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LA PRIMA ETA' IMPERIALE: DINASTIA GIULIO-CLAUDIA:

Augusto muore nel 14 d.C., e sale al trono Tiberio, iniziatore della dinastia

Giulio-Claudia di cui fanno parte Caligola, Claudio e Nerone, inizia l'età

imperiale, che arriverà fino alla caduta dell'Impero romano

d'Occidente,nel 476 a.C. La dipendenza dei letterati da personaggi

influenti diventa più stretta rispetto all'età repubblicana a causa

dell'accentramento dei poteri nelle mani dell'imperatore, ma dopo il circolo

di Mecenate non si fu più in grado di creare un'associazione di intellettuali

all'altezza: i princeps amano e promuovono la cultura, Augusto riportò le

Res gestae, Tiberio e Caligola furono grandi oratori e l'imperatore Claudio

si dedicò alla storiografia, ma le opere dovevano essere conformi alle

istanze del governo e non si esitava a procedere con dure repressioni e

condanne in caso di insuburdinazione. Soprattutto durante l'impero di

Nerone si ebbe una rigogliosa fioritura letteraria. Seneca fu il precettore

di Nerone che lo fornì di un'ottima preparazione letteraria, si appassionò

alla poesia, musica e spettacoli teatrali e cercò di creare attorno a se un

circolo di intellettuali da sfruttare per fini celebrativi e propagandistici ma

tali iniziative mossero il malcontento dei tradizionalisti. Lo stoicismo

divenne la filosofia alla quale si affidarono i nemici di Nerone e in nome

della quale si sacrificò Catone l'Uticense e Seneca stesso. I classici erano

Virgilio e Orazio, nella prosa, dopo Cicerone, Sallustio e Livio. Questi

testi erano considerati insuperabili e gli intellettuali assumono un

atteggiamento di emulazione e tendenze manieristiche, sviluppando le

potenzialità dei testi in tutte le direzioni alla ricerca di risultati insoliti,

inediti e sorprendenti. Vengono coltivati i generi dell'epica eroica, storica e

didascalica, la poesia bucolica il cui modello continua a essere Virgilio, la

tragedia da Seneca, la satira ripresa da Persio, e si diffonde il genere

minore della favola il cui principale rappresentante è Fedro. Fedro nasce

in Macedonia venne a Roma come schiavo e si dedicò all'insegnamento e

per questo molto probabilmente venne affrancato dall'imperatore. Si dedica

al genere della favola, che si ritiene aver canonizzato. Ci sono pervenuti 5

libri in versi per un totale di un centinaio di componimenti e altre 30 circa

favole autonome. Nel prologo del libro I Fedro afferma di seguire come

modello Esopo, e di scrivere allo scopo di divertire ma anche di dare una

morale, una visione di vita ispirata alla saggezza tipicamente popolare e la

protesta dei deboli contro i potenti. La forma più caratteristica è l'apologo

animalesco, in cui i protagonisti sono animali e piante parlanti. Lo stile

tende alla varietas e alla brevitas. La raccolta si apre con la fiaba del lupo e

dell'agnello sul fiume, basata sulla costatazione che la legge del più forte

regna sovrana nel mondo. È una visuale che deplora il male ma lo ritiene

inevitabile e afferma il valore delle libertà come bene più prezioso.

Vengono coltivate anche la storiografia con Velleio Patercolo e la

storiografia romanzata con Curzio Rufo. Con Valerio Massimo ci è

pervenuta una rassegna di exampla cioè comportamenti esemplari di vizi e

virtù illustrati attraverso episodi e personaggi storici sotto il genere

dell'annedotica storica. C'è uno sviluppo della prosa tecnica, trattati di

agricoltura, ricettarii gastronomici, ecc... che hanno in comune il carattere

manualistico e compilatorio ed in cui le parti letterariamente più curate

sono le prefazioni.

Seneca: Nacque in Spagna forse nel 4 a.C. ma fu condotto molto presto a

Roma dove potè svolgere la sua istruzione retorica e filosofica. Intraprese

il cursus honorum arrivando a rivestire la questura, ma i suoi legami con

gli imperatori furono difficili fin dall'inizio: Claudio lo condannò in esilio

in Corsica nel 41 d.C, venne poi richiamato in patria alla sua morte come

precettore di Nerone. Nel 62 d.C. chiede il permesso di abbandonare

l'attività pubblica e ritirarsi a vita privata per dedicarsi esclusivamente ai

suoi studi. Nel 65 fu considerato tra i complici della congiura di Pisone e

condannato a morte ma si tolse la vita in nome di una morte stoica prima

di essere catturato.

Tra le opere conservate: i Dialogi, i Trattati, le Epistolae ad Lucilium, dieci

tragedie e una satira menippea denominata in greco Apokolokyntosis.

I Dialogi sono un gruppo di 10 opere di argomento filosofico. L'autore

parla sempre in prima persona avendo come unico interlocutore il

dedicatario dell'opera. Divisi in due generi: consolatori e trattati.

Dei dialoghi consolatori, dedicatiad una persona che soffre per evento

personale, fanno parte: la consolatio ad Marciam, consolare Marcia,

giovane donna della nobilclasse, per la perdita di suo figlio Metilio, la

consolatio ad helviam matrem, Elvia, la madre di Seneca, soffre per la

condanna ed esilio del figlio, la consolatio ad polybium, potente liberto

dell'imperatore Claudio in occasione della morte di un fratello.

