ETÀ ORIENTALIZZANTE NELLA MADREPATRIA
L'età orientalizzante assume questo nome per via dell’apparizione di decorazioni a carattere
orientale nella ceramica del periodo. Quindi se la ceramica dell'età geometrica era caratterizzata da
forme decorative geometriche che le hanno dato il nome, la ceramica della nuova età cambia in maniera
drastica e produce soluzioni con temi di importazione orientale; da ciò si parla di ceramica
orientalizzante e naturalmente di età orientalizzante.
Occupandoci noi di architettura, uno dei temi di quest’epoca rilevante è quello che riguarda il problema
dei tetti. L’architettura dell’età geometrica era realizzata in materiali deperibili. Nel periodo che invece si
sta descrivendo vengono introdotte coperture in tegole di terracotta che spingono verso una progressiva
litizzazione (trasformazione in pietra) degli edifici, dato l’aumento della pesantezza delle coperture e
quindi del carico sulle strutture portanti. Quindi questa semplice introduzione di un nuovo elemento
diviene particolarmente significativa nell'ambito dell’evoluzione dell'architettura.
Il peso della copertura in terracotta oscilla più o meno, a seconda delle tipologie: la più antica delle
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tipologie è quella nota come protocorinzia che pesa 150 kg/m ; le tipologie più leggere pesano intorno
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ai 100-120 kg/m (se già il peso è questo per quelle in terracotta si può immaginare come si moltiplichi
successivamente per tegole in pietra), quindi comporta inevitabilmente una profonda trasformazione delle
architetture.
Oltre a questo vi sono anche altri problemi che si vengono a collegare.
La struttura di un tetto in terracotta, che è una sostanziale ripresa della tipologia dei tetti micenei (una
singolare coincidenza di forme e di elementi, quali tegole e coppi, che sorprende per questa apparente
continuità), diviene regolare. È chiaro che gli elementi vengono realizzati con delle forme standard e
quindi si riproducono sempre allo stesso modo: elementi piani e poi coppi che fanno da coprigiunti, si
distribuiscono lungo la lunghezza dell'edificio.
Ciò determina una ricaduta sotto l'aspetto planimetrico, rendendo tutti gli edifici visti per l'età geometrica
e in parte ereditati dall'età del bronzo (edifici a forcina o con terminazione absidata), automaticamente
obsoleti. È molto difficile coprire un edificio absidato con elementi quadrati; andrebbero costruiti elementi
speciali.
Allora negli effetti collaterali, oltre al ridimensionamento degli elementi portanti, i quali maggiorano
le loro misure, si ha una razionalizzazione della planimetria. Quindi se prima si trovano più o meno
planimetrie con forme semicircolare improvvisamente gli edifici tendono ad assumere profili rettilinei e
impianti rettangolari e quadrati (laddove vi è l'utilizzo delle tegole).
Nonostante i tetti in materiali vegetali e argilla fossero eccellenti come sistema di copertura, viene
introdotta la copertura in tegole per valicare il problema degli incendi e soprattutto la capacità di
propagarsi degli incendi. Il tetto realizzato in paglia, se pur protetto da uno strato di argilla, una volta
incendiato tende a creare particelle volatili che si diffondono, che vanno a finire negli edifici vicini; è
chiaro che una volta nato un incendio significativo in un contesto in cui ci sono coperture di tetti in paglia
è molto facile che si estenda velocemente. Una delle prima ragioni è questa.
Essendo la realizzazione in terracotta, un’operazione complessa e dispendiosa, all'inizio non viene attuata
per tutti gli edifici, ma è limitata a quegli edifici che più di altri meritano di essere protetti, per cui i
templi, poi verranno protetti tutti gli altri.
Ci sono, inoltre, conseguenze anche negli aspetti estetici oltre che costruttivi, poiché i tetti in età
geometrica realizzati in paglia avevano dei gradi di pendenza molto alti: 30-32 gradi, inclinazioni notevoli,
per evitare il ristagno dell'acqua, o in zone montuose il deposito della neve.
Ma realizzando un tetto con delle falde molto inclinate si ha una superficie complessiva del tetto maggiore
rispetto ad un tetto con delle falde molto ribassate; quindi la prima conseguenza è che i primi tetti
realizzati in terracotta hanno gradienti molto bassi, 11-12 gradi, così da ridurre in maniera significativa il
carico. Non solo. Vi è anche il problema dello scivolamento delle tegole, che sono incastrate l’una
all’altra; quindi la diminuzione dell’inclinazione della falda permette a queste di tenersi ferme senza quasi
nessun tipo di fermo.
Riassumendo:
- cambiano le planimetrie che si regolarizzano e diventano quadrangolari;
- cambiano i dimensionamenti degli elementi portanti della struttura stessa; colonne e muri assumono
diametri e spessori maggiori, per sostenere un tetto più pesante;
- cambia anche l’immagine complessiva laddove le stesse falde del tetto si abbassano.
L'introduzione di tetti in tegole non è un fatto secondario, incide profondamente sulle forme
dell'architettura sia a livello planimetrico sia a livello estetico; segna una cesura importante nell'ambito
dell'evoluzione dell'architettura del mondo greco. LEZIONE N.8 7 novembre 2019
I primi tetti realizzati in terracotta sono datati al secondo quarto del VII secolo, ancora
età orientalizzante, e li ritroviamo sia in madrepatria sia in aree microasiatiche.
