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Vita di Cesare

Nato a Roma, nel 100, dalla Gens Iulia, già ormai decaduta. Imparentato con Mario e Silla. (Sua madre era un'Aurelia, e la sua famiglia sosteneva Silla, mentre la sorella del padre era moglie di Mario). Cesare inizia gli studi in Grecia, per la filosofia, e poi a Rodi, da Molone, insegnante di retorica, da cui impara le tecniche di oratoria. Negli ultimi anni di governo di Silla, Cesare va in esilio per non aver voluto divorziare con sua moglie, figlia di Cinna. Si salva però perché fa parte di una famiglia nobile. Alla morte di Silla, torna a Roma, inizia la sua carriera politica, con il Cursus Honorum, grazie ai populares. Nel 70, diventa QUESTORE. Nel 65, diventa EDILE e si occupa della città, ottenendo la simpatia dei cittadini. Non solo si occupa di strade e di edifici, ma anche di spettacoli pubblici. Nel 63, diventa poi PONTEFICE MASSIMO, nell'anno di congiura di Catilina (di cui si pensa che lui ne fosse a conoscenza ed è certo che

cercò di salvare la maggior parte degli uominidi Catilina). Nel 62, diventa PRETORE ed è pronto a diventare console (ci riesce solo grazie a Pompeoe Crasso, in quanto, essendo un populares, non era ben vestito dagli aristocratici). Con il patto del triumvirato, nel 59 diventa console, Pompeo ottiene le terre per i suoi uominie Crasso, commerciante, ottiene molti aiuti per il commercio in Oriente. Cesare, però, sa che Pompeo è molto più forte di lui, politicamente parlando, quindi occorreche lui segua le orme di Silla. Ha quindi bisogno di conquiste e riesce a ottenere il proconsolato, dal 58 in poi, in Gallia. Riesce a vincere la Gallia. Nel 56, con gli accordi di Lucca, ottiene la proroga e continua con le sue conquiste, ma nel mentre il triumvirato si spezza. Infatti, i rapporti fra Pompeo e Cesare sono già peggiorati nel 58. Questo poiché nel mentre Clodio (fratello di Clodia/Lesbia) diventa tribuno della Plebe e fa lalex clodia, con la quale

Manda in esilio colui che ha condannato a morte gli altri cittadini romani senza un regolare processo, ovvero Cicerone. Dietro a questo gesto di Clodio c'è appunto Cesare. Infatti Cicerone non si è mai fidato di lui e Cesare ha paura che egli possa mettere i Romani contro di lui.

Però Cicerone rimane solo un anno e mezzo in esilio, grazie a Pompeo. Nel 53, Crasso, andato in guerra contro i Parti, muore a Carre. Con la sua morte, il triumvirato crolla sempre di più e il Senato si schiera dalla parte di Pompeo, sapendo che fra i due Cesare è il più pericoloso.

Nel 52, Pompeo viene nominato consul sine collega (console senza collega). I Romani hanno sempre avuto due consoli in modo che uno controllasse l'altro. Il senato vuole far capire a Cesare che si fida di più di Pompeo.

Cesare rischia di essere ucciso entrando in Italia, lasciando l'esercito, come cittadino privato. Cerca di evitare la guerra civile proponendosi come futuro

console.Però il Senato gli dice che dovrebbe prima venire a Roma per fare la candidatura.Ma non può assolutamente lasciare l'esercito per andare a Roma.Non accetta, e quindi, con i suoi amati soldati, varca il fiume Rubicone e sconfigge le truppe di Pompeo in Spagna.Nel 48, i due si affrontano a Farsalo, dove Pompeo viene sconfitto.Pompeo fugge in Egitto, ma viene tradito e ucciso da Tolomeo, il quale viene detronizzato da Cesare, indignato, e il suo potere passa alla sorella Cleopatra, amante di Cesare.

