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Santuario di Hera alla foce del Sele

Il tempio si configura come uno pseudodiptero ottastilo con 17 colonne sui lati lunghi e un nucleo interno

suddiviso in pronao, cella e adyton. Il pronao presenta delle colonne in antis e la testata dei muri longitudinali

invece di presentate delle ante presenta tre quarti di colonna come nel tempio di Athena a Poseidonia. Il

tempio è realizzato negli stessi anni del tempio di Athena a Poseidonia (510 a.C.). Le colonne sono molto

snelle e rastremate. I capitelli sono transizionali perché la gola alla base dell’echino è in via di sparizione.

L’architrave è

bicomposto con il

coronamento

caratterizzato da un

khyma ionico. Fregio

con triglifi e metope

scolpite. Doppia assise

per il coronamento del

fregio con sequenza di

khyma lesbio, astragalo

e tondino. Sima a gola

diritta con protomi

leonine in pietra come

quelle del tempio di

Athena. Le metope,

diversamente dalla tradizione del mondo dorico della madrepatria, dove ognuna rappresenta un episodio in

sé, in questo caso sono la frammentazione di un racconto continuo. Presso il tempio di Hera al Sele si

conservano alcuni capitelli a sofà pertinenti ad un alto edificio interessanti perché richiamano il tipo di quello

di Hera I. Si tratta di capitelli che presentano il motivo della gola egizia con l’abaco di coronamento decorato

ed elementi cilindrici in corrispondenza delle estremità inferiore.

Metaponto

Metaponto è situato sul golfo di Taranto ed è un insediamento acheo dove si sviluppa un centro urbano con:

un santuario, un’agorà e un impianto urbano con una griglia ortogonale.

Nel santuario centrale vi sono: un tempio A, B, C, E, una serie di altari che corrispondono ai templi, dei

thesauroi diffusi nell’area e una grande stoà che bordava il perimetro del santuario. Il tempio A è stato

identificato come il tempio di Hera, il tempio B come quello di Apollo Lykeios. Gli edifici hanno più fasi.

Tempio A di Hera

Il tempio A nella sua seconda fase, che si data intorno al 530 a.C., si configura come uno pseudodiptero

ottastilo con 18 colonne sui lati lunghi e il raddoppio del colonnato frontale. Il nucleo interno corrisponde ad

un pronao chiuso da un portale e una cella con due colonnati interni di 7 colonne ciascuno probabilmente in

legno. Il tempio non è propriamente uno pseudodiptero, perché o il filo esterno o l’asse dei muri longitudinali

dovrebbero coincidere con l’asse della terza e terz’ultima colonna dei lati brevi, in questo caso va un po' oltre.

Questo carattere sarà frequente nell’architettura dell’occidente greco.

Il tempio presenta colonne molto snelle e rastremate, capitelli con gola alla base dell’echino e abaco

preponderante. L’architrave è bicomposto con la parte superiore decorata da modanature doricizzanti

correnti, fregio con metope e triglifi ogivali, assisi di coronamento decorati da modanature correnti e

gocciolatoio a cassetta con sime laterali.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
11 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vc4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Rocco Giorgio.