con nuovi scavi, ha consentito

di liberare le trincee di fondazione, rendendo possibile anche il rinvenimento di alcuni frammenti

architettonici molto importanti. Proprio il professor Rocco si è occupato degli studi di questo edificio. Di

fatto non si tratta non di un 6x15 con il raddoppio di colonnato sulla fronte, bensì di un 6x14 al pari del

tempio di Siracusa e al pari del tempio della Vittoria a Himera.

Tra l’altro lo scavo di fondazione ha portato al rinvenimento di alcune fosse circolari che circondavano il

tempio, che hanno portato a supporre che il tempo si trovasse all’ interno di quello che precedentemente

nell’età arcaica è definito un alsos, un piccolo boschetto artificiale sacro alla divinità, quindi le buche

trovate in fondazione erano pertinenti alla piantumazione di piccoli arbusti per realizzare un boschetto

sacro.

La posizione del tempio è in una posizione geograficamente molto suggestiva. È un tempio extraurbano e

occupa la punta più estrema della pianta di Crotone per un motivo molto preciso: il tempio era un

simulacro e doveva essere ben visibile dal mare.

I frammenti che sono stati rinvenuti, che hanno permesso appunto di restituire questa nuova planimetria,

sono relativi all’ordine; quindi è facile, si immagini che avendo una ormai completa lettura di quelle che

sono le fondazioni, quindi avendo ormai una completa lettura di quello che è l’ingombro massimo del

tempio, la possibilità data dal rinvenimento di uno dei triglifi, comporta facilmente una ricostruzione dello

sviluppo planimetrico dell’edificio.

Il triglifo porta con sè dei rapporti proporzionali precisi che dettano anche le dimensioni della metopa.

Avendo gruppo triglifo-metopa e avendo la larghezza di base dell’edificio date dalle fondazioni, facilmente

è stato possibile ricostruire il tempio non periptero di 6x14.

Essendo un 6x14 ed essendo le dimensioni del fregio, praticamente prossime, se non identiche a quelle di

Siracusa e Himera hanno portato a mettere subito in stretta relazione questo tempio con quelli già citati.

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Planimetria del tempio di Hera Lacinia a confronto con i templi di Siracusa e Himera.

Quindi nell’immagine la nuova planimetria a confronto con la planimetria del tempio di Athena e del

tempio della Vittoria. colpisce anche il fatto che l’allineamento della fronte del pronao e dell’opistodomo,

sicuramente attestati dalla fondazione, siano coincidenti con la terza e la terz’ultima colonna, quindi

richiamando direttamente il modello di Himera, mentre invece per quanto riguarda l’allineamento sulla

fronte i fili esterni dei muri della cella sono allineati con l’asse della seconda e quinta analogamente

invece con il tempio di Siracusa.

Quindi mentre possiamo vedere queste analogie con il tempio di Himera e di Siracusa, notiamo che

questo impianto planimetrico, questa tipologia di allineamento si approssima molto di più, molto più

strettamente ai modelli della madrepatria.

Ma le similitudini con Siracusa riguardano anche alcuni elementi propri dell’elevato. Negli anni settanta

del V secolo, Siracusa e Crotone non erano in buoni rapporti, anzi diciamo che i rapporti tra Siracusa e

Crotone erano pessimi. Siracusa negli anni settanta stava addirittura organizzando una spedizione

militare contro Crotone e quindi erano di fatto in uno stato di guerra. Com’è possibile che all’interno di

una situazione politica di questo tipo vi sia di fatto una replica dello stesso edificio templare a Crotone,

quando le due città erano nell’impossibilità di poter dialogare dal punto di vista costruttivo della

realizzazione culturale. Perché a Crotone, il più importante santuario della Magna Grecia viene realizzato

un tempio imitando il modello siracusano? Vengono utilizzate maestranze siracusane? Già sappiamo che a

Siracusa sono state utilizzate maestranze cicladiche, poiché sappiamo che il tetto è realizzato in marmo di

Paros e quindi è facile spiegare questa analogia considerando anche in questo caso la presenza di

maestranze esterne, quindi maestranze cicladiche itineranti che si fermano tanto a Crotone, quanto a

Siracusa, poiché non essendo implicate dal punto di vista politico ma semplicemente da un punto di vista

economico-realizzativo, sono maestranze che vengono chiamate nello stesso periodo tanto a Crotone

quanto a Siracusa, e vengono realizzati di fatto due edifici praticamente identici.

Nell’immagine vi è la ricostruzione dell’ordine del tempio a Crotone. I frammenti di triglifo che sono stati

rinvenuti hanno permesso di ricostruire l’ordine. Sappiamo che la larghezza del triglifo in questa data è

pari a due moduli e sappiamo anche la larghezza della metopa che è pari a tre moduli, se la metopa è

quadrata significa che anche l’altezza del triglifo è pari a tre moduli.

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Resti del tempio di Hera a Capo Lacinio.

Il capitello ormai appartiene all’età classica con l’echino molto rettificato, l’abaco parallelepipedo,

l’hypotachelion e gli anuli alla base. Alcuni elementi poi della cornice, che analizzeremo nel dettaglio, ci

faranno capire meglio di cosa stiamo parlando. Sono stati rinvenuti frammenti della sottocornice e

frammenti del gocciolatoio.

La larghezza del triglifo nei tre casi (Hera Lacinia, Athena a Siracusa, Himera) si approssima fra gli 83,5 e

gli 84,2, quindi praticamente la stessa larghezza. La larghezza della metopa circa 1,26 m; l’interasse è

praticamente lo stesso 4,20 m.

La ricostruzione della fronte dell’edificio di Crotone, ormai un tempio pienamente compiuto, vedremo che

è molto più simile al tempio di Zeus a Olimpia che si va realizzando negli stessi anni, rispetto al tempio di

Athena a Siracusa. Capo Colonna. Prospetto del tempio di Hera Lacinia.

Confrontando Crotone con Siracusa notiamo che qualcosa non quadra. Il rapporto fra interasse e l’altezza

delle colonne deve essere una proporzione di 2:1, mentre abbiamo visto che a Siracusa le colonne sono

più alte e più snelle, quindi il rapporto non è precisamente 2:1.

Il rapporto 2 a 1 si ritrova negli stessi anni nei templi di Zeus a Olimpia, quindi potremmo dire che il

tempio di Hera Lacinio sebbene sia stato realizzato con le stesse forme e le stesse proporzioni

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planimetriche del tempio di Siracusa, sia molto più prossimo ai modelli della madrepatria di quanto non lo

sia quello di Siracusa.

Hera al Lacinio. Athena a Siracusa. Zeus a Olimpia.

Nell’elevato a parità di scala si vede il tempio di Siracusa leggermente più proporzionato verso l’alto,

perché ha colonne più snelle,

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisabettacafaro03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Rocco Giorgio.
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