GRANDE ERRORE DI CESARE: A Tapso, in Africa, e a Munda, in Spagna, sconfigge gli ultimi pompeiani e torna a Roma.Sceglie la dittatura a tempo indeterminato ma diventa vittima di una congiura (per mano anche di Bruto e Cassio) del Senato, nelle Idi (15) di Marzo del 44.

OPERE DI CESARE: Fu amico di molti poeti novi.Aveva composto un poema, Laudes Herculis, e una tragedia, Oedipus.Compose un trattato in due libri, dedicato a Cicerone, De Analogia.Abbiamo poi i Commentarii: il

De Bello Gallico e il De Bello Civili.

LA GRAMMATICA

La grammatica è stata sviluppata in età ellenistica, influenzando poi i Romani.

Nel tempo di Cesare, c'erano due tendenze:

Anomalia (preferita da Cicerone): prevede che nella grammatica ci siano delle eccezioni, non per forza le stesse forme grammaticali.

Analogia (preferita da Cesare): quando si forma la grammatica con delle regole ben precise.

Semplice.

LE ORAZIONI DI CESARE

Grandissimo oratore.

Anche lui scriveva le sue orazioni.

Di Cesare non abbiamo quasi nulla delle sue orazioni.

Lo stile utilizzato da Cesare nei suoi discorsi è lo stile attico, semplice.

I TRE STILI ALL'EPOCA DI CESARE

Asiano: più famoso e più diffuso, più utilizzato da maggior parte degli oratori. Provienedall'Asia. Stile molto pesante, con tanti aggettivi, figure retoriche ecc...

Attico/atticista: il contrario dell'asiano. Da Atene. Linguaggio molto semplice.

Rodiese: dall'isola di Rodi, portato avanti da Molone.

insegnante di Cesare e di Cicerone (il quale riprenderà questo stile). Una via di mezzo tra i due stili precedenti.

ALTRE OPERE MINORI

Anticato: contro Catone l'Uticense.

Scritto dopo la morte di questo, suicidatosi a Utica. Cicerone invece aveva scritto l'elogio di Catone, perché gli voleva bene. Cesare invece lo attaccava pure dopo la morte.

I COMMENTARII

Non è facile capire il genere letterario di quest'opera, forse storiografico. Manca però il proemio, molto importante nella storiografia, e non ha nemmeno valore moralistico. Quindi, è un'opera storiografica solo nel modo di scrivere e nel comunicare i fatti storici. Si tratta di storiografia pragmatica, politico-militare. Questi commentarii trattano della guerra in Gallia, il De Bello Gallico, e della guerra civile, il De Bello Civili. Cesare spiega i motivi delle sue azioni.

DE BELLO GALLICO

L'opera va dal 58 al 52, in sette libri. Ogni libro narra un anno diverso.

C'è

però un ottavo libro, come collegamento fra il 51 e l'inizio della guerra civile, ma probabilmente non è suo, ma di un suo tenente, Aulo Irzio. Gli studiosi non sanno quando sono state scritte queste opere: secondo alcuni, furono scritte anno dopo anno, secondo altri tutti alla fine. Molto probabilmente la risposta giusta è una via di mezzo. Forse Cesare ha realizzato una prima stesura come appunti personali e una seconda come pubblicazione, alla fine.

Il De Bello Gallico ha un aspetto per lo più militare. I Romani sono superiori ai Galli per strategia. Cesare spiega i motivi strategici di tutto quanto. Mostra anche un grande rispetto per il valore militare, sia dei propri soldati che dei nemici. C'è anche un tema etnografico. Cesare analizza i diversi popoli.

