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SANTUARI URBANI
(Il tempio G di Selinunte ha dimensioni simili ai templi colossali ionici. Il tempio E3 di Selinunte
presenta delle differenze di livello, si compone di pronao, naòs, adyton ed opistodomo, una pianta
particolare, forse per motivi cultuali.
Il VI sec. a. C. è una fase di sperimentazione, mentre a metà V sec. a. C. si passa ad una maggiore
aderenza al modello greco, come attesta il Tempio della Concordia di Selinunte.)
Ad Ortigia ci sono due aree sacre principali, quella del santuario di Apollo e quella di piazza
Duomo. Nella prima sorge il tempio di Apollo, su cui un'iscrizione recita che Kleom[ed]es fece ad
Apollo, il figlio di Knidieias, e alzò i colonnati, opere belle. Ci sono letture diverse su chi sia stato
questo personaggio così consapevole dell'eccezionalità del colonnato, e l'architetto o il committente
o dedicante. Il pronao con due colonne in antis conduce al naòs tripartito ed all'adyton. Il tempio
misura circa m 24 x 58, con una peristasi di 6 x 17 colonne monolitiche, con doppia fila sulla fronte.
Le colonne sono alte 6.60 m e larghe alla base 2 m, quindi piuttosto tozze, e c'è un'estrema
vicinanza tra di esse sui lati lunghi. L'architrave è alta e pesante, ma la parte interna è tagliata per
alleggerire il peso. Non c'è corrispondenza tra triglifi e colonne (mentre in templi successivi i
triglifi, tranne quelli laterali, cadono esattamente a metà del capitello). Le colonne del frontone non
hanno la stessa distanza di quelle laterali.
Nell'area di piazza Duomo sorge invece il tempio di Atena, che ebbe due fasi. Della prima ci sono
pochi elementi, capitelli arcaici della prima metà del VI sec. a. C. ed un altare a triglifi con guance a
volute. La seconda fase è del 480-470 a. C. L'edificio fu trasformata in cattedrale nel VII sec. d. C.
con l'aggiunta di muri e finestre, e l'ingresso, che inizialmente era rivolto ad est, fu ribaltato. A nord
di questo tempio c'è quello ionico di Afrodite, di fine VI sec. a. C. Le somiglianze già viste del
capitello a volute allungate con quelli dell'heraion di Samo suggeriscono la presenza di maestranze
fuggite dall'isola dopo la caduta di Policrate nel 522 a. C. Il fregio è continuo, come caratteristico
dell'ordine ionico, ed alla base colonne ci sono incastri per contenere lastre scolpite.
A Naxos, il santuario urbano di Afrodite vede la sua prima definizione nel VII sec. a. C.,
contemporaneamente al primo impianto urbano,con cui il tempio B ha infatti ordinamento coerente.
C'è poi il sacello A, a oikos, fornaci per la produzione di oggetti votivi, un altare a gradoni in pietra
lavica locale di inizi VI sec. a. C., ed un tratto di mura in opera lesbia, ossia con blocchi sbozzati ed
assemblati.
A Himera, il témenos della città alta era probabilmente dedicato ad Afrodite armata. Una base a
dado è l'unico elemento che precede la costruzione del più antico tempio A, forse sorreggeva una
statua di culto o una pietra aniconica. Questa base è stata rispettata dal tempio A e poi inglobata nel
B. Entrambi sono senza peristasi. Il tempio A ha muri con riempimento in ciottoli, e tegole fittili
poste a protezione della base dall'umidità. I paramenti esterni del tempio B sono invece fatti in
grossi blocchi di pietra. In una stipe posta alle fondazioni del tempio sono stati rinvenuti oggetti
votivi che forniscono un'indicazione cronologica, tra cui armi, dedicate ad Afrodite armata o ad
Atena Promachos.
Il tempio della Vittoria sorge nella città bassa, inserito quindi in un impianto urbano con isolati più
lunghi, e realizzato come anathema, cioè offerta, per la vittoria contro i Cartaginesi. La cella è
posizionata in modo simmetrico al centro della peristasi, con perfetto equilibrio tra pronao e
opistodomo alle estremità.
Girando attorno ad un tempio dorico si ha la percezione di un volume solido ed equilibrato, mentre
l'architettura ionica valorizza la fronte, duplicando le colonne sul davanti. L'Apollonion di Siracusa
tuttavia è dorico e presenta doppie colonne sulla fronte. La filosofia dell'architettura occidentale
tende a dare più importanza alla fronte, nell'ambito di quella contaminazione di elementi ionici che
si vede anche ad esempio nei capitelli del tempio di Atena a Poseidonia.
A Selinunte sono presenti un gran numero di edifici sacri: quelli dell'acropoli, i tre templi della
collina est, i templi della collina ovest. Nel primo sito a metà VI sec. a. C. vengono eretti i due
templi principali C e, di poco successivo, D, a poca distanza. Il primo, dedicato ad Apollo, ha
colonne in parte monolitiche ed in parte a rocchi. Adiacente al tempio D è un altare. Nel V sec. a.