Bisogna tener presente che ci si sta riferendo ad un contesto non omogeneo, poichè l'apparizione di tetti
in terracotta non è contemporanea in tutti i centri del mondo greco. Qualcuno è all'avanguardia e
comincia ad introdurli nell'architettura, qualcuno vi ci arriverà dopo. All'avanguardia in questo processo,
che non riguarda solo l’utilizzo di terracotta, ma che comporta tutte le modifiche correlate (planimetrie
più evolute, aspetti esteriori profondamente modificati), sono quei centri che nella produzione ceramica
avevano già una sostanziale egemonia, come ad esempio Corinto, la cui ceramica proto-corinzia
orientalizzante era di grande qualità ed è attestato con certezza che veniva esportata in quantitativi
impressionanti in tutto il mediterraneo.
La lavorazione delle tegole non è semplice. Sono grandi elementi; hanno larghezza di 60-70 cm e
lunghezza 90 cm, pesano molto e sono molto spesse. Vi era il rischio che durante la produzione, o meglio
durante la cottura, che la parte interna rimanesse cruda e che la parte esterna si bruciasse. L’artigiano
doveva avere la capacità di cuocere in maniera adeguata l'elemento. Perciò coloro che avevano una
maggiore attitudine nella produzione ceramica erano in qualche modo avvantaggiati.
Corinto con certezza precede tutti gli altri. La prima tipologia, almeno nella madrepatria, di coperture in
terracotta è quella che va sotto il nome di protocorinzia.
Tale tipologia è documentata a partire dal secondo quarto del VII secolo a Corinto stessa e a Isthmia
(santuario panellenico strettamente legato a Corinto e sotto il suo controllo). Da questa tipologia
protocorinzia si evolveranno successivamente altre tipologie.
Nel campo degli studi del passato normalmente i tetti venivano distinti sulla base di tre tipologie
principali:
- corinzi, tetti che avevano tegole piane e coppi pentagonali;
- laconici, tetti che avevano tegole concave e coppi semicircolari;
- ibridi, quei sistemi che avevano tegole piane e coppi semicircolari.
Corinto, Tempio di Apollo I. Tetto protocorinzio,
Sistema di copertura in terracotta di età micenea. secondo quarto del VII secolo a.C.
Tipologie di copertura in Grecia (suddivisione ritenuta adesso insignificante).
LEZIONE N.8 7 novembre 2019
Questa suddivisione, che a lungo ha imperato nel mondo degli studi, adesso non ha più nessun
significato perché in Egeo non è vero che i tetti con tegole piane e coppi pentagonali sono soltanto
corinzi.
Gli studi sui tetti in terracotta, oggi molto ampliati, hanno goduto di grande fortuna scientifica, hanno
prodotto moltissime pubblicazioni e hanno evidenziato la presenza di numerose scuole. Esiste una scuola
corinzia, una scuola argiva, una laconica, una arcadica, una della Grecia centro-settentrionale, una della
Grecia centro-occidentale, una della Grecia occidentale, ecc., ognuna con dei caratteri propri.
Importante è domandarsi come tali scuole si distribuiscano. Già dalla planimetria, riportata in figura, si
può evincere la risposta; ma comunque questa pare ormai un po’ datata.
I tetti del secondo quarto del VII secolo (triangolo rosso) si concentrano nell'Istmo e quindi a Corinto, ma
come si può notare anche a Delfi. Questo perché presso i santuari panellenici vi sono thesauroi e l’edificio
del triangolino rosso di cui stiamo parlando è proprio il thesauros di Corinto.
Diffusione su base cronologica dei tetti in terracotta.
Quindi il tirangolino rosso indica la tipologia protocorinzia, ma già dal 650 (pallino blu) coperture in
terracotta appaiano tanto nel Peloponneso quanto nella Grecia nord-occidentale; appaiono
contestualmente anche nell'Italia centro-settentrionale. Tale spostamento è dovuto alle trasformazioni
che intervengono nella Grecia in età orientalizzante, che passa dall’aristocrazia ai sistemi oligarchico-
democratici, attraversando le fasi della tirannide: la caduta dei partiti e la sostituzione con i tiranni porta
a profonde trasformazioni. Quindi parte delle classi dominanti aristocratiche colpite dalla presa del potere
dei tiranni abbandonano la città da cui provengono e si spostano verso, per esempio, l'Italia.
Un esempio. Damarato, un principe corinzio, guidato dall'aristocrazia corinzia approda in Etruria portando
con sé officine di artigiani. Sposa qui una donna etrusca e vi si stabilisce. Perchè abbiate l'idea di quanto
tutto questo sia relativamente intrecciato, la dinastia dei cosiddetti re etruschi di Roma, da Tarquinio
Prisco fino a Tarquinio il Superbo, non è etrusca bensì corinzia, poiché Tarquinio Prisco è figlio di
Damarato, un corinzio, e Tarquinio il Superbo è il nipote di Damarato. Poichè corinzi quando costruiscono
a Roma i templi di Sant’Omobono nel frontone inseriscono la gorgone, tema presente nei frontoni corinzi.
La penetrazione, già in età orientalizzante e protoarcaica, di Greci provenienti dalle trasformazioni
politiche che colpiscono la Grecia in quegli anni, presso l'Italia centrale (soprattutto verso l'Etruria) è
molto significativa. Gli Etruschi cominciano a produrre ceramica, di fatto greca, perché arrivano
maestranze greche che producono la stessa ceramica che producevano nella madrepatria; assieme alla
ceramica arrivano i tetti di terracotta e arrivano
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Età Protogeometrica Geometrica Orientalizzante
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Età orientalizzante
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Storia dell'arte classica - età orientalizzante
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Storia dell'arte classica - età geometrica