DE BELLO CIVILI (49-48)

Composto da tre libri. Il terzo libro si ferma poco dopo la morte di Pompeo, nel 48. Anche qui prendeva appunti giorno dopo giorno per poi metterli tutti.

insieme.C'è chi pensa a una pubblicazione in due tempi diversi (i primi due libri nel 48 e il terzo nel 47). C'è chi pensa che tutto quanto sia stato scritto nel 47 e poi pubblicato nel 46. Altri ancora pensano che ad aver pubblicato i tre libri sia stato Aulo Irzio. PROSPETTIVA POLITICA C'è perlopiù aspetto politico. Cesare cerca di tranquillizzare l'opinione pubblica, spiegando i motivi che l'hanno spinto a sfidare il Senato. Usa dell'ironia contro i Senatori, sostenitori di Pompeo. Inoltre, applica una nuova strategia: la CLEMENTIA, che pensa sia meglio della crudeltà. Vuole infatti vincere, non distruggere l'aristocrazia romana. CARATTERISTICHE DELLE OPERE Cesare parla sempre in terza persona. Così da dare l'impressione di sapere tutto. A volte cambia un po' i fatti per come sono andati realmente. Per esempio, aumenta il numero dei nemici (e un suo contemporaneo, Pollione, se n'è accorto). Il De

Bello Gallico supera il De Bello Civili, perché è meno imparziale. Nel De Bello Gallico emerge di più l'interesse militare. Nel De Bello Civili c'è più politica, perché rischia di essere ucciso, e usa molta più ironia contro Pompeo (non attacchi forti). Descrive Pompeo come uno che non vorrebbe sporcarsi gli stivali col fango. Cesare dormiva coi suoi uomini, mentre Pompeo aveva una tenda tutta sua come un palazzo.

IL CORPUS CAESARIANUM

Dopo la morte di Cesare, Aulo Irzio aggiunse un ottavo libro al De Bello Gallico. Dopo il De Bello Civili, vorrebbe continuare la storia. Ci sono infatti altre tre opere, le quali formano il Corpus Caesarianum, ma può essere attribuito a lui solo il BELLUM ALEXANDRIUM. Riesce a seguire il modello stilistico di Cesare, ma non raggiunge la sua eleganza. Il BELLUM AFRICUM appartiene invece a Lucio Munazio Planco, che usa molto l'arcaismo. Invece, il BELLUM HISPANIENSE appartiene a un ufficiale di

minore cultura. Lo stile e lalingua non arrivano al livello di Cesare.Quest'opera mostra la lingua parlata dai ceti inferiori.LA PROSA è molto fluido e usa sempre gli stessi vocaboli.Per esempio, per dire "fiume" (che in latino ha un sacco di sinonimi) lui usa sempre "flumen".Visto che deve rivolgersi a tutti i Romani, usa un linguaggio semplice, senza sottintendereniente.Come nella storiografia ci sono gli excursus, ovvero le riflessioni, quando si ferma la tramadella storia per descrivere luoghi, popoli ecc.Non c'è interesse antropologico, ma cerca di capire i punti deboli di questi popoli.Grazie a lui sappiamo che Galli e Germani non sono la stessa cosa.Parla con freddezza anche degli atti più crudeli.Il suo parlare in terza persona di se stesso distacca l'autore dal protagonista, con prospettivaonnisciente.Ci sono molti discorsi, fatti da lui o dai nemici, che possono essere indiretti o diretti. Non cisono tante figure

Formattazione del testo

Per Cicerone, i commentarii sono come un corpo senza vestiti, in quanto troppo semplici.

CICERONE

VITA

Nato ad Arpino, nel 106, da una famiglia equestre.

Il padre lo fa istruire dai migliori maestri di Roma.

Per studiare retorica, diritto e filosofia si mette al seguito di oratori e giuristi affermati. Questa è una forma di insegnamento trasmessa dall'esempio diretto. Il Foro era una sorta di grande scuola a cielo aperto dove poteva fermarsi chiunque fosse interessato.

I maestri di Cicerone: i due Scevola, Molone, Filone.

OPERE

Dei suoi versi composti da giovane non ci è giunto nulla.

Abbiamo però un trattato di retorica: De Inventione, in due libri, che doveva contenere un'esposizione della dottrina dell'oratoria. Questa dottrina prevedeva una ripartizione dell'insegnamento in cinque parti, di cui:

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
96 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ciceronisstan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Calabrò Concetta.