C., a sud si costruiscono ancora il tempio A con un altare monumentale, ed il tempio O. Quando la
città accresce la sua potenza serve più spazio, si costruisce quindi un grandioso muro a gradoni che
sorregga il terreno di ampliamento, su cui sorge una stoà. 02 novembre
Riprendendo quindi quando stiamo vedendo per Selinunte, il santuario urbano sull'acropoli conosce
una prima fase prima della metà del VI sec. a. C., dalla seconda metà di questo si assiste ad una
monumentalizzazione con la creazione dei templi peripteri di età arcaica, mentre nel V sec. a. C.,
con la crescita di potenza della città ed il suo conseguente sviluppo, l'acropoli è allargata occupando
lo spazio più vicino al mare. Il tempio C di Apollo ed il tempio D di Minerva, di metà VI sec. a. C.
si collocano in un momento fondamentale per lo sviluppo dell'architettura e seguono la strada aperta
dall'Apollonion di Siracusa. Il tempio A presenta scale a chiocciola interne e di fronte ad esso, in
posizione disassata, c'è un altare monumentale con scalinata e colonnato. Esisteva anche un tempio
Y, anteriore alla metà del VI sec. a. C., di cui non rimangono tracce di fondazione o spoliazione, ma
solo metope e colonne reimpiegate nelle opere di difesa quando la città fu attaccata dai Cartaginesi
a fine V sec. a. C.
Il santuario sulla collina orientale comprende tre templi accostati e paralleli, da sud a nord E3, F e
G. Questa zona si trova subito fuori città, ma si tratta di un caso particolare legatissimo alla
religiosità urbana, come attesta la plateia che collega direttamente l'agorà a questa collina. Il tempio
F ed il G sono datati all'ultimo quarto del VI sec. a. C. Il primo è pseudodiptero, con una
tamponatura, ossia un muro che chiude gli intercolumni, le metope raffigurano una gigantomachia.
Il secondo ha grandi dimensioni come i templi ionici ed un naòs a cielo aperto, e si è conservato un
gigante della decorazione frontonale. Del tempio E3 (470-460 a. C.) si salvano tre metope frontali
grazie alla modalità del crollo, ricostruita dallo stato di giacitura delle colonne, che mostra una
spinta posteriore e verso nord.
A Gela rimane una colonna del tempio C. La pianta di fase mostra ambienti che erano un tempo letti
come sacri ma che ora sono considerati abitazioni.
A Taranto rimane poco degli spazi sacri: due colonne doriche del tempio di Afrodite, ed il tempio di
Poseidone, il primo in Magna Grecia con una peristasi lapidea.
A Metaponto, invece, si può seguire l'evoluzione del santuario urbano, all'inizio costituito da un
prato dove erano deposte offerte e praticati sacrifici, come attestano tracce di bruciato sotto l'altare
del tempio B. Il primo oikos C fu costruito agli inizi del VI sec. a. C. Il tempio A e B conoscono
entrambi due fasi, entrambe di tipo dorico periptero, la prima tuttavia non terminata. Nel tempio B1
la peristasi è costituita con un muro di tamponatura, creando l'effetto di semicolonne. L'ultimo ad
essere eretto è il tempio ionico, con orientamento cultuale.
A Poseidonia le aree sacre furono monumentalizzate da metà VI sec. a. C. Il santuario nord è
caratterizzato dal tempio di Atena, costruito nel 500 a. C., che dimostra la propensione degli
architetti greco-occidentali ad usare elementi ionici in templi dorici, nel pronao infatti sono presenti
capitelli ionici. Nel santuario sud, l'Heraion presenta una prima pianta modificata per motivi non
chiari in una pianta definitiva a 9 x 18 colonne a fine VI sec. a. C. Si sono recuperati elementi della
decorazione fittile del tempio, resti del frontone che attestano l'uso del colore. L'Apollonion, della
prima metà del V sec. a. C., meglio conservato di altri templi, presenta una cella tripartita da due
file di colonne a doppio ordine in un gioco di sopraelevazione di livelli.
Locri presenta una cintura sacra di luoghi di culto che si alternano dentro e fuori le mura, non solo
edifici ma anche grotte monumentalizzate. Tra quelli interni il santuario di Zeus Olimpio ha
restituito delle tabelle bronzee in una teca sull'amministrazione finanziaria del santuario, ci sono poi
il santuario di Atena e quello di Afrodite a Marasà. In quest'ultimo, il tempio ionico di Afrodite vede
diverse fasi, nella seconda c'è un cambio di orientamento. Sul frontone sono presenti sculture in
marmo, Afrodite stessa ed i Dioscuri. Secondo un'ipotesi il trono Ludovisi, rinvenuto a Roma,
proveniva da qui: forse costituiva una delle due guance di un altare, oppure foderava un bothros
all'interno del tempio. Altri ritengono invece che provenisse dal santuario punico di Erice e fosse
opera di uno scultore greco. Nelle vicinanze del tempio di Afrodite sorge la stoà a U, vicino a cui è
stata anche rinvenuta un'area portuale. La stoà era costituita da una serie di stanze, colonnato e
muro di fondo, e conobbe un notevole ingrandimento in una seconda fase, segno che era assai
utilizzata. Anche per la vicinanza al porto, alcuni ipotizzano che in essa si praticasse la prostituzione
sacra. Fuori le mura si trova il santuario di Persefone alla Mannella, in cui erano deposte pinakes
legate alla fase di passaggio delle giovani da fanciulle a donne in grado di sposarsi e procreare. Pure
fuori le mura, vicino a Marasà, è il santuario di Demetra, dove inizialmente si offrivano
semplicemente coppe (kotylai) in offerta alla dea, in seguito fu monumentalizzato con un tempio,
altari e stoà. Un altro edificio sacro di Locri è la stipe di Zeus Fulminante.
Agrigento è un sito complesso, in cui sono dislocati vari santuari, a formare una cintura sacra come
a Locri. I più famosi sono quelli sulla collina dei templi, affacciata a sud sul mare. C'erano poi un
tempio di Zeus del VI sec. a. C., non più esistente, un tempio di Atena, il settore roccioso della rupe
Atenea, il santuario di Demetra e Kore con oikos ed altari circolari, ora parzialmente occupato dalla
chiesa di san Biagio, un santuario rupestre di grotte dalla facciata monumentalizzata a fontana.
Sulla collina dei templi,