Dei dialoghi trattati, che trattano argomenti di filosofia e hanno forma più

monografica, fanno parte: il De Ira, in 3 libri, indica l'ira tra le passioni

più odiose, non accettabile nè utile ,offusca la ragione e da consigli per

prevenirla e placarla. Pone tra gli esempi più famosi l'imperatore Caligola;

il De Brevitate Vitae in cui sostiene che gli uomini sbagliano a lamentarsi

per la brevità della loro vita, che se sai farne buon uso il tempo è lungo, il

De otio in cui sostiene la validità della scelta dell'otium come stile di vita,

il De providentia, il De vita beata.

Trattati:

De Clementia: trattato di filosofia politica in cui teorizza ed esalta la

monarchia illuminata e attribuisce a Nerone la virtù più importante, che

contraddistingue il re giusto rispetto al tiranno e garantisce la stabilità

dell'ipero: la clementia, clemenzia. Scambia la giustizia con la clemenza

perchè quest'ultima presuppone un rapporto di dipendenza dal superiore

agli inferiori adatto alla struttura gerarchica dell'Impero.

De Beneficiis: serie di precetti sul retto modo di fare e ricevere benefici

(favori) come fondamento della convivenza e della vita sociale.

Naturales Quaestiones: un trattato di scienze naturali.

Epistole a Lucilio: è l'opera filosofica di Seneca in cui lascia il suo

messaggio nel modo più profondo, perciò più importante. E' una raccolta

di epistole dedicate a Lucilio Iuniore, un suo amico, scritte negli anni del

ritiro dall'attività pubblica, quindi dal 62 al 65. E' una riflessione di

filosofia morale in cui Seneca assume il ruolo del maestro alla ricerca del

perfezionamento morale e della sapienza, conquistando un pezzo giorno

per giorno. Temi principali sono l'invito al'otium e la ricerca della

sapientia e l'autàrkeia proprie del sapiente. Il modo di procedere è libero,

quotidiano e asistematico nell'esposizione.

Tragedie: ci sono pervenute in un corpus di dieci tragedie, incerta è la

cronologia delle date. Il tema è lo scatenarsi del furor come impulso

irrazionale, la passione come manifestazione di pazzia non dominata dalla

ragione, in lotta con la razionalità.

Apokolokyntosis: Satira Menippea, prende il nome da Menippo, iniziatore

del genere, composta in occasione della morte dell'imperatore Claudio che

lo aveva condannato e mandato in esilio. Il titolo tradotto letteralmente dal

greco significa “trasformazione in zucca”, “inzuccamento”, contrapposto a

apothèosis, “trasformazione in Dio”, “divinizzazione”. Il racconto inizia

con le Parche recidono il filo della sua vita e Apollo intona un canto di

gioia. Claudio assiste al suo funerale e solo lì si accorge di essere morto.

Lo stile si evolve in una mescolanza di versi e prosa, dal serio allo

scherzoso, sottolineando la parodia.

EPICA E SATIRA: Tra i protagonisti del panorama letterario dell'età di

Nerone ci sono Lucano e Persio, uno cimentandosi nell'epica storica

assumendo uno come modello Virgilio e l'altro dedicandosi alla satira e

prendendo come modello Orazio. Mostrano dei tratti in comune che

denotano il contesto storico e culturale in cui vissero, aderirono per

esempio allo stoicismo da cui deriva l'istanza morale dietro le opere.

Lucano: nasce in Spagna nel 39 d.C. Viene chiamato a Roma da Nerone

che gli conferì l'onore della questura ma il favore del princeps lo

abbandonò e fu costretto alla morte per aver partecipato alla congiura di

Pisone. Ci è giunto il suo poema epico il Bellum civile, in 10 libri, che

tratta della guerra civile tra Cesare e Pompeo, indicando nella battaglia di

Fàrsalo il suo momento decisivo che segna la fine della libertas

repubblicana. Utilizza come fonti principali Tito Livio e Seneca Padre.

Elimina l'apparato divino tradizionale scambiandolo con l'elemento del

meraviglioso e soprannaturale attraverso l'inserzione di sogni, visioni,

profezie e pratiche magiche. La tecnica narrativa è selettiva: riassume

brevemente alcune parti della vicenda per dedicare invece molto spazio ad

eventi particolari. Elementi più tipici dello stile di Lucano è la

concettosità, uso di frasi a effetto, incisive e pregnanti, che colpiscono e

sorprendono il lettore. L'ideale proposto e portato avanti in tutti i libri è

quello della virtus. I personaggi assumono atteggiamenti estremi ed

eccessivi rappresentanti di personalità e comportamenti specifici. Cesare è

sempre in luce sfavorevole, il genio del male presente nel suo animo lo

spinge a sovvertire ogni legge umana e divina e inseguire senza sosta i

suoi scopi criminosi di conquista. I valori positivi sono affidati alle figure

dei suoi due antagonisti: Pompeo e Catone. Pompeo è presentato come il

difensore della legalità repubblicana abbandonato dalla Fortuna. Catone

invece è la figura positiva per eccellenza, campione di legalità e

incarnazione del sapiente stoico.

Persio: nasce nel 34 d.C. Si dedica al genere della Satira. Viene pubblicato

postumo un libretto nel 62 d.C., che comprende 6 satire, per un totale di

650 esametri. La polemica è indirizzata contro la letteratura dei suoi tempi.

Nella satira I conduce un'aspra requisitoria contro la cultura

contemporanea affermando l'inattendibilità dei giudizi critici sulle loro

opere, dettati dalla convenienza. Viene posta in ridicolo la moda della

recitationes, ossia le pubbliche letture di poesia, nelle quali l'arte è ridotta

a oggetto di piac

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A.A. 2019-2020
38 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher allert di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Boldrer Francesca.